Anime & Manga > TSUBASA RESERVoir CHRoNiCLE / xxxHOLiC
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Autore: Amber    10/11/2008    1 recensioni
[...]Eppure da quando era stato costretto in quel corpo, in quella condizione, in quello schifo, non sentiva più nulla di tutto quello, era diventato ancora più un mostro contro la sua volontà, gli era stata strappata via la sua illusione.[...]
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Fay D. Flourite
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Nuova prova ^^ ho cercato di immaginare cosa provasse Fay nell’essere un vampiro, con tutte le conseguenze che questo porta…

Ditemi cosa ne pensate!

 

***

 

Mostro

 

Anche prima di diventare quello che era ora, Fay si era sempre ritenuto un mostro in tutto e per tutto, senza ombra di dubbio.

Lo sentiva come un verme dentro di se mentre parlava tranquillamente con i suoi compagni, perché era un mostro traditore; ricordando come aveva usato Re Ashura per stare un po’ meglio, perché era un mostro approfittatore; mentre uccideva tutte le persone, cose o creature innocenti che lo distoglievano dal suo obbiettivo, perché era un mostro inarrestabile; mentre ripensava, sognava, riviveva il suo adorato fratello che aveva ucciso, perché era un mostro assassino.

E avrebbe solo voluto rivederlo per implorare il suo perdono; non voleva di certo suicidarsi se non fosse riuscito a riportarlo indietro, solo per alleviare il suo dolore… non era ancora così schifosamente egoista.

Certo, sarebbe stato tutto diverso se fosse morto in un combattimento, anzi, quasi ci sperava, perché in cuor suo sapeva che riportare indietro una vita era sbagliato.

Eppure per quanto fosse un mostro maledetto era felice di sentirsi umano come tutti gli altri: lui respirava, provava dolore, gioia, qualche volte era pure contento, si feriva e sanguinava come tutte le persone normali.

Eppure da quando era stato costretto in quel corpo, in quella condizione, in quello schifo, non sentiva più nulla di tutto quello, era diventato ancora più un mostro contro la sua volontà, gli era stata strappata via la sua illusione.

Aveva scoperto che i suoi polmoni, la sua vita, non aveva bisogno di ossigeno; i sentimenti che prima percepiva ora erano solo un vago ricordo di quelli umani; le ferite non faceva neppure in tempo a guardarle che erano già guarite, nemmeno una goccia di sangue usciva dal suo corpo… forse era per quello che doveva nutrirsi di quello?

Maledizione, non poteva neppure mangiare o bere come tutti, stare a tavola a guardare i suoi compagni mangiare era diventato un tormento.

Aveva provato a mangiare o bere qualcos’altro ed era stato malissimo… aveva pure passato un’intera giornata chiuso in una stanza con un coltello, tentando di ferirsi, di fare uscire del sangue, per provare a illudersi che era ancora umano, ma i tentativi miseramente falliti lo avevano fatto talmente infuriare che aveva mandato all’aria tutto ciò che gli era capitato sotto mano.

E adesso si era aggiunto il fatto che non poteva non guardare quel bastardo che odiava come mai prima d’allora senza non provare quella fame, quella sete insaziabile, quella schifosa voglia per il suo sangue, che si sarebbe strappato la gola con le sue mani se solo avesse potuto.

E pensare che se fosse morto per lo choc subito avrebbe potuto rivedere il suo fratellino, c’era andato così vicino… e adesso la morte era lontana anni luce.

Era arrabbiato, frustrato come non lo era da moltissimo tempo.

Lui, che non voleva avere legami con nessuno, era pure costretto contro la sua volontà ad averne uno per sempre… non poteva nemmeno più morire in uno scontro!

Anche a mettere la mano nel fuoco non sentiva niente… niente di niente.

Ora era davvero un mostro.

Niente dolore, niente calore… solo un gelo che spariva pochi attimi appena si nutriva.

Non sentì neppure il grido soffocato di Sakura e l’imprecazione di Kurogane mentre lo tirava lontano dal fuoco, coprendo la mano velocemente con un pezzo di stoffa, percuotendolo, dicendogli quanto era stupido.

Sentì la visuale cambiare velocemente e seppe che il suo unico occhio sano si era tinto d’ambra, incendiandolo d’odio mentre lo allontanava da se, soffocando la fame e la voglia che lo avevano scosso facendolo barcollare un attimo.

Buttò a terra lo straccio e guardò sconfortato la sua mano immacolata.

Nemmeno il fuoco purificava un essere come lui.

La rabbia che trasparì dai suoi occhi  non smosse minimamente Kurogane mentre lasciava che il compagno se ne andasse.

Si rinchiuse nella sua stanza e fissò la mano attentamente, sperando di vedere almeno una piccola imperfezione, una minima ferita inesistente.

Un mostro, come sempre.

  
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