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Autore: JanineRyan    21/12/2014    6 recensioni
Non sono tanto brava nelle intro, ma proverò comunque...
E se il viaggio verso il Monte Fato fosse stato differente? E se la compagnia fosse stata di undici membri e non nove?
Insieme agli originari membri della Compagnia dell'Anello ne faranno parte anche due guerriere elfiche: Estryd e Alhena, figlie di Elrond di Gran Burrone.
Genere: Avventura, Drammatico, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aragorn, Boromir, Legolas, Nuovo personaggio, Thranduil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è un pò corto, spero vi piaccia... intanto inizio a mettere la foto di come saranno due delle protagoniste...
Buona lettura a tutti!


ESTRYD 

ALHENA


Era pomeriggio nella Terra di Mezzo e nella meravigliosa terra di Gran Burrone si era appena concluso il Consiglio di Elrond. La compagnia dei nove era stata formata ed era pronta alla partenza.
Gli elfi di Gran Burrone si erano riuniti davanti al grande cancello per salutare e augurare buona fortuna ai viaggiatori. La loro missione era ardua e avevano poche possibilità di tornare a casa vivi e incolumi.
“Padre voglio partire! Non merito forse un’opportunità per dimostrare il mio valore?”
L’attenzione dei presenti venne catturata dalla cristallina voce di una giovane elfa dai lunghi e lucenti capelli castani. Con orgoglio si erse davanti al padre, Elrond di Gran Burrone. Vestiva abiti da guerriera, nonostante il suo lignaggio nobile.
Elrond fissò sua figlia terzogenita, sorella minore di Arwen e dei gemelli Elladan e Elrohir.
“Non permetterò mai a mia figlia di partire.” convenne con tono autoritario. “Sei troppo giovane per comprendere appieno le difficoltà e l’oscurità che incombe su questa terra. Sono tempi bui, figlia mia. Una principessa, come te, deve stare al sicuro tra le…”
“Nascondermi dietro la sottana di mio padre?” lo interruppe lei alzando la voce.
“Estryd! Non te lo permetto!” urlò Elrond, accompagnando l’affermazione con un segno imperativo del braccio.
Guardò la figlia negli occhi, sostenendo il suo verde sguardo. Non l’aveva mai vista così irritata. Un fuoco bruciava dentro di lei, una fiamma che non avrebbe mai potuto fermare.
“Alhena è partita.” sussurrò Estryd, chinando il capo.
Era dispiaciuta per quanto accaduto, non aveva mai alzato la voce con suo padre. Aveva grande rispetto per lui, ma non accettava questa sua decisione. Era stata presa per le ragioni sbagliate; l’elfo voleva solo proteggere la figlia. Ma Estryd, da sempre figlia obbediente di Elrond di Gran Burrone e Celebrìan, aveva uno scopo.
“Tua sorella è stata impudente. Ha abbandonato il suo popolo per unirsi ai raminghi. Tua sorella ha disonorato la nostra famiglia, disobbedendo dai miei ordini! Ho rinnegato Alhena. Tu non hai altre sorelle se non Arwen.”
“Mia sorella ha avuto il coraggio di fare ciò che era giusto!” convenne Estryd nell’ultimo disperato tentativo di raggiungere i suoi scopi.
Il volto di Messer Elrond si contrasse in un’espressione che poche volte aveva sfiorato il suo viso. Estryd, spaventata, non aggiunse altro. Chinò il capo davanti al padre e, con passo deciso, superando la popolazione elfica di Gran Burrone, raggiunse il palazzo, arrabbiata e determinata.
“Vogliate scusarmi, miei signori e ospiti. Ma mia figlia non ha ancora compreso il significato della parola rispetto.”
La voce di Elrond raggiunse le orecchie di Estryd mentre, ignorando le parole paterne, percorse un lungo corridoio per raggiungere un’uscita secondaria. Con agilità si arrampicò sull’alta muraglia e scavalcò le alte mura che proteggevano Gran Burrone. Prima di ridiscendere, diede un ultimo sguardo a casa sua: le sarebbe mancata. Era vissuta solo in questa terra, ma non era restare imprigionata tra le mura di Gran Burrone che avrebbe adempiuto al suo destino.
Volse lo sguardo verso il mondo: quello era il suo destino! Con o senza l’approvazione del padre sarebbe partita. Sua nonna, Lady Galadriel, le aveva scritto una lettera raccontandole una visione che aveva avuto. Insieme a sua sorella Alhena, era destinata a grandi cose e, solo fuggendo da Gran Burrone, avrebbe potuto compiere il suo destino.

  
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