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Autore: Urlandocontroilcielo    13/12/2014    1 recensioni
Ancor prima dell’alba Ryan si stava rivestendo. Sarebbe dovuto essere a casa per le otto del mattino.
“Ehi, non volevo svegliarti”
“Scappi?”
“E’ tardi, ho delle cose da fare”
Si girò verso il comodino, la sveglia segnava le sei. C’era qualcosa che non andava, il dubbio continuava a frullargli in testa e questo rovinava la cena, le risate, il massaggio e la notte fantastica, lasciando posto alle paranoie abbandonate la sera prima. Tirò un sospiro e si accorse che non era affatto un buon risveglio anche perché lui se ne stava andando e questo per lei diventava sempre più difficile.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Mi scuso per l'enorme ritardo, spero che il capitolo possa in qulache modo ripagare :)
Ringrazio Zade e DanyDF per le recensioni e chiunque regala una lettura!
A presto!




Rewind.

“Questa cosa del locale “via di fuga” è una grande idea!” le aveva detto Kirsten, che troppo bene conosceva la gente ricca di Newport.
Summer ad ogni ricevimento teneva una sala per ogni evenienza, l’aveva deciso dopo che le era capitato che un tipo vomitasse in mezzo alla sala, quello era stato l’evento meno riuscito della sua carriera, fortunatamente era solo il compleanno della sua matrigna, ma da quel momento decise di attuare questa cosa, di solito qualche suo collaboratore ci portava qualche ubriaco, prima che desse spettacolo.
L’aveva trovato nelle cucine che pregava duecento cuochi di uscire e loro che ridevano di lui, per poi chiedersi cosa ci facesse una come lei con Seth Cohen e ogni volta che succedeva avrebbe volentieri ficcato la testa di quegli idioti nel cesso.
Per questo l’aveva trascinato in quella sala.
 “Cohen stavo lavorando” doveva servire lo spumante ed è da sempre una delle cose più difficili da fare in questi ricevimenti, stappare cinquecento bottiglie in diversi punti della sala all’unisono, camerieri che versano lo spumante nei bicchieri senza far danni e senza catturare l’attenzione che doveva essere tutta per Kirsten.
“A…allucinante Ryan!” a Seth sembrava che la sua voce nemmeno uscisse, forse perché Summer pareva non dargli minimamente retta, presa a scrivere e spuntare non si sa cosa su un foglio. Si piazzò davanti levandole la cartelletta dalle mani, obbligandola a concedergli tutta la sua attenzione; voleva solo dire questa cosa a qualcuno, alla sua ragazza.
“Come un idiota avevo pensato di andare da lui per parlare, sai, ha insistito tutta la sera così tanto…” il tono era pieno di delusione, ma Summer, almeno dentro di sé, fu felice, Ryan stava facendo quella cosa solo per lei, per un attimo ripensò a loro due davanti all’arcobaleno e un po’ di malinconia la invase, se Marissa fosse stata lì non sarebbe finita in una cucina quasi vuota con una vocina in testa a ricordarle che doveva lasciarlo. Aveva pensato alla sua migliore amica più in quella sera che in cinque anni, probabilmente se ci fosse stata, per farla stare tranquilla le avrebbe dato qualche superalcolico, ma di certo non si sarebbe trovata in quello schifo di situazione.
“Ancora non ci credo!mi sembra assurdo!” faticava ad articolare una frase, non faceva altro che rivedere la scena e non riusciva a stare fermo.
“Cohen devo tornare di là” per quanto lo vedesse agitato, aveva sinceramente fretta, nel suo lavoro bisogna sempre avere sottocontrollo tutto per tutto il tempo e lei ora non aveva sottocontrollo niente.
“C’era Ryan che si stava baciando con Hailey -mangiò quasi le parole come se dicendole velocemente potesse cancellare quello che aveva visto-Assurdo!allucinante!ma ti rendi conto??!”
Non disse nulla, cercando di mostrarsi stupita, se uno non le avesse pianto tra le braccia e l’altra non le prestasse casa per uscire dal mondo sicuramente avrebbe preso a sberle almeno uno dei due; non tanto per la tempistica di merda che il destino aveva riservato, quanto perché parlando con lei avevano fatto i distaccati di ‘sta cippa, non aveva capito molto bene come fosse il loro rapporto ma che fossero attratti l’uno dall’altra le era chiaro.
