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Autore: _antigone    14/12/2014    4 recensioni
{Future!fic; stydia&son; jeep}
«Chuck sa guidare, e a dirla tutta è meglio di te alla sua età.»
Stiles la guardò male, e quando sentì una risatina di Chuck la osservò ancor più torvo.
«Questo non è affatto vero.» bofonchiò.
Lydia inarcò un sopracciglio e per un attimo rischiò di scoppiargli a ridere in faccia. «Non ti ricordi di quando Jackson era il kanima e gli siamo andati a sbattere add–»
«Quella è un’altra storia!»
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Nuovo personaggio, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Di jeep azzurre e famiglie diversamente normali'
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What about a Star Wars marathon?
 

 
«Sappi che me la pagherai.»
«Lo dici ogni volta, ma alla fine te ne dimentichi sempre.»
Il ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi fece comparire un sorriso compiaciuto sul viso ed incrociò le braccia al petto. Stiles, corrugando la fronte e mostrando le rughe che ormai a più di trent’anni erano evidenti e ben visibili, serrò la mascella come un bambino cui hanno fatto un torto.
«Me ne dimentico sempre perché una certa persona con cui sono sposato non vuole che bisticciamo, come dice lei.» puntualizzò raddrizzando la schiena.
Il ragazzo allargò il sorriso. «Viva la mamma!» esclamò battendo le mani.
Stiles inarcò un sopracciglio, prendendo un mazzo di chiavi dalle tasche dei jeans e porgendogliele. Il più giovane mostrò tutti i trentadue denti e fece per afferrarlo, ma Stiles tirò indietro la mano di scatto e, aggrottando ancora di più la fronte, gli puntò un dito contro.
«Se trovo anche un solo graffio ti scordi le uscite coi tuoi amici per un mese.»
«Sì, sì» lo dileguò l’altro con tono annoiato, tendendo ancora la mano ed agitando le dita, «adesso però dammi quelle chiavi.»
Stiles aprì bocca per ribattere, ma la richiuse subito dopo con un sospiro. Gli diede il mazzo, per poi osservarlo entusiasta della conquista.
«Non capisco perché non fai come tua sorella, sai, Chuckie?» si lamentò imbronciandosi, «Lei si arrangia e va con le sue amiche, o la passa a prendere Penny, o magari Quentin*. Ecco, oggi è stata Penny a venirla a prendere! Non potresti seguire il suo esempio, eh?» Allargò le braccia teatralmente.
Il ragazzo distolse l’attenzione dalle chiavi e lo guardò in faccia, scettico. «L’unico motivo per cui Ally** non prende mai la tua jeep è perché si vergogna. E perché è una femmina, papà. Ah, e potresti non chiamarmi Chuckie, per piacere?»
Stiles aprì la bocca, stavolta indignato e deciso a rispondergli a tono, quando la mano di Lydia si posò sulla sua spalla e Chuck, sollevato, sorrise lievemente.
«State di nuovo litigando per la jeep?» chiese annoiata la donna dai capelli color rame, fissando il marito con aria di rimprovero. «Avevi promesso che almeno per andare al compleanno di Quentin gliel’avresti lasciata.»
«Lo so, ma…»
«Ma nulla, Stiles. Lascialo in pace.» disse Lydia. «Chuck sa guidare, e a dirla tutta è meglio di te alla sua età.»
Stiles la guardò male, e quando sentì una risatina di Chuck la osservò ancor più torvo.
«Questo non è affatto vero.» bofonchiò.
Lydia inarcò un sopracciglio e per un attimo rischiò di scoppiargli a ridere in faccia. «Non ti ricordi di quando Jackson era il kanima e gli siamo andati a sbattere add –»
«Quella è un’altra storia!» esclamò Stiles. «E comunque, non c’è bisogno di far leva sulle mie lacune in fatto di guida per permettere a lui», indicò furiosamente Chuck, «di prendere la mia jeep.»
Lydia neanche gli rispose. Dopo averlo guardato per un attimo scettica, spostò i suoi occhi verdi come quelli del figlio su quest’ultimo. «Sbrigati a partire. E torna a casa per le undici, okay?»
