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Autore: _helianthus    17/12/2014    1 recensioni
[ Baatar Senior/Suyin Beifong | Pre-canon - possibile OOC | 3694 parole ]
iv.
Ci sono ancora molti aspetti di Suyin che per Baatar rimangono incognite, ma appena il carro da cui si fanno dare un passaggio fino alla prossima città esce dalle mura di Ba Sing Se e lui si rende conto di non essere mai stato così lontano da casa, capisce che non ci sarebbe altra persona di cui vorrebbe tanto sapere la storia.
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Suyin Beifong
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: It took me a while...
Rating: verde
Prompt: //
Ship: Baatar Senior/Suyin Beifong
Warning: Pre-canon, slice of life, spoiler (eventualmente per il Book 3 e il Book 4, ma niente a livello di trama)
NdA: A fine pagina :)



i.
Baatar ha sette anni e sta testimoniando un fatto speciale quando per la prima volta vede Suyin.

L'Avatar e i rappresentanti del concilio di Republic City sono in visita a Ba Sing Se, ma il dominatore dell'aria non vuole rimanere nel cerchio alto e insieme al capo della polizia e a sua moglie cammina per le strade del cerchio medio. Hanno un'aria felice, e ovviamente lui può immaginarne il perché, avendolo studiato a scuola:  durante la Guerra dei Cent'anni erano arrivati nella capitale, ricevendo però un'accoglienza non troppo degna, mentre ora possono apprezzare l'apertura della città nei confronti del resto del Regno e persino delle altre nazioni.

Katara, la dominatrice dell'acqua moglie dell'Avatar, entra nel loro negozio di seta insieme a tre bambine e al capo della polizia di Republic City, non badando troppo ai saluti stupefatti e riverenti che dai genitori di Baatar sono loro porti.


Baatar è nel retrobottega a studiare e non si incuriosisce troppo nel sentire il baccano, c'è bisogno infatti che suo fratello gli dica di venire a vedere e lo trascini per le spalle affinché decida di sbirciare dalle file di perline che coprono la porta. Se fosse abbastanza alto da vedere oltre il bancone scorgerebbe sia la moglie dell'Avatar che il capo della polizia, ma incrocia solo lo sguardo annoiato di una bambina più grande di lui mentre le sue amiche litigano per una sciarpa, facendo un baccano tremendo.

Quando smettono di urlare, Baatar scorge anche gli occhi verdi della bambina più piccola e trova che abbiano un cipiglio particolare. Quella, comunque, pare non accorgersene e ben presto trova altro su cui litigare con la sua amica.



Baatar saluta con un cenno l'altra bambina, quella più grande, e si ritira di nuovo nel retrobottega.



You know, before I built this city, there was nothing here. 

ii.
Baatar ha diciotto anni e ha appena finito di assistere ad una lezione sulla storia dell'architettura di Ba Sing Se quando incontra per la prima vera volta Suyin.

Sulla strada di casa passa davanti ad un negozio di té dal quale proviene un po' troppa confusione e lui, curioso com'è, decide che in fondo una deviazione di qualche minuto non avrà un gran peso sulla sua giornata: sia i suoi genitori che i suoi fratelli rimangono fino a tardi nella filanda di seta e per lui le lezioni di oggi sono finite.


Entra e subito capisce il perché di tanto baccano: uno straniero. Di certo a Ba Sing Se non sono rari, ma di solito rimangono nel cerchio più basso. Baatar è sorpreso di trovarne uno nel cerchio medio, ancora di più in un negozio di té, ma la sua attenzione è definitivamente catturata nel momento in cui
la sente parlare e non ne riconosce l'accento. Ha una parlata rumorosa e concitata, in parte anche insolente, un po' volgare e soprattutto sfacciata- niente che abbia mai sentito in tutta la sua vita.

Ordina un té che non si cura di scegliere attentamente e, appena lo riceve, si aggrega al gruppo che si è formato intorno alla ragazza, che sembra avere più o meno la sua età ma parla come se avesse già conosciuto il mondo. E forse è davvero così, pensa lui, dato che parla in un modo così assurdo nientemeno che di Republic City, la città creata dal Signore del Fuoco Zuko e dall'Avatar Aang da più di una decina d’anni, ormai.

