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Autore: Hermione Jean Granger    23/12/2014    18 recensioni
Ron e Hermione sono andati da poco a convivere, e questo è il loro primo Natale insieme: alle prese con l'albero di Natale, le piste di pattinaggio e le loro attività fra le lenzuola, passeranno delle feste indimenticabili.
«"Hai i capelli pieni di neve" disse lei, mettendoci le mani dentro e scompigliandoglieli.
"Anche tu" rispose lui, lasciandole un altro piccolo bacio all'angolo delle labbra. "Non c'è proprio speranza di..." continuò, in un tono di voce che evidentemente considerava molto sexy e cercando di infilarle le mani sotto il maglione.
"Ron, NO!" disse lei, un po' seccata, un po' divertita. "Oggi faremo l'albero, punto. E non guardarmi così, lo sai che non attacca! Su, cominciamo".»
[La storia ha totalizzato un punteggio di 39,71/40 e si è aggiudicata il premio "Miglior Coppia" al contest "About daily life" indetto da Himeko Kuroba sul forum di EFP]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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A Jessica,
perché ha bisogno di sorridere di più.
A me,
perché anche io ne ho bisogno.
Ancora a lei,
perché mi aiuta a farlo ogni giorno.
Grazie.
-'Cos you and me, were meant to be-
 

I vantaggi delle feste
 
Le feste. Che belle, le feste. Sapere di potersi alzare tardi, di non dover andare al lavoro, di essere totalmente liberi di riposare, di uscire a divertirsi, di fare l'amore più spesso...
Furono questi i primi pensieri di Hermione quando si svegliò, già rossa in volto per le sue riflessioni assolutamente poco pure, quella mattina di dicembre. Tenendo gli occhi chiusi, lasciò che i ricordi della notte prima le invadessero la mente: lo sguardo acceso e voglioso di Ron, il suo corpo caldo e pesante su di lei, le loro mani intrecciate. Sì, Hermione doveva proprio ammettere che fare l'amore con Ron fosse una delle cose più belle delle feste. Non che durante il resto dell'anno non lo facessero tanto e bene, - dopotutto erano una giovane coppia di innamorati - però... Hermione si morse il labbro, cercando di capire cosa ci fosse stato di diverso nella notte prima. Forse erano solo entrambi più rilassati, più felici: era come essere tornati ad avere sedici anni. D'altronde, quello era il primo lungo periodo di vacanza che passavano insieme da quando erano andati a convivere: non avevano mai avuto così tanto tempo per loro due da soli e ne avevano decisamente approfittato. Hermione si mosse nel letto, stiracchiandosi come un pigro gatto, e aprì piano gli occhi, aspettandosi di vedere Ron accanto a lei che se la dormiva della grossa. Ma, con suo grande disappunto, scoprì l'altra metà del letto tristemente vuota. Dove si sarà cacciato?
La ragazza uscì dalle lenzuola, rendendosi conto di essere ancora completamente nuda: dopo aver perlustrato il letto, trovò gli slip, e, dopo ancora qualche minuto di infruttuose ricerche, concluse che il resto dei vestiti doveva essere sparso per la casa. Sì, ci siamo davvero fatti prendere, ieri sera pensò con un piccolo brivido di compiacimento. Aprì l'armadio per cercare qualcosa da mettersi - casino! Casino ovunque! Possibile che Ron non riesca mai a tenere la sua roba in ordine? - e alla fine, in un gesto di sfida, si infilò una vecchia felpa dei Cannoni di Chudley decisamente troppo grande per lei. Poi si infilò le ciabatte e si avviò verso la cucina, passando per il salotto nel quale un grande albero di Natale faceva bella mostra di sé. Hermione ricordava bene il giorno in cui lei e Ron l'avevano addobbato.

