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Autore: BabyLolita    21/12/2014    2 recensioni
Sophie e Kentin sono amici da sempre. Lei però si è accorta di essere innamorata di lui e decide di confessarglielo l'ultimo giorno di scuola. Ma i due, a causa del padre di lui, dovranno separarsi. Sophie vacillerà e non saprà più se dichiararsi o meno, fino a quando non prenderà una decisione definitiva, proprio quando lui sta per sparire davanti ai suoi occhi.
Preso dal capitolo 3:
Così dicendo mi sfila l’elastico dai capelli, che ricadono dolcemente alle mie spalle. Se lo infila al polso e poi mi passa una mano dietro la nuca accarezzandomi dolcemente. Poi mi percorre con la stessa mano tutta la schiena facendomi venire i brividi. Con l’altra mi stringe a lui mentre il suo respiro scalda le mie labbra. Sta per baciarmi ancora. E dio solo sa quanto desidero questo bacio.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kentin, Nathaniel, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quando riapro gli occhi Kentin non è accanto a me. Subito con la mano accarezzo il lato del letto dove ricordavo di averlo visto l'ultima volta prima di addormentarmi sul suo petto. Sento che è ancora caldo e capisco che deve essersi alzato da poco, facendo attenzione a non svegliarmi. Scivolo dal suo lato del letto godendomi quel tiepido calore aspettando il suo ritorno. Passano pochi istanti e sento la porta alle mie spalle aprirsi. Chiudo gli occhi fingendo di dormire ed aspetto di vedere la sua mossa. Ascolto scrupolosamente i suoi passi avvicinarsi al letto mentre trattengo un sorriso compiaciuto. Ancora non mi sembra vero che sia tutto finito, tutto passato. Non riesco a credere di aver ricominciato da capo, di essermi lasciata alle spalle quei terribili momenti. Il letto cigola leggermente mentre Kentin ci si siede avvivinandosi a me. Sento il suo calore addosso, eppure non ci stiamo neppure toccando. Il mio cuore inizia a tamburellare nervosamente, mi sembra di essermi innamorata di lui ancora di più di quanto non fossi prima. La sua mano mi accarezza la testa dolcemente, probabilmente attenta a non farsi notare. Mi lascio coccolare per qualche istante fino a quando non sento le sue labbra avvicinarsi al mio orecchio:

-   Sveglia piccola, è mattina inoltrata -

-   … -

-   Lo so che mi senti -

-   Non ti hanno insegnato che le principesse si svegliano con un bacio? -

-   Oh e sentiamo...da quando saresti una principessa? -

-   Kentin...sta zitto e baciami -

Lo sento ridacchiare prima di sentirmi avvolgere dalle sue forti braccia. Non faccio alcun movimento, è lui stesso ad alzarmi e tirarmi verso di lui stringendomi e baciandomi come se fosse la prima volta, come se non volesse che l'ultima arrivasse mai.

-   Buongiorno – rispondo quando ci allontaniamo.

-   Buongiorno a te principessa. Dormito bene? -

-   Mai dormito meglio -

Concludo appoggiandomi al suo petto e lasciandomi stringere ancora per un po'. Quando scendiamo al piano di sotto sua madre mi accoglie con un sorriso. Abbasso la testa un po' imbarazzata prima di rispondere al suo saluto. Non so se sappia tutto quello che io e Kentin abbiamo passato e questo mi agita non poco. Sono sempre stata di casa, ho sempre passato tutto il mio tempo libero con lui. Di certo la mia assenza in questo posto si deve essere notata. Cosa gli avrà detto Kentin? Cosa saprà di quello che ci è successo? Kentin afferra la mia mano, probabilmente si è accorto della mia sensazione di disagio e con un sorriso mi accompagna a tavola. Mi siedo sulla sedia e davanti a me si presenta un banchetto delizioso: latte, nesquick, miele, brioches, croissant, nutella, pane, biscotti, fette biscottate e chi più ne ha più ne metta.

-   Sono già le dieci e mezza ma ho pensato che ti avrebbe comunque fatto piacere far colazione assieme – mi dice il mio ragazzo accarezzandomi la guancia.

