A Very (Future) Digi-Christmas.
Il mondo era in pace: Malomyotismon era caduto, i Digiprescelti avevano vinto. Taichi Yagami e i suoi amici, insieme ai nuovi Digiprescelti, avevano sconfitto il male ancora una volta. Il mondo digitale e quello reale erano finalmente uniti e gli uomini stavano cominciando ad entrare a contatto con una realtà che, fino a quel giorno, li aveva soltanto sfiorati in poche, pericolose, occasioni. Non sarebbe stato facile, ma col tempo il mondo degli uomini ne avrebbe tratto enormi vantaggi e fedeli e affezionati amici.
E la terra, invero, andò avanti.
In principio fu una convivenza difficile quella col mondo digitale, ma gli uomini trovarono presto dei punti di contatto col nuovo mondo grazie ai nostri piccoli eroi. I Digiprescelti giapponesi, infatti, erano stati convocati dalle Nazioni di tutto il mondo e dalle autorità digitali in qualità di ambasciatori: uno dei lavori più duri che si potesse intraprendere. Taichi e i suoi amici, infatti, ebbero da lavorare in maniera mostruosa: presidenti, ministri, monarchi e persino dei dittatori ebbero da chiamarli a causa della novità digitale. Tuttavia, l’annessione di Digiworld portò lati molto positivi: a quanto pareva, l’aria purissima del mondo digitale, carica di enzimi nuovi che reagivano a contatto con l’aria terrestre, aiutò non poco a ridurre gli agenti inquinanti umani e, nel giro di un paio d’anni, le emissioni di sostanze nocive era stata ridotta di poco più di due terzi. Moltissime malattie erano inoltre scomparse, anche se nelle zone più povere erano ancora piuttosto presenti, e, in generale, gli uomini sembravano vivere più a lungo e in maniera più sana. Non era però il mondo perfetto che poteva sembrare: le guerre ora venivano combattute anche usando dei digimon, la gente, malgrado l’aria più pulita, inquinava ancora in maniera pericolosa e la povertà e la fame erano ancora una realtà piuttosto pesante. Ma nemmeno i nostri ambasciatori potevano operare miracoli, si contentavano di migliorarlo come potevano. Ma cos’era successo dopo l’ultimo scontro?
Davis, Cody, Yolei e Yamato erano diventati ufficialmente ambasciatori a tempo pieno e operavano in ogni angolo del mondo. Joe era un dottore bimondo: operava sia con gli umani che con i digimon. Mimi era diventata una stilista, del resto aveva sempre avuto un gran talento nell’ambito della moda, e aveva creato dei modelli per digimon squisiti. Koushiro, detto Izzy, aveva avuto una carriera assicurata grazie al suo viaggio virtuale e il suo talento informatico: architetto digitale, ossia creava abitazioni digitali da trasferire al mondo umano e viceversa, capotecnico del distaccamento della Società Globale Spaziale (SGS), società al servizio della nazioni unite dedita alla scoperta del mondo dei digimon, e tecnico informatico dei server di collegamento tra i mondi. Hikari invece era diventata insegnante, ma non era una maestra qualunque: aveva il compito di portare, a turni ovviamente, i bambini della scuola in cui era dislocata a Digiworld e insegnare loro la geografia del vastissimo mondo e i suoi pericoli: questa professione divenne piuttosto importante e in tantissimi si arruolarono in questo speciale corpo insegnanti. Sora invece si occupò di riorganizzare il mondo digitale: aiutata dai “capi” della fazione buona dei digimon (tra i quali Leomon, Pixiemon e Andromon.), si occupò di solidificare il rapporto tra i capi delle nazioni umane e i signori dei Digimon. Fu un incarico delicatissimo, specie quando, insieme agli ambasciatori, ebbe da impedire una guerra tra mondi a causa di un attacco di alcuni digimon malvagi. Taichi? Oh lui diventò un militare. Generale Taichi Yagami… beh non era proprio un generale autentico, diciamo che si occupò di organizzare le difese umane e digitali. Un incarico di vitale importanza data la strana affluenza di digimon Virus che sbucava fuori dal mondo digitale, senza contare che, insieme ad Izzy e alcuni importanti scienziati, ebbe da creare le nuove Digipietre per i soldati della sua divisione: non aveva proprio voglia di combattere digimon di livello Evoluto con una massa di Agumon.
