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Autore: Ashtart    16/12/2014    2 recensioni
«Sutcliffe!» sbottò quegli, evidentemente preso di sorpresa. Lo sentì opporsi puntando i piedi, ma riuscì a trascinarselo dietro per ancora qualche metro, prima che lui riuscisse a liberarsi dalla propria stretta con uno strattone. «Che cosa hai intenzione di fare?».
[Grelliam]
In onore del 16 dicembre
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, William T. Spears
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Grelliam love.'
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Un bacio al sapor di ramen sotto la luna piena
(Grell)
- in quel del bar di Lucca 2013 -




«Quanto abbiamo ancora da aspettare, Will? Fa freddo oggi!» esclamò lamentosamente Grell. Il freddo era pungente, e il soprabito leggero che era solita indossare non si stava rivelando molto utile contro il clima di dicembre.
«Un'ora e un quarto» gli rispose William, con la solita aria stoica e distaccata che al collega piaceva tanto. Riusciva ad essere così bello anche con quell’aria corrucciata e contrariata – per la raccolta precedente? Per quella che avrebbero avuto di lì a poco? – ma a volte Grell si chiedeva come sarebbe stato se il suo Will avesse sorriso, anche una volta sola.
Portò una mano a sfiorare la propria guancia, che ancora recava gli schizzi di sangue scarlatto. «Perlomeno lo scorso appuntamento è stato esaltante» fece, pulendosi il volto con il guanto, e osservando con un ghigno divertito l’aria vagamente schifata di William.
«Ho notato» gli concesse il supervisore, prima di volgere lo sguardo altrove. Grell ne approfittò per osservare il profilo perfetto dell’uomo ed il modo in cui si stagliava contro il cielo londinese, bello e freddo quanto quel panorama invernale. Era in momenti come quello, mentre passeggiavano sul lungofiume, con il suo William talmente vicino a sé da poterlo sfiorare ma al tempo stesso così lontano da essere intoccabile, che si chiedeva quanto a lungo avrebbe ancora dovuto – avrebbe ancora potuto – attendere che il superiore gli aprisse uno spiraglio in quel suo cuore di pietra prima di impazzire. Si perse ad immaginare quanto sarebbe stato bello poter poggiare le proprie labbra su quelle di lui e perdersi nel calore del suo abbraccio.
«Fa freddo per davvero». L’affermazione di William, che si stava fregando le mani infreddolito, lo riscosse dai propri pensieri malinconici per riportarlo a problemi più immediati.
«Credo di aver trovato la soluzione!» esclamò, ripensando a tutte le altre volte in cui si era ritrovata a svolgere una missione in quelle zone e al grosso bicchiere di ramen istantaneo caldo che era solita concedersi prima o dopo la raccolta. Afferrò William per un braccio e prese a trascinarlo verso la zona dove sapeva esserci il gruppo di banchetti che vendevano cibo.
«Sutcliffe!» sbottò quegli, evidentemente preso di sorpresa. Lo sentì opporsi puntando i piedi, ma riuscì a trascinarselo dietro per ancora qualche metro, prima che lui riuscisse a liberarsi dalla propria stretta con uno strattone. «Che cosa hai intenzione di fare?».
«C'è un mercatino di cibo di strada in quella piazzetta, se ci sbrighiamo possiamo ancora trovare qualcosa».
L’idea di mangiare una pietanza calda insieme al suo William gli piaceva tanto, ed era quanto di più vicino ad un appuntamento avrebbe mai potuto ottenere dal suo uomo di ghiaccio. Si avvicinò ai pochi banchetti ancora rimasti, i cui proprietari stavano già provvedendo a caricare le ultime merci sui propri furgoni.
Ci mise poco a convincere che sì, era estremamente necessario che gli vendessero del cibo e che no, non gli importava che avessero già fatto chiusura di cassa. Bastarono giusto un paio di ‘per favore’ e poi, quando si rese conto che con la gentilezza non sarebbe arrivato da nessuna parte, uno sguardo dei suoi. Non di quelli che facevano cadere gli uomini ai suoi piedi, per la precisione, ma di quelli che li facevano fuggire a gambe levate. Era una donna versatile, in fondo.
Il suo William era rimasto lì in disparte, ad osservarla da lontano, probabilmente ancora a chiedersi cosa diavolo avesse in mente.
«Questo è ramen caldo, Will» disse tornata da lui, porgendogli uno dei due grossi bicchieri di plastica e osservando divertito la sua espressione confusa. «Metti dentro al bicchiere dell'acqua bollente e la zuppa è pronta in pochi attimi! Solitamente si mangia con le bacchette, è un piatto orientale. Avevano già messo via tutti i piatti caldi della giornata» spiegò, a vantaggio del collega, che stava fissando il contenitore caldo con aria piuttosto diffidente.
«Non ho mai mangiato in questo modo prima d'ora» mormorò infatti, pinzando - un po' goffamente - l'aria con le bacchette.
«Non hai mai fatto qualche scappatella a Camden Lock, allora. Vieni, andiamo a sederci». Gli sfilò il contenitore bollente di mano e, accertandosi che William lo stesse seguendo, si avviò verso il Tower Bridge. Attenta a restare bene in equilibrio, in modo da non versare nemmeno una goccia del liquido bollente, saltò di tetto in tetto fino a raggiungere il ponte e poi la sua cima.
