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Autore: Lunch    17/12/2014    3 recensioni
Una sfida porta una ragazza a seguire il suo ragazzo in un cimitero: al suo interno cosa accadrà?
One-shot liberamente ispirata alla canzone Skulls/Remains.
Genere: Horror, Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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Skulls and bones remains

 
A Vale

 
Rabbrividendo nella fredda notte autunnale, consideravo la stranezza della situazione. I brividi però, potevano anche essere un riflesso condizionato dal fatto che mi trovassi davanti a un tetro cimitero.
Il pomeriggio precedente stavo prendendo in giro Dan su quanto fosse ordinario e poco trasgressivo, così lui mi aveva lanciato una sfida.
«Se davvero mi consideri così, ti sfido domani notte a venire al cimitero Hillcrest, ma devi essere pronta a fare quello che ti dico!».

Inutile dire che avevo accettato. Mi guardai intorno: era quasi inverno e le sagome degli alberi senza foglie con la nebbia che partiva dal basso del terreno, inondando la base delle lapidi davano al tutto un’atmosfera lugubre, quasi burtoniana. Iniziai a rimpiangere di essere lì. Persa com’ero nei miei pensieri, ovviamente mi spaventai quando Dan arrivò, volutamente di soppiatto.
«Andiamo, non puoi aver già paura, siamo ancora fuori dal cimitero!» fece lui sorridendo sbilenco. «Sei sicura di farcela?».
«Certo che ce la faccio!», affermai. 
A sottolinearlo, anche se ero un po’ restìa varcai l’imponente cancello per prima.
Lui mi raggiunse e mi prese per mano, trascinandomi tra le lapidi.

«Vedi, i cimiteri li ho sempre trovati a loro modo affascinanti: c’è un atmosfera particolare qui. Ti voglio far vedere una cosa». Mi portò verso un’ala del cimitero in cui c’erano i mausolei. 

«Questo è della mia famiglia: devi sapere che i miei nonni erano molto legati. Avevano deciso di comune accordo che alla morte sarebbero stati sepolti insieme. Per insieme non intendo solo accanto -mi disse, indicando la tomba- come vedi è più grande del normale. Mio nonno morì per primo, ma sapeva che nonna l’avrebbe raggiunto, così da poter stare insieme per sempre anche nella morte».
«Effettivamente ha il suo fascino, anche se macabro.» Risposi abbastanza convinta.
«Io lo considero il più alto gesto d’amore» rispose Dan, gli occhi che brillavano nella luce fioca.  «Voler stare insieme per sempre, anche nella morte, intendo.»
Trasalii quando un lampo illuminò il mausoleo a giorno.
Piano, Dan si avvicinò a me e mi abbracciò con delicatezza, quasi temesse di rompermi.

«Ricordi che ti dissi che avresti dovuto fare qualunque cosa ti avessi chiesto, stanotte?», mi sussurrò nell’orecchio. Io annuii resa un po’ stranita dall’atmosfera intorno a noi.
«C’è un loculo aperto in questo mausoleo -continuò lui accarezzandomi piano una guancia- vuoi entrarci con me, ti fidi?» Lo guardai negli occhi e non vi lessi altro che affetto.
«Va bene», dissi io quasi sussurrando. Da quando eravamo entrati in quel posto avevamo iniziato a parlare pianissimo, quasi a non voler disturbare il riposo di coloro che erano con noi lì.

Dan raggiunse il loculo, vi entrò e mi tese una mano: qualunque ragazza arrivata a questo punto sarebbe scappata a gambe levate da quel luogo spettrale. Io non lo feci, ero incantata da tutto ciò che stava accadendo: un altro lampo gli illuminò la mano che fuoriusciva dalla tomba e io la strinsi.
Dan mi tirò a sé ed io gli finii addosso con più forza di quanto avrei voluto, espirando con forza dai polmoni. «Tutto bene?» mi chiese. 
«Sì, grazie. E tu? Scusami se ti sono caduta addosso così, è così stretto qui…»
«Non preoccuparti, vieni» Si girò su un fianco per farmi spazio. Mi tolsi il giubbotto invernale che avevo e lo misi sotto di noi, isolandoci in questo modo dalla pietra dura e umida. Ci abbracciammo.

«Vedi, anche tra cento o duecento anni vorrei stare così con te - disse Dan- Quando tutti i nostri amici saranno morti e solo una memoria, noi staremo qui, fianco a fianco, così come è sempre stato» Io lo guardavo fisso, perdendomi nell’intensità del suo sguardo in quel momento.
«Continueremo a bisticciare anche qui al buio e nella polvere?» chiesi.
«No, spero che riuscirai a farmi ridere e che non ci annoieremo» mi rispose.
«Farti ridere, eh? Come, così?» dissi, iniziando a fargli il solletico sui fianchi, ben sapendo che non lo sopportava. Infatti iniziò a contorcersi e a ridere cercando di contraccambiare l’attacco.

Dopo qualche minuto di solletico ci ritrovammo senza fiato l’uno sull’altra. Dan soffocò l’ultima risata che ancora avevo in gola con un bacio. Io risposi con trasporto, e senza pensare iniziai a far correre le mie mani sotto la sua felpa e la t-shirt, fino ad arrivare ad accarezzare la pelle nuda. Lui iniziò a fare altrettanto con il mio vestito.

Non so di preciso cosa ci successe quella notte, forse volevamo esorcizzare la morte con l’atto più vitale che c’è: in breve ci ritrovammo a fare l’amore in quel loculo freddo, in un mausoleo, con solo morte intorno e avendo come unica luce quella dei lampi del temporale ormai vicinissimo.
Anzi più che fare l’amore lo definirei quasi un bisogno primitivo quello che ci prese: una fiammata che si risolse velocemente in un urlo soffocato che avrebbe fatto rizzare i capelli in testa a chiunque, considerato il luogo dove eravamo. Per fortuna nessun guardiano impiccione sembrava essere di ronda quella notte.

Quando finimmo, Dan appoggiò la sua fronte sulla mia e restammo un po’ così in silenzio; poi ci rassettammo gli abiti e uscimmo dal mausoleo, correndo sotto la pioggia che aveva iniziato a cadere.

Sicura che quella gita notturna ci avrebbe unito più di prima, varcai mano nella mano con Dan il cancello del cimitero.





Nota dell’autrice:
Questa storia è rimasta per un po’ ad ammuffire nel mio PC ma ora, vista la rivisitazione di Skulls in Remains in OTPH pt. III, mi sono finalmente detta che fosse l’ora di pubblicarla. Spero vi sia piaciuta, ma anche in caso contrario, me lo fate sapere con un commentino? E’ Natale! ;)
  
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