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Autore: Switch    18/12/2014    12 recensioni
Sequel di "September in the rain." TMNT 2003
Sono passati otto mesi da quella lotta nel parco tra Gregor e Isabel-Raphael. New York è tornata alla normalità o forse no: che ne è dei Purple Dragons? Che cosa succede a Leo? E perché Raphael si comporta in quel modo?
A volte fare la cosa giusta è difficile e doloroso. A volte quando ti innamori capisci che un aspetto dell'amore è egoismo.
E la cosa più complessa è amare qualcuno così com'è.
Genere: Azione, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Donatello Hamato, Leonardo Hamato, Michelangelo Hamato, Nuovo personaggio, Raphael Hamato/ Raffaello
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Triangolo, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Heart's mutation'
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L'urlo di orrore di Leonardo si perse nel fragore del nulla che consumava e cancellava tutto, ogni porzione di New York che svaniva con un boato.
Lei era scomparsa definitivamente, sotto i suoi occhi. Prima quella semplice e normale, poi quella che aveva conosciuto e amato, -con la sua magia che esplodeva nei momenti meno opportuni,- e infine anche l'ultima, la mutante che aveva ucciso senza pietà la vera sé.
Morta a sua volta per mano di Raphael. Non ce n'era più nemmeno una, Isabel era svanita per sempre.

Che cosa hai fatto?” gridò fuori di sé, provando ad alzarsi.
Una raffica di vento violenta lo riportò ad accucciarsi, coprendosi la testa con le braccia per proteggersi. Una parte del parco si sgretolò in fine sabbia e venne risucchiata nel vortice, nel nulla e nell'oblio.
Sollevò con fatica lo sguardo e Raph era sempre lì, congelato nell'occhio del ciclone, immobile, forse nella gelida comprensione di ciò che aveva fatto.
Ma per pentirsi era troppo tardi.

CHE COSA HAI FATTO!” urlò Leo, spiccando una corsa verso di lui, piegato in due. Lo gettò a terra con uno spintone violento e quando furono entrambi giù, iniziò a colpirlo con furia e disperazione, come se ogni colpo potesse farlo poi sentire meglio o riportare indietro lei.
Hai ucciso Isabel!” lo investì, inorridito da quello che stava effettivamente dicendo, tempestandogli il viso di pugni, tenendolo al suolo con un ginocchio premuto contro il suo torace.
Anche se ciò che gli infliggeva era solo una percezione mentale del dolore, non di meno lo strazio che sentiva, il furore, doveva sfogarlo in qualche modo.

Quella non era Isabel!” si difese Raph, bloccando infine le sue mani e cercando di sospingerlo indietro.
Era l'unica che rimaneva! Era comunque una parte di lei. Invece adesso non... resta più... nulla” esalò il leader, spegnendosi ad ogni parola, cedendo alla consapevolezza e al dolore, che lo investirono in pieno.
Le sue spalle si incurvarono sotto quel peso, la testa si chinò verso il basso e sentì gli occhi bruciare; poteva sopportare l'idea di saperla con Raphael, poteva perché lei sarebbe stata felice e ogni suo sorriso gli avrebbe ricordato, ogni volta mentre moriva di un dolce dolore, che era stata la scelta giusta.
Ma non poteva sopportare che fosse morta, che il suo sorriso si fosse spento per sempre.

Sentì Raphael che lo spostava per potersi muovere, ma lui non reagì, lo lasciò fare; suo fratello si alzò deciso, come se il devastante tornado non fosse niente più che una brezza leggera per lui, un venticello primaverile sulla pelle. Eppure i detriti e le macerie gli volavano intorno con violenza, fischiando vicino a lui più di una volta.

Si incamminò a grandi passi verso la leonessa, rimasta sola, che si era accasciata a terra nel momento in cui tutte le manifestazioni erano scomparse, ormai spenta di ogni vitalità: il suo manto era diventato più scuro e lo squarcio che prima era solo sulla zampa, correva ora su tutta la schiena, doloroso a vedere; respirava a fatica e gli occhi dorati si stavano spegnendo.
Lo sguardo scintillò un secondo nell'osservare Raph che le si faceva vicino incredibilmente calmo, sicuro, fiducioso; alzò repentinamente il muso e snudò i denti affilati contro di lui, quando si fermò e si inchinò al suo fianco, allungando una mano verso di lei. Il respiro corto e sofferto fischiava attraverso le fauci.

