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Autore: _diana87    12/12/2014    6 recensioni
{SPOILER 7x03}

“Gli uomini fanno finta che il passato non sia mai accaduto. Noi donne siamo le uniche a ricordare”.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Patrick Jane, Teresa Lisbon | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Se ne era accorto già da quando lei era entrata nella doccia.
Il desiderio di rilassarsi nella vasca da bagno da sola, l’averlo lasciato con un veloce bacio sulle labbra, e l’aver abbandonato i vestiti per terra, prima di entrare, ogni dettaglio era stato studiato a dovere perché la testa era altrove. Pensierosa. La sua espressione era stata univoca. Imbronciata, in onore dei primi giorni in cui l’aveva conosciuta.
Farsi quella doccia deve averla aiutata a pensare, con l’acqua che le accarezzava dolcemente la pelle, lasciandosi cullare dai sapori dei balsami tipici di Beirut, mentre passava la spugna addosso al suo corso, come per scrollarsi di dosso tutte quelle cose che Erica Flynn le aveva fatto intendere.
Esce dalla doccia con un unico scopo: il voler sapere.
Deve chiedergli se tra lui e lei ci sia stato davvero qualcosa, perché come le aveva detto Erica “Gli uomini fanno finta che il passato non sia mai accaduto. Noi donne siamo le uniche a ricordare”.
E le secca ammetterlo, ma lei aveva ragione. Rimasta sola coi suoi pensieri, ricorda tutte quelle donne che hanno messo gli occhi su di lui, mentre lei a fatica nascondeva i suoi sentimenti, costruendosi una muraglia intorno al cuore. Chissà se lui avrebbe mentito su Erica Flynn?
Meglio sapere la verità, continua a ripetersi, anche se le avrebbe ferito il cuore. Poco importa, pensa, facendo spallucce mentre sono nel taxi che li fa scendere per le vie della città. E’ qualcosa che può sopportare, a patto che lui sia sincero.
Giunti al ristorante poco distante dal loro hotel, lui la fa accomodare da vero gentiluomo, spostandole la sedia. Lei sorride poco, nascondendo quella paura dietro le ciocche di capelli che ricadono delicatamente sui lati del viso.
Sfortuna per lei, lui ha già notato il suo sguardo imbronciato da ore, aspettando solo il momento giusto per chiederglielo. Si mette a studiarle il volto.
“Che c’è?”
“Qual’era quella cosa che ti hanno detto che è buona? Mana qualcosa?”
“Manakish.”
“Sì, è una specie di pizza.”
Lei emette solo dei versi di assenso portandosi le labbra in dentro, mentre legge nervosamente il menu per cercare di ordinare qualcosa. E’ chiaro come il sole che invece tenta solo di perdere tempo. Le dita delle mani che reggono quel menu tremano.
“Che succede?” le chiede, senza staccarle gli occhi di dosso. Non riesce a decidere se continua a fissarla perché la luce del ristorante la rende più bella, oppure perché ha quel volere innato di sapere ciò che pensano le persone in ogni momento.
“Niente.” La risposta gli giunge alle orecchie in maniera sbrigativa, come se lei tentasse di fare l’offesa ed ottenere attenzione. Lui attende finché la donna alza lo sguardo per rivolgergli un timido sorriso. Le labbra si sforzano a piegarsi in una mezzaluna. “Niente.” Ripete.
Lui fa quel sorrisetto di sottecchi. Sa che quando lei risponde “Niente”, in realtà sta ribollendo, ma vuole attendere che sia la donna a fare il primo passo. Sembrano due adolescenti delle volte. Stare in una relazione romantica per loro è qualcosa di assolutamente nuovo.
Torna a guardarlo, inumidendosi le labbra. Ora è concentrato a fingere di leggere il menu, anche lui cerca di perdere tempo per superare quella nube di imbarazzo che li circonda.
Il desiderio di sapere si insinua di nuovo in Teresa Lisbon, che decide di superare le sue paure e rivolgergli quella domanda che tanto la tormenta.
“E’ successo qualcosa tra te e Erica Flynn?” pronuncia quel nome tornando ad abbassare lo sguardo sul menu. Le dà fastidio.
“Perché?”
Lisbon chiude il menu, proprio come fa di solito con un fascicolo durante un interrogatorio. “Perché mi ha fatto intendere che è successo qualcosa. È così?” non solo le trema il labbro, ma anche le braccia, poste in avanti, fanno degli strani movimenti. Mentalmente, ringrazia il cielo che lui non possa vederle le gambe, perché anche loro stanno seguendo i movimenti ballerini del resto del corpo.
Perché deve essere così difficile parlare con Patrick Jane senza sentirsi una completa idiota gelosa del suo fidanzato?
Lui abbassa lo sguardo, incerto, balbetta qualcosa, distratto forse dalla musica e dalla gente che parla in sottofondo.
“Uh... Beh, in realtà sì.” Si decide a dire, non senza sospirare, come se avesse finalmente tolto un peso dal corpo. “È successo qualcosa.”
Teresa balza leggermente all’indietro, sistemandosi sulla sedia. Quel “Oh” che le esce dalle labbra è un verso a metà tra la sorpresa e la gelosia.
