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Autore: SayakaLatia    17/12/2014    5 recensioni
[Pokémon Zaffiro Alpha] [Rocco Petri x Vera]
-Io ho... Latias... nella mia squadra...- balbettò Vera, ancora seduta a terra e con la sfera in mano. Poi scattò in piedi gridando felice e balzò al collo di Rocco. Solo dopo qualche minuto si rese conto che effettivamente lo stava abbracciando.
-S-scusa Rocco! E-ero presa dall'emozione!- si giustificò Vera, lo sguardo in basso e le guance rosse. Il ragazzo ridacchiò e dolcemente le posò un bacio sulla fronte. Vera lo guardò sbigottita e con il carnato in fiamme, quando Latios emise un mugolio. -Bene, dobbiamo tornare indietro-
[...]
-E sappi che aspetto con ansia il momento del nostro scontro- disse più serio, andando molto vicino all'allenatrice, che scattò indietro. -Scusa, forse il bacio di prima è stato inopportuno...- disse Rocco pensieroso. Vera lo fissò un momento, per poi posare le labbra sulla sua guancia. Il turchino la guardò sorpreso.
-O-ora devo andare!- balbettò Vera rossa dalla testa ai piedi, per poi correre via. Rocco si posò una mano sulla guancia e ridacchiò.
-Si, non vedo proprio l'ora-
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rocco Petri, Un po' tutti, Vera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Magnet

 

Vera prese la lettera fra le mani, analizzandola. Era riportato sopra il nome del destinatario, il nome che qualche attimo prima aveva pronunciato il presidente della Devon, ovvero Rocco Petri.
-Mio figlio si dovrebbe trovare a Bluruvia, appena arrivi il capopalestra ti saprà dire dove si trova precisamente. Vai al cottage del Signor Marino, sono sicuro che ti darà un passaggio sulla sua barca fino alla città. E cerca di sbrigarti, mi raccomando- disse Pierangelo Petri con voce profonda, alzandosi dalla sedia. Vera annuì, mentre sistemava un po' impacciatamente la lettera nel zaino, avendo cura di non spiegazzarla. Poi, con un leggero sorriso, si voltò e fece per scendere le scale.
-Oh, e ricorda di salutarmelo!- esclamò Pierangelo Petri.
-Non si preoccupi, signor Petri!- rispose Vera affrettandosi giù per le scale, mentre si sistemava lo zaino e accendeva il MultiNav. Fece uscire dalle sfere i suoi Torchic e Ralts, che la guardarono accennando un sorriso. -Toh, ora bisogna pure fare da postini! Usare un Pellipper no, eh?- disse ironica Vera rivolgendosi ai pokèmon, che le risposero con versetti vari. -Uff, bene, andiamo!-.

-D'accordo giovane, quando sei pronta sali sulla barca, sarò lì ad aspettarti- disse il Signor Marino mentre il suo Wingull si posava sulla sua spalla.
-Grazie mille Signor Marino!!- esclamò Vera. L'allenatrice si fermò un attimo a coccolare i suoi amati compagni di viaggio, poi, dopo aver sistemato lo zaino accuratamente, salì a bordo della barca.

Ci vollero ben pochi minuti, e in un lampo Vera fu sulle spiagge della tranquilla cittadina di Bluruvia. Approfittò del luogo per allenare i suoi pokèmon e ottenere la seconda medaglia dal capopalestra Rudi, che le disse di andare a cercare Rocco nella grotta appena fuori la città. Senza pensarci un attimo la ragazza si avviò nel posto indicato. Era un luogo piccolo e angusto, e perlopiù l'aria era consumata e sapeva di chiuso.
-Detesto i posti stretti... su, sbrighiamoci- disse Vera, con il suo Ralts sulla spalla. Dopo una lunghissima rampa di gradini, l'allenatrice capitolò in un'enorme salone, molto più grande dei precedenti corridoi di roccia. Nell'aria non si udiva alcun suono, eccetto il gocciolare dell'acqua dalle stalattiti e i pochi versi dei pokèmon che abitavano la grotta. Davanti alla castana si ergeva un'enorme murata, decorata con antichissimi disegni rappresentanti un'antica battaglia fra pokémon millenari. Ad osservarlo, Vera trovò un ragazzo alto e magro, con i capelli argento-azzurri pettinati in uno strano modo.
-Ehm, sei tu Rocc...- fece per dire Vera avanzando un passo in avanti in modo distratto, tanto che si ritrovò ad inciampare su una pietra. Il ragazzo le si precipitò accanto.
-Ti sei fatta male?- le chiese con sguardo profondo.
-Ehm... no... o almeno credo...- Vera alzò lo sguardo, per ritrovarsi davanti quello del ragazzo. Occhi dello stesso colore dei capelli. L'allenatrice ammutolì, perdendosi negli occhi del ragazzo chinato sopra lei, che la osservava con altrettanta curiosità. Dopo qualche secondo, il Ralts di Vera cominciò a fare versi alla rinfusa.
