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Autore: Le Cicche    20/12/2014    5 recensioni
Ciao a tutti, mi presento, il mio nome è Elson Drevis, ho diciannove anni e vivo in Germania con la mia famiglia. Vi voglio raccontare le disgrazie che vivo a causa loro, perché la mia non è una famiglia normale…è una famiglia di RPG. Mia madre è un fantasma, mio padre uno scienziato pazzo…la mia sorellina…vuole seguire i suoi passi. Ho uno zio pittore e i mei cugini Garry e Mary non hanno tutte le rotelle a posto, beh ma d’altronde neanche le altre mie cugine Ellen e Viola…non ho ancora capito chi delle due è chi! Ho due cugini alla lontana che si contendono la mano di una ragazza maledetta e due zii vampiri…e questo è solo l’inizio.
Ora signore e signori…ditemi voi io come posso sopravvivere, vi prego VENITEMI A SALVARE!
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La mia grande e felice famiglia RPG

 

Ciao a tutti, il mio nome è Elson. Ho 19 anni e vivo in una sperduta regione della Germania, in un posto in cui non sembra passare mai nessuno se non dei poveri sfigati che…no! Procediamo con calma! Rincominciamo…dicevo…mi chiamo Elson Drevis, vivo in Germania assieme alla mia famiglia, una particolarissima famiglia. Io? No io sono un ragazzo normalissimo, forse solo un po’ distaccato dal mondo, ma vi renderete conto che vivendo con una famiglia così o ci si estranea da tutto, oppure si arriva alla pazzia.
Mia madre è morta l’anno scorso…nessuno sa come. Comunque ora il suo fantasma gira per la villa riportando in vita tutti
I CADAVERI che vi si trovavano. “Cadaveri in una villa?” vi starete chiedendo “ma quanti vuoi che ce ne siano?” eeeeeh molti credetemi! Mio padre è una specie di scienziato pazzo che fa esperimenti su vagabondi che raccoglie per strada. Bello vero? E vi chiedete perché io sono associale? Chi vorrebbe mai essere mio amico! Ah dimenticavo, ho anche una sorellina di 11 anni, si chiama Aya, è carinissima, ha capelli lunghi e neri e occhi blu…ha solo un piccolo difetto…vuole seguire le orme di papà.
OOOK! La storia della maledizione di mamma si è risolta nel giro di una notte e ora siamo tornati a essere una famiglia
FELICE anche con mamma che non se ne vuole andare perché deve proteggermi. Lo trovo molto carino…ma detto tra noi, da cosa dovrebbe proteggermi?...anche se papà l’altro giorno si è messo a farmi un discorso sul quanto sarebbe bello se la mia bellezza durasse in eterno, se i miei capelli biondi potessero essere sempre così, come anche i miei occhi azzurri e il mio bel visino, e il fatto che l’unico modo per farlo sarebbe stato trasformarmi in una bambola…ma sono sicuro scherzasse AHAHAHAH VERO?
Beh ora avete un’idea generale della mia famiglia, vi presenterò anche i miei cugini e zii appena sarà necessario, ma come detto prima procediamo con calma, ho molte storie da raccontarvi; quindi sedetevi comodi, mettete la luminosità dello schermo come meglio preferite, procuratevi delle patatine e spero che le avventure della mia famiglia possano piacervi!

 
By Elson Drevis

 