Prese una bottiglietta d’acqua dalla borsa che portava sempre con sé in queste occasioni e la passò a Seth, lo fece sedere, conoscendolo sarebbe potuto davvero svenire: “Prendi fiato, io devo tornare di là” ma Seth gli si piazzò davanti di nuovo, completamente perso nei suoi viaggi mentali che un tempo la facevano tanto divertire e con quello sguardo che sembrava supplicarla di non mollarlo nelle sue mille paranoie.
“E se hanno dei figli?”
Summer guardò per aria, insomma lui era serio. Sorrise.
“Ryan e Hailey non hanno figli”
“E’ una specie d’incesto”
Provò a spiegargli le cose ovvie, senza entrare troppo nel resto della questione: che Ryan non era veramente suo fratello, anzi che fino a una settimana fa non lo considerava nemmeno più parte della sua vita, sapeva che non diceva sul serio ma non poteva dimenticare tutti i discorsi fatti da cinque anni a quel momento.
I discorsi che l’avevano sfinita e allontanata da lui… che se avesse avuto una zia come tutti gli altri, non giovane, un po’ folle e decisamente bella… ma in fondo non era proprio quello che a lui piaceva e lo faceva sentire tanto speciale?
Seth spalancò gli occhi e senza volerlo alzò la voce, possibile che non riuscisse mai a comprenderlo? “Si può sapere perché stai minimizzando? voglio dire non ti sconvolge la cosa?!”
Certo l’aveva sconvolta e molto quando l’aveva scoperto, ma ora non ci vedeva niente di male, se non una grossa sfiga nel fatto che Seth li avesse beccati mentre stavano chiudendo anche se non è molto normale chiudere baciandosi. A dire il vero non aveva ben capito cosa fosse la normalità né per Ryan né per Hailey.
Prese anche lei uno scatolone e anche se poi avrebbe dovuto fare i conti con la polvere sull’uniforme bianco, si sedette accanto a lui:
“Cohen dai, non sei tu che mi racconti sempre che la tua popolarità scolastica impennava quando Hailey veniva a prenderti a scuola? è una bella ragazza…”
Seth la guardò allucinato. Forse non aveva capito o pensava a uno scherzo.
“La lingua di Ryan era nella sua bocca!”
Non voleva minimizzare, ma non sapeva proprio cosa fare o dire e il suo pensiero era altrove, voleva solo chiuderla alla svelta.
“Hai idea di quello che potrebbe comportare nella mia famiglia?”
Summer ci aveva pensato, immaginando che forse se aveva scelto Hailey non poteva essere solo sesso e poi quel fatto che Ryan fosse più sereno, la persona che aveva visto a Portland sembrava solo un lontano parente del ragazzo con cui aveva ballato poco prima, ora tutte le assurdità e lo sconcerto iniziale erano scomparse.
Anche Seth ora ci pensava o meglio, non ci riusciva nemmeno immaginando la reazione di sua madre se mai lo avesse saputo.
“Cosa vuoi che comporti?”
“Non lo so… qualunque cosa. Lei è sposata”
“Con quel vecchio? bllleeeah”
Il cellulare di Seth prese a vibrare e lui non aveva alcuna voglia di rispondere, era tipo la ventesima chiamata per questo aveva messo la vibrazione, prese l’acqua e fece per versarla sopra, se non avesse avuto bisogno di bere lo avrebbe fatto, provò ad aprire uno dei lavandini ma l’acqua lì dentro era staccata e Seth era goffo.
Anche l’auricolare di Summer iniziò ad illuminarsi nel buio della stanza, cercò di non farci caso, cercò di pensare a lui e non a quello che poteva succedere fuori.
“Non fai prima a rispondergli?”
“Si certo ora rispondo e gli chiedo com’è scoparsi mia zia, che dici è un buon argomento per ripartire?” fece lui sarcastico e totalmente arrabbiato.
Pensava fosse superficiale. Aveva provato mille volte a spiegargli che le cose non possono andare sempre come vuole lui, neanche fosse un bambino e aveva finito la pazienza: “Hai rotto le palle anni, a-n-n-i- perché non si faceva vedere, sentire e qualunque cosa, ora che lo fa…” perché doveva essere sempre tutto immensamente complicato?
Lui stava per ripeterle ancora quella frase, lei gli parlò sopra: “Magari ha una spiegazione!”
