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Autore: Saratrix    22/12/2014    0 recensioni
Ah, che belle le vacanze di Natale, sopratutto per i nostri cari Malandrini che le passano a Hogwarts!
Ma si riveleranno dei giorni turbolenti per James e Sirius che dovranno intraprendere una Missione Impossibile per saziare la dipendenza di cioccolato di Remus quando Silente comunicherà che non ci sarà nessun dolce fino al 25 - onde evitare una grandissima dose di diabete!
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Okay, questa è la mia fanfiction natalizia di quest'anno che spero vi possa piacere e divertire come è successo a me mentre la scrivevo. Lasciate stare questa squallida - come sempre - introduzione: non sono in grado di farle...
Genere: Avventura, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Silente, James Potter, Minerva McGranitt, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: Albus Silente/Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Hogwarts, 22 Dicembre 1973
 
I Malandrini: Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso – Remus Lupin, Peter Minus, Sirius Black e James Potter. I quattro Grifondoro più conosciuti di tutta Hogwarts per i loro scherzi, le loro battute e le continue punizioni che la McGranitt assegnava loro. James Potter era il classico ragazzo popolare: bello, carismatico, divertente e giocava perfino nella squadra di Quiddich della sua Casa come Cercatore; non passava giorno che non cercasse di fare innamorare Lily Evans la sua anima gemella – a detta del ragazzo – che, prima o poi, sarebbe capitolata ai suoi piedi in un modo e nell’altro. Sirius Black invece era il ruba cuori del gruppo: il più affascinante di tutta Hogwarts, a detta di molte ragazze, e aveva una vasta gamma di alunne – che andavano dal primo al settimo anno – ai suoi piedi; come se non bastasse aveva anche il fascino del cattivo ragazzo da quando venne smistato in Grifondoro, rompendo l’antichissima tradizione di famiglia che vantava generazioni su generazioni di grandi, potenti e famosi maghi e streghe tutti rigorosamente Purosangue e Serpeverde. Remus Lupin invece era la “mente” del quartetto: calmo, intelligente, coscienzioso, maturo e con ottimi voti nella maggior parte delle materie; come tutti anche lui aveva i suoi segreti e i suoi punti deboli, come prima cosa era un licantropo – da quando aveva quattro anni – e quindi a ogni luna piena era costretto a uscire di nascosto da Hogwarts per potersi trasformare senza rischiare di fare del male a nessuno, poi il suo tallone d’Achille era il cioccolato: non poteva farne a meno, era così dolce e cremoso che per lui è sempre stato una tentazione troppo grande per poter resistere – e come biasimarlo! Infine c’era Peter Minus: lui si poteva definire come il piccolo, ottuso e timido ragazzino che stava sempre insieme agli amici, più forti di lui, ma senza i quali sarebbe perso.

Le vacanze natalizie erano iniziate da un paio di giorni e Remus, Sirius e James quell’anno rimasero a Hogwarts, con l’intenzione di trascorrere tutto il tempo nella loro Sala Comune, a crogiolarsi sui divanetti davanti al fuoco facendosi delle scorpacciate di dolci – ovviamente rubandoli dalle cucine del castello –: insomma il Natale perfetto se si aggiunge anche il fatto che loro erano gli unici della loro Casa a essere rimasti a scuola quell’anno e quindi avevano la Torre di Grifondoro tutta per loro!

«Uffa! Peter è tornato a casa e ora non abbiamo più nessuno da poter comandare!» disse Ramoso buttandosi a peso morto su una delle poltrone rosse di fronte al camino.

«Lo so, Jamie, e per giunta siamo a corto di idee per gli scherzi e di vittime visto che Mocciosus è partito!» sbuffò Felpato, coricato su un sofà e con i piedi sopra un bracciolo. «Avete sentito che passerà il Natale a casa della Evans? Mi dispiace fratello, ma credo che questo round l’hai perso.»