«Ci siamo allontanati un po' tanto» affermò il collega, sedendosi e tirando via il coperchio del bicchiere. Grell lo imitò prima di afferrare il contenitore con entrambe le mani, godendosi il caldo che emanava.
«Non dirmi che volevi sederti sul lungofiume. Siamo stati fin troppo vicini a quegli umani per oggi, anche se non sono più così puzzolenti come una volta» commentò, prendendo un paio di bocconi della calda pietanza. «E poi, ammira che vista» non riuscì fare a meno di aggiungere, nella vana speranza che William trovasse quel luogo romantico quanto pareva a lei. Lo vide annuire distrattamente, le bacchette a mezz'aria, e sbuffò internamente.
«Se succhiassimo lo stesso spaghetto sarebbe una cosa romanticissima, Will... » Ricordava di aver visto una cosa del genere in un cartone animato, una volta, e l’idea non gli dispiaceva per niente. Poteva quasi immaginare la scena: il ramen caldo, il cielo stellato, la luna, le labbra di William contro le sue… L’idea la divertiva ed elettrizzava al tempo stesso.  «Un bacio al sapor di ramen sotto la luna piena!» esclamò, ridendo.
«Non dire sciocchezze» Tagliò corto il superiore. «Oggi è nuvoloso. E non ci provare nemmeno».
La risata di Grell non s’interruppe. Si aspettava una reazione simile dal suo collega e sapeva bene che questi non gli avrebbe mai dato corda, ma ciò non gli impediva di stuzzicarlo ogni volta che gli era possibile. Tutto ciò anche se la sua risposta sempre fredda e disinteressata gli ricordava quanto poco il suo William la prendesse sul serio, e quanto poco gli importasse delle sue parole e delle sue dichiarazioni d’amore.
Presa da un attacco di malinconia ridusse cautamente la distanza tra l’uomo e lui, per poi poggiargli il capo su una spalla. Inaspettatamente William non lo respinse né si ritrasse, e il sottoposto ne approfittò per godere di quel momento finché durava.
«Grell...».
«Mh?»
«Scostati subito». William sapeva di tabacco e dopobarba costoso ed era caldo contro il freddo clima londinese. Grell non avrebbe voluto staccarsi da lui, non avrebbe voluto farlo mai. Voleva rimanere lì per sempre, congelare quel momento nel tempo per poterlo ricordare in eterno – per potere, nei momenti bui, riportare alla mente il profumo rassicurante di William e la semplice sensazione della sua presenza.
Freddo, e all’oscuro dei pensieri di Grell – come quasi sempre, d’altronde – il suo capo parlò: «Vedi di sbrigarti a mangiare, manca poco più di mezz'ora all'ultima raccolta e non voglio rischiare di arrivare tardi o scoprire che qualche bestia infame ci ha preceduti».
Il sottoposto si scostò da lui con un sospiro e riprese ad assaporare il brodo caldo, lanciando qualche occhiata di sottecchi a William.
Lei e il suo superiore non erano mai stati realmente molto vicini, ma c’era stato un tempo in cui si sarebbero potuti considerare quantomeno amici. Era stato prima che William fosse promosso a suo superiore e fosse stato trasferito in un altro ramo del dipartimento, comunque, e anche se poteva sempre andare a trovarlo non era come averlo al proprio fianco tutta la giornata. Inoltre il collega non aveva mai preso bene le irruzioni di Grell nel proprio ufficio.
Quelle rare volte che lavoravano insieme, invece, erano un altro paio di maniche.
«Sono felice che tu mi abbia chiamata per questo tuo straordinario. A volte mi manca noi due che lavoravamo insieme sul campo» fece, tranquilla, mesta quasi, lo sguardo rivolto verso William.
Poté quasi giurare di aver visto l’espressione di William addolcirsi e le sue labbra incurvarsi leggermente verso l’alto prima che questi riprendesse a mangiare, ed ebbe la risposta al quesito che si era posta poco prima: per sempre. Era disposta ad aspettare per sempre.




 
 
Angolo fossa oscura dell'autrice:
Per prima cosa: Buon Grelliamniversary a tutti!
Partiamo dal concetto che faccio schifo a scrivere questo genere di spiegazioni, ma più di un anno fa, in un bar di Lucca durante il Lucca Comics, tre menti geniali (IBealovesoscarinobello, Amaerise e la sottoscritta) si incontrarono e nacquero COSE. L'idea per questa shot è una di quelle.
E' stata scritta poi in origine per un contest che prevedeva la collaborazione di due fanwriter accoppiati a sorteggio e con ruoli attribuiti sempre a sorteggio, contest che poi si risolse nel nulla (non sto qui a spiegare il tutto). La storia mia e di Bealoveoscarinobello, però, fu comunque finita di scrivere (la sua parte ad agosto quando eravamo entrambe ospiti di Amaerise, e la mia qualche giorno fa). Quindi seguite il link per  Un bacio al sapore di ramen sotto la luna piena - William per leggere il POV di William per la storia!

Vi lascio anche il link alla mia pagina autore su facebook, nel caso vi andasse di tenervi aggiornati su quello che posto.
  
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