-Perdonami, vieni- Il ragazzo, alzatosi in piedi, le porse una mano, che l'allenatrice prese. In piedi anche lei, si massaggiò il fondo schiena e prese Ralts in braccio, che si rifugiò sulla sua spalla.
-Sei tu Rocco Petri?- chiese finalmente Vera.
-In persona- rispose Rocco, mentre l'allenatrice frugava nello zaino, riuscendo dopo qualche secondo ad estrarre una lettera.
-Dal signor Petri- disse seria la ragazza, porgendo la lettera al turchino. Quando la prese, Vera notò un'enorme quantità di anelli sulle dita di Rocco, e notò che il bordo delle maniche della giacca era decorato con strani aggeggi di metallo. E portava anche una strana cravatta rossa. Il ragazzo aprì la busta e lesse la lettera.
-Certo che mio padre poteva usare pure un Pellipper invece di scomodarti. Voglio sdebitarmi in qualche modo, vieni- Rocco infilò la lettera nella tasca della giacca e si avviò fuori dalla grotta, seguito dall'allenatrice.
-Uhm... dove stiamo andando?- chiese l'allenatrice dopo che furono usciti dalla grotta.
-A prendere qualcosa, sempre se ti va. Sarai stanca dopo tutto questo via vai, e poi l'ora comincia a farsi tarda- disse Rocco sfoderando un sorriso ammaliatore. Vera fece per rispondere, quando il suo Metang shiny volle uscire dalla pokèball. -Ah, che pokèmon meraviglioso!!- esclamò Rocco, chinandosi ad accarezzare il mostriciattolo acciaio, che rispose con versi di approvazione alle coccole del turchino. Dalla tasca tirò fuori un biscotto, che Metang non esitò a mangiare. Offeso, Ralts mugolò. -Tranquillo piccolo, ne ho anche per te- e porse un biscotto anche al piccolo pokèmon psico, che lo sgranocchiò dalla spalla dell'allenatrice.
-Ti piacciono i pokèmon Acciaio?- chiese Vera vedendo Rocco chinato a coccolare Metang.
-Eheh, si è notato, mh?- Rocco si rialzò in piedi ridacchiando. -Allora, andiamo o no?-
-Ah, si-
Rocco condusse l'allenatrice in un modesto ristorante in riva al mare, dove i pokèmon potevano tranquillamente stare fuori dalle pokèball e giocare. Mentre i pokèmon di Vera giocavano tranquilli con quelli degli altri allenatori, la ragazza era seduta al tavolo con Rocco, che non passava di certo inosservato.
-Perdonami, che scortese, non ti ho chiesto il tuo nome- disse Rocco sorridendo.
-Vera- rispose l'allenatrice.
-Ah, la figlia del capopalestra Norman? Avevo già sentito parlare di te-
-Eheh, mio padre...- ridacchiò Vera.
-Sei all'inizio della tua avventura coi pokèmon, come ti stai trovando?- chiese Rocco. Vera si animò in un attimo.
-Benissimo! Mi sono subito affezionata ai miei, e poi adoro lottare!-. Da quel punto la conversazione prese animo, e ambedue si ritrovarono a parlare tranquillamente e serenamente. Rocco diede molti consigli utili all'allenatrice, che ascoltò allegra. Il tempo passò in fretta, e l'ora si fece tarda. Vera fece rientrare i suoi pokèmon nelle sfere e insieme al turchino uscì dal ristorante.
-Grazie mille per la cena e per tutti i consigli! Ne farò tesoro- disse Vera con il suo Torchic addormentato in braccio.
-Grazie a te. Ora, riposati, ti attende ancora un lungo viaggio e hai bisogno di energie. A presto- Rocco le scompigliò i capelli con la mano, per poi balzare in groppa ad un pokèmon e sparire nei cieli. Vera restò a guardarlo finché non sparì del tutto, poi, quando il suo amato Torchic le si rigirò fra le braccia, si avviò nel Centro Pokèmon. Comoda sotto le coperte, il suo unico pensiero fu solo la morbidezza della mano di Rocco fra i suoi capelli. Si diede due schiaffetti e si mise a dormire, abbracciata al pokèmon fuoco.

-Accidenti,mi hai battuto ragazzina! E con un pokèmon fuoco!- il pescatore rimase a bocca aperta.
-Hey, non sono una ragazzina! Comunque, ciao!- Vera superò il pescatore attonito con due saltelli, per poi abbassare gli occhi sulla NaviMappa. -D'accordo Combusken, manca ancora un po' a Forestopoli, ma sono sicura che ce la far...- il Combusken di Vera emise versi allarmati, ma quando l'allenatrice alzò gli occhi era ormai troppo tardi. La castana andò dritta contro qualcuno davanti a lei, e tutti e due franarono a terra. -Oddio mi scusi! Non stavo guardando dov... Rocco?- disse stupita Vera sdraiata sopra quest'ultimo.