Mi dispiace” sussurrò Raphael, tendendo la mano verso la sua testa, pronto anche a farsela mozzare. “Stai soffrendo per colpa mia, hai sempre sofferto per colpa mia.”
Luce sembrò quasi intenzionata ad azzannarlo per davvero; gli ringhiò contro, forse di dolore o di rimprovero, ma poi avvicinò il muso alla sua mano aperta e fiduciosa e la sfiorò con il naso, dolcemente, e smise di mostrargli i denti.

Raphael carezzò il suo muso e il collo, ma la mano si fermò quando raggiunse l'inizio della dolorosa ferita; Luce aveva riappoggiato il capo al suolo, sofferente, eppure in pace.
Mi dispiace, non volevo davvero farti soffrire” disse lui, sollevandola appena e stringendosela contro con amore e Luce chiuse gli occhi, forse pronta a svanire insieme a tutto il resto.

Però” continuò Raphael, carezzandole il collo, “lasciarti morire per punirmi... non credi che sia eccessivo, Isabel?”
Luce spalancò di colpo gli occhi dorati, più luminosi, più vivi.

Tu sei la vera Isabel” le mormorò convinto, chinandosi verso di lei, stampandole un bacio sulla fronte ambrata, che risplendeva sempre più ad ogni sua parola.
Così come il nome suggeriva, Luce divenne pura luce, brillante tanto da costringerlo a chiudere gli occhi, con forza, anche se continuò a stringerla, nonostante bruciasse, con l'intensità del sole.

Leo si accorse del bagliore che si spandeva crescendo attorno a lui, secondo dopo secondo, e combattendo il suo stato di apatia, sollevò lo sguardo verso di loro, sul nucleo luminoso che era Luce, e che stava cambiando in qualcos'altro, una forma che conosceva bene. Gli occhi gli facevano male tanto da lacrimare, o forse stava già piangendo da prima, ma non distolse lo sguardo nemmeno un secondo. Piantò le mani a terra e si sollevò lentamente, come in trance, per non perdere nemmeno un secondo di quel miracolo.

La luce fermò ogni cosa: il vortice distruttivo, il cielo nero e rosso che inghiottiva ogni cosa; la distruzione del parco si congelò e tutto scomparve, in un bianco assoluto e puro, un nulla luminoso e avvolgente.
Il tempo sembrava sospeso, un frammento di secondo fermo, che non scorreva, immobile.

Isabel smise di brillare, tra le braccia di Raph, e lì rimase, immobile e scoperta, riparando il viso nel suo petto, vergognandosi da morire.
Ormai, nel perfetto silenzio, si sentivano solo i loro lievi respiri, cadenzati, che sembravano musica.

Se non mi avessi riconosciuta, se non mi avessi trovata, sarei scomparsa... come lo sapevi?” chiese, quando si sentì di parlare.
Non lo sapevo” fu la sincera risposta di lui, che la stringeva con tutta la felicità concessagli, incurante di ogni altra cosa.
E allora come...?”
Non c'è una Isabel magica o una normale o una mutante... c'è solo Isabel. E lo sguardo di Luce è stato capace di farmi vergognare e contemporaneamente sentire speciale, come solo lo sguardo della vera te è sempre riuscito a fare” le confessò, con il viso nascosto tra i suoi capelli.

La sentì singhiozzare, commossa e imbarazzata, e poi allungare le braccia per stringerlo.
Torniamo indietro” le disse, carezzandole i capelli, un bacio sulla testa di sollievo, d'amore, di felicità.



