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Autore: NienorDur    22/12/2014    1 recensioni
Un viaggio nella mente di qualcuno, nella mia mente, nella tua.
Perdersi è semplice, una guida invisibile può scegliere se aiutati o meno.
Ma questo dipende tutto da te,
che tu ne sia consapevole o meno.
Sceglierai la via giusta o quella sbagliata?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Black Rabbit
 
 
 
 
Cammino, cammino nel vuoto, non so dove sto andando, sono a testa in giù, poi di lato, dall’altro, corro, non vado da nessuna parte, rimango fermo li, nell’oscurità della mia mente, spero sia la mia mente, cos’altro potrebbe essere?
Mi fermo. No, non posso, le gambe non si fermano, cosa dovrei fare? Magari dovrei svegliarmi, ecco dovrei svegliarmi. Urlo di svegliarmi, dalla mia bocca non esce alcun suono.
Sento del liquido, acqua, nella mia gola, nei miei polmoni, vedo delle bolle uscire dalla mia bocca, sono colorate, catturano il mio sguardo.
Sto affogando, sto morendo e non riesco a pensare ad altro se non a quei colori: da dove esce quel colore?
Da dentro di me?
No, io non ho colori, io sono un puntino nero da qualche parte, non ho una luce.
Non respiro più, ho mai respirato ?
Non mi sembrava di respirare prima.
Chiudo gli occhi, ma continuo a guardare, li apro, vedo solo oscurità.
Non distinguo nemmeno i movimenti del mio corpo se vedo con gli occhi chiusi e non vedo con gli occhi aperti.
O forse è proprio così che dovrei fare, magari è un suggerimento.
Vedo, vedo qualcosa, o meglio, so di sapere di vedere qualcosa, ma effettivamente non lo vedo.
 
Seguimi.
 
Una voce, viene da tutti i lati, mi giro, non capisco, una luce bianca mi acceca.
Chiudo gli occhi, o li ho aperti ?
Nero, provo un senso di sollievo, ma non percepisco più nulla e la cosa mi turba.
Apro o chiudo gli occhi, mi gira la testa.
Ora c’è di nuovo l’oscurità ma questa volta vedo ciò che avevo percepito: un punto bianco, non capisco se ha volume o meno, sembra un riflesso di qualcosa.
Inizio a camminare, anche se stavo già camminando, ma adesso lo faccio perché voglio io, lo voglio?
Non mi avvicino, ma so di starmi muovendo, non so se vale lo stesso per il riflesso, magari è solo questione di prospettiva.
Provo a spostarmi, non cambia nulla, un altro passo.
Il mio piede non tocca nulla, come se prima ci fosse stato qualcosa sotto i miei piedi, ma questa volta il mio piede sprofondò, strascinandomi giù.
Cado, adesso mi sveglierò, provando quella terribile sensazione di cadere, mi sveglierò sudato tra le coperte e maledirò questo sogno.
No, continuo a cadere, ma più lentamente, il riflesso è sopra di me, sempre della stessa forma, sempre della stessa intensità.
 
Devi fare più attenzione a dove cammini
L’uscita è lontana
E se tu non segui le mie indicazioni
Mai la troverai la via d’uscita.
 
Voglio rispondere alla voce, ma mi fermo, non voglio affogare ancora.
Rallento sempre di più, fino a fermarmi, ma i miei piedi non toccano il terreno, sono sospeso nel vuoto, come se fossi nello spazio.
Nello spazio, come un meteorite, una stella o un pianeta, ma sono solo un uomo, che non può vivere nello spazio.
No, non posso essere nello spazio, fa freddo e sento una strana sensazione, come se mi stessi aprendo.
Mi sto aprendo, come un libro, come se qualcuno mi leggesse, mi sento squarciare, lacerare, ma non provo alcun dolore.
Esplodo.
Sento di essere tutto e niente, sento di essere io stesso il luogo in cui mi trovo, sento di ricoprirlo con il mio corpo.
Che cosa ho fatto, cosa ho fatto per sognare una cosa del genere.
Cerco di toccarmi il viso, so che lo sto toccando, lo percepisco con le mani, ma i miei occhi non vedono la mano, il mio viso non percepisce la mano.
 
Smettila di perderti da solo,
Seguimi, segui solo me.
 