14 LUGLIO 2014
Sono appena le sette e mezza, visto che siamo in piena estate non dovrei pensare nemmeno ad alzarmi, ma qualcuno bussa alla mia porta con troppa insistenza. –Chi è?- biascico con un tono da bimbo a cui hanno strappato le caramelle. –padroncino Elson, vostro padre vuole parlarvi con urgenza!- Io non rispondo e ficco la testa sotto il cuscino, sento bussare di nuovo –padroncino! Avete sentito? Posso entrare?-
-
NO!-
Sbattendosene altamente della mia risposta Maria, la nostra cameriera e aiutante di papà, entra in camera mia spalancando le finestre e canticchiando la sua solita canzoncina –
ESAUDISCO TUTTO Ciò CHE VUOLE, FACCIO QUESTO SOLO PER LEI DOTTORE- Quella canzone ha il potere di mettermi in soggezione. Tiro fuori la testa da sotto il cuscino e mi siedo sul letto fissando Maria mezzo addormentato; lei mi guarda e scoppia a ridere coprendosi compostamente la bocca con la mano. –Sembrate un galletto con i capelli sparati in aria! In ogni caso…è meglio che vi muoviate, vostro padre richiede la vostra presenza alla svelta, ha già tirato fuori la motosega!-
Quando papà tira fuori la motosega bisogna correre…
Mi getto giù dal letto passandomi una mano nei capelli scompigliati per dargli almeno una forma decente; comincio a sfilarmi i pantaloni del pigiama per cambiarmi e scendere da mio padre, quando faccio caso a quel
PICCOLO PARTICOLARE. Mi volto con la testa verso Maria e le lancio uno sguardo di rimprovero.
-Ti dispiace?-
-No affatto…-
Alzo un sopracciglio senza staccare le mani dall’elastico dei miei pantaloni. Maria continua a fissarmi con le mani allacciate davanti alla gonna. –Maria!-
-Si?-
-Mi dovrei cambiare-
-Oh si certo! Vuole una mano?-
-
NO, SICCOME NON SONO UNO SPOGLIARELLISTA MI PIACEREBBE POTERMI CAMBIARE DA SOLO SENZA NESSUNO CHE MI FISSI!-
-Oh certo! Mi perdoni!-
Appena Maria esce dalla stanza mi spoglio e mi rivesto a tempo record; esco di camera correndo e andando quasi a sbattere contro la parete di fronte; tutto questo mentre mi infilavo con una mano la camicia nei pantaloni.
Arrivo nella sala da pranzo al piano terra e li trovo tutta la mia
ADORABILE famiglia. Mia madre svolazza a qualche centimetro sopra una sedia mentre osserva mio padre giocare con la sua colazione. Aya sta inzuppando i biscotti al cacao nel latte con lo sguardo perso. Maria deve avermi preceduto e ora sta servendo il caffè a mio padre, accanto a lei c’è Dio (lui è uno di quei cadaveri che vi dicevo sono stati riportati in vita da mia madre, visto che sia lei che Aya si sono affezionati tantissimo a lui ora fa da cameriere assieme a Maria)…bravo ragazzo, basta non fissare troppo la sua parte destra della faccia.
Mio padre si è accorto di me ed è saltato in piedi tagliando un pezzo di tavolo con la motosega. –Elson, eccoti qui! Ho una notizia importante da darti! Mi è appena stata recapitata una lettere che dice che siamo invitati tutti quanti all’inaugurazione della galleria d’arte di Guertena…te lo ricordi lo zio Guertena?-
-Vagamente, ricordo bene i figli però.-
E chi se li dimentica? I mei cugini di terzo grado, i figli dello zio Guertena, si chiamano Garry e Mary, sono entrambi due talenti artistici incompresi…e posso capire il perché. Di loro ricordo soprattutto le rose blu e gialle, caramelle al limone, spatole da pittore e manichini…
TANTI MANICHINI.
-Quindi dobbiamo andarci per forza?-
-Certo- Mi risponde mio padre euforico. –Sarà un’occasione per rivedere tutta la famiglia!-

