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Autore: Vavi_14    15/12/2014    4 recensioni
ATTENZIONE! SPOILER CAPITOLI 699/700
[...] “Allora, hai intenzione di passare il Natale qui dentro?”
Una voce familiare lo fece destare dai suoi pensieri. Quasi sobbalzò nel sentirla e attese qualche secondo prima di voltarsi a guardare la sagoma che aveva parlato.
“Sei in ritardo” gli rispose, una volta superato lo stupore iniziale.
Lo sentì sbuffare in modo impercettibile. “Senti chi parla. Hai visto che ore sono?”
Era quasi un anno che non si vedevano e già aveva cominciato a rimproverarlo come se niente fosse. Per quanto ci provasse, non sarebbe mai riuscito ad abituarsi a quelle comparse saltuarie.
“Perché non rimani?”
Intendeva per sempre. Glielo chiese con lo sguardo perso tra i documenti. Ormai era quasi un rituale, conosceva già la risposta ma non voleva arrendersi.
“Le faresti davvero un bel regalo” [...]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie
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Era passato quasi un anno da quando aveva messo piede per la prima volta in quella stanza. Ricordava ancora come fosse ieri l'emozione provata nel guardare fuori dalla finestra e poter ammirare per intero ciò per cui aveva lottato duramente: il suo Villaggio. Ed ora poteva davvero parlare della “sua” Konoha, poiché ne era diventato ufficialmente il protettore ed aveva la piena responsabilità sul futuro dell'intero Paese. A volte gli capitava di sentirsi pressato e spesso avrebbe voluto fuggire dai noiosi incarichi che gli spettavano per tornare a scorrazzare in strada come faceva da adolescente. Ma adesso non era più un bambino e, soprattutto, non era più solo. Proprio lì, in quell'agglomerato di case e stradine nascoste tra le foglie, aveva la sua grande, immensa famiglia. Ricordava bene i sacrifici, le sofferenze, le rinunce che aveva dovuto fare per guadagnare la fiducia ed il rispetto di ogni singolo abitante del Villaggio ma, nonostante questo, si sarebbe messo in gioco in qualsiasi momento per ripetere quei sacrifici, quelle sofferenze e quelle rinunce, poiché la felicità che aveva invaso il suo cuore negli ultimi tempi lo aveva ripagato dell'arduo percorso compiuto per ottenerla.
Chiuse il suo laptop e gettò un'occhiata all'orologio. Come al solito si erano fatte le dieci e mezza passate; neanche il giorno della vigilia di Natale sarebbe riuscito a tornare a casa ad un'ora decente. Si alzò facendo leva sul bracciolo della sedia e si perse un'ultima volta nelle candide luci che decoravano le vie di Konoha. Da lì riusciva a scorgere la sua casa e, se socchiudeva gli occhi, perfino l'albero di Natale accanto alla finestra, che Boruto aveva fatto cadere già una decina di volte. Ci aveva provato con le buone, con le cattive e alla fine si era arreso: quel ragazzino sembrava odiare le festività più di ogni altra cosa e, se si fermava un attimo a riflettere, non gli risultava difficile intuire il perché. Hinata non gliel'aveva mai fatto pesare, ma sapeva che entrambi i suoi figli avrebbero desiderato trascorrere molto più tempo in compagnia del loro papà e cercare di giustificarsi con loro non sarebbe servito a niente. Per questo pensava che, quando il maggiore dei due gli aveva urlato in faccia che il Natale faceva schifo, una parte della colpa, anzi, la maggior parte della colpa doveva essere di certo sua. Nonostante questo rimaneva lì, con una pila di documenti ancora da firmare, i quali sembravano moltiplicarsi ad ogni istante con il solo intento di rovinargli anche quel Natale. Ma questa volta non lo avrebbe permesso. Si impose di lasciare tutto come stava per correre dalla sua famiglia, perché infondo una parte dei sui traguardi li doveva anche a loro, all'amore che gli avevano dato e che anche lui aveva imparato a donare.
Eppure lo sapeva, non era solo il senso di colpa ad attanagliargli lo stomaco; somigliava più ad una mancanza che, seppur flebile, continuava a farsi sentire. D'altronde, dall'ultima volta che lo aveva visto gli sembrava passato un lasso di tempo infinito ed ormai aveva quasi smesso di sperarci. Era ancora arrabbiato con lui, non condivideva la scelta che aveva fatto, soprattutto adesso che anche lui aveva delle responsabilità. Ma infondo chi era lui per poter giudicare? Lo aveva cercato, lo aveva salvato, non avrebbe potuto controllare anche il resto. Non avrebbe potuto decidere per la sua vita.

