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Autore: Akiko849    18/12/2014    1 recensioni
Non le era mai piaciuta l’idea dei regali di Natale. Neanche quella dei regali di compleanno, in realtà. Non le piacevano i regali programmati, insomma. Perché scervellarsi nel cercare qualcosa di adatto quando non si aveva la più pallida idea di cosa regalare, quando i prezzi di qualsiasi articolo erano più alti di qualsiasi periodo dell’anno, quando la reazione della controparte non era altro che un sorriso tirato e un grazie imposto dall’etichetta?
Perché, ammettiamolo, non esiste qualcuno che sappia cosa regalare a Natale.
Genere: Comico, Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La pazzia del Natale si sta impadronendo di me XD
Ma soprattutto, il problema dei regali si sta allargando diventando una voragine dalla quale non è possibile sfuggire (ma io ci proverò lo stesso =P).
Così, dalla pazzia di una pausa pranzo alla disperata ricerca di regali non troppo idioti è nata questa one-shot, che spera di essere leggera, corta e piacevole.
Ci sono riuscita o no? Ai recensori l’ardua sentenza!
 
Un bacione,
Akiko
 
PS: siate magnanimi, è la mia prima fanfiction..!

 
 
  

Tempo di Natale, tempo di regali

 
 
Era Natale. Di nuovo.
Era tempo di regali. Di nuovo.
 
Sospirò, presa dallo sconforto, il cucchiaino che mescolava con disinteresse la cioccolata calda di un bar del centro che dava direttamente su Piazza delle Erbe.
 
Non le era mai piaciuta l’idea dei regali di Natale. Neanche quella dei regali di compleanno, in realtà. Non le piacevano i regali programmati, insomma. Perché scervellarsi nel cercare qualcosa di adatto quando non si aveva la più pallida idea di cosa regalare, quando i prezzi di qualsiasi articolo erano più alti di qualsiasi periodo dell’anno, quando la reazione della controparte non era altro che un sorriso tirato e un grazie imposto dall’etichetta?
 
Il cucchiaino girava sempre più velocemente dentro la tazzina, ma Alice sembrava non accorgersene finché una sensazione di bruciore non la riportò alla realtà.
« Merda! » imprecò tra i denti, strappando un fazzolettino dal portatovaglioli per pulirsi una chiazza di cioccolata che le era finita sui jeans.
 
Matteo la guardò di sottecchi, alzando un sopracciglio, una domanda che traspariva dai suoi occhi nocciola e che presto avrebbe trovato risposta.
 
Alice appoggiò malamente il tovagliolino stropicciato di fronte a lei e lo guardò, interrogativa ed esasperata. « Me lo spieghi, allora, perché continuiamo a farci regali inutili? A Natale, intendo. Ah, mi riferisco ai regali tra colleghe. Cioè… conosco sì e no i loro nomi, figurati i loro gusti! »
 
« Beh, è semplice, loro fanno il regalo a te e tu lo fai a loro. Fine ». Il suo interlocutore tornò a sorseggiare la cioccolata calda.
 
« Ma… »
Disperazione, indecisione, rifiuto: tre parole che di sicuro dovevano comparire nel libro Come capire le donne, capitolo 1 I problemi emozionali. Perché di sicuro se qualcuno avesse scritto quel libro il capitolo 1 doveva assolutamente trattare delle emozioni. E di problemi. E di problemi legati alle emozioni, che di quelli le donne erano piene dalla punta dei capelli alle unghie dei piedi.
 
Matteo stroncò la sua domanda sul nascere e bloccò la tazzina a mezz’aria, sospesa tra il piattino e la sua bocca. « È una convenzione sociale non opzionale ».
Semplice, diretto, chiaro: genuinamente uomo.
 
« Ehi! » esclamò Alice. « Citazione ufficiale di Sheldon Cooper! Non avrai ricominciato a guardare tutta la serie TV?! »
 
« Nah, solo buona memoria » liquidò. « Dai, fammi vedere cosa hai comprato ».
 
Lo squadrò prima di acconsentire. « Solo se prometti che non riderai di me ».
 
« Giurin giurello » la prese in giro Matteo con voce infantile.
 
Alice alzò gli occhi al cielo e riaprì il sacchetto prima di consegnarlo alla mano che si allungava verso di lei, oltre il bordo del tavolino. Cinque candele decorate con frutta secca la riportarono con la mente all’immagine del banchetto altoatesino dal quale le aveva acquistate, all’ordinata confusione di statuine e ghirlande e all’odore dei würstel del venditore accanto. I colori esposti la avevano subito attirata, lasciandola incantata ad ammirare quelle fantasie che le facevano allontanare dai pensieri il grigiore e la nebbia delle giornate invernali.
 
Già. I colori.
 
Consegnò il sacchetto al suo amico – se amico poteva considerarsi quello strano esemplare di uomo con una pazienza infinita nel sopportare tutte le sue lamentele – e si passò una mano fra i capelli mentre il suo sguardo volava fuori dalla vetrina, imbarazzato, e le sue dita si aggrovigliavano attorno al fazzolettino abbandonato sul tavolo.
 
Matteo sbirciò nella borsa di plastica. Il suo sguardo, dapprima neutro, si fece mano a mano più curioso, le labbra si arricciarono verso l’alto e il suo respiro divenne irregolare.
« Alice » bisbigliò, un attimo prima di scoppiare a ridere. « Perché diamine hai comprato una candela verde mela? »
  
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