NO! VI PREGO NO! NON TUTTA LA MIA FAMIGLIA! È UNA COSA CHE VA OLTRE LA MIA SOPPORTAZIONE MENTALE.
-Ma padre…-
-Sssssh niente “ma”, ci andiamo e basta! Poi qui ci sono due notizie, una bella e una brutta. La brutta è che sfortunatamente quel buono a nulla del postino ci ha recapitato la lettera in ritardo, così ora abbiamo poco tempo per prepararci visto che la mostra è tra due giorni! La bella notizia è che ora quel postino non causerà più danni visto che è steso sul lettino giù nel mio laboratorio!-
Aya scoppia a ridere euforica –papà posso trasformarlo in una bambola?-
-Certo amore mio, tutto quello che vuoi!-
Mi lasciò cadere su una sedia e Dio mi serve la colazione in silenzio tombale…ahahah no sul serio, stiamo seri.
Mentre salgo le scale per tornare in camera a fare le valigie Aya mi raggiunge e mi salta sulle spalle allacciandomi le sue piccole braccia al collo –Hey fratellone sei felice di andare a trovare gli zii?-
-Si molto- Ok, ho mentito.
-Anche io! Rivedrò tutti i nostri cuginetti! Non vedo l’ora di poter giocare di nuovo con loro!-
-Sono sicuro che anche loro saranno molto felici di giocare con te!-
-Lo pensi davvero?-
-Perché non dovrei?-
-perché io voglio fare il lavoro di papà e tu non lo accetti.-
Mi schiarisco la voce e faccio scendere Aya dalle mie spalle per farla sedere sul suo letto, visto che siamo arrivati in camera sua. –Ascolta tesoro mio, papà fa del male alle persone, so che magari il suo lavoro può sembrare affascinante ma non è eticamente corretto seguire le sue orme, non è così che ti costruirai un futuro. Ok?-
Lei mi sorride radiosa –Non ha capito niente di quello che hai detto.-
Devo avere la troll face, non vedo altre possibilità.
-fratellone…-
-Dimmi-
-Hai degli occhi bellissimi! Me li presti per la bambola che sto facendo?-
-
NO. Fai le valigie Aya, ci vediamo dopo, ok?-
-Ok- Mi risponde lei offesa. Brava bimba!
Terminate le valigie tutti quanti le portiamo in cortile, pronti per partire, Mentre papà e Maria controllano di aver preso tutto, e mamma saluta i suoi zombie, io, Aya e Dio aspettiamo all’entrata. Qualcuno si avvicina alla nostra villa. Chi sono quelle due pazze che si stanno avvicinando a Villa Drevis di loro spontanea volontà? Probabilmente non sanno che qui ci abita mio padre…
Una delle due ragazze sventola una mano per attirare la mia attenzione. –Elson! Siamo arrivate!-
Non ci posso credere…
-Viola?-
-CIAOOOOO!-
Viola e Ellen sono le nostre cugine di primo grado, orfane…si come la metà delle persone nella mia famiglia, e che vivono sole in una villa mega galattica ma ancora più inquietante della nostra…con un gatto nero di nome Yo. Viola è solare e allegra, Ellen…l’esatto opposto, in più è pure una strega. Vi state iniziando a chiedere che razza di gente conosco vero?
AHAHAHAH ME LO CHIEDO ANCHE IO.
Ellen accelera il passo e corre ad abbracciarmi –Cuginetto!- Wooo fermi tutti! Vi ho appena detto che Ellen non è affatto amichevole e questa viene qui ad abbracciarmi e a farmi passare per cretino? –Ellen…come simo…solari!-
Lei mi lascia e assume un’espressione turbata. –Scusa a dire il vero io sono Viola.-
Ok…ora sono confuso sul serio.
-Che vuoi dire?-
Viola ( o almeno quella con le sue sembianze) mi si avvicina gongolando.
-Non mente sai? Io sono Ellen! Ho fatto un incantesimo per scambiare i nostri corpi…fino a domani. È solo un esperimento.- Poi se ne va ridendo diabolicamente.
Viola, la vera intendo, mi guarda dubbiosa –Dimmi che non solo io ho il sospetto che non rivedrò mai più il mio corpo!-
-Ahi!-
-già…-
Mio padre esce in cortile con una valigia enorme da cui cola una sostanza rossa…non voglio sapere cos’è.
-Viola, Ellen, ben arrivate! Siete pronte a partire?-
-Certo zio!-
-Benissimo! In macchina! Guida Maria e io mi siedo di fianco! L’ultimo che sale è un Mad father!-
Sarà una luuuuunga
RIUNIONE DI FAMIGLIA!
 

 

 

 

   
 
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