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Autore: umavez    16/12/2014    4 recensioni
« Basta per favore. » dice prima che Naruto possa azzardare un pugno e Sasuke accogliere ben volentieri la sfida. Fa segno a Naruto di sedersi al suo fianco, opposto a Sasuke, e lui non fa troppe storie. Sussurra solo un “dannato bastardo” tra i denti digrignati, e Sasuke, in risposta, blatera “Come vedi non mi serve l’impianto”. Cade di nuovo il silenzio mentre Naruto, alla sua destra, cerca di sventolare la maglietta che ha indosso per far asciugare e raffreddare il tè, e Sasuke, alla sua sinistra, chiude nuovamente gli occhi e porge di nuovo la mano a Sakura, sicuro che lei non lo priverà delle attenzioni solo a causa di una docile disobbedienza. Nonostante gli impianti non stiano funzionando propriamente, le sembra che la situazione sia quasi normale se non deliberatamente adatta a loro tre. Come se essersi disintegrati due braccia sia il modo di far entrare Sakura nel mezzo e farli funzionare lo stesso, in un modo o nell'altro.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Team 7 | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Lo ripeto in caso qualcuno non avesse notato l’avvertimento: non è che è spoiler, di più! Non legga chi non segue le scan!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Protesi di colpa

 

 

 

 

 

 

« Come sta? » le chiede Naruto entrando in sala, senza badare al rumore stridente che provoca quando, sbadatamente, fa scivolare la tazza sulla superficie neanche troppo liscia del piano da lavoro della cucina.  Le sembra che con le dita della mano destra riesca a fare qualche piccolo movimento, come se volesse battere il ritmo di una qualche canzone sulla coscia.

« Uguale. » dice, tornando a guardare Sas’ke, rispondendo al suo posto per evitargli qualsiasi sforzo. Gli poggia una mano sulla fronte. « Sembra solo un po’ più fresco. »

« Mh, » mugugna Naruto. Lo guarda versarsi il tè nella tazza con il braccio sinistro, quello buono che non gli pende sul fianco senza muoversi, riuscendo a versarne la metà sul piano.

« Ne rimarrà un po’ per Sas’ke? » chiede, dubbiosa.

« Sempre che riesca a mettersi seduto per bere...»

Naruto schiva il cuscino che lei gli lancia all’ultimo momento. Lo vede sorridere a tal punto da riuscire a fare emergere i lati della bocca dalla tazza appoggiata sulle sue labbra.

« Idiota. » lo rimbecca., però anche a Sakura viene da sorridere.

« Già. » dice una voce apparentemente fuori campo. « Idiota. »

Gli ci vuole più di quanto tutti e tre si aspetterebbero, ma Sasuke riesce a sollevare la schiena dal divano e si siede, senza però riuscire a mantenere una posizione che possa sembrare composta. Le ginocchia cominciano ad allontanarsi l’una dall’altra e il sedere a scivolare in avanti, mentre la testa raggiunge con un tonfo sordo la spalliera. Sakura si alza e va a prendere una sedia. Sasuke cerca di collaborare quando capisce che Sakura sta poggiando le sue gambe sulla sedia per farlo stare comodo, ma smette quando lei gli dice quello “Smettila” divertito di chi crede di non stare facendo niente di così importante o faticoso. Gli si siede di nuovo affianco e Sasuke, con un movimento lento, molto lento, della mano, la fa cenno di sedersi dall’altra parte del divano, sul suo lato destro, quello buono. Lo accontenta ed è felice di averlo fatto quando la mano di lui si lascia cadere sulle proprie cosce, pronta per essere carezzata alla stregua di un gatto. La mano, nota Sakura, è sudata.

« Tè? » chiede Naruto dall’altra parte della sala.

« No. » risponde lui. Sakura vorrebbe ammonirlo dicendogli di non parlare affatto a meno che non sia strettamente necessario, e di limitarsi a semplici gesti del capo. Ma Sasuke ha abbandonato l’idea di non essere testardo ancor prima di prenderla davvero in considerazione, forse all’età di sette anni. Lancia uno sguardo vagamente irritato a Naruto, per la prima volta sperando che ci sia il silenzio più arido che abbia avuto il piacere di ascoltare in quella stanza, per non far sforzare Sasuke, per non farlo partecipe delle conversazioni a cui, da qualche tempo a quella parte, sembra essere più avvezzo.