Gli occhi di Isabel si spalancarono d'improvviso, mentre traeva un grosso respiro sofferto e liberatorio, come se stesse riemergendo da un'apnea di giorni, forse di anni, con la gola che bruciava.
Riconobbe il soffitto della sua camera da letto, il suo lampadario in carta di riso e bambù, giallo come il sole; ma era confusa, confusa sul perché fosse lì, sul come ci fosse arrivata. L'ultima cosa di cui era certa era di trovarsi in cucina e di aver preso la dose di mutageno lavorato... e poi l'oblio. Dolore forse, ma non ne era sicura.

Lo sguardo saettò vigile a destra e sinistra, frenetico e a scatti, finché non incontrò gli occhi di Raphael puntati su di lei e lì si fermò.
Si guardarono in silenzio. Lui era seduto su una sedia al fianco del suo letto, rigido e teso, con le braccia conserte, in una posa scomodissima da vedere, eppure immobile; aveva tolto la bandana e la osservava con gli occhi scuri pieni di serietà.
Per interi, silenziosi minuti continuarono solo a guardarsi, senza battere nemmeno le palpebre; Isabel aveva una dannata paura che se l'avesse fatto, qualcosa di orribile sarebbe accaduto.

Cosa sono?” chiese alla fine con voce roca, riferendosi al suo aspetto.
Sapeva che se lui era lì era solo per quello che aveva fatto, non sapeva ancora se per rimproverarla o altro, ma non era quello a cui pensava in quel momento.
Era ancora umana o si era trasformata? Non si sentiva diversa. Non si sentiva e basta. Il suo corpo sembrava intorpidito. Addormentato.

Una dannatissima idiota” rispose lui, alzando la voce e perdendo un po' della sua compostezza.

Isabel si sollevò lentamente per mettersi seduta, combattendo un violento senso di capogiro e nausea, poi, con un grosso respiro alzò le mani, presa dal timore di guardarle e le portò davanti al viso, rigirandole come pallidi ventagli, sorpresa.
Era rimasta umana.

Ti sei resa conto di quello che hai fatto? Rischiare la tua vita per diventare qualcosa che non sei, per piacere all'uomo che vuoi. È disgustoso! Sei la vergogna per ogni essere umano, per ogni donna” la aggredì lui, con un tono cattivo e velenoso.
Perché sì, lei si meritava un rimprovero, si meritava di essere ripresa, sgridata e Dio solo sapeva se non l'avrebbe anche voluta schiaffeggiare per la sua pazza decisione.

Isabel si bloccò, sconvolta. Abbassò le mani, mentre il respiro si faceva più corto.
Cosa diamine stai dicendo? Ma quale vergogna? Quale cambiamento per piacerti? Quale disgusto? Non hai capito nulla! L'ho fatto perché non mi importa nulla del mio aspetto, se è un ostacolo per stare con te. Questo corpo non ha senso, non ha valore, è solo l'involucro di ciò che sono. Questo volto, questa pelle, queste dita... niente di tutto ciò dice chi sono io. Niente di questo mi rende Isabel. Così come il tuo aspetto non ha nulla a che fare con ciò che sei. Io ti amo. Amo l'uomo che sei. Amo la tua dolcezza nascosta, amo la passionalità che metti in tutto ciò che fai, amo le tue paure, che ti rendono fragile, amo la tua testardaggine, le tue insicurezze, amo la tua impazienza. Non importa che aspetto hai, tu mi vai bene... semplicemente così come sei. E non mi importa di diventare una mutante, se potrò stare con te!”

Era arrossito, nonostante la rabbia che sentiva e la voglia di sgridarla per la paura che si era preso.
Perché quella era stata la cosa più bella che qualcuno gli avesse mai detto in tutta la sua vita. Ma era troppo. Isabel non poteva parlare sul serio. Non poteva davvero volere il pacchetto “mutante scorbutico”, non era giusto.

Lui doveva assolutamente farle capire che non potevano stare assieme, che non era possibile.
Ma allora non hai capito...” iniziò, seppellendo il calore che sentiva nel petto sotto una finta indignazione. Ma Isabel lo interruppe sollevando la voce, sporgendosi un po' in avanti.
Ho capito che mi ami. Ma che non vuoi stare con me, perché sei un mutante” dichiarò, interrompendo le sue bugie.
Non gli avrebbe dato tregua. Non l'avrebbe lasciato scappare, non ancora.