-Eh già, ci si rivede, mh?- disse Rocco. Quando la castana si rese conto di dov'era, avvampò totalmente e si rialzò in fretta, biascicando continuamente scuse.
-No no, è anche colpa mia, ero assorto nei miei pensieri- rispose Rocco scuotendosi dalla sabbia della spiaggia. I due si guardarono un attimo e scoppiarono a ridere. -Senti, la scorsa volta mi sono scordato di farti una domanda. Tu sai il mio tipo pokèmon preferito, il tuo qual'è?-
-Mmh... credo il tipo Drago. Perché?- Vera lo guardò interrogativa.
-Secondo te, è meglio avere una squadra interamente del proprio tipo preferito, o è meglio avere tipi variati?-. Vera fece per aprire la bocca, ma un ruggito interruppe la discussione dei due. In picchiata arrivò un'ombra, che si fermò a pochi centimetri dall'acqua. Latios emise un forte ruggito, che fece girare di scatto i due. Vera rimase senza fiato ammirando la bellezza del pokèmon.
-Latios! Che succede?!- chiese Rocco al pokèmon. Latios mugolò ed emise altri versi disperati, strusciando la testa contro Rocco e poi la ragazza, abbassandosi alla loro altezza.
-Credo voglia che gli saliamo in groppa-. Alla frase del turchino Latios si agitò di più, come a voler dire che era quella la risposta giusta. Rocco si avvicinò subito a dorso del pokèmon, mentre Vera esitava. -Qualche problema?-
-Io... soffro di vertigini...- ammise balbettando Vera. Latios le andò vicino e le leccò una guancia, strusciandosi alla sua mano. Vera lo accarezzò.
-Certe situazioni richiedono coraggio. Latios è molto agitato, sicuramente è successo qualcosa di grave. Quindi, prendi un bel respiro e sali in groppa. E poi, ci sono io, non ti devi preoccupare; se hai paura, stringiti a me- le disse Rocco balzando a cavalcioni di Latios. Vera fece rientrare nella sfera Combusken e, preso un bel respiro, salì in groppa a Latios. Un po' tremante, si sistemò con dietro Rocco. -Bene Latios, vai pure-. Se fino a quel momento Vera aveva cercato in tutti i modi di non pensare a Rocco, e certe volte ci era pure riuscita, in quel momento non riuscì a farne a meno. Dalla sera della cena lo aveva pensato molto spesso,ma sempre non volente. Aveva questioni ben più importanti per darsi al sentimentalismo. Così, aggrappandosi al collo del pokèmon drago-psico, si impose di non sfiorare minimamente il turchino. Ma nel momento in cui Latios partì ad una velocità impressionante, la ragazza non poté fare a meno di stringergli la mano. Rocco le cinse la vita con un braccio e la avvicinò a sé, mentre lei si accucciava contro il suo petto. Il suo forte profumo distolse la sua attenzione dall'altezza a cui si trovava. Ma quando Latios rallentò un poco la paura svanì, e Vera si alzò dal petto del Campione per guardarsi attorno. Spettacolo mozzafiato. Tutta la regione di Hoenn si stagliava sotto di loro. Alternava paesaggi di città a foreste, oceani e rocce. Al centro si ergeva il Monte Camino, fumante come sempre, e sopra di loro le candide nuvole volteggiavano tranquille. Lo scrosciare del mare era tappato dal rumore del vento, ma l'odore di salsedine era forte e piacevole.
-Ma... Ma è magnifico!- esclamò ridendo, continuando a girare la testa come una bambina ad una festa di paese.
-Bello vero?- le gridò Rocco da dietro, a cui anche Latios rispose con un ruggito.
-E anche tu sei fantastico Latios!!- gridò Vera abbassandosi a coccolare il pokèmon Eone. Latios allora si esibì in capriole e sprint, che fecero divertire l'allenatrice come mai prima d'ora, sempre sostenuta da Rocco, che continuava a stringerla a sé. Mai Vera avrebbe voluto che quel braccio sparisse.
Arrivati presso un'isola misteriosa, Rocco la aiutò a scendere da Latios, che sempre più frettoloso posò la testa dietro l'allenatrice, spingendola in avanti.
-Ehi Latios, calmo, ora and...- stava dicendo la castana, quando fu interrotta da un ruggito disperato. Senza pensarci un attimo, i due e Latios corsero verso il ruggito. Quando arrivarono trovarono due reclute del Team Idro intente a prendere una piccola pietra a Latias, che teneva stretta tra le zampine. Una recluta teneva ferma la povera pokèmon, mentre l'altra lottava per sottrarle il tesoro. Latias si dimenava fra le mani della prima. -Hey voi, lasciatela stare!- gridò Vera.
-Non intralciarci mocciosa... oh no, il Campione!- esclamò una recluta. Vera restò un attimo ferma a squadrare Rocco, non sapendo a cosa si riferisse la recluta. Latias approfittò della distrazione per sgusciare via vicino a Latios.
-Cosa facciamo?- chiese l'altra recluta.
-Che domande, combattiamo!- rispose l'altra.