E poi ci sono io, beh suppongo che i miei lettori ormai sappiano che sono diventato uno scrittore di discreto successo: io, Takeru Takaishi, sono colui che, fino ad ora, vi ha narrato le passate gesta di noi Digiprescelti.
In questo ultimo capitolo dell’avventura che fino ad ora ci ha messo in contatto, vorrei parlare di un Natale tra tanti che ha visto protagonisti noi Digiprescelti.
Era la vigilia di Natale, Taichi beveva il caffè in casa sua, alle sei e trentacinque del pomeriggio come da sua abitudine, e respirava lentamente: il generale Yagami aveva respinto un’orda di Redvegiemon, mica roba da poco. Ogni tanto ripensava a quel Natale, il Natale in cui l’aveva quasi persa. E ogni volta, Taichi rideva di come si erano risolte le cose. Era bastato un po’ di… Coraggio, è proprio il caso di dirlo. Dopo la rivelazione sull’appuntamento con Yamato, Taichi la afferrò, quasi violentemente in verità, e la baciò con tutta la passione che aveva in corpo. In principio Sora rimase immobile, fredda come la neve che fioccava dal cielo, ma poi si schiuse: lanciò via i biscotti della discordia, che Agumon mangiò sotto lo sguardo di un’indignata Biyomon, e rispose al bacio. Solo una volta staccatosi da lei, Taichi notò le lacrime di lei. Lo schiaffo che ricevette fece quasi piangere anche lui, ma le parole che Sora gli disse dopo le avrebbe ricordate per sempre.
“Stupido
Tai, hai
dovuto aspettare che mettessi gli occhi su un altro per fare quello che
hai
fatto? Sei fortunato che tu mi piaccia tanto…”
Fu l’inizio di una relazione magnifica: stesero insieme da fidanzati per otto anni, dopodiché, all’età di ventidue anni, forti di una sicurezza economica dovuta al lavoro accollatogli dall’età di quattordici anni, si sposarono seguendo il rituale Cristiano, fede a cui si era convertita Sora dopo la loro seconda avventura nel mondo digitale. Il loro fu un matrimonio magnifico, ma non fu l’unico: Joe e Mimi si sposarono l’anno dopo… proprio un mese dopo il mio matrimonio con Hikari. Lo so, vi starete chiedendo cosa ne ha pensato Davis o Taichi meglio ancora… beh Davis la prese bene (glielo disse la sua ragazza mentre erano a letto.), Taichi storse il naso ma mi abbracciò come avrebbe fatto a un fratello, e io e Hikari ci sposammo. Tuttavia, per dovere di cronaca, ritengo sia doveroso raccontarvi uno degli avvenimenti più importanti della mia vita, un evento che c’entra col mio matrimonio.
//Inizio
Flashback//
Era notte
fonda,
mezzanotte era passata da un pezzo, e Taichi e Sora erano sdraiati sul
divano:
stanchi dal lavoro, erano ritornati ragazzini e avevano organizzato una
maratona di film. Erano sposati da poco, e avevano sempre il sorriso
sulle
labbra: ma quando Taichi udì bussare, si prese di paura.
Hikari era lì,
piangeva come una fontana e singhiozzava violentemente. Taichi
sentì il cuore
cadergli in pezzi, cosa era successo?
<<
Tai… Tai, ti
prego, devi aiutarmi… >> Lo
abbracciò forte: era terrorizzata.
<<
Kari, che è
successo? Entra e accomodati, vedrai che aggiustiamo tutto.
>> Mormorò
Taichi con fare protettivo.
