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Autore: scriverepervivere    16/12/2014    8 recensioni
Per quanto Laura stia cercando di scappare dalla sua “Città di Carta” si rende conto che essa la trascina sempre in un vortice.
Non può sostituire Londra, no, ma può ancora immaginare di essere lì. Il traffico si ferma e riparte, quella ormai è casa sua.
Ma lei ha bisogno di spostarsi da sola.
E con i rumori della vita di città che riecheggiano nella sua testa, lei è pronta ad affrontare tutti i dolori, i problemi, i misteri, gli amori.
O almeno crede.
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«Tutte le cose sono più brutte viste da vicino»
«Non proprio tutte»
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«Dimmi, Ross Lynch, dimmi solo una cosa. Perché stai ancora con lei?»
Lui mi fissa. Ed io mi giro.
Silenzio. Solo le macchine fanno eco.
«Perché non voglio restare solo proprio ora!» mi urla.
Mi giro, lo affronto un’ultima volta. Lui è lontano. Ho percorso un tratto di strada.
Allora urlo: «Idiota! Non eri solo»
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«Baciami»
E lui lo fa.
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Come ho potuto solo minimamente pensare, che la mia Città di Carta fosse un luogo?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A chi è insicuro,
A chi nasconde i difetti in un maglione,
A chi è troppo timido,
A chi ama l’amore, ma l’amore non ama lui,
A chi dà senso al tempo, senza misurarlo,
A chi è dolce da far schifo,
E nonostante tutto,
a chi ha il coraggio di continuare a leggere.
 
To create is to destroy.
 


Accigliata al movimento degli alberi al di fuori, non avevo notato che questa era l’ultima volta che vedevo questo paese.
Londra mi sarebbe mancata.
Pensare che il giorno dopo sarei dovuta partire mi metteva solo ansia, e solitudine.
La cosa buffa è che se non mi ero adattata qui, come avrei fatto ad adattarmi in un altro paese?
Volevo stare solo a casa, con la copia del mio libro preferito, una cioccolata calda e una coperta.
Ma il futuro è più importante di stare a casa a leggersi lo stesso libro per una cinquantina di volte, dicevano.
Il periodo natalizio è sempre stato il più bello, ma come poteva esserlo se ora stava diventando un incubo?
E’ tutto così inconcepibile, strano, impossibile, fastidioso, noioso e inutile.
Questi sono i vari aggettivi che spesso usano per me, e che io riciclo per la vita.

Mi chiamo Laura, Laura Marano, e ho 18 anni.
“Sei abbastanza matura per andare in un college con tua sorella” mi hanno detto i miei genitori prima di sbattermi – okay, forse non proprio sbattermi, ma ci erano vicini – il volantino della L.A. Study Academy.
La cosa più orribile che potesse capitarmi.
Ho sempre avuto difficoltà a relazionarmi, non ero e non sono accettata.
La gente critica perché leggi libri, scrivi fiction e scleri per telefilm o film, perché non sei omologato, non sei alla “moda”.
Devi ascoltare quel tipo di musica spazzatura da quattro soldi per far parte del “gruppo”. Ma no, io non ero cambiata come avevano fatto tutti, io – nonostante tutti i miei difetti – ero rimasta me stessa, e non mi importava se nessuno si interessava a me.
Forse è anche crudele pensarla così, ma dico quel che voglio.

La neve cadeva lieve sulle strade, nell’atmosfera vegliava un’armonia e una pace che solo a Natale si può avere.
Le vie di Londra decorate da varie luci di colori diversi, un albero enorme e decorato con palline oro e rosse attirava l’attenzione ai turisti che venivano apposta per la festività.
E il giorno dopo tutto questo sarebbe finito, io e mia sorella ci saremmo ritrovate in un aereo verso Los Angeles, per la nostra nuova vita.
Guardai la mia figura riflessa dal vetro della finestra, niente trucco, le guance perennemente rosse che tutti si ostinavano a prendere in giro per quel colore un po’ “strano” che non tutti avevano, le labbra secche per il freddo, il naso anch’esso rosso e raffreddato e gli occhi privi di emozioni.
Io non trasmettevo emozioni con gli occhi, mi limitavo a tenermele dentro.
E poi… boom! Londra improvvisamente era in festa, e io tornai alla realtà.