-Pronta Vera?- chiese Rocco, alla cui domanda l'allenatrice rispose con un cenno deciso della testa. Così i quattro lanciarono ognuno le proprie pokèball, e la battaglia cominciò. Durò molto poco, e le due reclute scapparono sconfitte.
-Ce l'abbiamo fatta Rocco!-esclamò Vera.
-Non avevo dubbi- rispose il turchino. L'allenatrice non ebbe il tempo di fare niente, poiché una scheggia bianca e rossa le balzò addosso, coprendola di leccate.
-Ahahah, Latias, ferma! Mi fai il solletico!- disse Vera fra una risata e l'altra, mentre il pokèmon le leccava la faccia. Rocco e Latios si scambiarono uno sguardo divertito. Poi ad un tratto Latias infilò la testa nella borsa di Vera, tirandone fuori una pokèball. -Hey, quello non è un giocattolo-
-Mi sa che Latias vuole unirsi alla tua squadra- esordì il ragazzo. L'allenatrice guardò attonita il pokèmon Eone, che le sorrise. Latias si avvicinò a Latios e i due si scambiarono affettuose coccole, poi il pokèmon rosso mise la pokèball nella mano di Vera. Bastò un secondo, e senza esitazioni Latias entrò nella sfera.
-Io ho... Latias... nella mia squadra...- balbettò Vera, ancora seduta a terra e con la sfera in mano. Poi scattò in piedi gridando felice e balzò al collo di Rocco. Solo dopo qualche minuto si rese conto che effettivamente lo stava abbracciando.
-S-scusa Rocco! E-ero presa dall'emozione!- si giustificò Vera, lo sguardo in basso e le guance rosse. Il ragazzo ridacchiò e dolcemente le posò un bacio sulla fronte. Vera lo guardò sbigottita e con il carnato in fiamme, quando Latios emise un mugolio. -Bene, dobbiamo tornare indietro-. Il viaggio di ritorno fu veloce, e in un lampo i due si ritrovarono di nuovo sulla spiaggia.
-Grazie di tutto Latios- disse Rocco, mentre Vera coccolava e accarezzava il pokèmon Eone blu. Poi, veloce come il vento, se ne andò, lasciando i due soli sulla spiaggia.
-Spiegami una cosa Rocco, perché le reclute ti hanno chiamato Campione?- chiese Vera
-Beh, perché sono il Campione della Lega Pokémon. Non lo sapevi?-. Vera rimase attonita a guardarlo, e il turchino scoppiò a ridere. -E sappi che aspetto con ansia il momento del nostro scontro- disse più serio, andando molto vicino all'allenatrice, che scattò indietro. -Scusa, forse il bacio di prima è stato inopportuno...- disse Rocco pensieroso. Vera lo fissò un momento, per poi posare le labbra sulla sua guancia. Il turchino la guardò sorpreso.
-O-ora devo andare!- balbettò Vera rossa dalla testa ai piedi, per poi correre via. Rocco si posò una mano sulla guancia e ridacchiò.
-Si, non vedo proprio l'ora-

-Accidenti Latias! Ma ci pensi?! Una barriera invisibile mi blocca il passaggio per la PALESTRA, neanche per una casa a caso, proprio la palestra!- esclamò scocciata Vera sorseggiando una bevanda calda dentro al Centro Pokèmon, quando qualcuno entrò di fretta.
-Vera! Mi sono scordato di darti una cosa!- alla vista di Rocco, l'allenatrice sobbalzò.
-Ah, d-davvero?- disse balbettando.
-Si ma... vieni fuori, qui c'è troppa gente- esordì Rocco mentre tutte le persone nell'edificio li fissavano. Usciti, il ragazzo mise nelle manine della castana un braccialetto di metallo, con una piccola pietruzza incastonata.
-Cos'è?- chiese l'allenatrice rigirando tra le mani l'oggetto.
-E' un Megabracciale. Ti permetterà di far megaevolvere i tuoi pokèmon- disse Rocco.
-Megaevolvere?-
-Vieni con me- il turchino prese una mano della ragazza e la trascinò nel percorso dopo Forestopoli, mentre Vera era intontita dal caldo tocco della sua mano. -Non ti sei chiesta cosa fosse la piccola pietra che Latias difendeva?-
-Effettivamente si-. Latias, che li aveva seguiti, diede a Vera la pietrina. Era piccola e rotonda, grande come una biglia e con una strana fantasia viola e rossa dentro.
-Ora, mettiti il Megabracciale e cerca un'allenatrice da sfidare-. Capitò a fagiolo un'ombrellina, che non esitò a sfidare la castana. -Ora, concentrati. Senti un'energia che passa dal bracciale alla pietra di Latias?- Rocco posò le mani sulle spalle di Vera. L'allenatrice chiuse gli occhi.