Come faccio a seguire la voce? Come posso vedere una voce? Come posso capire da dove viene se viene da ogni direzione.
Il nero si fa come più intenso.
Questa volta so di star chiudendo gli occhi, sperando in qualche miracolosa apparizione.
Colori, non vedo altro che colori, che si mischiano tra di loro, si schiariscono e illuminano tutto, è come trovarsi in un tunnel.
Non ci sono ombre, sembra tutto piatto, ma i colori hanno un proprio volume, si muovono, continuano a miscelarsi formando nuovi colori.
Come faccio a descrivere un colore?
Non riconosco nessun colore, sono così estranei, non vengono dalla mia mente, non mi appartengono come il luogo nero di prima, non mi appartengono così come non mi appartenevano le bolle di prima.
 
Hai creato tutto tu,
Quando sei esploso,
Questo è quello che hai dentro,
Adesso vai via da li, non rimanere impantanato.
 
Sono esploso e quei colori sono le mie viscere spiaccicate su delle pareti invisibili.
Sono morto, sono morto e ora sono un fantasma, o forse sono già morto e questo è l’inferno, è la mia pena.
Vagherò per l’eternità in questo luogo, senza una meta, con solo me stesso, non posso sopportarlo.
NON POSSO SOPPORTARLO
 
NON   POSSO   SOPPORTARLO
 
Vidi le parole, le vidi davanti a me, in alto, dentro di me, trapassarmi, scritte piccole e grandi, sottili o imponenti come macigni, scorrono, scorrono tutte verso un punto, non so se davanti, dietro o a lato rispetto a me, ma scorrono da quella parte, verso quel punto.
Ho una meta, adesso so, dove devo andare, devo seguire le mie parole, devo seguire ciò che penso e forse uscirò da qui, sarò salvo.
 
Smettila di illuderti, smettila di seguire illusioni
Segui me, sono davanti a te, segui me
Segui me e sarai salvo come desideri.
 
Non devo ascoltare quella voce, non capisco da dove viene, non capisco CHI pronuncia quelle parole, non sono io, non mi è d’aiuto, non mi vuole aiutare, mi vuole far perdere, vuole che io muoia qui, che rimanga solo, se seguo le mie parole uscirò da qui, io uscirò.
Corro, sento di correre, sento il vento, sento muovermi in questo mondo statico che mi stava portando alla pazzia.
Una luce, una luce reale, che diventa sempre più grande, luminosa e reale, sì, reale come me, come me.
La raggiungo, l’ho raggiunta, ci sono, l’oscurità non c’è, solo luce, le mie parole mi circondano, cambiano, cambiano significato e colore, forma e dimensione, le loro ombre si intersecano sul pavimento.
Ma la mia non c’è. La mia ombra non c’è.
Che cosa vuol dire? Io esisto, io ho un’umbra, io ci sono.
Le mie parole esistono, loro hanno un’ombra, se loro esistono esisto anche io, io sono vivo.
IO SONO VIVO
 
Ti avevo detto che era pericoloso,
Che la strada era sbagliata
Non farmene una colpa
Quando in realtà è tutta colpa tua.
 
Crepe. Le mie parole si riempiono di crepe.
Esplodono, esplodono lasciando dietro di se un buco nero, come se si fossero portare via la luce, come se avessero distrutto ciò che esiste, la stanza bianca, dove le cose esistono e dove io esisto, io esisto anche senza ombra io esisto.
La voce mente, è la strada giusta, le parole sono scomparse perché alla fine non possono esistere, non possono esistere parole così grandi, mentre io sì.
Mi guardo le mani, le vedo, ho ragione, le vedo, sono materiali, sono nere … nere come il vuoto che hanno lasciato le mie parole.
Mi giro verso il punto nero da cui sono arrivato, dal luogo di tenebra da cui sono scappato.
Un coniglio poco fuori, un coniglio nero.
 
Hai sbagliato strada,
Non uscirai mai dal nulla per tornare a essere te stesso.
Rimarrai li.
Divorato dal dubbio.
Non hai saputo vedere nel buio e ora sarai accecato dalla luce.
 
Bianco, solo bianco, io e il nulla, come prima alla fine, cosa cambia dal nero al bianco? È sempre tutto vuoto e informe, un inferno vale l’altro.
O no? Forse avrei davvero dovuto lottare senza cercare la via più facile, forse è davvero colpa mia.
Forse avrei dovuto seguire il coniglio nero, sai, ti avevo anche visto all’inizio, attraverso una bolla, e davanti ai miei colori, ma la verità è che forse non volevo vederti.
Credo di essermi meritato tutto questo.
   
 
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