Erano completamente coperti di neve, mentre varcavano la soglia della loro casetta portando con loro un grande albero comprato a Diagon Alley, più innumerevoli pacchi e sacchetti. Ron era rimasto incantato a guardare gli alberi già pronti in mostra nelle botteghe natalizie, e Hermione era dovuta ricorrere a tutte le arti di persuasione che conosceva per convincerlo a prendere un albero spoglio e decorarlo loro, alla babbana. Adorava il Natale, le ricordava tanti bei momenti passati in famiglia, e quell'anno, il primo che passava con Ron, era decisa a renderlo assolutamente indimenticabile.
"Ancora un po' più a destra... ci siamo! Qui va benissimo!" commentò soddisfatta, mentre un esausto Ron si lasciava cadere sul divano, rosso in volto per lo sforzo di trascinare l'abete avanti e indietro per il soggiorno.
Cominciò a rovistare in uno dei grandi sacchetti che aveva posato lì accanto, e ne tirò fuori palline, luci e festoni.
"Su, Ron, vieni ad aiutarmi!". Mentre il ragazzo, evidentemente controvoglia, si alzava e la raggiungeva, lei tirò fuori la bacchetta e la puntò contro la radio, accendendola. "Noooo, ti prego, non dirmi che anche tu vuoi ascoltare Celestina Warbeck!". Lei non lo degnò di uno sguardo, né di una risposta, mentre trafficava con le manopole.
"Ecco... la frequenza dovrebbe essere questa"
Ron chiuse gli occhi, aspettandosi di sentire un'ennesima rivisitazione di "Un calderone di forte amor bollente", ma, con sua grande sorpresa, le sue orecchie udirono un brano sconosciuto e dal ritmo jazz. "C-cos'è questa roba?" chiese, stupito.
"Questa 'roba' è musica natalizia babbana, Ron, Radio Christmas trasmette sempre tutti i grandi classici! Questa qui si chiama 'Let it snow'".
"Appropriata, direi" considerò Ron, guardando i fiocchi che scendevano fitti, fuori dalla finestra.
"Sai, quando ero piccola e facevo l'albero coi miei, ascoltavamo sempre questa radio... ci metteva di buonumore" disse Hermione, arrossendo leggermente e facendo un piccolo sorriso.
Ron si avvicinò a lei, sfiorandole la guancia con le dita, e poi le diede un bacio sulla fronte.
"Hai i capelli pieni di neve" disse lei, mettendoci le mani dentro e scompigliandoglieli.
"Anche tu" rispose lui, lasciandole un altro piccolo bacio all'angolo delle labbra. "Non c'è proprio speranza di..." continuò, in un tono di voce che evidentemente considerava molto sexy e cercando di infilarle le mani sotto il maglione.
"Ron, NO!" disse lei, un po' seccata, un po' divertita. "Oggi faremo l'albero, punto. E non guardarmi così, lo sai che non attacca! Su, cominciamo".
Mentre la radio trasmetteva "Last Christmas", iniziarono con le palline: Hermione le aveva prese rosse e dorate, in modo da fare il loro personalissimo albero Grifondoro. "Lo sai che ti amo, vero?" commentò Ron, stupefatto, cominciando ad appenderle. Hermione rimase un attimo pensierosa. "Che c'è?"
"Stavo pensando alla prima volta che mi hai detto 'ti amo'... e ovviamente me l'hai detto per finta, per ringraziarmi di averti corretto un tema" disse, con una smorfia.
"Non era proprio per finta" replicò lui, cercando di sfiorarle un ciuffo che le era sfuggito dalla coda. "Lo sai, io credo di averti sempre amata, in fondo... molto in fondo" aggiunse, ridacchiando, e Hermione si unì a lui. Poi tornò serio e ricominciò a parlare, sistemando distrattamente le decorazioni sull'albero. "Davvero, Hermione... ero scemo, non capivo veramente il significato di quelle parole... cioè, amare
davvero qualcuno è qualcosa che... insomma, ti cambia la vita." concluse, arrossendo un po' sulle orecchie. Lei stette in silenzio: aveva l'impressione che Ron non avesse ancora finito. Continuò ad appendere palline, tendendo le orecchie. La radio suonava "Silent night".
