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Autore: MAMMAESME    20/12/2014    2 recensioni
Ma siamo davvero sicuri che Nina non abbia fatto gli auguri a Ian?
Genere: Erotico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2.

Nikki …

Penso a Nikki che mi aspetta a LA.

Nikki: la donna che ho scelto, che mi ha scelto senza se e senza ma.

Nikki: la compagna che condivide le mie passioni, leale, innamorata … perfetta per me, per la vita che ho deciso di vivere, per quella che altri mi hanno incollato addosso.

Ho voluto questo lavoro con tenacia e dedizione e ne accetto tutte le conseguenze e le fatiche, un piccolo prezzo per quello che mi dona, per quello che mi permette di realizzare.

Nina, invece, ne era devastata.

Nikki si adegua, balla i miei ritmi, calma le mie frenesie, placa le mie impennate e mi segue sulle montagne russe.

Semplicemente perfetta.

… e allora perché sto infilando le mani sotto la maglietta di Nina per cercare quel calore morbido, le sue curve, il velluto della pelle del suo seno?

Ho sempre adorato quella parte di Nina: mi piaceva affondarvi il viso come in un cuscino di piume e rimanere con lì, ad assaporare il suo profumo, ad ascoltare il suo respiro.

Mi faceva impazzire passare le labbra sulla sua pelle, nutrirmi di lei come fossi un bambino, far accelerare il suo cuore e impazzire con lei … attraverso di lei.

Le mie mani bruciano come se stessi toccando braci ardenti, i miei occhi lacrimano per l’intensità delle emozioni che mi travolgono quando raggiungo l’obbiettivo … e lo accarezzo … e lo stringo fino a farle male.

“Tutto questo mi appartiene …” vorrei urlarle, ma dalla mia gola esce solo un lamento rauco.

Sarà sempre così, con lei?

Coinvolgente, esaltante, devastante.

In questo momento, incollato a lei, sento l’euforia travolgermi e il cuore schizzarmi fuori dal petto.

Nonostante sia un errore, nonostante sia tutto sbagliato, quest’attimo è perfetto.

Nina arcua la schiena per offrirsi meglio al mio tocco; appoggia la nuca sulla mia spalla e sussurra:

-Non ti manca tutto questo? –

Rimango in silenzio.

Fermo le mani e mi allontano di un passo, facendola voltare per poterla fissare negli occhi.

-Allora, Ian … non rispondi, non … -

-Cazzo, Nina … è come dare una caramella ad un bimbo per poi levargliela nel momento esatto che sta per addentarla. Certo che mi manca. Mi fa male da quanto mi manca. Ma ci siamo lasciati, tu mi hai lasciato. E va bene. Ne comprendo la ragione. Quindi perché tutto questo? Perché questa domanda? Perché sei qui? –

-Perché tutto questo manca anche a me e … se non stiamo insieme, se le nostre vite non sono compatibili, i nostri corpi lo sono, noi lo siamo. Avevo voglia di risentire il tuo sapore, di lasciarti il mio … avevo semplicemente voglia di te. –

Buio.

Quelle parole annullano ogni remora, ogni senso di colpa o responsabilità.

La spingo contro lo specchio, facendola appoggiare sulla fragile mensola. Le bottigliette appoggiate cadono a terra, mentre le mie mani corrono sui suoi pantaloni stretti, alla ricerca di un bottone, di una zip, di una qualsiasi apertura che mi permetta di spogliarla all’istante, di averla immediatamente.

Lei si fa strada sotto la mia maglietta, con una foga degna di Elena  Gilbert nelle sue scene più piccanti, le unghie a graffiarmi il petto, la lingua a disegnare piccoli cerchi sulle mie spalle.

Incrocia le gambe dietro la mia schiena, lasciando stoffa dei nostri jeans sfreghi dove dovrebbe esserci pelle, calore, umori.

Ho la mente vuota e i sensi colmi di passione.

Non esiste che lei.

Nient’altro.

Nessun altro.