“Allora, hai intenzione di passare il Natale qui dentro?”
Una voce familiare lo fece destare dai suoi pensieri. Quasi sobbalzò nel sentirla e attese qualche secondo prima di voltarsi a guardare la sagoma che aveva parlato.
“Sei in ritardo” gli rispose Naruto, una volta superato lo stupore iniziale.
Lo sentì sbuffare in modo impercettibile. “Senti chi parla. Hai visto che ore sono?”
Era quasi un anno che non si vedevano e già aveva cominciato a rimproverarlo come se niente fosse. Per quanto ci provasse, non sarebbe mai riuscito ad abituarsi a quelle comparse saltuarie.
“Perché non rimani?”
Intendeva per sempre. Glielo chiese con lo sguardo perso tra i documenti. Ormai era quasi un rituale, conosceva già la risposta ma non voleva arrendersi.
Le faresti davvero un bel regalo”
Il moro sospirò e chiuse gli occhi. “Non ancora”
Meditò di tirargli la pila di fascicoli che avrebbe dovuto firmare. Non sopportava quell'aura di mistero che aleggiava su ogni sua risposta, ma non osava chiedere oltre. L'aveva già perso una volta.
“Sarà meglio che ti dia una mossa. L'essere Hokage non ti esula dal trascorrere il Natale con la tua famiglia.”
E continuava a infierire poi, proprio lui che, esattamente come suo figlio, le festività non le aveva mai sopportate. Gli scoccò un'occhiata poco amichevole e decise che non gli avrebbe permesso di continuare a sfotterlo spacciandosi per il padre modello dell'anno.
“Buon Natale anche a te, Sasuke” fu la sua risposta definitiva. Il moro gli riservò un mezzo sorriso e, dopo aver salutato con un cenno del capo e uno sbrigativo “Ci si vede” lasciò in un batter d'occhio la magione così come era arrivato.
Dopo quell'incontro inatteso, che finì inevitabilmente per migliorargli la serata, pensava di potersi recare dalla sua famiglia, ma delle grida inaspettate al piano inferiore lo costrinsero ad affacciarsi dalla ringhiera. Vide sua figlia correre su per le scale mentre teneva per mano la madre e trascinava anche lei tirandola con tutta la forza che aveva. Quando finalmente fu abbastanza vicina, la piccola Himawari si staccò da Hinata e si fiondò ad abbracciare il suo papà.
Lui la prese in braccio istintivamente, le diede un bacio sulla tempia e poi si voltò a guardare Hinata con fare interrogativo.
“Ha insistito così tanto che non sono riuscita a dirle di no”
La dolcezza con cui lo disse lo fece sorridere.
“Se papà non può venire a festeggiare il Natale con noi, allora noi portiamo il Natale da papà!” detto questo Himawari frugò nella tasca dei suoi pantaloni e tirò fuori un abete in miniatura, decorato con delle caramelle, che sventolò davanti al viso di Naruto con fare entusiasta. Lui la ringraziò, scoccò un bacio sulla labbra di Hinata e poi, una volta fatta scendere la bambina, riservò tutte le sue attenzioni al piccolo Boruto, nascosto dietro la schiena della madre con un lembo della sua veste ben stretto tra le nocche.
“E tu diavoletto? Ti hanno trascinato per forza, eh?”
Gli scompigliò affettuosamente i capelli e quello, per tutta risposta, incrociò le braccia e continuò a tenere il muso. Lui si piegò alla sua altezza e lo guardò negli occhi.
“Adesso andremo tutti e quattro a casa. Non ho nessuna intenzione di trascorrere il Natale chiuso qui dentro senza di voi.”
Boruto lasciò andare le braccia lungo il corpo. “E' solo una stupida festa.”
Hinata, assieme ad Himawari, gli lanciò un'occhiata di rimprovero. Gli era stata dietro tutto il pomeriggio cercando di convincerlo a starsene buono.
Boruto incrociò di nuovo le braccia, ma questa volta guardò il padre dritto negli occhi. “Io voglio che tu stia con noi tutto l'anno, non solo a Natale”
A quel punto sarebbe stato inutile protestare, perché anche se dedicava ogni istante che aveva libero ai suoi figli, quello non sarebbe mai bastato a colmare tutte le attenzioni che richiedevano.
“Hai ragione – gli disse, stringendogli le braccia – allora faremo sì che il prossimo anno sia Natale tutti i giorni.”
Himawari batté le manine e guardò la madre in segno di vittoria. Boruto sbuffò, ma infondo desiderava credere a quella promessa con tutto se stesso e, finalmente, donò a Naruto il più bel regalo di Natale che si potesse ricevere: un affettuoso e sincero sorriso.

  
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