« Forse Tsunade è un po’ troppo ottimista riguardo a questi cosi. » dice però Naruto pochi minuti dopo. Vede Sasuke aprire un occhio, come per voler far vedere di riuscire a prestare attenzione.

« Il tuo sembra funzionare. » lo rimbecca, stancamente e con un tono di voce che si affievolisce ad ogni parola. Naruto neanche se l’aspettava una risposta ma quando Sasuke smette di parlare e richiude il suo occhio sonnolento,  lui le lancia uno sguardo speranzoso per chiederle “Ti prego Sakura-chan, fammi rispondere a quel bastardo come si deve, anche se questo dovesse comportare un suo ulteriore sforzo!”

Sakura manda gli occhi al cielo ma poi annuisce.

« Non così tanto, » Naruto da un’occhiata al braccio fasciato, Sakura vede gli occhi assottigliarsi nella concentrazione e poi il volto rilassarsi nuovamente dopo pochi secondi. « Lo muovo solo di qualche centimetro. »

Naruto si siede affianco a Sasuke sul divano, quasi sul bracciolo visto il poco spazio, e gli scompiglia i capelli sapendo che non ha la forza necessaria per reagire. La mano di Sasuke si muove sulle sue cosce, pronta ad azzardare una contromossa, ma Sakura gliela blocca tra le sue e prende a massaggiarne il dorso con il pollice.

« Solo tu stai reagendo male all’impianto, Sas’ke. » lo schernisce, giusto un attimo prima che Sasuke, dopo averla distratta con uno sguardo carezzevole che si era spostato dalle loro mani intrecciate alle sue labbra – perché conosce le sue debolezze, lui – fa sgusciare via la mano da quelle di Sakura e, con un movimento tremendamente semplice e repentino, fa rovesciare il tè bollente addosso a Naruto. Naruto che impreca, anche poco elegantemente.

« Basta per favore. » dice prima che Naruto possa azzardare un pugno e Sasuke accogliere ben volentieri la sfida. Fa segno a Naruto di sedersi al suo fianco, opposto a Sasuke, e lui non fa troppe storie. Sussurra solo un “dannato bastardo” tra i denti digrignati, e Sasuke, in risposta, blatera “Come vedi non mi serve l’impianto”.

Cade di nuovo il silenzio mentre Naruto, alla sua destra, cerca di sventolare la maglietta che ha indosso per far asciugare e raffreddare il tè, e Sasuke, alla sua sinistra, chiude nuovamente gli occhi e porge di nuovo la mano a Sakura, sicuro che lei non lo priverà delle attenzioni solo a causa di una docile disobbedienza.

Nonostante gli impianti non stiano funzionando propriamente, le sembra che la situazione sia quasi normale se non deliberatamente adatta a loro tre. Come se essersi disintegrati due braccia sia il modo di far entrare Sakura nel mezzo e farli funzionare lo stesso, in un modo o nell’altro.

« Sono solo i nervi. » dice a bassa voce. Nessuno dei due si gira a guardarla ma sa che entrambi sono in ascolto.

« Ci vuole solo un po’ più di tempo. Le cellule sono ben irrorate, e sono vive, i vasi sanguigni sono stati connessi. Sono solo i nervi...» porta la sua mano libera alla bocca e si morde un’unghia prima che Naruto le blocchi il polso, trascinando la sua mano giù, sulle cosce, accanto a quella aggrappata a Sasuke.

« Ci vuole solo un altro po’ di tempo. Gli serve più tempo e poi funzioneranno anche i nervi. »

« Certo, Sakura-chan. » conclude Naruto con un tono di voce che non ammette repliche. Sakura si rende conto che il suo, di tono, è stato a malapena convincente. Naruto si alza e le rifila un bacio sulla fronte, mentre Sasuke si becca la solita scompigliata di capelli a cui, stavolta, rinuncia di reagire, abbandonando coscienziosamente la battaglia.

« Passo da Hinata. » dice mentre si dirige alla porta, « A dopo. »

« A dopo. » gli risponde. Sasuke sembra tirare un sospiro di sollievo quando sente i passi allontanarsi e farsi a malapena percepibili.

« Adesso potrai riposare. » gli dice poggiando la testa sulla sua spalla. Sasuke si lascia scivolare addosso a lei nello stesso modo, Sakura vede le ciocche più lunghe di Sasuke ricaderle sulla fronte dopo che lui ha poggiato la propria testa sulla sua. Lui grugnisce qualcosa di incomprensibile. Sakura sa che dovrebbe stare zitta e farlo dormire.

