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Autore: Shirokuro    20/12/2014    1 recensioni
{ seitaro centric; seitaro/rin | possibile ooc | raccolta di 4 one-shots di varia lunghezza basate sui quattro finali | angst?; introspettivo; fluff? | spoiler? }
#3 – Come acqua fra le dita;
E sentiva il calore che lo circondava, avvertiva un abbraccio senza speranze. Perduto. Aveva perso tutto, in quel gioco crudele. Come se le dita avessero attraversato la sostanza della quale era fatta la vita e le avesse permesso di andarsene, nella stessa maniera in cui fa un liquido. Come se la vita fosse fatta di capelli biondi.
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sarebbero un sacco di cose da dire su questa Raccolta. Vorrei dire un sacco di cose - raccontarvi del mio amore per la SeitaRin e per Wakasugi, cosa penso del mio operato, di come abbia finito per fare quest'icon con qUESTA FANART HHH ed altre cazzate simili. Mi soffermerò solo su qualcosina, per essere corretta; magari il resto nei prossimi angoli d'Autrice.
Inizialmente avevo intenzione di pubblicare la prima one-shot solo quando avrò finito di scriverle tutte e quattro (non credo che il game over se si accetta Seitaro valga come finale) per aggiornamenti regolari e mi ero detta che sarebbe stata la prossima pubblicazione, ma mi sto molto impegnando nello scrivere una fan fiction su Mary from Ib e sono certa che non riuscirei mai a completare le ultime due prima di questa che invece voglio postare il prima possibile. Quindi stasera posto la one-shot basata su Yaobikuni e tra due settimane quella su Forever Deep.
Sinceramente, non sono molto sicura del risultato, anzi, la trovo molto scialba come fan fiction e penso che non renda onore al mio amato Seitaro - moribondo, ma sempre lui è - e l'ho conclusa un po' così. Però mi rifarò con la prossima, che spero valga di più. Ho semplicemente voluto scrivere di questo personaggio confuso, fino a poco fa impazzito e forse parzialmente rinsavito dopo la caduta. Spero che la gradirete, è molto breve e non credo per nulla pesante od esagerata. Quindi vi auguro una buona lettura ed anche se in anticipo di un pochettino, buone feste!

 
L’allegro titolo della tragedia solitaria
   Aveva sempre avuto un buon odore, Rin. Addirittura il suo sudore gli piaceva. Anche le sue emozioni – la gioia, l’ansia, la felicità, il terrore, l’incertezza – avevano un loro profumo, un meraviglioso profumo, ma non aveva mai avuto l’occasione di carpirlo da così vicino. Il suo viso non era mai stato così prossimo al proprio. Non stava mentendo. Anche ora che si trascinava a stento, voleva averla accanto – perché diamine non mi sono lasciato aiutare. Non poteva parlare, non aveva nemmeno le forze necessarie per piangere. Avevano fatto la stessa fine di Yuta e Yuka, indipendentemente da cosa volesse.
   Ma lui la voleva davvero al suo fianco, riusciva a pensare solo questo. Forse mentre la sua mano sinistra stringeva forte la spalla della bionda, aveva desiderato qualcosa di più. Cavolo, Rin. Perché devi essere così dannatamente bella? si tormentava. Voleva sentire il calore della sua pelle ancora per un poco. Non riusciva a trattenere la gioia del solo pensiero. Sei anche adorabile.
   Poteva ancora vedere l’incerta immagine di come stesse per piangere mentre le ordinava di togliere l’ascia dal suo petto. Le dita insicure, tremolanti, tentate dal fermare le lacrime che le offuscavano la vista. Aveva mormorato una preghiera a nessuno: «Ti prego... fai che non muoia... non voglio... ti prego, cazzo!» Che stupido, si rimproverò. Non doveva essere lui quello spaventato dalla solitudine?
   Provò ad immaginarsi al posto di Rin: Yuka e Yuta erano cadaveri nella villa ed ora lui si aggiungeva al necrologio. Da sola, senza nessuno a cui fare inutili domande, senza qualcuno che la riprendesse se sbagliava, senza di lui a svegliarla nel caso svenisse per la fame o la tensione crescente della situazione. Come era riuscito a rovinare tutto? Tutto crollato come un castello di carte. Il fante – Yuta – aveva seguito il dieci del proprio seme – Yuka –, trascinando con loro il re – Seitaro – ed abbandonando la regina – Rin –, ancora nelle mani ferme del Destino.
   Ripensò alle storie che aveva letto nella dimora. Erano tutte tristi. Mi spiace, Rin. Dannazione se gli dispiaceva. Ora sarebbe morta anche lei. Sarebbe impazzita come tutti, come lui? Sarebbe semplicemente morta di fame? L’avrebbero ritenuta colpevole degli assassini? Sarebbe riuscita a scappare? Qualcuno l’avrebbe creduta? Come aveva potuto andarsene, ammattire in quel momento?
   Era stato così felice in quel secondo in cui era stato in grado di sconfiggere le inibizioni e cingerla negli arti... si era ritenuto completo, eppure ora si ritrovava a fare i conti con la morte. Perché aveva deciso di rivelarle le sue paure! Come si era ritrovato quell’ascia in mano? Come aveva potuto inseguirla per la vecchia villa?
   Una fitta alla testa: inutile emicrania.
   «Mi... di... spiace, Rin...» di averti lasciata sola. Di essermi innamorato di te. Di averlo capito al momento sbagliato. Di averti abbandonata. Come mi dispiace, diamine.
   Ed ora eccolo, a fare l’antagonista del romanzo drammatico. La nostra è una storia, uh? Allora chiamiamola Valzer. Come una danza che non sarebbe mai riuscito a fare. Aveva spesso fantasticato sul proporglielo, ma non era riuscito a dar voce al suo stupido impulso - lo era veramente. Ma prima di uccidere il suo sguardo vivo e coraggioso, voleva vederla ballare. Come nei libri.
   Aveva letto di galanti cavalieri che corteggiavano con sadico doppio fine, ma anche di giovani sinceri mossi solo dal desiderio innocente di avere quel piccolo ma dolce onore. Si sarebbe divertito a vederla inciampare e dare la colpa a lui, alla polvere, alla gravità, alla tensione, al fatto che non aveva mai avuto bisogno di ballare e che era stupido farlo allora – ma avrebbe continuato a provare per dimostrare che in fondo era capace ed evitare la totale figuraccia col rivale. Sarebbe stato esilarante, sarebbe stato bello.
   Era stanco, constatò mentre il respiro veniva a mancare e l’acqua era finalmente davanti a lui; non riusciva più a tenere a freno i suoi pensieri ed accennò un sorriso accorgendosene. Avrebbe ancora pianto volentieri, ma sapeva che gli restava solo da morire. E che avrebbe rivisto Rin.
   
 
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