"Quello che ti voglio dire è che... oh, perché è così difficile? Quello che sto cercando di dirti... è che adesso so pesare le parole. E che quando dico 'ti amo' lo intendo davvero, e voglio che tu ci creda, perché non ho mai amato nessuno come amo te... e, beh, non ho la sfera della Cooman, però penso proprio che sia qualcosa che non mi capiterà mai più con nessun altro". Si grattò la testa, imbarazzato, e alzando gli occhi incrociò il suo sguardo con quello di Hermione, che lo fissava ammutolita.
"Scusa, non sono bravo con le parole" disse, abbassando un po' il capo. "Allora, non dici niente?"
"Vorrei dirti milioni di cose" sussurrò lei, prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo, facendo cadere tutte le palline a terra. "Non hai idea di quanto vorrei fare l'amore con te in questo momento..." Ron annuì in segno di apprezzamento, cingendola in un abbraccio vigoroso, pronto a trascinarla verso la camera da letto.
"...Ma prima dobbiamo finire l'albero" sussurrò lei, sorridendo contro le sue labbra, proprio mentre le note di "All I want for Christmas is you" riempivano la stanza.
"Hermione, così mi fai morire!" protestò lui, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
"Dai, aiutami a mettere il puntale, non ci arrivo" disse lei, sollevandosi sulle punte dei piedi. Ron glielo prese dalle mani e lo issò sulla cima dell'albero senza alcuno sforzo.
"Fa un bell'effetto, non è vero?" commentò Hermione, indietreggiando di qualche passo per osservare meglio l'insieme. Nella parte che aveva decorato lei, le palline erano collocate ordinatamente in disposizione cromatica e con un certo rigore geometrico; la parte addobbata da Ron era molto più disordinata, ma la ragazza si sorprese a pensare che le piaceva così com'era.
"Sì, decisamente" osservò Ron, abbracciandola da dietro e schioccandole un rumoroso bacio sulla guancia. Stettero per un po' in silenzio a contemplare il proprio operato, poi Ron le sussurrò nell'orecchio: "Hermione?". "Sì?". "Ti prego,
ti prego, adesso possiamo...?" e cominciò a baciarle il collo.
Lei sentì che le sue difese stavano crollando, mentre Ron prendeva ad accarezzarle dolcemente i fianchi. "Ron... dobbiamo mettere le luci..." "Oh, al diavolo". Ron tirò fuori la bacchetta e in un attimo l'albero fu ricoperto di piccoli puntini luminosi. "Così non dobbiamo neanche chiamare l'
elettrifico" osservò, tutto compiaciuto. "'Elettricista', Ron, si dice 'elettricista'". "Ma 'elettrifico' è più bello" mugugnò lui, senza staccare le labbra dalla sua pelle. "Ora fai l'amore con me, o giuro che revoco l'iscrizione al C.R.E.P.A."

Hermione entrò in bagno: in quella mattina, era fin troppo pervasa da ricordi di momenti di passione con Ron che le annebbiavano totalmente la mente. Chissà se le feste fanno questo effetto a tutti pensò, anche se non era sicura che fosse così. Si sciacquò il viso con dell'acqua fredda e si sedette sul bordo della vasca, guardandosi i piedi avvolti in delle calze spesse e rosse. La verità era che vivere con Ron le piaceva terribilmente: quando lui gliel'aveva chiesto, mesi prima, lei aveva titubato un pochino, anche perché le dispiaceva lasciare la propria famiglia e non voleva che Ron lasciasse la sua, con un George ancora piuttosto abbattuto. Ma in quel momento, dovette ammettere con se stessa che era stata una delle scelte migliori della sua vita. Ron la rendeva felice come non avrebbe mai immaginato di poter essere: ogni giorno era una sfida, certo, e entrambi avevano dovuto imparare a convivere con le abitudini e i piccoli vizi dell'altro - per esempio, Ron mangiava in continuazione, scalciava via le coperte e lasciava sempre un gran macello ovunque andasse - ma era un'avventura farlo insieme. Hermione non sapeva se il loro fosse uno di quegli amori leggendari tanto da essere riportati in un libro, o in un film, ma sapeva che era vero: lo vedeva dai piccoli gesti di tutti i giorni, dal modo dolce e litigioso con cui semplicemente lei e Ron si amavano, con tutto il cuore, ogni giorno. Lo vedeva da come Ron, seppure dopo una giornata stancante per entrambi, riuscisse sempre a riservarle un sorriso speciale apposta per lei, lo vedeva da come lei cercava di imparare a cucinare meglio per renderlo più contento, lo vedeva quando battibeccavano e poi facevano pace facendo l'amore. Le piaceva chiudere gli occhi la sera sentendo il respiro di lui che la cullava, e amava riaprirli la mattina e trovarlo al suo fianco, mentre biascicava "buongiorno, Herm" con la voce impastata dal sonno e i capelli totalmente sconvolti. Era così buffo e dolce, Ron... quasi come un bambino troppo alto.