Baatar è rapito dai suoi racconti, Satomobili e palazzi, grattacieli alti e grandi più del Palazzo Reale, una mescolanza di lingue e culture per cui prova invidia e fascino, la presenza dell'Avatar quasi costante tra la gente, la possibilità di avere a che fare con persone veramente importanti. Mano a mano che i racconti proseguono, il pubblico cambia e le tazze vuote di té aumentano.

Baatar riesce sempre di più a immaginare la città e si rende conto che vedere il mondo gli piacerebbe più di quanto si è sempre permesso di pensare. Poi si rende conto che è un'idea stupida e che deve finire di studiare per diventare un architetto, deve cercare di essere tanto brillante da entrare nella corte reale e permettere alla sua famiglia una vita di tranquilla nullafacenza. Si rende conto che è davvero tardi e che deve mettere da parte tutti i pensieri di un'avventura e che si deve alzare, per tutti gli Spiriti, si deve davvero alzare e andare a casa e preparare la cena. Si tira su di scatto, anche se questo non impedisce alla ragazza di continuare a parlare, e, dopo aver pagato in fretta, esce dal locale con passo veloce. Dietro di lui, Suyin (ne ha scoperto il nome qualche ora prima e cerca di toglierselo dalla testa senza successo) comincia a raccontare di un suo grande progetto di costruzione di una città tutta sua.

Baatar chiude gli occhi sentendo i versi meravigliati di coloro che la ascoltano, ma lui non ci crede molto. Potrà anche essere un sognatore e non saperne molto di come gira il mondo, non essendo mai uscito dalle mura della Capitale, ma di certo una ragazzina non ha le capacità per costruire una città.

Riprende la via verso casa spingendosi gli occhiali sul naso.



When I was sixteen, I left home to explore the world.

iii.
Quando ha vent'anni, un certo rispetto tra gli studiosi del cerchio alto di Ba Sing Se e un promettente futuro da architetto, decide di andare a vedere il circo senza un motivo ben preciso.

Non ha mai avuto una grande voglia di uscire di casa, né da bambino né da ragazzo, ma decide che potrebbe persino trarre qualche idea dallo spettacolo, dato che si tratta di un gruppo formato da persone di culture diverse. È un circo famoso che si esibisce nel cerchio alto, ma lui può comunque permettersi di assistervi, e si rende conto di non aver mai visto un elefante o uno struzzo con le ali, se non in qualche libro.

Durante le diverse esibizioni scopre di divertirsi parecchio e potrebbe anche avere qualche assurda idea per certe fontane che starebbero bene nei giardini del palazzo reale, ma dopo non molto entrano tre danzatrici e i suoi occhi cadono subito su una figura particolare. Sulle prime non ci crede ma si sporge un po' e si sistema meglio gli occhiali- possibile che sia quella ragazza?

Nella perplessità non presta veramente attenzione alla danza in sé, vede solo parecchio fuoco e si domanda come riesca a non finire ustionata, e lo spettacolo finisce in fretta per Baatar.

Quando infine il presentatore si reca al centro del gruppo di circensi per ringraziare il pubblico e annuncia con un po' di tristezza che quella sarebbe stata l'ultima esibizione di Suyin, Baatar non ha più dubbi. Comincia così un lungo temporeggiamento sugli spalti nell'attesa che il circo si svuoti e lui possa perlomeno avvicinarsi alla ragazza e parlarle.

Sa che è una cosa stupida e che lei probabilmente -no, sicuramente- non si ricorda di uno dei ragazzi che l'hanno ascoltata per ore e ore qualche anno prima, ma è troppo curioso.

Che fine ha fatto il suo progetto di costruzione di una città? Ci crede ancora? Perché lavora nel circo? Vorrebbe porle un sacco di domande e prova a figurarsi come potrebbe andare la conversazione, quando all'improvviso viene tirato fuori dai suoi pensieri da uno dei ragazzi del circo, che gli dice che loro stanno per andarsene e che probabilmente dovrebbe andare a casa perché è tardi e non è certo che quel posto sia sicuro. Baatar sbatte un paio di volte le palpebre prima di chiedergli se può parlare con Suyin.