“Una spiegazione -voleva quasi ridere- vediamo, mia madre l’ha tolto dal nulla e fatto diventare una persona decente e lui si scopa sua sorella, dici che esiste una spiegazione per questo?” prese fiato e sentire ancora difese su difese a Ryan non era giusto. Non era giusto e lo faceva innervosire. Era lui quello che era rimasto. Quello che aveva visto la tristezza negl’occhi di sua madre, era lui che vedeva sua madre a volte dimenticarsi e apparecchiare la colazione per quattro…
“Non me lo dire, ora arriva la solita giustificazione che permette a Ryan di fare tutto…”
Lei non ci stava nemmeno pensando, ed era un sollievo non riuscire a pensarci per qualche secondo, ma era riuscito un’altra volta…fu lei a fermarlo prima che nominasse Marissa, aveva una serata da portare a termine e se avesse intrapreso quel discorso, non ci sarebbe mai riuscita, ne era certa, se solo avesse sentito il suo nome questa volta sarebbe finita al tappeto.
“Cohen devo lavorare” disse semplicemente, non pensando alle sue frasi di poco prima, riprese le sue cuffie che avevano preso ad illuminarsi più frequentemente, segno che qualcuno aveva davvero bisogno di qualcosa. Di solito erano i più inesperti che si agitavano per stronzate cui nessuno faceva caso, pregò che fosse così anche questa volta.
“E’ tutto quello che sai dire? io sono sconvolto e tu devi lavorare?”
Nell’altra sala c’era il ricevimento più importante degli ultimi cinquant’anni e lei non era là, la preoccupazione la invase, certo che doveva essere altrove, che voleva essere altrove. Soprattutto se il suo fidanzato non riusciva a capire che non doveva parlare di Marissa quel giorno, quella sera, in quel momento e in quel modo. A volte aveva l’impressione che per lui fosse quasi una giustificazione alla vita, il fatto che lei fosse morta e non un immenso dolore che lei e Ryan avrebbero dovuto affrontare tutti i giorni. Non era il momento di litigare.
“Tu lo sapevi?” lo chiese come se in quel momento ne avesse già la conferma.
“Tu lo sapevi” ripeté altre tre o quattro volte, ma la domanda era diventata un’affermazione.
Ecco perché non ne era sconvolta. Ecco perché non era sconvolta da una cosa che avrebbe quanto meno turbato chiunque, lui la conosceva e non era sembrata davvero colpita.
“Non è niente, ora ti sembra una cosa insormontabile, ma non.. chiama Ryan”
Non sapeva mentire. Summer non era capace e in quel momento sarebbe stato utile.
Poi, avrebbe proprio mentito. Un giorno Marissa le aveva spiegato che c’era differenza tra omettere una cosa e mentire e se n’era andata prima di spiegargliela per bene questa cosa e lei non sapeva proprio come usare questa scusa.
“Ryan e Hailey hanno una storia e tu lo sapevi…dio”
Si sentì fregato dalle uniche persone a cui aveva sempre in ogni momento voluto bene, sempre e comunque e dall’unica persona che avesse amato.
“Io non ho fatto niente!” si difese subito Summer. Odiava quel suo sguardo pieno di disprezzo gratuito. Lei non aveva fatto davvero niente, mica aveva prestato la sua camera a Ryan e Hailey o tenesse il gioco quando si dovevano vedere. Lei in realtà non sapeva nulla di tutta quella storia, forse Luke, forse Anna, forse era con loro che doveva arrabbiarsi non certo con lei.
“Cohen parliamone dopo” ma Seth era arrabbiato non poteva credere che lei glielo avesse nascosto.
“Dopodopodopo dopo quante cose mi metti?”
E lei non poteva credere ora facesse anche la parte del trascurato, da lei che nonostante tutto lo aveva messo sempre prima di qualunque altra cosa. Soprattutto in quei cinque anni. Veniva prima il fatto che Ryan non fosse lì tanto Marissa non avrebbe più potuto essere lì. Veniva prima il suo di lavoro perché era una passione e non un lavoro stupido… “Secondo te quando sono andata da Ryan l’ho fatto solo per me?! -chiese con uno sguardo quasi perso per quanto fosse ovvio il tutto – Idiota!” quel ragazzo le stava facendo salire il sangue al cervello e allo stesso momento una gran voglia di piangere.
