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Autore: Marge    22/12/2014    2 recensioni
E se Olivia, grazie alle quantità di Corthexyphan che il suo cervello ha assorbito negli anni, fosse in grado di ricordare ogni cosa accaduta, anche quando il passato è stato riscritto? Ambientata nell'ultima puntata dell'ultima stagione, una storiella breve per non dimenticare nessun sacrificio, nessun atto d'amore. SPOILER S05E13.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Olivia Dunham, Peter Bishop
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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EPIPHANY
[S05E13]



“Penso che potrei essere felice solo rimanendo qui per il resto della mia vita.”
Il peso di Peter sulla sua schiena è dolce. Potrebbe fermarsi lì per sempre anche lei, con Etta a pochi metri che coglie soffioni e tenta, inutilmente, di far volare via tutti i pistilli in una sola volta.
“Ora però dovremmo portarla a casa e convincerla a fare il bagno… cosa che non è mai facile” risponde invece, ma ride mentre lo dice, perché anche quello sarà un momento perfetto, da ripetere all’infinito. Riabbassa gli occhi sul libro che ha tra le mani.
“Questo lo lascio volentieri a te” ribatte Peter tirandosi su a sedere. “Etta! È ora di andare! Su, vieni amore, è ora di andare a casa.”
Etta non ha un minimo di esitazione e al richiamo si volta verso il padre e comincia a correre, gli steli spogli stretti in una manina.
Peter si inginocchia e tende le braccia ad accoglierla, mentre la bambina saltella con un sorriso sempre più grande in volto.
Il cuore di Olivia si ferma per un attimo. Ha l’irrazionale istinto di balzare in piedi e urlare. Sente il petto farsi vuoto mentre osserva sua figlia avvicinarsi. Smette di respirare. Peter si volta e le sorride, ma è avvolto da un’aura brillante, la sua immagine vibra. Lei risponde appena, una contrazione dolorosa al ventre.
Prendila, Peter, non farla scomparire. Ho paura che possa scomparire.
Sente un’esplosione, ma è solo dentro la sua testa. Sente urla, voci concitate, rumore di sirene. Sente il terrore impadronirsi delle persone attorno a sé.
Infine, sente un dolore dentro, tra il petto e lo stomaco, e la solitudine scendere nel cuore come quando aveva sei anni. Non c’è più nessuno, per me.
Rimane paralizzata, non riesce a muoversi, le nocche strette attorno al libro, bianche.
Poi Etta vola tra le braccia di Peter.
Olivia torna a respirare.
Per un momento le gira la testa. Peter e Etta giocano tra loro, lui le dice qualcosa, la bambina annuisce felice. Chissà cosa le sta promettendo.
Mentre li guarda insieme, davanti agli occhi di Olivia passano immagini di un’altra vita, un mondo distrutto, Peter pieno di terrore che cerca la figlia, il dolore fisico e quello dentro, insopportabile, e un tovagliolo di carta ricoperto di scritte mentre la speranza pian piano scivola via. Sente l’Ambra avvolgerla e penetrare nei polmoni. Vede Etta a venticinque anni, con lo sguardo duro e disincantato, vede le sue lacrime e sente il suo abbraccio disperato. La vede morire davanti a sé, senza poter far nulla, e quella nuova, eterna sensazione di essere sola, non avere più nessuno perché Peter è sempre più distante.
Sbatte le palpebre.
Vede le sue vite, quelle che sono state, quelle che avrebbero potuto essere, la sua infanzia infelice come orfana e quella passata con Nina, vede le sue due sorelle, quella fallita, sola con una figlia a carico e quella con un matrimonio felice e due bambini. Vede Peter che la ama, Peter che fa di tutto per salvare il suo mondo, perfino scomparire e ricomparire, combattere per ritrovare la sua Olivia. Ancora una volta, i ricordi la sommergono, ma nulla sbiadisce: afferra e tiene stretta ogni sensazione, ogni felicità e ogni dolore, anche quelli incompatibili.
Vede infine Walter, che viene tirato fuori dall’ospedale psichiatrico da Peter, e l’altro a cui poi compare davanti solo due anni dopo, senza conoscerlo, convinto di averlo già perso due volte, e infine il Walter di questa timeline, che è morto anni fa in quello stesso ospedale e non ha mai ritrovato questo Peter. Li vede insieme diventare, pian piano, padre e figlio, e infine vede Walter andar via, verso il tunnel con il bambino senza capelli per mano, il sacrificio estremo di un padre per salvare la vita di suo figlio che, a sua volta, è un padre che ha perso tutto.
Peter tutto questo non lo sa.
Etta gira felice sul prato appesa alle mani di suo padre. Il momento è passato, il futuro è stato riscritto. Peter non brilla più.
Una fitta alla testa la costringe a scuotere la testa. È stato solo un secondo, un eterno déjà vu. Si sente confusa e carica di elettricità come se potesse far andare in cortocircuito l’intera Boston.
Peter. Walter. Etta. Ripete i nomi nella sua testa e accarezza le loro vite, quelle vissute, quelle perse e quelle, infine, ritrovate.
Sorride.


