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Autore: Damlo    22/12/2014    0 recensioni
Ciao, io sono Alex.
Non importa da quale anno ti scriva, o quale sia la mia provenienza...e nemmeno a quale pubblico io mi rivolga con esattezza. So solo che tu, proprio tu, lettore curioso, che stai poggiando il tuo sguardo indagatore su queste pagine, sei attualmente la migliore cosa che mi sia capitata negli ultimi 200 anni...
Genere: Introspettivo, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nel 4891 gli umani non erano poi così all'avanguardia: sì, potevano vantare la recente scoperta  dei portali ultradimensionali, ma studiavano ancora a scuola la fotosintesi clorofilliana...
Tuttavia loro non la pensavano così: credevano di aver raggiunto la frontiera definitiva della scienza, di aver scoperto tutti i misteri dell'universo e altre cazzate del genere. Poveri illusi, dico io.
Ma non faccio testo, dopotutto ho sei miliardi di anni di esperienza. 
Posso comunque garantirvi che anche Alex l' Involucro la pensava come me. Lui sapeva. 
Sapeva che il mondo non può fermarsi, anche quando sembra che abbia raggiunto l'ultima frontiera dell'evoluzione. Non è mai perfetto.
In fondo era un luminare del suo tempo, potrete ragionevolmente affermare: un cosiddetto profeta.
Niente affatto. Aveva semplicemente troppo tempo libero per pensare e riflettere sulla triste sorte del nostro pianeta. Ebbene sì. Immaginate di starvene lì su una poltrona tutto il tempo a schiacciare sporadici puntini luminosi su uno schermo al plexiglas. Non vi annoiereste a morte? Eh, già, dopotutto essere un agente della CIA nel quarto millennio non deve essere poi tanto esaltante. Un piccolo e pidocchioso mostriciattolo radioattivo è riuscito a scavarsi una varco spazio-temporale nel multiverso? 
TAC. 
Un semplice "TAC" 
Basta premere un pulsante per attivare le adeguate misure di sicurezza e comprimere quel lurido concentrato di Male spedendolo nel fantomatico inferno multiuniversale. Ammesso che ne esista uno.
E allora una domanda potrebbe sorgerti spontanea: perché non affidare questo noioso, deprimente e patetico lavoro alle macchine? Dopotutto in un'epoca così all'avanguardia dovrebbero aver raggiunto un sufficiente livello di complessità da riuscire a gestire un semplice pulsante da premere di tanto in tanto...
Una domanda comprensibile, ma del tutto ingenua.
Dio solo sa quanto consegnare il nostro mondo a esseri artificiali possa essersi rivelata una scelta fatale.
Potrei raccontarti della terza guerra mondiale, scoppiata nel 2875, che vedeva schierati gli umani da una parte e Robot Ribelli assassini dall'altra, ma ho l'impressione che consigliarti di leggere qualsiasi libro di Asimov sia di gran lunga la cosa migliore.
E quindi siamo di nuovo al punto di partenza.
Macchine e uomini. 
Che lavorano.
Insieme.
Per il bene della comunità.
E la storia continua a ripetersi, sempre, dopo migliaia di anni, in un loop perpetuo.
Parafrasando un geniale uomo del tuo tempo: prima di lavorare sull’intelligenza artificiale, perché non si fa mai effettivamente qualcosa per guarire la stupidità naturale? 
Poco contava per i tuoi contemporanei e nulla interessa ai miei...l' importante è che il mondo vada avanti, così come la loro vacua esistenza.
   
 
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