-   E hai pensato anche di farmi diventare un piccolo maiale all'ingrasso immagino...c'è cibo per venti persone! -

-   Ohhh no cara...quella è stata una mia idea! - risponde la madre di Kentin prendendo parte al discorso – ho pensato che, visto che ti sei fermata da noi dopo tanto, il minimo che potessi fare era fornirti un ampia scelta di cibi per la colazione! Kentin mi ha spiegato che in questo periodo ti sei allontanata per alcuni problemi che non ha voluto approfondire ma immagino che essendo qui sia tutto risolto! Quindi...beh...potresti prenderlo come un piccolo banchetto di congratulazione per i problemi risolti? -

Sua madre mi sorride ma il mio sguardo va subito a cercare quello di Kentin che come lo incrocia mi fa l'occhiolino. Afferro il messaggio e torno a guardare sua madre.

-   Grazie mille per il pensiero e comunque si, finalmente è tutto risolto e sono felice di dire che si è concluso nel migliore dei modi! -

-   Che ne dici di iniziare a mangiare ora?? -

-   Va bene, va bene...buon appetito allora! -

-   Anche a te -

Iniziamo a mangiare e, tra una cosa e l'altra, è già l'ora di pranzo. Kentin mi accompagna a casa ma, prima di separarci, gli parlo di quello che ho visto a casa di Castiel.

-   E allora? Sarà una vecchia foto! -

-   Non dico che non lo sia...però sai che sono curiosa. Lui sa tutto di me, ha sopportato le mie crisi più di una volta ed ora che è tutto risolto mi rendo conto che di lui non so proprio niente... -

-   E questo ti infastidisce -

-   Beh...è il mio migliore amico... -

-   Allora perché non glielo chiedi direttamente? Non vedo perché non dovrebbe risponderti – mi dice con un sorriso.

-   Per te va bene se passo con lui il pomeriggio? -

-   Certo che si! Non ho nulla contro di lui, anzi -

-   Ora che ci penso...non provi nessun senso di gelosia nei suoi confronti? Proprio per niente? - in effetti...è una cosa che mi chiedevo da un po'.

-   Mmmm...no. Assolutamente. -

-   Davvero? -

-   Si, sta tranquilla piccola -

-   Come mai non hai ''paura'' di lui? È pur sempre un ragazzo, e per giunta quello che mi sta più accanto subito dopo di te! -

-   Si lo so. Ma lui non ti guarda con quegli occhi. Il modo in cui ti guarda lui...non è quello di uno che prova amore nei tuoi confronti. Sebbene sia amorevole e premuroso con te...il suo sguardo è un altro quando si posa su di te -

-   Ne avete mai parlato per caso? Perché mi pare che tu sappia qualcosa che io non so – dico incrociando le braccia sentendomi esclusa.

-   Assolutamente no – dice scompigliandomi i capelli – è solo che sono un uomo anche io ti ripeto. E capisco abbastanza bene gli sguardi altrui quando si posano sulla mia donna. E il suo non è quello di uno che ti vuole portare via da me -

Rimango ammutolita un attimo ripetendo nella mia mente “mia donna”. Arrossisco violentemente ed inizio ridacchiare mentre Kentin mi guarda interrogativamente. Gli faccio cenno di non preoccuparsi e lo saluto con un bacio mentre mi incammino verso la casa di Castiel. Non appena arrivo mi attacco al campanello e Castiel esce poco dopo con una faccia furibonda:

-   Ma si può sapere chi diavolo--- -

-   Ciao! Sono io! -

-   Ma ti sembra il modo?! - risponde stizzito.

-   Non ero sicura mi sentissi -

-   E quindi hai ipotizzato che uccidermi i timpani fosse l'idea migliore per farmi venire alla porta?! -

-   ...Forse -

-   Ci si vede ranocchia – Conclude iniziando a chiudere la porta.

-   Aspetta aspetta! - Dico intrufolandomi ed impedendogli di lasciarmi fuori – devo parlarti -

-   Eh che palle...è successo di nuovo qualcosa? -

-   Nono...voglio parlare con te...di te -

-   Eh? - Osservo la sua faccia sorpresa mentre cerca di capire le mie parole.

-   Levati e fammi entrare! -

Dico entrando a forza in casa sua. Castiel sbuffa mentre mi segue fino in salotto dove mi sono accomodata. Mentre si siede vicino a me tiene le braccia incrociate e mi guarda nervoso:

-   Beh? Che vuoi? -

-   Da quando sei così acido?! -

-   Da quando qualcuno mi ha sfondato i timpani -

-   Oh andiamo quante storie per un campanello! - il suo sguardo si incupisce in un istante e subito alzo le mani in senso di resa – Ok! Ok! Ti chiedo scusa!!! -

Castiel sbuffa esausto e poi torna a fissarmi.