Severus Piton – alias Mocciosus – era il loro bersaglio preferito, fin dalla prima volta che lo avevano incontrato tre anni prima sull’Hogwarts Express. Per James soprattutto dato che lui era il sempre con sua Lily: erano sempre insieme e lei lo difendeva sempre con loro, per Merlino! E, come se non bastasse, avrebbe passato le feste – di nuovo – a casa Evans, con grande gioia dei genitori della ragazza che lo consideravano un ragazzo bravo, intelligente, maturo ed educato: l’ideale per loro figlia!

«Sirius, Sirius, Sirius, caro il mio Sirius,» iniziò James scuotendo la testa «Mocciosus può vincere tutti i match che vuole, ma sarò io ad aggiudicarmi l’ultimo e più importante di tutti!»

Remus alzò lo sguardo dal libro di Pozioni, che aveva preso in prestito dalla biblioteca quella mattina, e lo appoggiò sul tavolo che aveva davanti, alla destra del rotolo di pergamena sul quale stava svolgendo i compiti che il professor Lumacorno aveva assegnato loro per quelle vacanze – una pergamena su una delle pozioni che avevano studiato in quei primi quattro mesi di scuola – «Invece di starvene lì a chiacchierare e a far niente, che ne dite di salire in dormitorio, prendere i libri e iniziare a fare i compliti che ci hanno dato?»

«Eddai, Moony! Le vacanze sono appena iniziate, abbiamo ancora moltissimo tempo per farli.»

Lunastorta scosse la testa, sapendo che, alla fine, avrebbe passato ai due amici i suoi lavori per poterli copiare appena prima che suonasse la campanella – come tutte le volte. Si prese dalla tasca dei calzoni una tavoletta di cioccolato e quella, sfortunatamente, era l’ultima che gli era rimasta, ma tanto tra poco sarebbe sceso a cena e si sarebbe preso per sé un po’ di dolci al cioccolato. Poche volte nella vita gli era capitato di rimanere senza il suo oro marrone e quelle rare volte sua madre gli ricordava sempre – imbarazzante – come si mettesse a urlare, piangere, battere i pugni e usare la magia involontaria finché non glene si metteva un pezzo tra le mani.

«Hey Lunastorta! Vieni a giocare a Gobbiglie, dai!»

Giocarono per tutto il pomeriggio, festeggiando con della Burrobirra, con dei dolcetti di Mielandia e con alcuni ricordi che avevano preso da Zonko alla prima uscita a Hogsmead. Fantasticarono su i regali che avrebbero ricevuto tra pochi giorni e su quali scherzi si sarebbero potuti inventare per far passare un allegro Natale alla loro carissima professoressa McGranitt che, nonostante gli mettesse in punizioni ogni due per tre, voleva loro un gran bene: alla fine si era affezionata a quelle piccole pesti e ne avrebbe sentito la mancanza! Alla fine, quando fu ora di cena, si diedero una sistemata – la partita di Gobbiglie era finita nel caso, ergo James e Sirius si “picchiavano” e si facevano il solletico a vicenda e Remus cercava di dividerli: non era l’ideale presentarsi a cena tutti spettinati, con le camicie sgualcite e le cravatte sulla testa – e scesero nella Sala Grande dove, visto che quell’anno erano rimasti davvero in pochi al castello, c’era solo un gande e lungo tavolo centrale dove mangiavano sia i professori sia gli alunni di tutte e quattro le Casate.

Per cena gli elfi avevano preparato un sacco di pietanze, vassoi stracolmi di cibo erano in bella mostra sulla tavola e ogni volta che si prendeva qualcosa, quello magicamente ricompariva così che non mancasse mai nulla. La neve scendeva dal soffitto incantato  e scompariva appena prima si cadere sulle loro teste, le candele rosse, verdi e oro fluttuavano nell’aria, rilasciando un dolce aroma che cambiava da persona a persona a seconda di quali odori rappresentassero maggiormente per quel soggetto il Natale; James sentiva l’odore dei biscotti all’arancia e alla cannella che sua madre gli preparava tutti gli anni, Sirius lo strano e speziato odore che aveva la pietra incastonata nel braccialetto che, due anni fa, Ramoso e Lunastorta gli aveva regalato per Natale, Remus la fragranza della torta che sua madre gli cucina al cioccolato – ovviamente.