"Perché non posso ancora aprire gli occhi?"
"Te l'ho detto, è una sorpresa"
"Uffa, Hermione, sei esattamente come a Hogwarts"
"Irresistibile?"
"Irritante. Perché non mi puoi dire subito dove stiamo andando? Tanto alla fine lo scoprirò comunque" brontolò Ron.
"Ci siamo quasi... va bene, apri gli occhi" disse Hermione, togliendo le mani fresche dal suo viso.
Ron li spalancò immediatamente e quello che vide davanti a sé fu una lastra di ghiaccio con persone che... cosa facevano? Ci scivolavano sopra? Non aveva senso.  
"Dove siamo, Hermione?" chiese, spaesato.
"Questo è un modo babbano per divertirsi quando è inverno. Si chiama 'pattinaggio sul ghiaccio'. Ho pensato che sarebbe stato divertente farti fare un giro" commentò lei, stringendosi nelle spalle, ma mal celando un luccichio orgoglioso negli occhi.
"Okay... va bene" fece lui, un po' titubante. "Ma... cosa sono quei cosi che hanno ai piedi?"
"Si chiamano pattini. Sono delle scarpe un po' speciali, agganciate a delle lame che permettono di scivolare sul ghiaccio. Sai, questo è uno sport molto antico, si ritiene che il pattinaggio su ghiaccio abbia avuto origine in Svezia
 oltre dodici secoli fa, e..."
"Hermione! Quel tipo è appena caduto! Guarda! Non dirmi che mi hai portato a fare una cosa pericolosa!"
Lei rise. "Dai, Ron, non è pericoloso! La maggior parte delle volte non ci si fa davvero male".
E prima che Ron potesse riflettere sul significato inquietante delle parole "la maggior parte delle volte", Hermione lo trascinò al chiosco a cercare dei pattini della sua misura.
Quando entrambi ebbero infilato le calzature speciali, si mossero per raggiungere la pista. Ron continuava a brontolare, una parola a ogni passo malfermo: "Stupidi... cosi... instabili... come un maledetto sciocco... ma vi faccio vedere io... " e Hermione rideva tra sé, ben attenta a non farsi vedere. 


"Hermione, tutto bene?" Ron bussò alla porta ed Hermione si riscosse per un attimo dal ricordo.
"Sì, sì, tutto bene, adesso arrivo" lo liquidò.

Ron aveva fatto almeno una ventina di cadute spettacolari. Tornando a casa, mentre si massaggiava il fondoschiena, mugugnò: "Pretendo un risarcimento in natura".
E lei l'aveva risarcito. Decisamente.


Arrivata in cucina, Hermione trovò Ron seduto al tavolo, che si abbuffava di biscotti inzuppati dentro una tazzona di caffelatte. "Buongiorno" disse, posandogli un bacio sui capelli e sedendosi accanto a lui. Ron mugugnò qualcosa che assomigliava a "Buongiorno a te", ma Hermione non ne era sicura visto che la sua bocca era strapiena di dolci. Quando riuscì finalmente a inghiottire, la sua prima domanda fu: "Che ci fai con la mia felpa?"  
