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Autore: Macy McKee    13/12/2014    11 recensioni
Cato/Clove | Pre-serie & primo libro
‹‹Troppa paura per affrontare un avversario in carne ed ossa?››
‹‹Nessuno alla mia altezza.››
‹‹Allora è una fortuna che sia arrivato io.››
*
‹‹Avevi ragione, lo sai? Vincerai. Vinceremo entrambi.››
‹‹Non ho bisogno di te per vincere.››
‹‹Ma hai bisogno di qualcuno che abbia bisogno di te.››
E quando non risponde sai che lei è la tua debolezza, ma tu sei la sua.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cato, Clove
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A sangue freddo
 
Love in cold blood
Breathe me in sweet suffering

Darling take me home
To the castle made of skulls and bones
 
Aggredisce l’aria con le lame, le mani, gli occhi.
Occhi più scuri del vuoto che scintillano come lapidi lisce alla luce della luna.
Sta danzando, Clove, e ogni passo che compie apre una ferita sanguinante nel mondo.
Sta combattendo, e ogni fendente che sferra ti colpisce dritto al cuore.
Ti piace guardare Clove che si allena, Cato?
Hai dimenticato che si sta preparando per recidere il filo che ti lega alla vita?
Hai dimenticato che se ti troverai sulla sua strada, il sibilo delle sue lame sarà l’ultima cosa che sentirai?
 
‹‹Troppa paura per affrontare un avversario in carne ed ossa?›› le domandi, mentre volteggia di fronte ai tuoi occhi.
‹‹Nessuno alla mia altezza.››
‹‹Allora è una fortuna che sia arrivato io.››
 
Combattete come vi amate.
Ogni colpo che ti sferra è la tua pelle che sfrega contro la sua, la presa delle tue mani sui suoi fianchi, il tocco delle sue labbra che ti bruciano il viso.
Vi amate come combattete.
Ogni sospiro è un urlo di battaglia, ogni gemito è una promessa di morte. Ogni bacio è un coltello che affonda nel petto.
“Un giorno potrei ucciderti”, vi promettete fra le lenzuola.
Domani.
Ti piace guardare Clove che si muove sotto il tuo corpo, Cato?
Non sai che la tua debolezza ti squarcerà la gola?
 
‹‹Vincerò i Giochi, un giorno›› dice Clove e i suoi occhi urlano che ci crede davvero. Le credi anche tu, mentre il suo sguardo affronta il tuo.
‹‹Anche se dovessi uccidermi per farlo?››
‹‹Saresti così pazzo da offrirti insieme a me, Cato? Non ti piace vivere?››
 
È tempo di uccidere.
È tempo di vivere.
I suoi denti scintillano. È felice, Clove, mentre stringe il coltello fra le dita.
Potrebbe uccidere il mondo, con le sue lame.
Per uccidere te, le è bastato il suo sguardo.
Senti il suo respiro accanto a te, mentre correte. Il battito del suo cuore si fonde con il tuo, mentre sollevate le armi.
Non siete mai stati così vivi.
Una lama squarcia l’aria.
Com’è bella, quando attacca.
Ti piace guardare Clove mentre uccide, Cato?
Non sai che potresti essere la sua prossima vittima?
 
‹‹Avevi ragione, lo sai? Vincerai. Vinceremo entrambi.››
‹‹Non ho bisogno di te per vincere.››
‹‹Ma hai bisogno di qualcuno che abbia bisogno di te.››
E quando non risponde sai che lei è la tua debolezza, ma tu sei la sua.
 
Sta scivolando via.
Non è mai scivolata, Clove. Ha sempre marciato attraverso la vita, con quello sguardo fiero che sfidava l’infinito.
Ora è l’infinito a sfidare lei, mentre si insinua nei suoi occhi.
L’eternità la reclama per sé, ma sai che non potrà mai averla. Nessuno potrà mai averla.
Tu ne hai avuto solo un frammento, ed è stato più di quanto chiunque altro possa dire di aver ricevuto.
Se ne sta andando.
Ti sta lasciando, Clove.
Perché lo sta facendo? Avrebbe vinto. Avreste vinto.
Se ne sta andando, e le promesse, i giuramenti, i voti pronunciati fra i colpi, fra le tenebre della notte, fra gli ansiti si dissolvono insieme a lei.
Ti aveva assicurato che avrebbe vinto.
Non ti piace vederla andare via, vero, Cato? Avresti voluto tenerla accanto a te, costringerla a rimanere al tuo fianco.
“Non andare, Clove. Aspetta ancora un po’. Aspettami.”
Ma l’eternità la attende.
 
‹‹Sono qui, Clove. Non andare. Resta qui. Resta con me›› urli alla notte. Ma Clove se n’è già andata.
 
Ti hanno già sottratto il tuo corpo, la tua mente, ma non vogliono prendersi la tua vita.
Cosa aspettano? Perché non ti uccidono?
Hai paura.
È questa, dunque, la fine? È il dolore del tuo corpo dilaniato che non vuole permetterti di ritirarti nel rifugio dell’incoscienza? È il gelo della notte che fa ardere la tua carne nuda, indifesa, esposta?
Perché non ti lasciano andare?
Gli Ibridi si scostano un po’, e capisci cosa abbiano atteso fino a questo momento: ora tocca a lei.
Riconosceresti ovunque quegli occhi.
Sono i suoi, e splendono nell’oscurità.
Sta venendo a prenderti.
Sta venendo per te.
Il pelo scuro dell’Ibrido che avanza ha le sfumature dei capelli che hai stretto fra le dita.
È lei, e sta venendo per te.
“Avevi ragione, Clove. Avevi ragione. Alla fine, sei tu che mi uccidi.”
E l’Ibrido si avventa su di te, per darti la morte.
Ma la morte vuole farsi attendere, questa notte.
 
Love's feline eyes in darkness shine on her web
Demonised with divine insight we draw our last breath


Note: Io non dovrei essere qui. Dovrei essere a scrivere la Fannie che sto tentando di finire da una settimana. E a studiare. Soprattutto a studiare.
Voi non mi avete mai vista qui *fa gesto Jedi*
Titolo e citazioni tratte da “Love in cold blood” degli HIM.
Non me ne ero mai resa conto, ma le canzoni degli HIM sono inquietantemente perfette per Cato e Clove.
Questa storia è il risultato del mio rileggere il primo libro e rimanerci malissimo vedendo che Cato dice a Clove di non andarsene quando lei muore. Come se avessi bisogno di un’altra ship piena di disperazione a cui affezionarmi in questo fandom D:
Ho seguito il canon del libro per quanto riguarda la reazione di Cato alla morte di Clove. I primi due paragrafi sono ambientati prima dei Giochi, gli altri tre durante i Giochi. In particolare (spero si capisca dalla storia, ma lo scrivo per amor di precisione), la parte finale riguarda l’attacco degli Ibridi con gli occhi dei Tributi morti. Ho immaginato che fra questi, Cato sia rimasto particolarmente, uhm, colpito da quello con gli occhi di Clove.

 
   
 
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