Olivia è a letto, lo stesso libro della mattina tra le mani, ma non sta leggendo. Guarda le pagine, ma i suoi occhi vedono lontano. Il suo cuore ondeggia tra la gratitudine e il senso di colpa.
Peter si avvicina in accappatoio, Etta dorme da un paio d’ore ormai e questo è il momento della giornata per loro. Si sdraia accanto a lei e le bacia una spalla nuda. Olivia sorride, ma ha le labbra tirate, lo sguardo perso.
“Cosa c’è?” chiede lui. Lei scuote la testa, indecisa su da dove cominciare.
“Dovremmo fare qualcosa per Etta” dice infine.
“Qualcosa…?”
“Un fratello, o magari una sorella.” Sorride di nuovo, timidamente. Peter ride.
“Dici sul serio?”
“Se a noi… se a noi dovesse capitare qualcosa, non sarebbe sola. Non sarebbe mai più sola al mondo.”
Peter si acciglia. “E perché mai dovrebbe succederci qualcosa? Qualcosa al lavoro, ieri…?”
“No,” si affretta a scuotere la testa e si gira su un fianco, per guardarlo meglio. “No, non è accaduto nulla. È solo una riflessione che ho avuto oggi. Abbiamo visto così tante cose particolari negli ultimi anni.”
Lui annuisce con un mezzo sorriso, ma è a disagio.
“Beh…” mormora infine, allargando le labbra felice. “Non so cosa stia accadendo nella tua testolina ma, quando si tratta di fare bambini, sai che mi trovi sempre d’accordo.”
Le bacia il collo subito sotto il lobo dell’orecchio e Olivia ride per il solletico. Sente le sue labbra scendere con piccoli baci lenti, ma d’un tratto Peter si ferma.
“Oggi mi è successa una cosa strana” dice. Olivia aggrotta le sopracciglia. “Mi è arrivata una busta. Conteneva soltanto un cartoncino con disegnato un fiore, piuttosto stilizzato, e null’altro. Ma la cosa più particolare è che il mittente è W. Bishop Walter Bishop.”
Peter tace per un momento. Olivia trattiene il respiro, concentrata.
“Mio padre è morto anni fa, in quell’ospedale psichiatrico, e io non lo vedevo da anni. Cosa potrebbe voler dire?”
Si ferma per un momento, scuote la testa, lo sguardo lontano.
“Cosa c’è?” domanda lei.
“Nulla, solo… un déjà vu, credo. Mentre parlavo ho avuto la sensazione…”
Con lo sguardo, lei lo spinge a continuare.
“È una cosa stupida, solo che mi è sembrato che non sia vero. Che stessi dicendo una cosa mai accaduta.” Olivia abbassa gli occhi, riflette.
“Peter” dice infine, dopo alcuni secondi in cui lui ha l’espressione sempre più perplessa, indeciso su quale percezione della sua mente seguire, se credere a ciò che pensa di sapere da anni o a ciò che gli si sta strusciando lentamente dentro. “Devo raccontarti una cosa che ti sembrerà piuttosto assurda…”


* Questa storia mi frullava in mente da un po’ e risponde a un mio bisogno di credere che non tutto quello che è accaduto è andato perso. Se davvero Walter riesce a fermare gli Osservatori e riscrive il passato a costo della sua vita, allora tante cose non possono essere accadute e il suo sacrificio resta misconosciuto. Tutto questo è molto triste, perché io voglio che Peter sappia cosa Walter ha fatto per lui. Ho quindi deciso che Olivia sa, perché il suo bel cervellino come sempre è imbottito di Cortexyphan.
Inoltre è stata scritta per la Maritombola 2014 con il prompt “27. Mughetto – felicità ritrovata” e non credo ci sia bisogno di spiegarne il motivo.
Se i dialoghi vi sembrano diversi da quelli originali, è perché ho visto la serie in inglese e questa è solo una mia traduzione.
Su Fringe ho scritto al momento altre storie, che sono riunite nella raccolta “Little pills of normality”, ambientate nella terza stagione (pubblicate qui su EFP), e alcune recensioni, serie per serie, che potete trovare nel mio livejournal. Sono piene di critiche perché ho trovato molti errori e dubbi in questa serie – come quello che mi ha spinto a scrivere questa fanfic, ma mi ha colpita davvero tanto e la amo <3
A presto!
  
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