-Si, la sento-
-Bene, ora incanala tutte le tue emozioni dentro quella corrente-. Dopo qualche secondo il bracciale di Vera cominciò a brillare e brillare sempre di più, fino a che anche Latias fu circondata da una sfera di luce. Con un fragore essa sparì e ne emerse un pokémon diverso da Latias. Era viola e la forma del corpo era un po' diversa. L'allenatrice restò attonita a guardarla. -Brava!-
-Ma cosa è successo?-
-Il tuo pokèmon si è megaevoluto! Ora su, non perdere tempo, combatti!- la esortò Rocco. La castana gli sorrise decisa, e in tre valletti stracciò l'avversaria. Finta la lotta, Latias fu di nuovo avvolta nella luce e tornò normale.
-Latias, sei stata magnifica! Chi è la più brava, eh?- esclamò Vera coccolando il suo pokèmon.
-Siete state bravissime tutte e due! Tieni, questa è per te. E' una delle mie preferite, sono sicuro che ne farai un ottimo uso- il turchese diede all'allenatrice un'altra piccola megapietra, ma con tonalità rosse e gialle. -E' la megapietra di Blaziken- concluse. Vera fece uscire il suo Blaziken dalla sfera e gli diede la megapietra, felice di poterla usare pure con il suo amato pokèmon fuoco-lotta. Ma mentre i due allenatori ridevano contenti, dall'erba uscì un'enorme ombra. Un Salamence imbestialito cercò di assalire Vera, che riuscì a schivare l'unghiata, ma non la codata.
-VERA!- gridò Rocco vedendo la castana accasciarsi a terra e non rialzarsi. Come un fulmine fece uscire il suo Metagross e, dopo averlo fatto megaevolvere, mise KO il pokèmon selvatico. -Cosa diavolo ci faceva un Salamence qui??- esclamò chinandosi preoccupato accanto all'allenatrice. -Vera, ti prego rispondimi!! Svegliati! Vera!!- la chiamava Rocco, scuotendola, mentre Latias mugolava preoccupata. Dopo un po' l'allenatrice mugolò e aprì gli occhi.
-Rocco...?-
-Grazie a Dio stai bene!- esclamò il turchino, abbracciandola stretta. L'allenatrice soffocò un grido. -Sei ferita?!- delicatamente Rocco la fece appoggiare ad una roccia.
-L-la pancia...-. Senza convenevoli, Rocco le alzò la maglia, rivelando un livido nero lungo tutta la vita.
-Accidenti... e adesso?? L'ospedale è lontano e...- il Campione venne interrotto da Latias, che posata una zampina sulla pancia dell'allenatrice, si contornò di un alone verde. Lentamente, il livido scomparve, e Vera tornò a respirare normalmente. Non riuscì ad avere alcuna reazione, perchè di nuovo Rocco la circondò con le braccia, coprendola completamente. -Non farmi più preoccupare in questo modo, Vera-. La castana gli posò una mano sulla schiena. Rocco si raddrizzò un momento e i due si guardarono dritto negli occhi, lei seduta ed appoggiata al muro di roccia, lui chinato accanto a lei. D'un tratto Vera annullò la distanza fra le loro bocche. Rocco dapprima fu sorpreso, ma quasi subito rispose al tenero bacio dell'allenatrice. Le mani di Vera confuse nei capelli argentati di Rocco, e quelle di Rocco dietro la sua schiena, a sostenerla. Rimasero per svariati minuti così, senza neanche respirare. Era come se non servisse, ognuno era l'ossigeno dell'altro. Si staccarono, ansimando, riprendendo il respiro perso, poi Rocco ritornò a baciarla, spostando una mano sulla sua guancia ardente. Solo dopo che la loro sete fu placata, si staccarono completamente, ambedue con le guance del colore della zampa di Zangoose. I loro occhi si fusero, mentre il turchino faceva combaciare le loro fronti. Quando il Metagross di Rocco cominciò a borbottare, i due si risvegliarono da quel sonno offuscatore. Si rialzarono subito in piedi, imbarazzati.
-Ehm... io.... grazie Rocco... per... tutto...- balbettò Vera ancora senza fiato.
-S-si... ah già, tieni- disse il turchino allungando alla castana uno strano aggeggio marca Devon. -E' un Devonscopio, ti servirà per la “barriera invisibile”... ora io... devo andare... hanno bisogno di me alla Lega... ci... vediamo...- Rocco non si trattenne un secondo di più, e a passo svelto attraversò il ponte.
-Rocco...- lo chiamò con voce flebile Vera, allungando un braccio che tirò subito giù. Latias le svolazzò accanto cercando coccole, mentre la castana lo guardava sparire. E proprio sparire letteralmente, dato che nei giorni a venire non lo vide più. Non aveva modo di contattarlo alcuno, in più era impegnata con combattimenti, palestre e Team Idro. Ma il ragazzo non lasciava mai la sua mente. La sua voce melodiosa, il suo profumo forte, il suo morbido tocco, il calore del suo corpo, ma soprattutto quel contatto con le labbra. Così morbide, così dolci, ma nello stesso tempo amare, dato che ogni volta che Rocco appariva nella sua mente, ovvero sempre, una sensazione spiacevole l'accompagnava. Una sensazione di mancanza e vuoto. Forse adesso Rocco la odiava e non voleva più vederla. Era come se ci fosse un'enorme voragine nel petto di Vera, che più tentavano di ricucire, più si allargava e la divorava. Fino al suo arrivo a Verdeazzurropoli. Dopo la palestra, dopo il Centro Spaziale, dopo l'enorme colonna di luce nel mare, Lui riapparve. Sempre con quei suoi capelli azzurri, con la giacca, gli anelli, il profumo.