Il ragazzo non se lo fece ripetere due volte. Dopo essere saltato addosso alla madre per strapparle un bacio sulla guancia e dato una pacca sulla spalla la padre, saltò sulla jeep, e, senza mai smettere di sorridere, la mise in moto.
«Ci vediamo dopo!» fu l’ultima cosa che i coniugi Stilinski sentirono dopo che Chuck fu partito.
Stiles osservò la sua amata jeep azzurra allontanarsi dal vialetto di casa e divenire solamente un paio di luci rosse e lontane, le braccia incrociate al petto e il viso rilassato, con lo sguardo dritto davanti a sé.
Lydia lo osservava di sottecchi, aggrappata alla sua spalla, e le labbra carnose le si incresparono in un lieve sorriso divertito. «So qual è il vero motivo per cui non lo volevi lasciare andare.»
Stiles voltò il capo verso di lei ed aggrottò le sopracciglia. «Davvero?»
«In realtà non lo volevi mandare perché avevi paura per la jeep…»
«E per cosa non lo avrei voluto mandare, allora?»
«Avevi paura, sì» convenne lei abbassando la testa e gli angoli della bocca, «ma per lui
«Che?»
«Ammettilo» sospirò stancamente Lydia, «così possiamo tornare dentro.»
Per un po’ calò il silenzio. Rimasero immobili, nella stessa posizione, per qualche minuto, col rumore delle macchine che sfrecciavano sulla strada a fare da sottofondo.
«Ricordo ancora quando stava imparando a camminare.» mormorò ad un certo punto Stiles sorridendo verso il nulla, facendo voltare Lydia. «Ed Allison lo spingeva facendolo cadere. E noi la sgridavamo. Ma Chuck si rialzava subito. Si rialzava sempre.» Sospirò nostalgicamente. «Il nostro piccolo Chuckie.»
Lydia continuava a fissarlo, intenerita. Gi accarezzò la spalla.
«E vederlo prendere la macchina come… come me» proseguì Stiles, «mi… mi deve aver ricordato tutte le volte in cui ho preso l’auto per qualcosa di… »
«Pericoloso?» tentò Lydia, iniziando a capire cosa stesse pensando. Lui tacque.
Lydia prese un respiro. «Stiles, è finita. È vero, Chuck usa la macchina e frequenta dei lupi mannari, ma… è tutto apposto.» Fece una pausa, durante la quale Stiles annuì.
«Non passerà tutto ciò che abbiamo passato noi.» continuò Lydia con voce più bassa, sapendo di aver raggiunto il punto della questione. Stiles la guardò sorpreso e confuso per qualche attimo.
«Starà bene. Chuck starà bene.» mormorò Lydia fissandolo dritto negli occhi. «Allison starà bene.» aggiunse in un soffio.
Entrambi non dissero niente dopo quella frase. Stiles aveva paura di dire qualcosa di sbagliato, di ferire Lydia. Ma lei era cresciuta, e aveva imparato a gestire il dolore.
Non avrebbe più permesso che Stiles si preoccupasse per lei come se lei stessa non ne fosse capace.
«Allora, facciamo una maratona di Star Wars adesso che casa è libera?» propose con un tono improvvisamente alto e fintamente vago.
Stiles sorrise. «Oh, cavolo, quanto ti amo» disse scoccandole un bacio tra fronte e naso.






* Quentin e Penny sono i figli di Scott e Kira, nonché i migliori amici dei figli di Stiles e Lydia. Troppi cliché, dite? Sono d’accordissimo, ma pazienza.
** Allison, o Ally, come capita, è la primogenita di Stiles e Lydia. Visto che sono una fissata, nella mia bacata mente gli Stydia chiamano la loro adorata bambina come la nostra cacciatrice preferita.

 










Note del caso umano che si definisce autrice:

Ehm. E' da tipo un sacco che non pubblicavo una Stydia e spero vivamente che sia accettabile. L'idea l'avevo da un bel po' e la storia, già completa, giaceva nel mio archivio ed ho dunque deciso di "darle vita". 
Spero che vi sia piaciuta e alla prossima! :)
   
 
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