Hermione si sentiva particolarmente giocosa, quella mattina. "Sai" cominciò, utilizzando il tono più acido a cui riusciva a fare appello "non riuscivo a trovare nessuna delle mie cose perché qualcuno ha trasformato l'armadio in un campo di battaglia, quindi...".
Ron la fissò con aria colpevole e Hermione tentò di mantenere il suo cipiglio, ma presto l'espressione imbronciata cedette per far posto a un piccolo sorriso, che cercò di mascherare con un colpo di tosse. Si alzò e si versò un po' di caffè, sfiorando la guancia leggermente ispida di Ron con il braccio.
"Scusa" brontolò lui. "Pensavo che ti fossi svegliata un po' più di buonumore dopo... dopo ieri sera, ecco" mugugnò, diventando rosso sulle orecchie.
"Pensavi bene" affermò semplicemente lei, prendendo un frollino e guardandolo con espressione innocente.
Ron la fissò spaesato. "Ma allora, perché..." si fermò di colpo, mentre i suoi occhi si facevano più grandi e le sue labbra si aprivano in un sorriso furbo. Bevve un sorso di caffelatte.
"Non c'è abbastanza zucchero" disse, e si alzò. Mentre si alzava in punta di piedi per prendere il barattolo, Hermione avvertì una delle sue mani spostarle i capelli di lato e accarezzarle il collo, provocandole un piccolo brivido.
"Devi stare attenta" sussurrò Ron nel suo orecchio, facendola rabbrividire. "Perché anche io so come si gioca" concluse, e poi le baciò lentamente l'incavo del collo. Rimase in piedi - allora non ha sempre voglia di mangiare - e Hermione si alzò a sua volta, allontanandosi però di qualche passo perché non era sicura di poter continuare a "giocare" se stava troppo vicina a Ron.
"Sai, in realtà mi piace questa felpa" disse, appoggiandosi al tavolo. "Ed è stata una fortuna trovarla... perché non ho trovato nient'altro, a parte gli slip" disse, con l'aria più ingenua che riuscisse a trovare.
Ron prese un breve respiro, a occhi chiusi, come per calmarsi. Quando li riaprì, aveva un'espressione totalmente disinteressata. "Ah, davvero?" fece, avvicinandosi di un passo a lei.
"Mmh mmh" rispose Hermione, guardandosi le unghie delle mano sinistra.
"Tu invece dovresti dare una riordinata ai tuoi libri, ne abbiamo la stanza piena" riprese Ron, con la voce un po' arrochita. "Sembra di stare in una maledetta biblioteca".
Hermione alzò gli occhi e, quando incrociò lo sguardo di Ron, ne fu completamente incatenata: i loro occhi si agganciarono con forza, carichi di desiderio, e Hermione non fu più in grado di sembrare così candida.
Si dovette sforzare per non saltare addosso a Ron in quel preciso momento e fare l'amore con lui sul pavimento. Respirò brevemente e poi ribatté: "A me piace. E poi, parla quello che ha insistito tanto per mettere un poster dei Cannoni di Chudley in camera da letto... non sembra la biblioteca, ma la stanza di un tredicenne".
"Questo era un colpo basso" affermò Ron, risoluto, mentre si avvicinava ancora di più a lei.
"In guerra e in amore tutto è lecito..." replicò Hermione.
"...E questo è un po' di tutti e due" concluse Ron, arrivandole di fronte e sovrastandola con la sua altezza. Lei indietreggiò, ma andò a sbattere contro il tavolo dietro la sua schiena: a quel punto si alzò in punta di piedi e sollevò la testa, pronta a fronteggiarlo.
"Adesso sei in mio potere" commentò lui, solleticandole delicatamente il ventre da sopra la felpa.
"Ah sì, e cosa vorresti fare? Utilizzare il tuo naso di misure spropositate come sciabola?".