-Vera! Stai bene, grazie al cielo!- nel boato e spavento generale, la sua voce emerse. Gli occhi della castana si riaccesero, come se fossero stati riportati in vita. Rocco la cinse per le spalle, mentre lei era incapace di spiccicare parola. Quando il boato si placò, il turchino riprese parola.
-Vieni a casa mia, dobbiamo discutere di... beh, quel coso luminoso in mezzo al mare-. Il ragazzo la trascinò dentro casa sua attraverso la folla terrorizzata.
-Che succede? Cos'è beh... quel coso?- riuscì finalmente a dire Vera con una voce parecchio cupa.
-Ho paura che il Team Idro sia riuscito a risvegliare Kyogre attraverso la Gemma Blu. Se si sveglierà completamente e riuscirà ad Archeorisvegliarsi, per il mondo sarà la fine. Ho bisogno che tu vada ad intervenire mentre io mi occupo della situazione qui- spiegò in fretta porgendo poi all'allenatrice una MT. -E' Sub, ti aiuterà ad andare sott'acqua. Usala per andare a fermare quei ceffi. E ti servirà anche questa- disse dandole anche uno strano apparecchio. -Per respirare sott'acqua. E' una Maschera Devon. Essere figli del presidente della Devon è utile!- concluse con una mezza risata. Vera sorrise, mentre le lacrime le rigavano il volto e cadevano sul terreno, e lei scivolava lungo la parete, nascondendo il viso fra le mani. Il turchino le si precipitò accanto. -E' successo qualcosa?-
-Perché te ne sei andato? Mi odi? Anche se mi odiavi potevi dirmelo sai, e io avrei capito...- sussurrò la castana a mezza voce, mentre Rocco abbassava lo sguardo.
-Non sai quanto ne sia pentito. Sono stato impegnato. E ho avuto paura, paura che tu non mi volessi o mi rifiutassi. Ti prego di perdonarmi- disse a mezza voce il turchino, stringendola in un abbraccio.
-Ma io ti voglio bene Rocco-. Il ragazzo le asciugò teneramente le lacrime, e si sporse leggermente. Quando ormai le loro labbra si stavano per toccare un altro boato rimbombò nell'aria, insieme alle urla della gente.
-Beh, a questo penseremo dopo- le rispose con un bacio sulla fronte. Poi la prese in braccio e la rimise in piedi. -Ma ora ti voglio vedere ardente e decisa come sempre! Abbiamo un mondo da salvare!-
-Si!- esclamò Vera, di nuovo animata e grintosa. Ma ormai era troppo tardi. Anche se l'allenatrice riuscì ad arrivare sul fondo degli abissi e a sconfiggere Ivan, capo del Team Idro, l'enorme pokèmon millenario riuscì a compiere il risveglio. E con un enorme ruggito che scosse tutta la terra, svanì sott'acqua. Vera riemerse in fretta dall'acqua, trovando Rocco e un'enorme tempesta che cominciava a imperversare.
-Rocco, mi spiace, non sono riuscita a fermare il risveglio di Kyogre!- gridò fra il baccano del vento.
-Ormai era troppo tardi, non potevamo farci nulla. Ora dobbiamo raggiungere Ceneride in fretta. Dobbiamo evitare che Kyogre raggiunga la fonte del potere dell'archeorisveglio- quando Rocco terminò la frase, Latias uscì dalla sfera, pronta per portare ambedue a Ceneride. I due le saltarono in groppa e il pokèmon volò sotto la pioggia. Il tragitto fu breve, data la vicinanza della città, e i due atterrarono davanti al Pokèmon Market, mentre un ciclone scuoteva Hoenn.
-Vieni, seguimi!- gridò Rocco prendendo Vera per mano e correndo insieme a lei fino ad arrivare alla Grotta dei Tempi. Dopo convenevoli, discorsi, pentimenti e varie, spettò a Vera il gravoso compito di salvare il mondo. La ragazza, completamente zuppa come tutti i presenti, osservò ogni faccia, spaventata e confusa.
-Avanti ce la puoi fare, noi crediamo in te!- esordì Brendon insieme allo sguardo accondiscendente di tutti i presenti. Vera si soffermò su Rocco, i capelli turchesi-argentati zuppi, insieme alla giacca e alla camicia che aderiva lungo tutto il petto scultoreo.
-Vera, tu ce la farai, ne sono convinto- le disse.