Raphael si sentì scoperto e il panico si trasformò in un secondo in rabbia, come suo solito, perché reagire con furore lo avrebbe distolto dalla verità che lei sapeva e che lui doveva assolutamente schivare, negare, rifiutare.
Si alzò in piedi, una scarica di nervosismo a percorrerlo per tutto il corpo, che non poteva farlo rilassare.

E cosa ti rende così maledettamente sicura? E se ti fossi sbagliata? Se ti fossi trasformata permanentemente e io non provassi nulla? Hai pensato che mi sarei sentito in colpa? Hai pensato che avresti messo sulle mie spalle la responsabilità e la colpa di ciò che saresti stata, costringendomi a prendermi cura di te, per sempre, anche contro la mia volontà?” sbottò fuori di sé, arrabbiato dalla sua testardaggine.
Non poteva fare sempre come le pareva.

La vide impallidire alle sue parole, nella presa di coscienza di una verità che non aveva pensato fosse possibile, che non aveva messo in conto. I suoi occhi erano lucidi, come se fosse in preda alla febbre.
Io... no, non ci avevo pensato. Ero così sicura. Così convinta che tu mi amassi, che non mi sono fermata a valutare la possibilità” balbettò incerta.
Non puoi fare cose del genere a cuor legg...” incalzò allora Raph, approfittando di quella debolezza, con solo un lieve rimorso.
Ma lei si riscosse sin troppo in fretta e con una espressione intensa e molto più convinta, lo inchiodò lì dove si trovava.

Dimmi che non mi ami. Guardami negli occhi e dillo. E io mi scuserò. E me ne andrò” esclamò con foga, stringendo il lenzuolo tra le dita, con nervosismo e paura.

Raph era paralizzato dal suo sguardo. Era vivido. Bruciante, di speranza e attesa. Sfolgorante. Non poteva guardare ancora in quegli occhi e mentire. Se lo avesse fatto, il rimorso di vedere quella luce spegnersi l'avrebbe tormentato in eterno.
Sto aspettando” soffiò lei, gli occhi fissi nei suoi.
Raph distolse appena lo sguardo, fissandolo nel piccolo triangolo di pelle tra le sue sopracciglia.

Non ti amo” disse poi, anche se un po' si sentì morire.

Bugiardo! Guardami negli occhi!” esplose con rabbia Isabel, le spalle scosse dall'ira per la sua continua presa in giro.
Raphael serrò la mascella e gli occhi, troppo esposto, troppo coinvolto. Il respiro era veloce e pesante, per sopperire al bisogno di ossigeno. Si fece forza. E riguardò in quegli occhi.
Ma non riuscì comunque a mentire.
Isabel sorrise, vittoriosa ed euforica, davanti alla sua espressione rassegnata e titubante.

E la rabbia lo invase.
Cosa accidenti vuoi da me? Vuoi che ti dica la verità? Ti amo. Ti amo così tanto che mi fa male il solo averti in una stessa stanza, perché ogni singola cellula del mio corpo lotta contro la voglia di stringerti e baciarti. Ti amo così tanto che il solo sentire il suono della tua voce mi fa battere il cuore dolorosamente contro le costole, ad una velocità allarmante. Ti amo così tanto che al solo pensiero di saperti con un altro mi sento così male, che mi trapasserei coi miei stessi Sai, per non dover soffrire ancora. Ti amo, Isabel. Ti ho amata per ogni istante, da quel Settembre sotto la pioggia.
Ma non posso stare con te.
Perché questa non è una favola, non c'è il lieto fine. Alla fine di questa storia la bestia non diventa uomo, il ranocchio non diventa principe... resta il mostro che è sempre stato. E i mostri non hanno il 'e tutti vissero felici e contenti'.
E perciò io non posso darti una vita normale. Non posso darti una famiglia. Una casa. Forse nemmeno figli. Non posso portarti a cena fuori. Non posso passeggiare con te per le vie, mano per la mano, sotto la luce del sole. Non posso portarti al cinema e abbracciarti mentre guardiamo un film strappalacrime. Non posso darti nulla. Non ho nulla da offrirti. Solo buio e umidità. Solo una vita da reclusi e reietti, per soffitto il pavimento del mondo!”