«Buon Natale!» la bottiglia di shampagne era stata aperta con il cavatappi e quest’ultimo si trovava a rotolare per tutto il pavimento.
«Laura, ne vuoi un po’?» mi chiese mia zia, porgendomi il bicchiere mezzo pieno e con le bollicine che salivano a galla.
Restai a guardare quel movimento, erano un po’ come me: io cercavo di salire, ma poi, cadevo e mi sfracellavo.
Solo che loro, lo facevano meglio.
«No, grazie zia» dissi.
Ci sedemmo sul divano ed era venuta l’ora dello scarto dei regali.
«Questo è per Delia e questo e per Laura» disse nostra nonna porgendo due pacchetti a me e a mia sorella.
Lei aveva ricevuto una trousse e io la copia originale di “Eleanor and Park”
«Grazie nonna» dicemmo all’unisono io e mia sorella.
Quello che ricevetti di seguito furono altri libri, dei segnalibri molto costosi – quando io amo quelli di carta! – e un kindle.

Che sia chiaro, io non ho niente contro i kindle, si dice che li vogliano sostituire al posto dei libri di scuola, ma io preferisco il formato cartaceo, è il più classico, e amo l’odore delle pagine.
Un’altra ossessione che avevo, era scrivere fanfiction su un sito inglese.
Sono ispirate al mio libro preferito “Angels” e alla coppia che amo in assoluto: Tris e Ryan.

«Questo è quello che ti abbiamo regalato noi» mi rivolse un sorriso mia mamma accennando anche a papà, passandomi una busta.
Mi aspettavo i soliti soldi e la solita frase “no! Non dovevate!” e invece no, non erano soldi.
Era una lettera, scritta a mano, accuratamente. Sarei stata capace di individuare la scrittura di uno dei due, ma non lo era.
La lessi tutta, e quando vidi la firma, solo allora il mio respiro si fermò.
L’autrice di Angels mi aveva scritto una dedica, Catherine Wood mi aveva scritto una dedica!
«Io non ho parole!» urlai abbracciandoli entrambi e tenendo la lettera stretta a me come se fosse oro, che per me era più che quello.
La sera passò lentamente, tra giocate a tombola, qualche pausa per mangiare vari dolci e qualche risata.

Entrai nella mia stanza per prendere la macchinetta fotografica, quando guardai la valigia pronta sul letto.
Solo allora mi accorsi, che l’aria di Londra sapeva nostalgica, anche a Natale.
Almeno per me.
 
* * *

Eravamo stesi sotto ad un albero, lui aveva la testa appoggiata sulle mie gambe.
Gli leggevo un libro, il libro di Romeo e Giulietta, scritto da Shakespear,
il poeta che amavamo. Forse è questo che ci ha resi uniti,
quando scoprii che aveva gli interessi letterari, mi si aprì un mondo davanti.
E quel mondo ora è mio, è Ryan.
Era attento a quel che leggevo, sempre con la domanda pronta.
“Tris ma…”
“Perché?”
“No, ma dai!”
Nonostante sapesse anche il minimo dettaglio di quel dannato libro che ci fece morire e allo stesso tempo vivere.
Lo chiusi e guardai la copertina.
“Till we die” c’era scritto.
Tutti noi, alla fine, moriamo, ma cosa significa morire se non hai imparato a vivere?
 
 


 ScriverepervivereXmas:
*con un cappellino di Babbo Natale*
Sorpesa pre-Natale! Guardate chi c'è con una nuova fiction?
Io!! 
Questa volta ho voluto fare qualcosa di diverso, qualcosa di reale, qualcosa che ci faccia sentire parte della storia.
E penso che ognuna di noi abbia un difetto, ma nelle ff di solito si bada alla storia d'amore e bla bla bla ... invece qui no!
Qui si parla di asciutta e degradata verità.
Insicurezze, imperfezioni.
Tutte emozioni che noi proviamo ogni singolo giorno, questa è la vita.
E poi, come non poteva esserci una ragazza fangirl che sclera per libri, film, telefilm, canzoni etc ...?
Diciamo la verità, noi tutte siamo così!
Finalmente, e dico finalmente stanno arrivando le vacanze e io tipo morirò l'ultimo giorno di scuola felice.
Così posso abbandonarmi al cibo (ma quale cibo che non ti mangi niente!) dettagli!
Mi sono messa in testa la canzone di Natale All I Want For Christmas Is Food   ( <---- cosa?!) IS YOU! 
Spero che abbiate letto tutti la storia in collaborazione con LoScandalo (everything that kills me, makes me feel alive) se non, andate subito e recensite!
Fatemi sapere come sempre cosa ne pensate di questa storia, lasciate una piccola recensione!
Vi dico solo che io aggiornerò in corrispondenza delle vostre recensioni, più sono, più aggiorno!
Detto questo, posso salutarvi!
Gooooodbyeeee!!!

PS: l'ultima parte è un pezzo di una fiction che ha scritto Laura :)

 
 
 
   
 
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