-   Allora? Mi dici cosa sei venuta a fare qui senza preavviso? -

-   C'è una cosa che voglio chiederti -

-   E sarebbe? -

-   Beh...ecco...come dicevo a Kentin...io di te non so nulla...insomma di me sai tutto, hai ascoltato più di una volta i miei problemi invece io--- -

-   Senti arriva al punto – mi risponde iniziando a scompigliarsi i capelli.

Faccio cenno di si con la testa e mi alzo raggiungendo il mobile dov'è appoggiata la foto. Prima di prenderla l'osservo per bene. Al centro, tra le due ragazze, c'è un bambino che deduco sia Castiel. Mi sorprendo di come il suo volto sorridente lo faccia sembrare terribilmente candido. I suoi capelli, lunghi proprio come adesso, sono neri come la pece. Indossa una maglietta grigia con una chitarra elettrica stampata sopra e, sotto l'occhio sinistro, porta un cerotto rosa. Sogghigno silenziosamente notando quel dettaglio. Successivamente il mio sguardo si sposta sulla ragazza alla sua sinistra. I suoi capelli sono corti e castani. Anche lei, come Castiel, sorride in questa foto ma mi accorgo che le manca un dente. Ha gli occhi celesti sebbene uno dei due sia chiuso mentre fa l'occhiolino. Indossa una maglietta gialla con sopra Titti. Il mio sguardo va poi sull'altra ragazza. La prima cosa di cui mi rendo conto è che, a differenze della prima ragazza e di Castiel che sembrano coetanei, questa ragazza è più piccola, sembrerebbe molto più una bambina. Castiel qui avrà sui 12 anni, mentre la bambina circa 8. Più la guardo e più mi sembra di riconoscerla. Ha i capelli neri proprio come i miei e, curiosamente, li porta legati da un lato come sono solita fare io. L'unica cosa che cambia tra me e lei è il colore degli occhi. Mentre i miei sono verde smeraldo, i suoi sono neri. Non mi rendo conto di perdere fin troppo tempo a fissare quella foto ed è Castiel a raggiungermi sorprendendomi.

-   Mi sono rotto di aspettare. Si può sapere che stai guardando con tanto interesse? Non eri venuta a chiedermi qualcosa? - mi chiede un po' scocciato.

-   Si scusa...beh visto che sei qui...è di questa che volevo chiederti – gli dico indicandogli la foto – sono arcisicura che quel bambino al centro sei tu! Ma le altre due ragazze...chi sono? -

-   Perché, di punto in bianco, ti interessa una cosa tanto stupida? -

-   Non è stupida! E poi te l'ho già detto...voglio sapere più cose di te. Ti reputo il mio migliore amico e non mi va di non sapere nulla di te! - rispondo con tono deciso. Non ho nessuna intenzione di lasciarlo andare via senza ottenere una risposta.

Castiel sbuffa, sembra quasi non aver voglia di raccontarmi la storia di quelle persone, ma alla fine decide di farlo.

-   Prima di iniziare a raccontarti di me c'è una un fatto su cui voglio farti ragionare -

-   Mamma mia come parli sofisticato -

-   Ahh sta zitta. Vuoi sapere chi sono quelle ragazze o no? -

-   Mi scusi, prosegua grande capo -

-   Qual'è la mia reputazione a scuola? -

-   Ma che centra?! -

-   Taci e rispondi -

-   Mmmm...sei una persona dispotica ed arrogante. Non hai nessun amico e te ne stai sempre da solo. La gente ha paura di te per via dei tuoi modi di fare arroganti e bruschi ma questo ti rende immancabilmente un playboy e ti sei passato buona parte delle ragazze della scuola sebbene le hai sempre e solo usate -

-   Brava. Soffermati su quest'ultimo punto. Cosa faccio con le ragazze? -

-   Le usi e poi...le butti via. -

-   Quindi? -

-   Quindi...non hai mai stretto legami che andassero oltre la classica “botta e via”... - rifletto un momento sulle sue parole capendo dove vuole arrivare – tranne che con me. Con me non ci hai mai provato, non mi hai mai usata. Per te sono sempre e stata un amica...l'unica amica. Sei l'unica persona con cui passi del tempo! Ma...perché? Perché io? -

-   Perché...tu mi ricordi lei – mi risponde malinconicamente indicando la ragazza in cui poco prima mi identificavo.

