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Autore: Jade_Horan    23/12/2014    6 recensioni
“Alex aveva dovuto cambiare vita per l’ennesima volta, ma questa volta decise di lasciarsi alle spalle il passato.
Alex era cambiata, ma in positivo.
Alex si era rialzata, era andata avanti.
Alex aveva ricominciato a sorridere.
E tutto questo grazie alla musica.
E grazie ad Ashton Irwin, Calum Hood, Luke Hemmings e Michael Clifford, quattro “normalissimi” ragazzi che facevano dei video su youtube”
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Romantico,Fluff,Sentimentale,Song-fic,Malinconico,Introspettivo.
Jade♥
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Credi nell'amore a prima vista?

 

13. Beside you
 
“I wish I was, I wish I was… beside you.”
-5Seconds Of Summer, Beside You


Alex stringeva tra le mani quel foglietto dalla superficie liscia ed il colore azzurrino, col cuore che batteva forte nel petto e gli occhi lucidi dalla gioia.  Ancora non poteva minimamente crederci.
Ripensò a quando – qualche attimo prima – aveva notato la sua borsa appoggiata in bilico sulla scrivania. Ripensò al momento in cui era caduta e a quando aveva preso tra le mani il bigliettino azzurro che era uscito fuori dalla borsa, fluttuando per qualche secondo nell’aria, trasportato dalla leggera brezza serale che entrava dalla finestra aperta, ed appoggiandosi delicatamente sul pavimento della stanza. Ripensò a come lo aveva preso, con aria curiosa, e di come aveva frettolosamente letto ciò che vi era scritto sopra:

“Chiamaci ogni tanto, ci mancherai.
Ti vogliamo bene,

-Mike.”


Fissò la scritta ancora per qualche secondo, incredula, con le mani che tremavano leggermente e la mente offuscata da miliardi di pensieri. Lo aprì di scatto, leggendo una ad una le cifre scritte a penna sul foglietto, che assieme componevano quello che era senza dubbio un numero telefonico. «Ti amo, Michael Clifford!» esclamò Alex in preda alla gioia, afferrando frettolosamente il telefono.  Sentiva il sorriso farsi spazio sul suo volto e la felicità travolgerla completamente, per poi sostituirsi subito a tutta quella tristezza che aveva provato nello stesso giorno, osservando le fotografie appese alle parete. In quel momento, i ragazzi le sembravano di nuovo vicini come in quegli attimi. Cominciò a ridere, fissando con le lacrime agli occhi il numero scritto sul foglio azzurro. Come aveva fatto a non trovarlo prima?! 

Le mani le tremavano sempre di più, mentre componeva il numero. Lo ricontrollò più e più volte, ed esitò per un attimo prima di premere il tasto della chiamata.

Era decisamente troppo euforica ed emozionata, sentiva lo stomaco sottosopra e la voglia di salire sul tetto e gridare a gran voce di essere la persona più felice sulla faccia della terra. Non aveva idea di chi avrebbe risposto, dall’altra parte della cornetta, non aveva idea se i ragazzi si ricordassero ancora di lei, ne se a loro facesse piacere ricevere una sua chiamata. Ma – pensò – per quanto fosse tremendamente assurdo, Michael Clifford aveva deciso di lasciarle un numero per contattarli, e non era stata una cosa completamente casuale.

Senza più esitazioni di alcun genere, Alex avviò la chiamata e portò il telefono all’orecchio. Passarono alcuni secondi, prima che lei potesse sentire il telefono squillare libero. Era passato quasi un minuto, un minuto che le sembrò lunghissimo, un minuto che le fece nascere mille dubbi nella mente e mille domande a cui non aveva risposta. Era passato quasi un minuto quando una voce, all’improvviso, la fece tornare alla realtà – ed era davvero grandioso poter definire tutto quello reale.