-Ma sarò tutta sola! E se non ce la facessi? E se sbagliassi? L'intera Hoenn o peggio il mondo sparirebbe allagato!- disse disperata l'allenatrice, i vestiti appiccicati al corpo come i capelli.
-Ma tu ce la farai- Rocco le accarezzò una guancia, chinandosi.
-Vieni con me, insieme a te ce la farò- disse posando la sua mano su quella grande del Campione.
-Lo sai che non posso- le loro fronti combaciarono di nuovo. Le lacrime calde di Vera si confusero con la pioggia fredda, passando sulle dita del turchese. Poi Rocco le alzò il viso con una mano, e lasciò che la sua bocca esprimesse i suoi sentimenti. Il freddo temporale venne totalmente eluso dal caldo generato da quel contatto. Ma un caldo piacevole, che avvolgeva la ragazza e ricuciva la voragine oramai inesistente. La lingua del ragazzo entrò delicatamente nella sua bocca, mentre Vera era scossa dai brividi. La castana ricambiò immediatamente e si lasciò abbandonare a quella magnifica sensazione di appartenenza e amore, quando qualcuno dietro di loro tossicchiò.
-Ehm, stiamo sprecando tempo- disse Max aggiustandosi gli occhiali. I due si staccarono delicatamente ridacchiando.
-Adesso entra e salva il mondo- le disse Rocco.
-Va bene- la castana gli stampò un fugace bacio sulle labbra prima di precipitarsi dentro alla grotta. Dietro di lei i portoni si richiusero con un boato.

-Blaziken... ce l'abbiamo fatta?- chiese incredula Vera, tenendo stretta la sfera contenente Kyogre, che pulsava ed emanava calore sebbene non fosse un pokèmon di tipo fuoco. Il Blaziken di Vera ruggì allegro. Di colpo il boato e il terremoto cessarono, e non si udì più lo scrosciare della tempesta. -Ho salvato il mondo?-. Blaziken le fece uno sguardo come per dirle di uscire a controllare lei stessa, sguardo a cui Vera ubbidì. Si precipitò di corsa fuori, dove trovò con sua sorpresa un tempo totalmente diverso. Il cielo, prima gonfio di nuvoloni neri e minacciosi, ora risplendeva di stelle e meraviglia. L'aria era pulita e leggera, ma soprattutto l'albero spoglio davanti al tempio era fiorito in mille e coloratissimi fiori. Davanti al tempio tutti erano impegnati ad ammirare lo spettacolo, ma la loro attenzione di concentrò su Vera, appena uscita dalla Grotta dei Tempi.
-Ce l'hai fatta Vera!- esclamò Brendon.
-Non avevo dubbi- disse Adriano.
-Grazie mocciosa, e scusa- disse Ivan. L'allenatrice, dopo vari commenti e congratulazioni da parte di tutti, si ritrovò a qualche metro da Rocco, che la osservava con un sorriso dipinto sul volto. Vera annullò la distanza di corsa per poi gettarsi fra le braccia del turchese, che la sollevò come una bambina. Tutti e due si misero a ridere.
-Ce l'ho fatta!-
-Te l'avevo detto io!- esclamò Rocco tenendola in braccio. Ancora con i vestiti e i capelli bagnati, i due ripresero da dove avevano interrotto. Appena le loro bocche si unirono, una pioggia di stelle cadenti illuminò il cielo. Vera e Rocco si staccarono un momento per ammirare le stelle, poi le loro bocche tornarono ad unirsi freneticamente.
-Vera, ti amo- le sussurrò Rocco fra un bacio e un altro.
-Anche io Rocco- rispose la castana.
-Mi spiace di averti fatto soffrire, ti prometto che da ora in poi non soffrirai mai più-
-Ora è tutto a posto-. Ancora e ancora le loro bocche si unirono scambiandosi dolci effusioni, scambiandosi sentimenti celati per troppo tempo. Le migliori calamite avrebbero sfigurato davanti a loro, davanti al loro legame, che non si limitava ad essere chimico o fisico, ma andava ben oltre all'umana percezione. Erano estraniati dal mondo, sospesi in uno tutto loro. E solo dopo molto tempo, quando ormai l'ora si faceva tarda, ritornarono nel mondo reale, con le guance arrossate e senza fiato.
-Mh, mi sa che mi conviene andare a riposare- disse Vera, aggrappata alla giacca di Rocco.
-Già, ti converrebbe- ridacchiò il turchese, tornando a baciarla.
-Resisterai una notte senza di me?- disse divertita la castana.
-No- rispose Rocco. -Infatti tu vieni a casa mia-
-Mi stai rapendo?-
-Oh, non oserei mai- con l'allenatrice in braccio, Rocco salì in groppa a Latias, che con un calmo volo li portò a destinazione. Vera, al calduccio sotto le coperte, trovò un dolce sonno, cullata dal respiro regolare di Rocco.