Tra le mille parole che vorrei sussurrarle, i mille insulti che vorrei urlarle, solo quattro lettere trovano la forza di superare il nodo che mi lega la gola:

-Nina … -

E’ una supplica, una preghiera, un’imprecazione … è la mia vita che rinasce e s’infrange tra le sue cosce chiuse in quel paio di pantaloni maledetti, tra le sue labbra aperte per lasciar uscire tutto il piacere, su quegli occhi spalancati e trionfanti.

-Ian … -

Il suono del mio nome è pura poesia se è lei a pronunciarlo in un grido a stento trattenuto.

Ci chiamiamo per non perderci, per ricordarci che esistiamo.

Perché stiamo per annullarci l’uno nell’altra, come sempre, come ogni volta che abbiamo fatto l’amore senza preavviso, solo perché il bisogno era più forte di ogni altro istinto vitale, più del respiro, più dell’amore stesso.

La mia mano scivola sulla sua vita, raggiunge la sua schiena e riesce ad infilarsi oltre la cintura dei jeans.

Riesco ad insinuarmi, mentre lei mi aiuta slacciandosi il bottone che blocca il mio accesso. Scendo, trovo quello che cerco e stringo per spingermela ancora più vicina.

Sono al limite della sopportazione, al limite della resistenza e, se non voglio fare la figura dell’adolescente che si sporca i pantaloni, la devo spogliare subito.

Mi libero le mani e mi stacco quanto basta per prenderla in braccio e spostarla sul divano.

Mi chino su di lei, le slaccio i pantaloni e tento di sfilarglieli.

I miei sensi annebbiati percepiscono delle voci dal corridoio, ma fingo di non farci caso.

For he's a jolly good fellow,
For he's a jolly good fellow,
For he's a jolly good fellow,
That nobody can deny.

 

Nina mi mette una mano sul petto per fermarmi e, velocissima, si alza e si risistema.

-Ian … - la voce di Paul mi rimbomba nella testa come un’esplosione: se lo avessi davanti, credo che gli spaccherei il collo!

-Vieni fuori … abbiamo rubato una bottiglia di champagne alla produzione e dobbiamo brindare prima che tu parta … sei ancora sotto la doccia?-

Sono stordito.

Tutti i colleghi e gli amici sono fuori che urlano il mio nome, cantando quella canzoncina idiota ed io sono ancora sospeso tra l’incredulità e un’eccitazione dolorosa.

Nina sorride come se nulla fosse e mi fa cenno di sbrigarmi … indica l’accappatoio appeso vicino alla porta del bagno e si dirige alla porta.

Cercando di non far troppo rumore, gira la chiave e socchiude la porta, mimando il gesto della doccia.

Mi fiondo in bagno e, sfilandomi i vestiti più in fretta che posso, m’infilo sotto l’acqua gelata, mentre sento la sua voce divertita.

-E’ ancora sotto la doccia … ma arriva subito: gli ho fatto perdere tempo come mi avevate chiesto.-

Era tutto preparato.

Brindisi a sorpresa, intrattenimento compreso, anche se non credo che qualcuno immagini come Nina mi abbia intrattenuto.

L’acqua fredda mi punge sulla pelle, ma non calma i miei bollori e nemmeno la rabbia che accompagna la frustrazione per ciò che è stato interrotto.

Mi bagno appena e indosso l’accappatoio.

Nina è appoggiata allo stipite della porta e flirta con il ragazzino.

Tutti hanno un bicchiere e Paul me ne porge uno.

-Ma quanto ti fai aspettare! Peggio di una donna. –

Il tappo della bottiglia salta e la schiuma si riversa nei bicchieri.

Qualcuno applaude, qualcuno fischia …

“Happy birthday to you …” intona Kat e tutti la seguono.

Mi strappo le labbra in un sorriso tirato e tintinno i bicchieri con tutti i membri del cast.

Nina smette un attimo di parlare con il tipo e mi si avvicina.

Appoggia il suo bicchiere al mio e mi sorride sorniona.

-Buon compleanno, Ian … -

Mi bacia sulla guancia, beve un lungo sorso di bollicine e appoggia il bicchiere su una sedia in corridoio e, prendendo sottobraccio “coso”, mi volta le spalle e scompare dalla mia vista, lasciandomi col mio bicchiere vuoto e un buco nello stomaco.