Dall’altra parte dell’oceano, il telefono aveva smesso di squillare non appena il cantante dai capelli blu notte aveva accettato la chiamata.
–Pronto?–  aveva risposto Michael, il quale non aveva idea di chi potesse essere capace di chiamare a quell’ora della notte. Il suo tono di voce era assonnato ed anche preoccupato che ci fosse un’emergenza. Dopotutto, Calum e Luke erano dall’altra parte dell’hotel, perciò non aveva idea se stessero bene o no. Dall’altra parte della cornetta, però, non si sentiva assolutamente nulla. –Pronto?– ripetè.
–M-michael?– il ragazzo tinto riconobbe subito quella voce. Un sorriso sincero si fece spazio sul suo viso, affievolendo immediatamente la preoccupazione ed il sonno. 
–Alex! Oh mio dio sei davvero tu?– esclamò felice, urlando. Michael sentì la ragazza scoppiare in una fragorosa risata, che fece allargare ancora di più il suo sorriso. Era immensamente felice, sia per lei, che per Ashton che per se stesso. Insomma, doveva ammettere che Alex era mancata anche a lui, non solo al batterista. –come mai chiami alle tre del mattino?– chiese successivamente, per poi sbadigliare.
–Le tre del mattino? Oh mio dio, scus…–
–…ma cosa me ne importa! – la interruppe –Mio dio! Come stai?– Michael si sedette su quel letto d’albergo di Los Angeles, con la schiena appoggiata al muro, le gambe incrociate ed il sorriso ancora stampato sul volto. Non gli importava se avrebbe svegliato qualcuno. Alex aveva chiamato, ed era quella la cosa più importante. La sua sorpresa era andata a buon fine.
–Benissimo! V-volevo… ringraziarti. Io non so davvero come…–
–…andiamo Alex, basta con questa storia! Devi smetterla di ringraziarmi ogni volta! Credevo che non avresti mai trovato il numero, sono passati una marea di giorni! Volevo che fosse una sorpresa, per questo non te l’ho detto…–
–E’ stata la sorpresa più straordinaria di sempre. Grazie davvero Mike.– Michael si sentì sollevato nel sentire quel soprannome. Si sentì più leggero, come quando non doveva preoccuparsi sempre di come appariva, come quando poteva camminare per strada tranquillamente, senza che nessuno lo fermasse e gli chiedesse una foto o un autografo. Non fraintendete, a Michael piaceva davvero tanto la sua vita, ma a volte gli mancava essere un ragazzo normale, e con Alex si sentiva davvero se stesso.
–E voi invece, come state?– chiese lei, ancora incredula. Insomma, Michael Clifford si ricordava di lei. In quel momento, dall’altra parte del mondo, anche lei si era seduta sul letto – poiché le gambe non riuscivano più a reggerla per quanto le tremavano –, con la schiena appoggiata al muro e col sorriso stampato sul volto. Il cuore non aveva rallentato i battiti, però si sentiva bene, si sentiva a suo agio, proprio come in quel pomeriggio al parco passato assieme alle quattro persone più straordinarie che avesse mai incontrato. Si sentiva come se stesse parlando con un vecchio amico, non solo con Michael Clifford dei 5 Seconds Of Summer.
–Oh… le solite cose. – rispose lui –Viaggio in aereo, intervista, albergo, concerto e di nuovo albergo. Questo era il penultimo. Domani è l’ultimo giorno, finalmente torniamo a casa. Beh, più o meno. Abbiamo ancora un sacco di interviste già prenotate una volta che torneremo in Australia e…– Alex sentì qualcosa muoversi accanto a Michael, e poi un borbottare di parole imprecise. «Mike cosa fai sveglio a quest’ora?» Alex giurò di aver sentito, in lontananza, la voce di Ashton Irwin, assonnata, certo, ma bellissima come sempre, dall’altra parte della cornetta.

