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Autore: Anhylia    20/12/2014    0 recensioni
"Soltanto due." si disse, salendo sul cavallo e spronandolo verso la direzione che la luce aveva indicato. "Soltanto due Colossi e tornerai di nuovo da me, Mono. Te lo prometto."
E, con quella promessa che gli trafiggeva il cuore, continuò il proprio cammino verso la morte che lo aspettava a braccia aperte.

Oneshot introspettiva su Wander e i pensieri che lo assillano durante la sua esperienza nella Terra Sacra.
Collegata alla fanfiction "Shadow of The Colossus: The prequel", dell'autrice Lady_Zalya: alcuni riferimenti possono essere capiti solo leggendo anche quella fanfiction.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli sembrò di sentire una canzone, in lontananza, mentre sellava il cavallo e controllava che i nodi reggessero.
Quella non era una notte particolarmente ventosa, ma i ricordi che affollavano la mente di Wander erano abbastanza vividi da fargli credere che persino la brezza, che gli scompigliava i capelli e lo costringeva a socchiudere gli occhi, potesse avere una qualche musicalità.
Era sempre così, nelle ore che precedevano l'alba: la vita della natura intorno a lui era inesistente, e tutto era di una piattezza unica. Soltanto il clima si sentiva libero di agire come voleva, forse per compensare l'assenza di vita. I venti e le pioggie non avevano bisogno di riposare.
Proprio per quel motivo, senza suoni e rumori a distrarre la sua mente, quella ritornava a tempi migliori; e i pensieri e i ricordi si mescolavano, lasciando nell'animo del giovane un'amarezza di cui, lo sapeva da tempo ormai, non si sarebbe più liberato.
Non provava più speranza, si sentiva insensibile a ogni cosa che lo circondasse. Quando si avvicinava a un Colosso tanto da poterlo guardare negli occhi, non veniva neanche più colpito da quella punta di rimorso e da quella sensazione di star facendo qualcosa di spregevole; sentimento che lo aveva perseguitato da quando aveva messo piede nella Terra Sacra.
Mono era molto più importante.
Per lei aveva abbandonato la sua umanità, aveva compiuto imprese che nessun altro si sarebbe mai sognato, e infine, stava giocando con regole che non solo potevano influenzare la sua vita, ma anche quella di molti altri. Quando Dormin sarebbe stato libero dai sigilli che lo tenevano imprigionato, chi gli avrebbe impedito di distruggere il mondo intero, e di vendicarsi sui discendenti di coloro che lo avevano messo in catene?
A Wander non importava. Bastava che mantenesse la sua promessa. Bastava che Mono tornasse a vivere e a respirare. Voleva vederla sorridere ancora, voleva stringerla a sè  soltanto una volta di più e sentire il calore del suo corpo, e non la freddezza della morte che lo perseguitava ovunque, e che gli toglieva tutte le persone a lui care. Prima suo padre, poi il suo migliore amico, e infine la ragazza che aveva amato e continuava ad amare anche dopo la morte.
I semi della follia, piantati in lui dopo la perdita di Asko e coltivati dopo quella di Mono, si stavano diramando in tutte le direzioni del suo essere. Sentiva di perdersi pian piano, giorno dopo giorno. Il dolore lo dilaniava, e il pensiero della sua amata lo ossessionava. Si sentiva colpevole per non aver fatto di più per salvarla, prima che lei si sacrificasse davanti all'intero villaggio, e si sentiva colpevole per quei mesi di vagabondaggio che aveva speso alla ricerca della Terra Sacra. La stava facendo aspettare troppo. Il suo volto lo seguiva anche nelle rare volte in cui, sopraffatto dalla stanchezza, si addormentava davanti a un santuario, e in quei momenti la sua figura lo incitava a rinunciare, a scordarsi di lei e a vivere la sua vita.
A volte, scorgeva anche Asko, che come la sua amata gli diceva di smetterla e tornare a casa, e di rinunciare a quell'impresa suicida che alla fine avrebbe preteso la sua stessa vita.
Ma Wander non li ascoltava. "Sieti morti per colpa mia! Non sono riuscito a salvarvi!" ripeteva, sia con la voce che con la mente, e le immagini dei due sembravano sfocarsi a quelle parole, come se fossero solo spettri della sua mente. Ma Wander non era sicuro che fosse soltanto la sua immaginazione; sentiva la voce di Mono anche quando la battaglia contro il Colosso reclamava il suo prezzo, e lui sveniva senza poter far altro che assistere a quei tentacoli scuri che lo trapassavano da parte a parte, squarciando la sua anima e lasciandolo sempre meno padrone di sè. Quelle "cose", quei frammenti di anima si stavano impadronendo della sua coscienza, e probabilmente alla fine si sarebbe smarrito, e avrebbe perso la sua identità.
Ma non si sarebbe fermato. Non importava quanto potesse perdere. La sua volontà era determinata, e né i fantasmi né i Colossi potevano portargli via quel brandello di anima a cui disperatamente si aggrappava. Finchè aveva quello scopo, finchè non avrebbe adempiuto al suo incarico di riportare indietro Mono, non sarebbe morto. Non poteva permettersi neanche di riposare, perchè il sonno rubava ore preziose, che potevano invece essere spese alla ricerca dei Colossi.
Finalmente l'alba illuminò la radura dove, esausto, il ragazzo aveva riposato, e il sole sorse anche su quella terra dimenticata da tempo, inacessibile a chiunque non fosse un animale o una pianta.
"O un Colosso", pensò sarcasticamente Wander, salendo sul cornicione del tempio a lui vicino e puntando la Spada Antica verso il riflesso della luce. Subito il potere della lama si fece vedere, rivelando la direzione nella quale si nascondeva il Colosso. Adesso non restava che trovarlo e ucciderlo, e un'altra delle sculture che proteggevano l'anima di Dormin sarebbe stata distrutta.
Mentre scendeva con un agile balzo e rivolgeva una carezza al fidato Agro, Wander alzò gli occhi al cielo, come ormai faceva tutti i giorni, e contò le colonne di luce che indicavano quanti Colossi aveva già affrontato.
"Soltanto due." si disse, salendo sul cavallo e spronandolo verso la direzione che la luce aveva indicato. "Soltanto due Colossi e tornerai di nuovo da me, Mono. Te lo prometto."

E, con quella promessa che gli trafiggeva il cuore, continuò il proprio cammino verso la morte che lo aspettava a braccia aperte.
 
***
Note:

Stamani ho rigiocato a SOTC... E questo è il risultato. I due giochi di Fumito Ueda sono tra i miei preferiti, e la trama di Shadow of The Colossus in particolare mi ha colpita davvero tanto (e mi ha fatto piangere davvero tanto, ma quello è un altro discorso...)
Ritornando a noi-
La fanfiction citata nell'intro, http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1337504&i=1, è quasi sicuramente la mia preferita dell'autrice, e non riuscendo a immaginare un Wander con un passato diverso da quello narrato da lei, ho usato il suo Wander e i pg di sua creazione (Asko <--- Altri fiumi di lacrime!). Quindi possiamo dire che è una oneshot tributo (?).

Grazie ancora a tutti quelli che hanno letto e recensito! >w<
- Le cose che scrive Anh quando non ha idee e si annoia -
  
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