Il ragazzo ride e dice che se vuole provarci con lei non ne vale la pena.

Lui balbetta per un attimo all'idea ma subito gli assicura che no, non sono quelle le sue intenzioni. Il ragazzo scrolla le spalle e gli fa cenno di seguirlo, mentre Baatar pensa concretamente all'idea di avere una ragazza, stupendosi nel rendersi conto che non è mai successo. Che sia un'idea così assurda?

Quando raggiungono la carovana di artisti, Baatar non vede subito Suyin: è davvero bassa e molti dei circensi sono più grandi di lei. La vede mettersi lo zaino in spalla e aumenta il passo per raggiungerla prima che se ne vada, riuscendo solo a inciampare -nei propri piedi, per gli Spiriti, che imbecille- quando è a pochi metri da lei e a perdere gli occhiali nell'impatto con il terreno.

Suyin si volta e assume una posizione quasi di difesa, ma subito si rilassa nel vedere Baatar a terra che cerca a tentoni i propri occhiali. Commenta in modo poco gentile la sua caduta e subito il ragazzo riconosce quella voce e quell'accento terribilmente marcato.

Puliti e indossati gli occhiali, la vede sfoggiare un sorriso tra il canzonatorio e il compassionevole e le offre ospitalità a casa sua in cambio di qualche altro racconto emozionante.



I sailed the seas on a pirate ship, joined a travelling circus for a while, and lived in a sandbender commune in the desert.

iv.
Ha appena compiuto ventidue anni e annunciato ai suoi colleghi che non proseguirà gli studi a Ba Sing Se quando si ritrova Suyin sulla soglia della propria porta di casa con aria particolarmente frizzante, dopo quasi due anni dall'inizio della loro amicizia.

In realtà era rimasta a Ba Sing Se solo per un paio di settimane, giusto il tempo per far innamorare perdutamente Baatar delle sue avventure e dei suoi progetti, per poi lasciarlo con la promessa di scrivergli delle lettere e soprattutto di darsi da fare per trovare validi aiutanti nella fondazione della città.

Quando entra in casa lo abbraccia di slancio e lo ringrazia infinite volte per cose di cui Baatar in verità non si sente nemmeno troppo responsabile. Suyin pensa di fissare la partenza a tre giorni dopo, ma lui è già pronto e con lui anche i suoi bagagli rigonfi di pergamene e di disegni, che Suyin disapprova quasi immediatamente con una rumorosa risata che imbarazza un pochino Baatar: è perfettamente conscio del fatto che vivranno all'aria aperta per la gran parte del tempo, ma in fondo ha speso davvero ingenti quantità di denaro per alcune pergamene, e altrettanto tempo su altri disegni, soprattutto per certe bozze della città, ma ancora non le nomina, non volendo rovinare una sorpresa del genere.

Dopo diverse tazze di té e quasi tre ore di discussione, Baatar accetta di vendere la maggior parte delle pergamene, ma di conservare quasi tutti i disegni. In compenso riesce a strappare il consenso per portare con sé anche i colori per dipingere, oltre che il carboncino.


Ci sono ancora molti aspetti di Suyin che per Baatar rimangono incognite -ad esempio come una persona che sembra provenire da un basso ceto sociale possa apprezzare e conoscere tanto il té-, ma appena il carro da cui si fanno dare un passaggio fino alla prossima città esce dalle mura di Ba Sing Se e lui si rende conto di non essere mai stato così lontano da casa, capisce che non ci sarebbe altra persona di cui vorrebbe tanto sapere la storia.


 
It took me a while, but...

v.
Ha perso il conto dei giorni che sono passati e si vergogna terribilmente di chiedere indicazioni a Suyin in merito, ma sa che indicativamente sono passati poco più di due mesi, perché è la seconda luna piena che ammira da quando è uscito da Ba Sing Se.

Il bilancio del viaggio per ora è quasi del tutto positivo, senza contare qualche imbarazzante episodio nei momenti in cui hanno dovuto camminare in ponti sospesi su gole rocciose o su sentieri ridicolamente stretti, momenti in cui Suyin ha dovuto prenderlo per mano. Non gli sarebbe dispiaciuto se in quel momento non fosse stato sull'orlo del collasso mentale, sul quale era e sul quale, grazie tante, non ha intenzione di tornare molto presto.