Cenarono tutti insieme allegramente e sembrava che non ci fossero studenti e insegnanti seduti a quel tavolo, ma ragazzi e adulti che celebravano una delle più belle feste dell’anno e che il loro unico obbiettivo fosse solo divertirsi. La professoressa McGranitt – santa donna, nemmeno lei sapeva come riusciva a rimanere mentalmente stabile con i Malandrini che ne combinavano sempre una delle loro – assegnò subito a James e a Sirius i posti alla sua destra e alla sua sinistra e a Remus quello di fronte a lei, in modo da tenerli sempre sott’occhio: anche se a Natale sono tutti più buoni, quei tre sono sempre un’eccezione e, se lo sentiva, avrebbero combinato qualcosa di grosso.

Arrivati a fine pasto ci sarebbe dovuto essere, come di consueto, il buffet dei dolci. Appunto, ci sarebbe dovuto essere. Infatti quando tutti ebbero finito quello che avevano nei loro piatti ed erano già con l’acquolina in bocca al solo pensiero dei dessert che quel giorno avevano cucinato gli elfi del castello, il professor Silente si alzò in piedi e, battendo le mani per richiedere l’attenzione di tutta la tavolata, augurò la buonanotte a tutti i presenti, congedandoli. I tre Malandrini si fissarono stupiti – Remus più che altro shoccato. E i dolci dove erano finiti? Quel vecchio pazzo che si ritrovavano come preside voleva davvero mandarli a letto senza dolce?

«Professore, scusi ma i dolci?» chiese James.

L’uomo sorrise al giovane studente e gli rispose: «Mio caro ragazzo, questa sera, mi dispiace, ma non ci sarà nessun dessert e sarà così fino alla mattina di Natale. Gli elfi stanno preparando una montagna di torte, pasticcini, biscotti, cioccolatini e qualsiasi altra cosa possa venire in mente per quel giorno e quindi, onde evitare un tremendo mal di pancia e una grande dose di diabete, ahimè, non possiamo mangiare alcun dolce.»

Nessun dolce fino a Natale. Silente aveva appena detto che sarebbero dovuti stare un giorno senza i biscotti al cioccolato degli elfi domestici. I Malandrini credevano che il loro Preside stesse scherzando. Non era uno scherzo. Nelle menti dei tre ragazzi rimbombavano le parole del professore “Non possiamo mangiare alcun dolce”. E continuarono a risuonare anche quando erano dentro i loro pigiami e al calduccio sotto le coperte del loro dormitorio. Come tutti gli studenti di Hogwarts anche Ramoso, Felpato e Lunastorta – specialmente quest’ultimo – avevano acquisito, col tempo, la conosciutissima “dipendenza dai dolci hogwartsiani” che porta i soggetti afflitti da questa sindrome a pretendere per tutto l’anno scolastico di trovarsi a colazione, a pranzo, a merenda e a cena una montagna di dessert. Come uscirne? Impossibile, a quell’epoca – e ancora oggi – non era stata trovata una cura e l’unico modo esistente è dare i M.A.G.O. nella speranza di passarli.

James, Sirius e Remus erano nei loro letti da circa quindici minuti e il silenzio regnava nella stanza anche se nessuno stava dormendo, troppo provati da quello che era successo poco più di un’ora prima.

«Secondo voi riusciremo a resistere?» chiese il giovane Black, rompendo quell’inquietante e pesante atmosfera che si era creata.

«Non so Sir, sarà dura riuscirci: credo la prova più difficile che abbiamo mai affrontato finora.» disse Potter girandosi sulla schiena e fissando il tetto del suo baldacchino. «Tu che ne pensi Rem?»