Il suo corpo smette di tremare, ma un altro sentimento compare sul suo viso: la delusione. Non avrebbe mai immaginato che Jane gli avrebbe confermato il tutto, ma soprattutto avrebbe preferito saperlo prima.
“Quando abbiamo lavorato insieme ci... ci siamo baciati.” Continua lui, non senza esitare. Le difese sono crollate.
“Vi siete baciati?”
“Una volta nel suo albergo.”
Lisbon deglutisce. Ecco, ora non vuole proprio sapere il seguito.
“Questa storia continua a migliorare.” Fa del sarcasmo, come meglio le riesce.
“Non è stato niente.” La guarda con occhi da cucciolo indifesa, e lei non sa resistere a quello sguardo.
“Non dirlo, okay?” il tono della voce sembra quello di un interrogatorio. Le dita delle mani, intrecciate tra loro, riprendono a tremare. Ha forse paura di perderlo per colpa di Erica Flynn? Distoglie lo sguardo, non volendo esser vista in faccia.
Forse Jane deve aver percepito quel movimento perché è deciso a dirle tutta la verità. La sua Lisbon sa essere una dura agente sia sul lavoro che in campo sentimentale. Lascia che sia il cuore a parlare per lui, come aveva fatto quando era salito su quell’aereo per dirle che l’amava.
“Okay, hai ragione. Non ha significato niente allora. Ma è accaduto tempo fa, e non avrebbe comunque portato a nulla.” Fa una brevissima pausa, guardandola. “Non poteva.” Il suo silenzio le fa intendere il motivo del perché non era successo nient’altro tra lui ed Erica.
Anche lei cala le sue difese e il tono della voce si ammorbidisce. “Perché non me l’hai detto?”
“Non ci ho pensato.”
“Beh, quando hai saputo che saremmo venuti qui, potevi dirmelo.”
Jane prende un gran respiro. Scusarsi con Lisbon richiede un sacco di energie. “Sì, ci ho pensato, ma ho deciso di non dirtelo perché avevo paura che...” esita. Ancora una volta. Si guarda le mani che hanno iniziato stranamente a sudare. Patrick Jane è agitato e sente la gola seccarsi. “Questa cosa... si sarebbe messa tra noi.”
Anche lui teme di perderla a causa di qualche piccola scappatella passata.
“Vorrei solo averlo saputo prima da te. Tutto qui.”
“Capisco. Sì... avrei dovuto dirtelo. Mi dispiace.”
“Va bene.” Sorride. La faccia da cucciolo la fa ammorbidire. Avrebbe volentieri disegnato orecchie abbassate e coda su di lui, tanto per rimarcare l’idea. “Davvero. Va bene.”
I due stanno in silenzio. Lui continua a fissarla, lei si sente a disagio. Distoglie lo sguardo, non riesce a sostenere il suo.
Si morde il labbro inferiore. Questa conversazione sta diventando più difficile del previsto.
Le gambe riprendono a ballare da sotto il tavolo, trasportando braccia e spalle al movimento.
“Ci sono altre persone di cui dovrei sapere? Che so, qualcuno con cui hai lavorato? Mi aiuterebbe, sai... se lo sapessi.”
“No.”
“Lorelei?” Tira fuori quel nome che non avevano nominato più da anni.
Lei e Jane avevano avuto dei trascorsi. Lei era stata la prima donna, dopo sua moglie, con la quale lui si era lasciato andare fisicamente. E forse anche emotivamente. Abbassa lo sguardo, ma per Lisbon sembra facile parlarne.
“Ho sempre pensato che forse qualcosa è successa tra voi.” Si ritrova a dirgli quelle cose, meravigliandosi di come sia riuscita a superare il ‘trauma’ di loro due insieme. E’ consapevole che lui non può più mentirle. Cerca di stare al suo posto, impedendo che la sua gelosia prenda il sopravvento.
“Lorelei?”
“Uh-huh.”
Restano di nuovo in silenzio a fissarsi.
Davvero vogliono fare quel giochetto?
Jane scuote la testa più volte. Non sarà lei a vincere facendogli tutte quelle domande.
E se proprio vuole continuare a giocare, tanto vale farlo ad armi pare.
Un sorriso sghembo compare sul suo volto. È il classico Patrick Jane dei trucchetti mentali.
“Okay, facciamo così. Ti dico di Lorelei, se tu mi racconti di Walter Mashburn.”
La reazione di Lisbon è immediata ed esilarante.
Distoglie lo sguardo, riportando l’attenzione sul menu. Si passa la lingua sul labbro inferiore, maledicendo Jane per essersi ricordato di Mashburn, l’unico uomo, oltre lui, che l’aveva fatta capitolare.
“Hai detto che il manakish assomiglia a una pizza?”
“Sì, è così.” Conferma lui, ma non riesce a smettere di guardarla e sorriderle. È riuscito nel suo intento di farla smettere con l’interrogatorio.
Ordinare pizza e té sembra l’alternativa migliore al passare la serata parlando di ex.
Sono loro due, da soli, come coppia, a Beirut. Il resto non conta.


Angoletto dell'autrice (poo) sana di mente:
Piccolo escursus sulla 7x03. Una scena tanto tenera quanto imbarazzante per i due tontoloni :p
Sparatemi, perché non ce la faccio più a scrivere fanfic fluff... cosa mi fanno dire questi telefilm!
Fortuna tengo viva l'angst con la long di Castle...
Niente panico, comunque perché sotto Natale dovrei tornare con una shot demenziale su The Mentalist... se riesco a terminarla, incrociate le dita!
Buon weekend :*
D. 
   
 
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