« Sas’ke-kun...» però si ritrova a dire all’improvviso. Sente fisicamente i suoi occhi aprirsi, come se le sue palpebre facessero rumore.

« Sono un medico. » gli dice. Sasuke non emette un suono che sia uno.

« So riconoscere quando un paziente rifiuta le cure. »

Sasuke sospira e si allontana da lei, e Sakura si pente di aver aperto bocca e di averlo fatto faticare. Lui si alza a sento e, senza riuscire ad arrivare troppo lontano, si lascia cadere sulla sedia su cui poco prima teneva poggiati i piedi. Sakura si lascia sfuggire un sospiro al pensiero che lui abbia sentito il bisogno di allontanarsi, anche se solo di un metro.

« Mi sono fatto impiantare il braccio. » risponde lui cercando di suonare il più aspro possibile per contraddirla; Sakura lo guarda, quel braccio fasciato.

« Le suggestioni psicologiche- »

« Sakura. » dice, mettendola a tacere. Lei si morde un labbro prima di dire cose di cui poco dopo si pentirà sicuramente.
« Forse dovresti smetterla di sentirti in colpa, per una volta nella vita. »

Sasuke apre gli occhi che non le sembrano più molto febbricitanti nel momento in cui si fissano nei suoi. Il rimorso ha già fatto strada nel suo corpo. Lui si alza e Sakura sta per imitarlo quando lui le fa cenno di rimanere seduta. Sa che se non riuscirà a risolvere la situazione entro pochi minuti lui non le parlerà per giorni. Lo guarda attentamente mentre si versa una tazza di tè senza riuscire ad ottenere un risultato migliore di quello di Naruto. Lei si alza e disobbedisce ai suoi ordini. Gli si avvicina e gli prende il volto tra le mani, consapevole del fatto che ora può permetterselo, anche se lui non vuole.

« Ci ho lavorato anche io a questo braccio, lo so come è fatto. È perfetto. » Sasuke la guarda mentre prende piccoli sorsi di tè. Sakura si chiede non sia già abbastanza per fargli capire che la colpa non è della medicina. Sempre che ci sia colpa, in quella situazione, a parte quella che prova Sasuke.

« Non possono esserci complicanze. » aggiunge quando vede che lui ha ricominciato ad ignorarla. « Non c’è nessun post-operatorio. È perfetto. Ma tu hai la febbre, continuamente Sas’ke, e i nervi...» non riesce a nascondere la preoccupazione e la prima – o meglio, l’unica – a versare lacrime è come sempre lei. Sasuke posa la tazza di tè sul piano e le cinge la vita con il braccio sano, lei si poggia di nuovo sulla sua spalla.

Sas’ke era diventato così sensibile alle lacrime, ultimamente.

« Cosa vuoi che sia un braccio in meno. » le dice quasi a cuor leggero, e le costringe la testa sulla propria spalla quando lei cerca di alzarla, di guardarlo, con quegli occhi enormi.

Sakura stringe le labbra, quasi offesa quando realizza che, dopo tutto ciò che la vita era riuscita a riservare a Sasuke – tutte le disgrazie che era riuscita a riservargli - , lui ha iniziato ad assumere quella sgradevole tendenza ad accontentarsi. Per un solo attimo si chiede se non sia anche lei, anche il suo accettarla nella propria vita, un accontentarsi.

« Smettila e basta. » sussurra al suo collo mentre Sasuke comincia a toccarle i capelli. « Smettila e basta. Tu meriti tutto questo, Sas’ke-kun. »

Lui blocca la mano a metà lunghezza e Sakura alza la testa dalla sua spalla quando capisce che ha perso la concentrazione, e lo guarda dritto negli occhi. Lui si china poco in avanti e lei lo ferma nonostante si sia ripromessa di non impedire mai a Sasuke di manifestare affetto, quelle poche volte che lo fa.

« Te lo meriti. »

E nella sua mente fa una nota mentale che dice di ripetere ogni cosa – ogni cosa di valore –almeno due volte, perché solo dopo averle ripetute  sembrano sortire davvero un effetto su di lui.

Sasuke cerca di nuovo un minimo di distanza dopo il suo rifiuto ma Sakura non gliela concede stavolta. Si mette di fronte a lui, poggiato al piano della cucina, e cerca il suo sguardo che vaga ovunque. Lo vede irrigidirsi. Sa che lui potrebbe elencarle milioni di motivi per cui non si meriterebbe nulla dalla vita, ma gli è grata perché, nel momento in cui lei poggia una mano sulla sua guancia, lui la lascia vincere, e rimane in silenzio. Sakura lo sa che la lista è lunga, e spera che a poco a poco, con il passare del tempo, Sasuke possa dimenticarsi punto per punto.