“Infatti peccato che tu non abbia convinto me, tu non mi ascolti, io non volevo lui fosse qui e poi chi ti dice che è qui per me? o per mia madre? magari è qui per Hailey… ah, ma tu tutto questo lo sai già!”
Lo aveva scoperto da due minuti e già non ne poteva più.
“E’ qui per me, gliel’ho chiesto io”
Difendeva Ryan per difendere se stessa, per fargli capire quanto fosse difficile tutto quello, ma tanto lui non l’avrebbe capita, non più.
“Così ora siete amiche?
“Ma chi?”
Era così arrabbiato che avesse nascosto una cosa del genere, a lui che non le nascondeva mai niente. A lui che le aveva subito detto della cena con Anna.
Summer dovette aspettare qualche secondo per essere sicura di aver capito bene.
“Dio lo fai sempre. So può sapere perché diventi sempre così fottutamente stronzo? Quando non sai che cosa dire tiri fuori Marissa, ma non lo capisci che mi fai male?!”
“Devo andare a lavorare!”
I toni della discussione si stavano alzando e se al ricevimento nessuno avrebbe sentito grazie alla musica, forse qualche cuoco dall’altra parte del muro si stava divertendo, Seth prese quella cuffia e la scaraventò dall’altra parte della sala, voleva avere la sua attenzione, non chiedeva tanto, solo che lei gli desse retta, lo capisse, gli desse ragione, ma se ne pentì subito dopo, vedendo lo sguardo attonito e triste di Summer. Quello che la faceva soffrire il doppio ogni volta che litigavano era che non aveva una persona che la capisse davvero, parlava con le sue amiche ma nessuna che riuscisse a capirla fino in fondo.
“Io non so neppure quello che sono, sono stata in quella cazzo di casetta in piscina con Hailey piangevo, perché tu mi distruggi, probabilmente si era stancata di vedermi piangere e così mi ha detto quella cosa, io non credevo nemmeno fosse vero!”
“Sai cosa non può essere vero? Che tutto il tuo problema sia tornare a servire champagne a gente ricca invece di stare qui con me a spiegarmi i tuoi comportamenti assurdi!”
Non poteva credere a quelle parole, non sapeva nemmeno come ribattere, lasciò solamente che gli occhi gli si riempissero di lacrime.
“Cohen, devo andare, non posso piangere, devo salire di sopra e ci saranno un sacco di persone e…questo è il mio lavoro, lo so che non è niente di entusiasmante, ma è quello che so fare, lavoro a questa serata da mesi e…lo vedi? è inutile non funzioniamo più”
Seth rimase lì, la fece passare, come se capisse solo in quel momento quanto fosse importante quella serata per lei. Aveva capito di aver fatto un casino, un enorme casino, aveva rovinato il giorno più importante, non solo non era riuscito ad aiutarla, ma aveva rovinato tutto.


Aspettare una persona sottocasa dà l’idea di quanto a volte il tempo scorra lentamente, anche se è lo stesso tempo che a volte ci sfugge dalle mani alla velocità della luce.
Improvvisamente Ryan e Hailey che si baciavano erano spariti dalla sua mente e dai suoi occhi, c’era solo Summer e i suoi occhi pieni di lacrime.
In fondo era sempre stato quello il suo problema, vedere le persone che ama stare male, vedere Summer stare male, vedere Summer piangere e non avere la soluzione.
Se avesse potuto scegliere a chi ridare Marissa per cinque minuti lui avrebbe scelto Summer, lui avrebbe sempre scelto Summer. Poteva fare a meno di Ryan ma solo perché aveva Summer, ma non avrebbe mai potuto fare a meno di Summer.
La vide arrivare con Timothy, un babbeo che lavorava con lei, le sbavava sempre dietro quel cretino, ma a lui non importava, lo trovava normale, Summer è la ragazza più bella del mondo. Era bellissima anche dopo aver lavorato fino alle sette del mattino.
Il tempo non gli era di certo mancato per sperare che mentre loro stavano giù a litigare non fosse successo nulla al piano di sopra.
“Ho provato a pensare quante cose si potevano fare in un party del genere, ma non so quanto tempo ti ho fatto perdere di preciso...” e stava partendo con una fantasiosa lista, che si era scritto sulla mano…
“Non è successo niente, tua madre era felice, è andato tutto bene” rispose piuttosto distaccata. Si era immaginata altri modi, altre parole, altro tutto. Non di lasciarlo davanti a casa, tutto sporco di polvere per quell’assurda cucina, di prima mattina.