Nell'aria aleggiava così tanta tensione che si sarebbe potuta tagliare con un coltello, o semplicemente con un dito. L'arbitro, con una mano sopra gli occhi, cercava di distinguere le figure coperte dal fitto polverone, per poter decretare il vincitore dell'attesa sfida. Vera, anch'essa tesa e in ansia, cercava il suo pokèmon, o un qualche segno della sua vittoria. Dal lato opposto Rocco faceva lo stesso. Finalmente la polvere si diradò, scoprendo un MegaBlaziken ferito ed ansimante dal lato sinistro, e un MegaMetagross esausto nell'altro lato.
-MegaMetagross è KO! La vincitrice e nuova Campionessa è Vera!- decretò l'arbitro con tono solenne. Il pubblico esplose in grida euforiche, mentre Vera restò qualche secondo immobile, per poi esibirsi in un ampio sorriso.
-Blaziken, ce l'abbiamo fatta!- gridò saltando al collo del suo pokémon, che rispose con ruggiti compiaciuti. Rocco accarezzò il suo, per poi farlo rientrare nella sfera, poi raggiunse la castana con poche e profonde falcate.
-Io l'ho sempre saputo che mi avresti battuto, nuova Campionessa- le sussurrò, prendendole con una mano il mento e travolgendola in un dolce bacio, mentre dietro di loro Blaziken borbottava versi di dissenso.
-Vera, sei stata magnifica!- esclamò Brendon catapultandosi giù dagli spalti, seguito da Lino e dai genitori di tutti e quattro, compreso Rocco.
-Grazie, grazie a tutti voi!- disse commossa Vera circondata dalle braccia del turchino.
-Rocco, cosa si prova a non essere più il Campione e ad essere sconfitto dalla propria fidanzata?- disse Pierangelo Petri.
-PAPA'!!- esclamò contrariato Rocco, scatenando l'ilarità di tutti. -Ahem, ora Vera è tempo che tu entri nella Sala d'Onore. Vieni- prendendola per mano, il ragazzo la accompagnò su per le scale. Brendon accennò un primo passo sui gradini, ma fu subito fermato. -Mi spiace, ma solo i Campioni possono entrare in questa stanza, quindi tu non puoi-
-Cosa?!- esclamò Brendon.
-Su Brendon, non ti penare- disse la Campionessa dalla cima delle scale, affondando la testa nel petto del turchino. Dopodiché, i due sparirono dietro la porta. Con le mani tremanti, Vera collocò le sue sfere nelle apposite rientranze, e aspettò che i suoi pokémon venissero registrati.
-Non ti scoccia essere stato battuto da me?- chiese accarezzando una sfera. Rocco le prese la mano, per poi portarsela alle labbra.
-Per niente- le sussurrò a fior di pelle, per poi affondare le labbra sulle sue dita. Un brivido le corse lungo la pelle. Rocco la osservò per qualche secondo, per poi immergerla nuovamente nel loro mondo incantato. La loro lunga serie di baci fu interrotta dalla fine della registrazione.
-Sarà meglio che torniamo fuori, o mio padre si potrebbe preoccupare- disse Vera. Mano nella mano uscirono dal salone, sorbendosi complimenti, felicitazioni e quant'altro. Finalmente rimasero soli.
-Bene, se la Campionessa non ha impegni per stasera, avrei in programma una cena fuori. Verrai con me?- chiese Rocco inchinandosi e allungando la mano verso Vera. Lei la prese senza esitazioni.
-Sempre Rocco-

 

Angoletto dell'autrice:


Lon'zu: ehm... Latia? E L'angolo dell'autrice?
Oh già... ero imbambolata da cotanta figaggine... * ammira Rocco *
Lon'zu: >__>
Gelosone <333 suuuuuu lo sai che sono fedele a te, no? E poi Rocco è di Vera uwu * spupazza il mirmidone *
Ssssssssssssssera genteH! :3
Che dire, dopo QUELMAGNIFICOFANTASTICOMERAVIGLIOSO remake della mia serie e generazione preferita, l'ispirazione è scesa uwu
Soprattutto dopo aver visto Rocco... ma quanto è figo... altro che Brendon.
Giusto allora allora, devo puntualizzare una cosa. Come tutti ben sapete (no che non lo sapete) sono un'assidua shippatrice della Sapphire x Ruby, che ovviamente non c'incastra nulla con questa coppia, dato che questa Rocco x Vera si basa ESCLUSIVAMENTE AL VIDEOGAME uwu
Che poi devo dire che il gioco (Zaffiro Alpha) è magnifico bello meraviglioso ecc., ma se devo trovare un difetto è che... Adriano sembra gay ._. mi hanno rovinato un personaggio fighissimo T3T maaaaaaaaaa vabbè, continuo ad amare quel gioco uwu e Rocco uwu
Bene, a voi poche anime che hanno letto questo poema (no seriamente mi è venuto troppo lungo lol), lasciatemi un commentino ;3
Eeeeeeee credo di aver detto tutto uwu vado a farmi un thè alla vaniglia uwu
Ci zampettiamo in giro! :3
SayakaLatia

  
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