 

-o-o-o-o-o-

 

 

 

Il respiro di Nikki è lento è tranquillo: finalmente si è addormentata. Mi sento un vigliacco, ma la verità è che vorrei dormire in un alto letto.

Quello che è “quasi” successo con Nina mi brucia ancora sulla pelle, mi pesa sulla coscienza.

Certo, avrei potuto trovare una scusa, dirle che avevo perso l’aereo, fermarmi ad Atlanta per la notte.

Ma sapevo che voleva festeggiare … e abbiamo festeggiato.

Che cosa sto facendo? Cosa le sto facendo!

Nikki merita di più di un uomo che fa l’amore con lei per sfogare il desiderio di un’altra. Nessuna donna merita questo, lei meno di altre.

Purtroppo però questa notte è andata proprio così: mi sono rifugiato dentro di lei, l’ho presa con foga, con una voglia che sconfina nella disperazione, sovrapponendo al suo l’immagine di un altro corpo.

Nina non è come le altre, non lo è mai stata.

E Nikki non è come Nina.

Le sue mani sono delicate, il suo amore è dedizione, il suo modo di vedere il mondo e il futuro coincide col mio.

Nina è più ruvida, più istintiva, affamata di vita … giovane nell’accezione più bella del termine.

E’ un tornado … e nella mia vita travolgente, adesso ho bisogno di un porto dove far riposare il mio spirito guerriero.

Quel porto non può essere Nina.

Quella baia azzurra e tranquilla è Nikki.

Chiudo gli occhi e cerco di non pensare a quello che è accaduto solo poche ore fa. Tento di placare l’ennesima ondata di desiderio che mi prende pensando a Nina, contro quella porta, schiacciata dal mio peso, ansimante e indomabile.

Nikki non deve accorgersi di nulla: non voglio e non posso ferirla.

Vorrei addormentarmi, abbandonarmi all’oblio e risvegliarmi domani, più lucido e presente a me stesso ma quel desiderio insistente, implacabile, atroce, non mi dà tregua.

Le mie mani si allungano a cercare la schiena di Nikki. Mi avvicino e affondo il volto tra i suoi capelli per soffocare un grugnito, per raffreddare la vampata che mi prende alle viscere.

La circondo con le mie braccia e la immobilizzo.

Sento che si sveglia, ma rimane immobile … mi lascia fare, asseconda i miei movimenti aderendo perfettamente al mio corpo, che cerca ristoro da una sete infinita.

Assorbo il suo calore e cerco di rilassarmi.

La abbraccio, la tengo vicina.

Tremo.

M’infurio con me stesso, perché non riesco a cancellare l’immagine del volto di Nina in fiamme, dei suoi occhi languidi, della sua bocca socchiusa.

Mi aggrappo a Nikki, alle sue spalle morbide e, in un respiro, sono parte di lei.

Dentro di me, la voglia è quasi assassina: ha brama di un rapporto rude e veloce, di una doccia fredda per lenire le scottature che le dita di Nina hanno lasciato sulla mia pelle … invece mi sforzo di essere dolce, lento, attento.

Nikki accoglie il mio assalto e risponde con passione.

Non mi delude, mai.

Non è abbastanza, mai.

Non mi sazia, mai.

Eppure lei è tutto quello che cerco, tutto quello che voglio.

Se avessi potuto creare una donna, avrei concepito Nikki.

Se avessi stilato la lista delle caratteristiche della mia compagna ideale, avrei scritto le sue doti, le sue peculiarità, la sua essenza.

Ho trovato in lei tutto quello che cercavo e finalmente possiedo tutto quello che desideravo, ma in testa mi ronza una domanda, fastidiosa come una zanzara nella notte: la somma di quello che ho trovato vale l’unicità quello che ho perso?

Domanda inutile.

Quello che ho perso non lo posso riavere, e non mi accontenterò mai delle briciole che Nina deciderà di concedermi tra un augurio di compleanno e uno di Natale …

Quello che ho è magnifico, anche se non è la mia Neens.

Ma me lo farò bastare.

Per ora.

Forse.

  
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