Ron la guardò, fintamente scioccato. "Hai appena insultato il mio adorabile nasino, Hermione?". "Esattamente" ribattè lei in tono di sfida.
"Allora forse hai sottovalutato le mie capacità" sussurrò lui, mentre le sue mani volavano sotto la felpa e cominciavano ad accarezzarle la schiena nuda.  
Hermione reclinò leggermente la testa all'indietro, godendosi il tocco delicato di Ron, e gli allacciò le mani dietro al collo, avvicinandosi di più a lui.
"Sei solo un presuntuoso" gli bisbigliò nell'orecchio, prima di scendere con le labbra e posargli un lungo bacio sulla guancia un po' ruvida. Lui le strinse i fianchi, portandola ancora più vicina.
"Secchiona" disse piano, prima di passare a torturarle il collo con baci e piccoli morsi.
"Deficiente" commentò lei, sfiorandogli lo stomaco e i pettorali. Ron cominciò ad accarezzarle il viso, piano, posandole dei baci delicati sulle guance, sulla mandibola, sulla fronte e poi ricominciando da capo, tracciando delle scie immaginarie con i polpastrelli e con le labbra.
Dopo un po' di questa dolce tortura, lei gli prese il viso tra le mani. "Non ho più voglia di giocare" ansimò, e cercò di baciarlo, ma lui si ritrasse.
"Un attimo ancora" disse lui, mantenendo salda la presa sulla sua vita con una mano, mentre passava l'altra fra i suoi capelli castani e scompigliati. "Voglio imprimermi questo momento nella mente per sempre". "Ma..." "Shh!" Ron chiuse gli occhi per un attimo, con aria concentrata. Quando li riaprì la guardò e disse: "Sei bella, Hermione". Lei arrossì e sorrise. Apprezzava questo modo speciale in cui Ron la faceva sentire sempre unica al mondo, utilizzando solamente poche parole, ma con uno sguardo così innamorato che la faceva sciogliere dentro. Si avvicinò a lui, certa che questa volta non avrebbe trovato resistenza. "Ti amo" sussurrò contro le sue labbra. "Anche io" rispose lui e finalmente, finalmente, annullò la distanza fra le loro labbra e la baciò, prima dolcemente, poi sempre con più impeto.
Sì, le feste sono proprio belle pensò Hermione, mentre la felpa dei Cannoni di Chudley scivolava a terra.

 
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Note dell'autrice:
Eccomi qui con un'altra Romione!
Stavolta il tema sono le feste natalizie. Il Natale è sempre stata una festività controversa per me: per i primi quindici/sedici anni della mia vita è stato un periodo orrendo, che associavo a brutti ricordi e a sentimenti negativi... poi sono riuscita a lasciarmi alcune esperienze alle spalle e ho ricominciato, piano piano, a vivere il Natale serenamente... adesso è diventata la mia festa preferita :3
Qualche anno fa non avrei mai detto che un giorno avrei scritto una storia come questa, eppure eccomi qui a proporvi una spensieratissima, dolce e rilassata Romione natalizia a cui tengo TANTO, e che spero vi faccia sorridere e intenerire :)
Desidero ringraziare itsamess per essere una fonte continua di ispirazione, e come sempre l'impagabile Vittoria che mi segue durante tutto il corso della stesura delle mie storie, e colgo l'occasione per ringraziare anche tutti voi per l'affetto con cui seguite le mie storie e augurarvi, dal profondo del cuore, un Buon Natale e un felicissimo Anno Nuovo. 
Spero tanto che la storia vi sia piaciuta... fatemi sapere che ne pensate! Le recensioni saranno i regali di Natale migliori del mondo :)
State sintonizzati, perché arriverà una Romione di Capodanno sullo stesso stile di questa, e la famosa long scritta a quattro mani con bemyronald (Jess), che oltre ad essere un'autrice fantastica è una persona meravigliosa.
Un abbraccio stritola-ossa e BUON NATALE! Dalla vostra
Herm.
  
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