Sentitosi tirato in causa, il mannaro si riscosse dai suoi sogni a occhi aperti – nei quali lui veniva incoronato Re di Cioccolandia e nuotava in un mare di cioccolato fondente fuso – e balbettò qualcosa che ricordava vagamente un “sono d’accordo”. Nessuno disse altro per una buona mezzora e tutti e tre cercarono di addormentarsi per racimolare le forze necessarie che l’indomani sarebbero servite per reprimere i loro dolci desideri.

Dento di sé, Remus, sapeva già da allora che non sarebbe resistito mezzo secondo: il cioccolato era la sua linfa vitale e non riusciva a starne senza per più di un’ora, cosa peggiore aveva finito le sue scorte prima di recarsi a cena, sicuro che ne avrebbe potuto prendere un po’ senza farsi notare dalla McGranitt e dagli altri professori al banchetto. Peccato che Silente e gli elfi avevano avuto la brillante idea di vietare i dolci fino alla mattina di Natale, e mancava ancora un lunghissimo, interminabile giorno. I suoi due migliori amici, però, non erano a conoscenza della sua dipendenza da cioccolato – che da ora in poi chiameremo Cioccomania e Cioccolatite – e questo poteva mettere in serio pericolo la loro – già bassa – pazienza e la sua vita se avesse iniziato a comportarsi come una ragazzina in pieno ciclo mestruale appena lasciata dal fidanzato, cosa che succede sempre in quei casi. Il problema era il modo in cui avrebbero reagito i suoi compagni alla notizia del suo problemino cioccolatoso, infatti il ragazzo era sicuro al novantanove percento che avrebbero iniziato a prenderlo in giro per l’eternità e che si sarebbe ritrovato solo e senza amici. Ma comunque aveva pur sempre l’un percento di possibilità di avere ancora i due al suo fianco in futuro, cosa sicuramente impossibile se invece avesse taciuto e negando una spiegazione – logica – per il suo comportamento.

Lunastorta prese un grosso respiro, raccolse tutto il coraggio da Grifondoro che aveva in quel momento e disse, di getto: «Soffro di Cioccolatite.» Nessuna risposta arrivò dagli altri letti, ma era sicure che fossero ancora tutti svegli in quella stanza così continuo: «Se non mangio del cioccolato divento isterico, scorbutico e lunatico: ne sono completamente dipendente e non resisto più di un’ora senza mangiarne un po’, figurarsi un giorno! Normalmente ho sempre una scorsa, per le emergenze, ma Fato beffardo l’ho finita prima di andare a cena e ora non ho niente

Detto ciò Remus, per la vergogna, si tirò le coperte fin sopra la testa, come se potessero proteggerlo dalle reazioni che avrebbero avuto James e Sirius i quali si fissarono a occhi aperti nel buio della notte.

L’indomani sarebbe stata una giornata molto difficile e, i due Malandrini lo sapevano, avrebbero dovuto escogitare un piano se non volevano passare quarantotto ore infernali.



NOTE DELL'AUTRICE:
Okay, ecco la mia fanfiction per questo Natale!
Si tratta di una piccola long di quattro capitoli e ne posterò uno al giorno. Quest'anno ho deciso di dedicarmi ai Malandrini e in particolar modo al nostro caro Remus e alla sua dipendenza dal cioccolato. Potrete avere la fortuna di vedere Sirius in azioni alla Matrix, James che elabora piani di guerra infallibi e Remus che... mangia il cioccolato.

Bene, spero che decidiate di lasciarmi una recensione, anche piccolina, per farmi sapere cosa ne pensate di questo piccolo capitolo iniziale!
Ah, vi lascio qua sotto il link della mia pagina facebook che ho aperto da poco! Se vi va, andate a mettere un bel "mi piace" per rimanere sempre aggiornati sui miei ultimi lavori e sulle mie fan art! :D
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angel_and_demons

 
   
 
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