Ci fu silenzio, dopo la sua confessione, dopo che finalmente aveva estirpato la verità dal suo cuore e gliela aveva mostrata, con rabbia per la sua debolezza e il batticuore per aver rivelato alla fine quel sentimento, per ciò che avrebbe comportato.

Isabel tremava. Coi lucciconi agli occhi, incredula ed emozionata. Era la prima volta che Raphael le diceva di amarla; mai, mai le aveva detto prima quelle due parole, che si ripetevano nella sua mente con incredulità, con una dolcissima eco, scandendo i secondi.
Ti amo. Ti amo. Ti amo.
Scostò il lenzuolo e fece per scendere, ma barcollò per la foga con cui si era mossa, forse, o ancora per i residui della droga nel suo corpo, e lui si gettò all'istante in avanti, per sorreggerla.

Isabel si aggrappò alle sue braccia, con forza, tanto che le unghie stridevano contro il tessuto della tuta, con un rumore leggero.
Chi ha mai detto che io voglia qualcosa? Cosa mi importa di queste cose? A cosa mi servono? Pensi che mi renderebbero felice? Voglio solo stare con te, Raffaello! Ho già potuto scegliere e ho rinunciato ad una vita da regina, per starti accanto. Perché non mi interessa avere tutto, se non posso condividerlo con te!
Hai la famiglia migliore del mondo, una casa fantastica al sicuro da occhi indiscreti. E non importa se potremmo non avere figli, non sono una priorità. Possiamo cenare di notte, sul tetto di un grattacielo e passeggiare mano nella mano sui cornicioni, sotto la luce della luna. Guarderemo un film stretti sul divano, vicini tanto da sentire l'uno il respiro dell'altra. Quello che mi offri è più di quanto potessi desiderare e mi sta bene stare sotto i piedi del mondo, se sono con te. Non voglio niente di più!”

Fu il suo turno di tremare, per l'intensità di quella dichiarazione, per la forza di quell'amore che non sapeva se meritasse davvero, che voleva e non poteva concedersi.
No! Adesso parli così, ma un giorno... un giorno ti sveglierai e capirai che hai sbagliato, che io sono stato uno sbaglio. Capirai che puoi avere di meglio e te ne andrai!”
Eccola, la verità nascosta, eccola la paura che c'era dietro a tutto, che solo Leonardo aveva visto davvero e che alla fine, anche se indirettamente, aveva ammesso.

Tu sei il meglio, Raffaello! Ti amo e sono sicura di ciò che provo per te come per nessuna altra cosa nella mia vita. Non tenermi a distanza solo per la prospettiva di un futuro nato dalle tue paure. Stai facendo del male ad entrambi” fu l'accorata replica di Isabel, infervorata e decisa a smontare quelle sue paure e convincerlo a cedere, a darsi una chance.
Io voglio solo che tu sia felice” continuò imperterrito lui, sempre più incerto, sempre più flebilmente.
E allora amami! È tutto qui il segreto” insisté lei, che a livello di testardaggine forse era l'unica che poteva tenergli testa.

È uno sbaglio....”
Ti amo, Raffaello.”

No, non capisci, tu...”
Amami, Raffaello.”

Perché non vuoi vedere la verit...”
Ti amo Raffaello.”

Non poss...”
Amami, Raffaello.”

Smettila di ripeter...”

Isabel, che si era avvicinata sempre più ad ogni botta e risposta, si sporse e tese verso l'alto, e afferrandolo per il colletto, lo attirò verso di sé e lo baciò, zittendolo definitivamente.
E se per qualche misero secondo Raphael era rimasto immobile, sorpreso dal suo gesto, e se per qualche altro ebbe l'insana idea di staccarsi e allontanarla da sé, alla fine cedette e allungò le braccia, stringendola con tutto l'ardore possibile, ricambiando quel bacio dal profondo del cuore.
Se doveva pentirsene, lo avrebbe fatto per aver peccato fino in fondo.
E niente era stato più bello sapendo che non era giusto, nulla come averla tra le braccia, e assaporarla e sentirla e amarla.