-   Chi è? -

-   Mia sorella -

-   Hai una sorella?! Non me ne hai mai parlato!!! -

-   Perché avrei dovuto? Non sono cose di cui mi piace parlare -

-   Ma con me ne stai parlando! -

-   E' perché so che se non te ne parlo metti il muso e diventi noiosa -

-   Si va bene, capricci a parte, dov'è lei? Non l'ho mai vista -

-   E mai la vedrai -

-   Ehi, capisco di non essere la tua ragazza, ma in quanto migliore amica non mi dispiacerebbe conoscere la tua famig--- -

-   Sophie, è morta, per questo non la conoscerai mai -

Rimango senza parole. Mi rendo conto di aver intrapreso un discorso estremamente doloroso per Castiel e mi maledico per questo. Abbasso lo sguardo tristemente. Dannazione se solo non fossi così curiosa...stupida, stupida, stupida!!!

-   Ehy, non farne un dramma – riprende lui – Sono passati parecchi anni da allora, ormai ho metabolizzato la cosa -

-   Io...Mi dispiace...non avrei dovuto chiedertelo -

-   Non importa...va bene così. Sebbene lei non ci sia più tu gli somigli abbastanza da farmela ritrovare ogni giorno. Sai, la prima volta che ti ho vista saltare in quelle pozzanghere mi hai subito ricordato lei. Avete la stessa stupida mania. -

-   Anche lei la chiamavi ranocchia? -

-   No. Quella è una tua esclusiva – mi dice scompigliandomi i capelli – vedi, ho trovato curioso come qualcuno potesse avere la stessa strana idea. Da quel giorno ho continuato a fissarti e, ogni volta che ti vedevo, mi sorprendevo di quanto dannatamente le somigliassi. Di quante cose avevate in comune e non mi limito a parlare del colore dei capelli o del modo in cui li portate. Il carattere è dannatamente simile. Anche lei veniva sempre a piangere da me quando c'era qualcosa che non andava, anche lei faceva i capricci e metteva il muso se si faceva qualcosa che non le andava a genio. Tu...le somigli proprio tanto. Quando ho deciso di avvicinarmi a te ho temuto che sarebbe stato un grosso errore ma mi ha fatto capire che ho superato bene la cosa e che sono stato in grado di andare avanti. Vedi Jessica, questo era il suo nome, è morta di leucemia fulminante poco dopo che è stata scattata quella foto. Ho pochi ricordi di quel periodo poiché non avevo la forza di starle accanto e, quando ha chiuso gli occhi per sempre, io non ero li con lei. Mia madre mi ha detto che il suo ultimo desiderio era quello di vedermi prima di “passare oltre”, come diceva lei. Sebbene avesse solo otto anni aveva già capito che non ce l'avrebbe fatta. La mamma, piangendo, le aveva detto che il giorno dopo sarebbe tornata con me e che avremo giocato come sempre. Lei ha sorriso ma, quando ha chiuso gli occhi, è stata l'ultima volta. Il giorno dopo io sono andato in ospedale, ma lei ormai già non c'era più. Ho passato anni vivendo con la coscienza sporca, con il rimorso di non aver esaudito l'ultimo desiderio della mi amatissima sorella. Sono passato da uno psicologo all'altro e alla fine ho superato il trauma della perdita. Ho capito che il senso di colpa non aveva senso, che io non potevo farci niente. Tuttavia, sebbene avessi superato il tutto, una parte di me si sentiva ancora a pezzi per la cosa. Quando ti ho vista...ho pensato che fosse la mia seconda opportunità. Tu, che sei così maledettamente uguale a lei, potevi essere per me quella sorella che non sono stato in grado di proteggere. Ho pensato che lei vivesse in te, che il nostro incontro non fosse casuale. Vedi...questa non è la mia città natale. Mi sono trasferito qui il primo anno di superiori. Prima di iniziare la scuola ho cambiato colore di capelli e modo di vestire. Volevo ripartire da zero, pensavo che così facendo nessuno si sarebbe avvicinato a me, nessuno avrebbe chiesto la mia storia. Ma poi sei comparsa tu e mi è sembrato, in un primo momento, che il mio tentativo di fuga fosse stato vano, perché avevo ritrovato la mia Jessica anche qui. Poi, dopo un attimo, vedendoti così sorridente mentre affondavi nell'acqua, ho pensato che non era così male l'idea di vedere qualcuno come lei. Ho pensato che la tua sola esistenza potesse placare il vuoto che la sua mi ha lasciato. E così è stato. Tu non lo sai, ma il fatto che resti con me, e che mi reputo il tuo migliore amico, mi ha salvato più di una volta. Ci sono cose di cui non parlo, ma sappi che ci tengo molto a te per svariati motivi. Non solo perché sembri lei, ma perché sei tu e, insomma, mi sono affezionato -

Dice grattandosi la testa imbarazzato. Sento le lacrime salirmi agli occhi e d'istinto mi avvicino a lui abbracciandolo.