È lei a sporgersi in avanti quella volta, pensando che un bacio non gli costerà comunque troppa energia.

 

 

°°°

 

 

« Sono torna- oh, e che diamine! »

Sakura ritira la lingua e la richiude dentro la bocca, rossa in viso, mentre sente lo sguardo di Sasuke addosso e quello di Naruto su entrambi loro.

« Non dovevi andare da Hinata? » Sasuke ha le labbra rosse, terribilmente umide, e gliele guarda mentre lui le muove e parla, finalmente senza affanno. Si morde le proprie per trattenersi dal baciargliele di nuovo.

« Mh, » risponde scocciato Naruto. « Aveva da fare. »

Sakura vorrebbe girarsi, dare le spalle a Sasuke e iniziare una normale conversazione con il team 7 al completo, ma qualcosa la blocca.

« Come va il braccio? » chiede Naruto sdraiandosi sul divano quasi disinteressato, senza aspettarsi nessun cambiamento – consistente o meno. Sakura guarda il braccio fasciato di Sasuke e scorge quel qualcosa che non le permettere di muovere un solo muscolo. Due, solamente due dita sono aggrappate alle sue. L’indice e il medio di Sasuke sono arrotolati intorno al suo indice e al suo medio, quasi unite in un segno di pace un po’ lento ma non per questo meno importante. Guarda Sasuke e le sembra che sia stato preso alla sprovvista anche lui, come se non se ne fosse reso conto.

« Credo che Sas’ke-kun stia vincendo. »  dice Sakura.

C’è un attimo in cui vede Sasuke ghignare e sente Naruto rizzarsi sul divano in cui le sembra di essere tornata al tempo delle sfide pericolose tra compagni di squadra. E la cosa la fa sentire terribilmente a casa.

« Che cosa?! Ma come è possibile! Fino a cinque minuti fa era un vegetale! »

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ed eccoci qui. Beh, non la prima cosa a cui i fan del manga di Naruto penserebbero considerando che tutto è finito bene, sono tutti felici, tutti hanno felicemente procreato tranne qualche impavido che ha deciso di andare controcorrente, ma io, ovviamente, avevo bisogno di angst. Questo non gli si avvicina neanche lontanamente in realtà, ma non poteva essere tutto rosa e fiori, no. Quindi, in caso qualcuno avesse percepito quelle atmosfere tese, quei botta e risposta, quel Naruto non poi così scintillante - non sono molto brava con le sottigliezze, lo so, dovrei smettere di provarci e metterci una pietra sopra –, ma se qualcuno ci fosse riuscito, e in questo caso vi ringrazio infinitamente per essere andati alla ricerca di angst tra il mucchio di fesserie che ho scritto, allora sì, sappiate che era tutto voluto. Perché ho bisogno di angst. Qualcuno. Mi dia. L’angst. Per favore.

 Un giorno scriverò cose gioiose. Un giorno. Forse.

In compenso le vostre recensioni potrebbero rendermi un po’ più gioiosa, sì, quindi aspetto con ansia i vostri pareri. In caso vogliate leggere qualcosa di agnst, beh...allora restate pure in silenzio, e tra qualche giorno vedrete apparire sulla bacheca una storia tremendamente tragica.

Beh, basta lagnanze comunque. Spero abbiate apprezzato!

A presto

 

umavez

 

 

 

Ah, piccola spiegazione del titolo (i miei titoli diventano sempre più brutti, io davvero non so come rimediare!): detta in maniera molto semplice, è come se la protesi al braccio, l’impianto, fosse la materializzazione dei sensi di colpa di Sasuke, che dopo tutti i macelli che ha creato, non riesce a mandare giù il fatto di essersela cavata piuttosto bene alla fine, senza neanche una minima mutilazione (io mi aspettavo almeno la cecità! Almeno da un occhio, insomma!). Quindi Sasuke continua sulla strada già tracciata da anni delle paranoie mentali, e sente di dover essere privato almeno di qualcosa per punizione, e quindi ecco qua la storia del braccio e delle suggestioni psicologiche. Se adesso state pensando “che cagata”, allora complimenti, avete seguito il mio stesso filo di pensieri!

  
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