Fu straziante quando lei si staccò, posando dei piccoli baci consolatori sulle sue labbra, come per rendere il distacco più dolce, forse anche per sé stessa.
Concedici una possibilità, Raffaello” sussurrò, poggiando un altro tenero bacio.

Era dilaniato, ma le sue convinzioni e le sue paure andavano via via sciogliendosi, sradicate cellula dopo cellula dalle sue labbra.
Promettimi che non andrai mai più via, che non mi sveglierò una mattina e scoprirò che tu non sei più al mio fianco. Promettimi che non ti pentirai mai di amarmi, promettimi che saremo felici, promettimi che questo non è tutto un enorme sbaglio” pretese, con tutta la sua insicurezza, desiderando ancora quei baci, che si portassero tutto via e gli lasciassero invece quell'estasi paradisiaca, quel benessere che solo lei sapeva donargli, per l'eternità.

Si specchiò negli occhi lucidi di lacrime di Isabel, così vicini da poter cadere in quelle profondità e non riemergerne mai più. Le sue piccole mani lasciarono andare il colletto e risalirono come una lieve carezza fino al suo viso e lo circondarono con amore.
Ti prometto che niente potrà mai più portarmi via da te, nemmeno la morte. Ti prometto che non lascerò mai il tuo fianco, nemmeno per un secondo, nemmeno per un respiro. Ti prometto che non mi pentirò mai di amarti, che saremo sfacciatamente felici, prometto che stare assieme non è uno sbaglio. Prometto, Raffaello. Prometto.”

Raph le circondò il viso con le mani e lo attirò verso il suo e fu lui a baciarla, in un tacito consenso, cedendo alla fine. E non importava se i baci erano salati per le lacrime di Isabel, sapevano solo più di vero, erano lacrime di felicità.
Dillo ancora un'altra volta, ti prego” chiese Isabel, tra un bacio e un altro, quando dovevano pur riprendere fiato.
Ti amo, Isabel” confessò Raphael, senza smettere di stringerla e depositare piccoli baci sul suo viso, ora che finalmente poteva tenerla e amarla, e nessuno gliel'avrebbe più portata via.
Il suo sorriso fu meraviglioso, splendido e il più luminoso, contornato da piccole lacrime lucide, così dolce, così pieno di amore.

Ti amo, Raffaello.”
Lo so”1 fu la risposta di lui, che la fece scoppiare a ridere, il suono presto soffocato dal bacio successivo e da quello dopo ancora e ancora e ancora.



Nel salotto, seduti sul divano e la poltrona color crema, in perfetto silenzio, tre mutanti e un ragazzino evitavano di guardarsi in volto, tutti troppo imbarazzati da quello che avevano perfettamente e chiaramente sentito, fino a pochi secondi prima. Stranamente però, nessuno di loro aveva lasciato l'appartamento durante il battibecco tra i due amanti, seguendo dal di fuori con discreto interesse.

Rimasero ancora un paio di secondi in silenzio, ma dalla camera non arrivava più nessun suono.
Ok, ora di sloggiare” sentenziò in imbarazzo Don, alzandosi dal divano. La sua mano si chiuse sull'orecchio di Steve, sollevandolo volente o nolente, costringendolo a seguirlo.

Avremmo dovuto dirgli che dal salotto si sente tutto quando parlano nella camera?” domandò Mikey con innocenza, accodandosi alla loro scia.
Donnie aprì la finestra e uscì nel piccolo terrazzino, seguito immediatamente da Steve e poi gli altri due, nella notte scura dell'equinozio d'autunno, primo giorno della nuova stagione.

No. E non avremmo nemmeno dovuto ascoltare” confessò il genio, solo lievemente risentito per ciò che avevano fatto.

Michelangelo sorrise, un grosso sorrisone poco pulito. Tirò fuori il Shellcell e premette un pulsante e la voce registrata di Raphael si diffuse d'un tratto attorno a loro.
...Vuoi che ti dica la verita? Ti amo. Ti amo così tanto che mi fa male il solo averti in una stessa stanza, perché...”