“Dovremmo lasciarci… dobbiamo lasciarci, le cose non funzionano più”
“Hai un altro?”
Non era quello che voleva dire, disse così solo perché aveva visto quel cretino e il suo cervello aveva fatto quell’assurda associazione.
“Secondo te ho un altro?” chiese lei piuttosto sbigottita. Non riusciva nemmeno ad immaginare la vita con qualcun altro solo, non la immaginava più con Seth.
“Lo so che ultimamente sono stato distratto da tante cose”
La paura di perderla, era arrivata tutta insieme e avrebbe voluto scusarsi per ogni cosa.
“Non ti amo più” aveva provato ad evitare quelle parole ma Seth sarebbe altrimenti andato avanti all’infinito e voleva porre fine a quello strazio ad entrambi. Era stanca non solo fisicamente, era stanca di tutto, non voleva dormire voleva andarsene.
Gli disse semplicemente le sue sensazioni. Non voleva che si umiliasse o facesse scenate stupide, perché Seth non se lo meritava.
Così come non meritava un amore a metà.
“Siamo lontani Seth”
“Non siamo lontani, siamo sempre noi, possiamo sposarci, anche adesso!”
“Non voglio sposarmi e tu non vuoi sposarti adesso, Seth per favore non rendere tutto più difficile, ti prego” disse con le lacrime agl’occhi.
Lei non aveva molte sicurezze e l’unica che aveva era che Marissa sarebbe stata sua testimone di nozze o qualcosa del genere e poi la soluzione che era riuscita a trovare era quella di non sposarsi.
Il problema è che un giorno o l’altro Ryan sarebbe tornato e Marissa no.
“Non siamo noi quelli che si sposano a Las Vegas. Tu vuoi una chiesa, l’abito bianco e tutte le persone che ami lì”
“No no no…io voglio te, ovunque e sempre, possiamo anche non sposarci, possiamo fare tutto quello che vuoi!”
“Voglio stare da sola”
“Allora stiamo soli” Seth aveva capito il senso delle parole, ma non voleva, la stava perdendo e non voleva “Stiamo soli ma insieme” si affrettò ad aggiungere, una frase che non aveva molto senso in effetti, ma avrebbe detto qualunque cosa per poter sistemare le cose.
Provò ad abbracciarla, Summer si scioglieva come neve al sole con i suoi abbracci, ma questa volta si spostò, non poteva crederci che fosse finita.





Aveva annullato tutti gli impegni per quei giorni e prenotato il primo volo disponibile per quella giornata stessa, non aveva chiuso ancora occhio, sentiva la stanchezza ma ora voleva solo andare via, aveva preparato la valigia in fretta e furia, mettendoci cose a caso, la fortuna di avere una famiglia ricca è che puoi spostarti e ricomprare tutto una volta arrivata.
Gli sembrava di aver fatto qualcosa di buono prima di lasciarli, Kirsten le era sembrata davvero soddisfatta, anche se in realtà era stata la presenza di Ryan a fare tutto.
Era certa che se non stesse soffrendo più di Seth, almeno soffriva quanto lui nel lasciarlo. Non è vero che chi lascia non soffre. Però lei sapeva che lasciare Seth era diverso. Perché Seth era speciale, così speciale che non si può stare con lui se non gli puoi dare il 100%. Era cosciente che stava lasciando un porto sicuro, il porto più bello e sicuro del mondo, ma sapeva anche perché lo stava facendo, per ritrovarsi. Voleva tornare a sorridere e aveva sperato fosse Seth a ridarle il sorriso e invece lui non ci aveva nemmeno provato.
“Finirà così: Tu e Ryan passate la vostra esistenza a litigare tutti i minuti e non vi lascerete mai e io e Cohen che non litighiamo mai finiremo con il lasciarci”
“Di sicuro lo lascerai tu. Cohen non ti lascerà mai”
Le capitava spesso di ripensare a cose che le diceva Marissa, di certo era più sveglia di lei, aveva previsto tutto.
Il decollo dell’aereo sperò fosse anche un nuovo inizio, per una vita più serena.
















  
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