È seduto a terra con il carboncino in mano e l'intenzione di disegnare qualcosa mentre Suyin gli racconta per l'ennesima volta uno scontro con delle vespe avvoltoio avvenuto nel deserto di Si Wong quando faceva ancora parte dei dominatori della sabbia. È uno dei suoi racconti preferiti, insieme a quello di quando è entrata a far parte di una ciurma di pirati dopo essere riuscita a far cadere fuori dalla nave cinque uomini grossi il doppio di lei usando solo la sabbia sotto i loro stivali e una mezza dozzina di pietre raccolte in spiaggia poco prima.

Si muove diametralmente opposta a lui rispetto al fuoco che hanno acceso e le fiamme la rendono ancora più potente, il loro riflesso nei suoi occhi che quasi
 li trasforma da verdi ad ambra.

Non gli ha mai parlato della sua vita in città e lui pensa che sia semplicemente perché a suo parere è noiosa. Prova a domandarle comunque se ha dei fratelli o se aveva degli amici quando abitava a Republic City, e la prima cosa che fa Suyin è sedersi con fare annoiato.

Con la testa appoggiata alla mano sinistra e le gambe incrociate gli parla di una sorella insopportabilmente rigida e di una madre che non si è mai veramente curata di lei. Il padre, poi, non lo menziona nemmeno e Baatar decide di non domandare. Si illumina un po' parlando della sua migliore amica, una dominatrice dell'acqua che l'ha sempre sostenuta durante i suoi viaggi, e poi si zittisce guardando il cielo.

In una domanda fatta più a se stessa che a Baatar, chiede se manchi o meno alla sua famiglia.

Baatar decide che è davvero troppo bella e ne ritrae il profilo in quella manciata di minuti in cui rimane ferma con lo sguardo verso l'alto.

Poi Suyin si alza solo per andare a sedersi davanti a lui -grazie agli Spiriti riesce ad arrotolare il ritratto e a nasconderlo insieme agli altri disegni prima che lei se ne accorga- e lo guarda negli occhi con un'intensità che quasi lo annienta. Gli parla di come sua madre sia Toph Beifong, di come i suoi quasi parenti siano l'Avatar e il Signore del Fuoco, del perché è dovuta andarsene da Republic City e di quanto sia felice di averlo fatto.

Mano a mano che parla vede in lei crescere il nervosismo e arriva a stringerle le mani e ad abbracciarla quando comincia a piangere e non vuole da lui essere vista. Quando finisce di parlare ha la gola e le labbra secche e Baatar la costringe a promettere che avrebbe almeno provato a riappacificarsi con la sua famiglia.


In qualche modo, quando nei giorni seguenti riprendono il loro cammino, Baatar si sente quasi in dovere di doverla trattare con una maggiore riverenza viste le sue origini e si rende conto di aver perso la parlata un po' aulica e piena di parole importanti che aveva quando studiava a Ba Sing Se.

Appena tenta di riprenderla, però, Suyin alza un sopracciglio, gli tira un pugno all'altezza dello stomaco che lo fa cadere a terra e subito dopo comincia a prenderlo in giro, rivelando tutta l'ostilità che ha conservato per diverso tempo nei confronti dell'accento degli abitanti della Capitale.

Gli elenca una serie molto lunga di insulti ed episodi parecchio volgari e, nel momento in cui lo guarda in viso e lo trova completamente rosso dall'imbarazzo, scoppia a ridere e continua a farlo per un buon pezzo di strada.



...I finally realized what I was looking for was a family. 

vi.
Dopo circa altri due mesi sono quasi arrivati a Zaofu.

Suyin afferma che mancano solo un paio di giorni di cammino e Baatar decide di mostrarle le bozze iniziali che aveva disegnato ancora a Ba Sing Se: le confessa di essersi ispirato un po' all'esibizione di più di due anni prima del circo e non può fare a meno di osservare quanto sia tutto fortemente ispirato dall'architettura della Capitale.