Mikey ripremette il pulsante e la voce scomparve, ma non il suo sorrisone maligno.
E perdermi questo? Lo ricatterò a vita con questa registrazione!”ghignò felice, davanti alle loro facce sorprese e forse un po' sconvolte.
Almeno sappiamo per quale motivo ti ritroveremo morto nel tuo letto” soffiò ironico Don, salendo nel cornicione e tirando su Steve, che barcollava per l'altezza, con lo sguardo incollato sulla strada di sotto, pieno di paura.

Poi, Donnie si voltò verso Leo, e si bloccò, con un sospiro affranto. Il leader chiudeva la loro fila, silenzioso e spento, cercando di nascondere la sua sofferenza. Scese dal muretto, -mentre Steve ci si aggrappava imprecando perché lo aveva lasciato lì sopra da solo,- e lo raggiunse; Leo non si accorse della sua presenza finché Donnie non gli poggiò una mano sulla spalla. Allora, e solo allora, alzò lo sguardo e incontrò il suo.

Sono fiero di te” gli disse, stringendo la presa. “Lo sono sempre stato, ma beh, adesso anche di più.”
Mikey si unì, circondando ognuno di loro con un braccio.

Anche io! Ho adorato soprattutto il pugno che hai dato a Raph!” ridacchiò allegro, contagiandoli con la sua risata.
E” incalzò quando ebbero smesso di ridere alle spalle del loro fratello, “sono sicuro che ti innamorerai ancora, O fearless leader. E che questa volta sarà quella giusta. Chi non vorrebbe uno perfetto come te come fidanzato?”

Leo sorrise commosso della sua premura, e l'abbraccio divenne per un secondo più forte, loro tre stretti nella notte.
Ma comunque sarò io il prossimo a trovare la ragazza, assicurato. Sono il più carino” aggiunse ancora Mikey, rompendo il momento.
Stavano ancora ridendo, quando la voce terrorizzata di Steve li raggiunse.

Qualcuno vuole per favore venire a salvarmi da questo cornicione?” esalò esasperato, aggrappato alla pietra come un'edera.
Con una risata ancora più grossa, i tre corsero in suo soccorso, poi, con un grande balzo si lanciarono nella notte, lasciando ai ritrovati innamorati tutta la privacy per parlare, amarsi, parlare, amarsi e parlare ancora, senza fretta, con tutto il tempo del mondo davanti a loro.



1: “Lo so” è la risposta che Han Solo da alla principessa Leia quando lei gli dice di amarlo, in Star Wars! Mascalzone! Ma sempre d'effetto.


Note:
Fine.

Ecco, anche questa avventura è finita.
Mi sento felice, triste, un gran calore nel petto per il vostro affetto, un grande vuoto per aver finito un'altra storia. Spero che vi sia piaciuta, con tutto il cuore.

Grazie infiniti, come l'universo in continua espansione, per aver letto, a chi ha commentato con affetto accompagnandomi nel viaggio, a chi ha messo questa e le altre storie tra i preferiti, i ricordati, a chi l'ha seguita in silenzio.
Vi ringrazio, con tutta la gratitudine che provo.

Ora, l'avventura continua, per chi vorrà continuare a seguire questa serie: la terza storia si intitola “Don't let me go” e inizierò a postarla subito dopo una miniraccolta di momenti dolciosi e buffi tra i nostri due piccioncini, storie che coprono l'arco di tempo che intercorre tra la fine di questa e l'inizio dell'altra, quasi un anno.
Certo, le storie come vedete sono fine a sé stesse, sono sempre conclusive e quindi non siete obbligati a leggere i sequel, ma più si va avanti più le cose crescono, evolvono, si fanno interessanti. Spero.

E poi continuerò le OS sui comics, ho una nuova storia in programmazione che non c'entra nulla assoluto con questa serie, e un'altra raccolta di OS ancora, più qualcuna singola, a sé.
Perciò, ecco, non vi libererete tanto in fretta di me, ma fino al prossimo incontro, arrivederci e un grandissimo, caldissimo e affettuosissimo abbraccio!

Switch

  
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