–Ash sta zitto, sto parlando con Alex– lo riprese Michael, aspettando la sua reazione, dandogli le spalle ed osservando il paesaggio di Los Angeles che si vedeva dalla finestra, con un sorriso furbo stampato sul volto. Era felice, nonostante fosse un po’ egoista da parte sua, che Ashton si fosse svegliato. Sarebbe stata una bellissima sorpresa anche per lui, che ormai da giorni chiedeva se Alex avesse chiamato. Lo aveva visto persino scrivere frasi su un foglio, che portava sempre con se, frasi chiaramente dedicate a lei e raggruppate in delle strofe sottoforma di una canzone. Perciò si, Michael era davvero felice che Ashton si fosse svegliato.


Il batterista fu colpito da quella frase come se fosse una pugnalata, ma non avrebbe mai immaginato che un colpo così fatale potesse essere anche così dolce e piacevole. «Come?! Alex ha chiamato?» Ashton aveva quasi urlato, incredulo, mettendosi immediatamente a sedere. Sentì la testa girargli per il movimento troppo brusco, lo stomaco fare una capriola, e la mente riempirsi di mille dubbi, che ruotavano tutti attorno ad un unico pensiero fisso: Alex aveva chiamato, e lui voleva sentire la sua voce.

Michael dava le spalle al batterista, e continuò a parlare con la ragazza, con una smorfia soddisfatta sul viso che Ashton non poteva vedere. –Ho svegliato Ash urlando.– esclamò ridendo, senza ricevere nessuna risposta. –Alex…? Ci sei?– Ashton era diventato nervoso, sentiva il cuore battere davvero troppo velocemente e le mani cominciare a tremare. Se solo ne avesse avuto il coraggio, avrebbe potuto prendere il telefono e salutarla, dirle che gli mancava, dirle che non vedeva l’ora di rivederla e che di sicuro si sarebbero rivisti. Poiché quello al parco non era stato un addio, Michael aveva ragione. Ashton ci mise poco a capire che era grazie a Michael che forse avrebbe potuto rivedere Alex, e che era stato lui a darle il proprio numero. Quella fu l’ennesima conferma che Michael Clifford era l’amico migliore del mondo, e che era molto fortunato ad averlo.

–S-si… credo di si.– aveva risposto lei, facendo sobbalzare Ashton dallo stupore. Il batterista riusciva a sentirla, nonostante il telefono non fosse in vivavoce. La sua voce era tremendamente dolce e bella come la ricordava, e le era mancata davvero troppo.
–Vuoi che te lo passo?– Michael dovette mordersi il labbro per non ridere, sapeva di star mettendo in difficoltà l’amico che, dall’altra parte del letto matrimoniale che dovevano condividere, non sapeva se sperare o meno in un “si”.
–No!– esclamò la ragazza, quasi urlando. –C-cioè… si.– replicò confusa.
–Ash, non vuole sentirti– ridacchiò il ragazzo tinto, girandosi verso di lui, ricevendo una smorfia triste da parte del riccio. «So che mi stai facendo uno scherzo e che non è davvero lei. Dici a Luke e a Calum di finirla con questa cosa. E sappi che non è divertente.» concluse, dando a sua volta le spalle al chitarrista, tirando le coperte verso di se «e sappi che non condividerò mai più un letto matrimoniale d’albergo con te, Michael Gordon Clifford, poiché ci tengo al mio spazio vitale» Michael fu felice di sentire la risata di Alex, dall’altra parte della cornetta. Fu felice di sapere che stesse bene. Michael coprì per qualche secondo il proprio I-phone con la mano, girandosi verso l’amico. «Ash, è davvero Alex. Non potrei mai prenderti in giro su una cosa così importante.»
«Quindi… davvero non vuole parlarmi?» chiese, con aria triste.
«Credo che sia troppo nervosa per parlare con te, e poi hai sonno, torna a dormire che domani è l’ultimo concerto.»
«Oh, finalmente!» esclamò, anche se quel “finalmente” non lasciava trasparire tutta la felicità che provava davvero. «Maledettissimo tour.»