Suyin non ha parole per qualche minuto, che lui riempie continuando a blaterare di tutte le cose che cambierebbe in quei progetti, ora che ha viaggiato tanto, ma nel momento in cui arriva a esprimere l'intenzione di costruire dei palazzi nel centro principale della città, Suyin lo interrompe saltandogli addosso ridendo e lasciandogli un sacco di baci sulle guance -che lo imbarazzano non poco.

Quando lo lascia per prendere in mano i progetti e stringerli, lui ha gli occhiali storti sul naso e il viso completamente rosso. Suyin sembra troppo felice per accorgersene o curarsene, gli occhi verdi illuminati di una gioia che gli scalda il cuore, e gli spinge il carboncino in mano chiedendogli cosa pensava di fare riguardo ai palazzi di cui parlava prima.

Baatar si sistema gli occhiali sul naso e prende a disegnare l'ennesima bozza, una città divisa in nuclei collegati da rotaie, il cui nucleo principale sarebbe costituito da una piazza pubblica ed edifici amministrativi. Si ferma un attimo e la guarda poco prima di cominciare a parlare delle zone abitate, evitando accuratamente di andare sul particolare, perché in fondo gli piace davvero molto immaginare un futuro in cui vivono insieme sotto lo stesso tetto e ha paura di essere rifiutato, lui, che è così debole e ha così tanta paura di molte cose, da una come lei, coraggiosa ed entusiasta e splendidamente pronta a tutto.


Solo diverse ore dopo, quando si sveglia all'alba e Suyin dorme ancora, osservando un fiore colpito dalle prime luci del sole sbocciare, lo colpisce l'idea di far racchiudere i diversi nuclei da ampie volte che sembrano petali. Non ne parla a Suyin fino a quando non si fermano per il pranzo, e la ragazza dimostra subito un grande interesse.


Quando arrivano a Zaofu si uniscono alle persone che Suyin era riuscita a convincere per fondare la nuova città e appena cominciano i lavori, dopo ulteriori modifiche ai progetti, Suyin e Baatar si vedono sempre meno durante il giorno, un po' forse perché una è impiegata nei lavori di effettiva costruzione mentre l'altro si occupa dei materiali e della distribuzione delle persone nelle varie zone.

Quando giunge la sera, però, trovano sempre il tempo di cenare insieme o di sedere vicini mentre tutti si preparano a dormire. È sotto le stelle che, dopo le prime due settimane di lavoro, concordano sul fatto che costruire una città non sia per niente facile, per poi cominciare a ridere e addormentarsi stremati dopo pochi minuti. È sempre sotto le stelle che Baatar le parla di architettura e archi e volte e cupole e un milione di altre cose che Suyin non capisce quasi mai del tutto- molte non riesce nemmeno a immaginarle.

È alla luce pallida della luna che Suyin lo guarda parlare di ciò che ama e si rende conto di volere che parli così anche di lei.



So I bought this plot of land, found a brilliant architect who later became my husband...

vii.
Dopo quasi tre anni dall'inizio dei lavori hanno quasi completato la costruzione del nucleo principale e stanno anche terminando di rivestire con le volte due dei cinque nuclei minori.

Baatar e Suyin festeggiano il secondo anniversario del loro fidanzamento -avvenuto in un modo più o meno imbarazzante e disastroso- inaugurando una delle prime abitazioni. Nel corso del tempo Suyin è cambiata parecchio, ha veramente abbracciato la città e tutte le responsabilità che da essa derivano: Baatar riconosce in lei ancora la scintilla di euforia che non le mancherà mai nel fare le cose, ma questa viene celata, quasi come i nuclei della città, da calma e giudizio.

A lui spetta spesso il privilegio di farla sbocciare come un fiore in tutta la sua meraviglia e bellezza, anche se in realtà passa la maggior parte del tempo ritraendola mentre dispensa indicazioni per decorare i giardini pubblici o prova e riprova continuamente a scrivere alla sua famiglia a Republic City.


Quando una sera la vede rientrare con un'aria un po' scossa e scopre che sua madre si è praticamente invitata da sola per venire a fare visita, è a metà tra una piacevole sensazione di attesa e il terribile presentimento che qualcosa potrebbe andare storto. Sono passati più di otto anni da quando Suyin è stata costretta a lasciare Republic City e Baatar spera solo che Toph Beifong sia pronta a perdonare veramente sua figlia.