-   Ti voglio bene...ti voglio tanto bene Castiel... -

-   Lo so ranocchia...lo so fin troppo bene -

Dice rispondendo all'abbraccio.

-   Scusa per la mia poca delicatezza -

-   Non scusarti, parlarne infondo mi ha levato un peso dallo stomaco. Quindi grazie per avermi fatto parlare di me -

-   Grazie a te per esserti aperto con me. Sappi che ci sarò sempre per te -

-   Sono parole importanti queste lo sai? -

-   Certo che lo so! Per questo le ho dette a te! Perché sei importante -

-   Ehy...non diventarmi mielosa adesso -

-   Eh dai...lasciati coccolare almeno un po'! -

Rispondo ridacchiando e pizzicandogli la schiena. Castiel mi allontana e mi guarda male ed io ridacchio prima di guardare nuovamente la foto.

-   Lei invece chi è? - chiedo indicando l'altra ragazza.

-   Carmen -

-   Carmen? Un altra tua parente? -

-   Ah no lei era una cara amica dell'epoca -

-   Cara amica? -

-   Si...diciamo la mia prima cotta -

-   Oh ma dai! Il playboy Castiel si è preso davvero una sbandata per qualcuno? -

-   Ah ah divertente...ti ricordo che sono umano anche io! -

-   Beh? Che fine ha fatto lei? -

-   Non lo so. Quando mi sono trasferito ho tagliato i ponti con tutti -

-   Ma Castiel! E se contraccambiava i tuoi sentimenti?! -

-   Quel che è fatto è fatto. E poi non sono più quello di un tempo. Sicuramente se mi incrociasse per strada nemmeno mi riconoscerebbe -

-   Mmmm...non lo so. Secondo me ti riconoscerebbe invece -

-   Vaneggi ranocchia -

-   Pensala come vuoi! - dico prima di buttare un occhio all'orologio e rendendomi contro che è estremamente tardi – oddio devo andare! Scusa l'intrusione abusiva, e perdona la mia curiosità! In ogni caso...sono felice che tu mi abbia parlato di te. Ricorda che ci sono ok? -

-   Sisi ok...ci si rivede a scuola -

-   Sempre se non siamo stati sospesi -

-   Ah non lo sapevi? Pare che il delegato non abbia fatto la spia quindi nessuno sa davvero quello che è successo e nessuno ha osato parlare nonstante ci abbiamo visti uscire da li...il fatto che abbiano tutti paura di me ha sortito il suo effetto -

-   Beh meglio così allora...signor boss mafioso! Ci vediamo! -

Concludo salutandolo e correndo verso casa. Mentre respiro affannosamente nella mia mente risuona la storia della sua triste infanzia. Passo in rassegna ogni parola riuscendo a capire quanto io sia davvero importante per lui. Quando il mio pensiero giunge a Carmen so già cosa devo fare. Castiel...tu hai fatto così tanto per me...è ora che io ti renda il favore!





Commento dell'autrice: Lo so è quasi mezza notte e mezza ed è un po' tardi per postare un capitolo ma magari, come me, c'è qualche anima pia che passa la nottata su questo fantastico sito xD In ogni caso ho appena finito di scrivere il capitolo. Spero non ci siano errori abissali, perdonate questo piccolo animale notturno alle volte faccio errori madornali ma diciamo che non è nemmeno l'ora perfetta per scrivere...dovrei decidermi a farlo di giorno xD  In ogni caso spero che il capitolo vi piaccia, stavo quasi piangendo mentre scrivevo la storia di Jessica...che idea tremenda che mi è venuta T.T però purtroppo sono cose che succedono davvero, è forse è proprio il fatto che non mi sono distaccata così tanto dalla realtà che mi rattrista così tanto *tira su con il naso e si fa forza*. Lacrime a parte, spero che abbiamo trovato questo capitolo interessante! Fatemelo sapere nelle recensioni =D Temo che la storia a breve terminerà...non credo nel prossimo capitolo, ma penso che massimo 3/4 capitolo e arriverò all'ending (e questo mi rattrista davvero un sacco....eh dai, basta con le cose tristi!!!) AUGURO A TUTTI BUON NATALE E BUONE FESTE! QUESTO CAPITOLO E' IL MIO PERSONALE REGALO DI NATALE SPERO CHE SIA PIACIUTO A TUTTI! Ci si rivede nelle recensioni (e nel prossimo capitolo!) e grazie a tutti, come sempre =D

   
 
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