Chiuse gli occhi, Ashton, ma proprio non ce la faceva a dormire. Sentì Michael ed Alex parlare per quella che sembrò essere un’ora e mezza. Michael le raccontò filo e per segno di tutte le loro cavolate, di ciò che avevano fatto in America e di una particolare figuraccia fatta da Luke, quando era caduto sul palco di un concerto importante. Sentì anche la sua voce ed il suono della sua risata riempire dolcemente il silenzio di quella pensierosa stanza d’albergo. Sentì lo stomaco contorcersi, la mente riempirsi di mille domande, ed il cuore battere all’impazzata. Si chiedeva se Alex avesse già dimenticato ciò che le aveva detto, se avesse già dimenticato tutto l’amore che aveva cercato di trasmetterle quando l’aveva guardata negli occhi, avvicinandola al proprio viso e facendo sfiorare le loro fronti. Si chiese se avesse già dimenticato il suo continuo spostargli i capelli dietro l’orecchio, il suo sorridergli e le sue parole dolci sussurrate tra una carezza e l’altra. Si chiese se tutto quello era stato sufficiente per farle capire che lui l’amava con tutto se stesso, che lui teneva a lei più di ogni altra cosa.

Ed ora sentiva la sua mancanza, Ashton, sentiva il desiderio di essere accanto a lei e di poterla stringere a se, di addormentarsi con lei in quel letto d’albergo in cui ora non riusciva a chiudere occhio, nonostante la chiamata si fosse conclusa da ormai qualche decina di minuti. Sentiva il bisogno di essere accanto a lei, di sentire la sua testa sul suo petto, di intrecciare le proprie dita alle sue e di sentire nuovamente le sue labbra sfiorargli la guancia. Sentiva il bisogno di dirle tutto ciò che provava, di regalarle uno di quei baci mozzafiato da film drammatico e di farle provare qualcosa di straordinario.

E sperava con tutto se stesso che, presto, l’avrebbe rivista. Nonostante non sapesse assolutamente come comportarsi, ne cosa fare, ne come fare a dirgli ciò che provava, voleva con tutto il cuore rivederla, poiché Ashton non aveva mai amato qualcuno così tanto come amava lei. Quella ragazza aveva stravolto Ashton completamente, lo aveva fatto sentire piacevolmente nuovo e diverso fin dal primo istante in cui aveva incontrato il suo sguardo. Nessuna l’aveva mai fatto sentire così amato, così bene, così felice. E ad Ashton mancava quella felicità, quell’amore.
Essere accanto a lei, in quel momento, era il suo unico desiderio.


Note d'autrice :)
Finalmenteeee!
Buon Natale in anticipo a tutti! Come avrete notato - o almeno spero - ho cambiato il banner! :) Il capitolo è carino, anche se lo potevo migliorare, però l'idea di fondo mi piaceva... :P ♥
Spero sia piaciuto anche a voi, insomma... mi scuso ancora per il ritrdo, ma ormai lo faccio in ogni capitolo!, ho davvero moltissime cose da fare! La gif è carinissima*^*!
Di solito ho sempre una marea di cose da dire negli angoli autrice, ma stavolta non sono di tante parole... >.<
Vi auguro, quindi, un buon Natale, uno straordinario 2015 ed un bellissimo fine 2014 ♥ 
Per me è stato un anno davvero ricco di alti e bassi, di emozioni e di tristezze, confusioni, euforie e felicità... però devo ammettere che è stato uno dei più belli - se non il più bello- della mia vita, per cui mi mancherà... :)♥
Auguri e buone vacanze a tutte, vi adoro, grazie per aver recensito sempre e per essere sempre così dolci e premurose nei miei confronti, vi voglio davvero tanto bene!♥


Buon Natale ancora,
Jade~
  
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