Finisce quasi tutto bene e, anzi, viene approvato persino il loro eventuale futuro matrimonio (l'unico colpo basso è una serie di pacche sulla schiena e pugni da parte di Toph, che, secondo Baatar, sono i principali responsabili della rottura di un paio di costole che gli provocheranno poi fastidio a ogni cambio di stagione).


Quando la costruzione della città viene portata a termine, è primavera e Suyin danza con altre dominatrici del metallo nei giardini in fiore.


...and created a place I could truly call...

viii.
Ormai Baatar ha quasi trentasei anni e più di qualche figlio a cui badare.

Mentre raccontava la storia Opal gli si è addormentata in grembo e Baatar Junior, stancatosi verso la metà del racconto, è andato a cercare tra le pergamene della libreria quelle che aveva portato con sé durante il viaggio, vecchie più di una decina d'anni. Il padre sa che probabilmente si è addormentato nello studio e che ad un certo punto della notte si risveglierà cadendo dalla sedia- è già successo, lui e Suyin si sono già spaventati, ma da qualche mese si limitano a ridere piano uscendo dalla camera per controllare che vada tutto bene.

Quando Baatar tenta di mettere a letto Opal questa non sembra intenzionata a staccarsi dal suo petto, a metà tra il sonno e la pace cosciente nell'abbraccio del padre: una volta entrati nella camera dei genitori, Suyin le fa il solletico fino a farla cadere sul letto, ridendo e stringendosi le gambe al petto per cercare di sfuggire alle mani terribili della madre.

Dopo ulteriori ma brevi discussioni, la bimba guadagna la concessione di dormire nel lettone con i genitori, cosa che non accade spesso perché insieme i fratelli sono davvero troppi e, semplicemente, non ci stanno.

Suyin si stende su un fianco e Opal subito si accoccola vicino a lei, mentre Baatar si sfila gli occhiali e tira su di loro le coperte. Sorride nel vedere il sorriso sfocato di Suyin nella penombra e, con quel pensiero, si addormenta. 


...home.



♦♦♦

Buonasera!
Ammetto di essere felice ed emozionata insieme nell'entrare finalmente in questo fandom, pur non essendo assolutamente sicura di rimanerci per chissà quanto tempo :') Ci giro da un po' di mesi, ma non ho mai avuto veramente voglia di scrivere qualcosa che non fosse soltanto abbozzata. Che dire, evidentemente le coppie sposate mi sbloccano i chakra o qualcosa del genere. (in realtà non sono nemmeno soddisfatta di questo scritto ma ho deciso di non voler lasciare che marcisca, anche perché ben due dei miei cari amici, Albicocca e RaffyRen97 su Efp, me l'hanno betato e hanno sopportato i miei deliri di ansia, quindi non potevo proprio evitare)
Baatar Sr non è certo un personaggio con una grande introspezione psicologica ma, soprattutto dopo gli eventi dell'episodio 10 del Book 4, non ho potuto fare a meno di notare quanto sia interessante- intendo, hai una paura folle del vuoto ma non ti pieghi al volere di una dittatrice e affronti senza battere ciglio tuo figlio che ti urla contro? C'è del coraggio in tutto questo! Per non parlare di questo post su tumblr, che mi ha quasi fatta rovesciare dalla sedia dal ridere. E ancora adesso ogni volta che guardo la povera faccia di quell'uomo faccio fatica a non scoppiare a ridere.
Le frasi in corsivo sono dette da Suyin nell'episodio del Book 3 in cui Korra e gli altri arrivano a Zaofu.
Comunque, a parte tutto, spero che il tutto vi sia piaciuto almeno un pochino e, se non avete voglia di lasciare un commento, almeno mandatemi un apprezzamento spirituale. Sia mai che vi proiettiate davanti a me Jinora-style. (?)
Il finale del book 4 è venerdì aiuto aiuto non voglio vivere la giornata del 20 sarò in lutto salvatemi regalatemi altre dodicimila serie animate e altrettanti fumetti aiuto
-helianthus, o Catey o come vi pare
   
 
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