Sora corse a
fare del
the, anche se data l’ora non sapeva quanto fosse adatto, e
lasciò che i due
fratelli parlassero da soli.
<<
Allora
sorellina, che è successo? >>
Lei
tremò un po’, ma
si decise a parlare.
<<
TK mi ha
chiesto di sposarlo… e io ho accettato. >>
Cominciò la bella ragazza, con
quella voce tenue che l’aveva sempre distinta.
Taichi
lanciò un paio
di urla mentali, ma poi si ricordò che Takeru era un bravo
ragazzo e decise di
imporsi un eroico sorriso.
<
Lei
annuì ma il pianto
la colse di nuovo.
<<
Taichi… non
gli ho detto che sono incinta. >>
Quelle
parole, Hikari
lo giura ancora, provocarono uno strano effetto sul più
grande dei fratelli
Yagami: diventò blu, verde, rosso, bianco neve, bordeaux,
giallo e infine
ritornò del suo colorito normale, leggermente arrossato.
“Ha
toccato Kari.” Si
disse Taichi.
“Si
amano.” Disse la
sua coscienza, che aveva la voce irritante di Yamato.
“Ha
toccato Kari!”
“Si
amano!”
<<
Ah. >>
Disse Taichi. << Beh… e quale sarebbe il
problema? >> Sora, all’udire
quelle parole, temette che il suo neomarito stesse per avere un infarto.
Lei pianse
ancora di
più.
<<
Siamo ancora
troppo giovani, Tai! E poi… che succede se lui non lo vuole?
Io lo amo… non
posso perderlo! >> Lo abbracciò come se ne
andasse della sua vita.
Taichi le
carezzò la
testa.
<<
Oh Kari…
suvvia. Quel disgraz… cioè… Takeru ti
ama. Parlane con lui, vedrai che sarà
felice di saperti incinta. Siete stati fottut….
Cioè, siete stati un filo
affrettati, è innegabile, ma lavorate entrambi, avete
già una bella casa e vi
amate. Parlane con lui, sorellina. Sono sicuro che ti bacerà
e io mi ritroverò
a farti da testimone in meno di sei mesi. E se osa ferirti, prima lo
ammazzo e
poi troviamo insieme una soluzione, d’accordo? Come i vecchi
tempi! >> La
rassicurò Taichi, ripensando a quando erano talmente
piccoli, che Hikari era
ancora solita bagnare il letto.
//Fine
Flashback//
Inutile dire di quanto io fossi felice: la baciai, ci sposammo e, ad oggi, abbiamo una vita magnifica con il nostro piccolo Taichi; non ho mosso alcuna opposizione al nome da lei proposto per nostro figlio.
Ma torniamo a Taichi: quel giorno era importante.
<< Allora Sora! Ti muovi o no? Dobbiamo raggiungere Kari e gli altri, e se arriviamo tardi Yamato si mangerà tutti gli antipasti! >> Sbuffò il generale Yagami.
Il brontolone però, alla vista della moglie vestita di uno spettacolare tubino rosso dallo scollo molto seducente, tacque.
<< Beh? Sei senza parole? E’ bello vedere che, nonostante gli anni, ti faccia ancora questo effetto. Suppongo di stare squisitamente bene? >> Chiese Sora con uno sguardo malizioso.
Taichi deglutì: s’impose un piglio falsamente serio.
<< Chi diavolo vuoi sedurre stasera, donna? >>
Lei alzò un sopracciglio con fare alterato, ma poi sorrise furbescamente.
<< Proprio lei, generale Yagami. >> Sussurrò ad un pelo dall’orecchio di Taichi.
Il Digiprescelto veterano scagliò via le chiavi.
<< Stasera non andiamo da nessuna parte. Corriamo in camera e… >> Fu zittito dalla moglie.
<< In marcia, generale. >> Ordinò con un bacio la bella moglie di Taichi.
E chi poteva disobbedirgli? Taichi raccattò le chiavi e corse verso l’abitazione della sorella: era la cena di natale dei Digiprescelti, come potevano perdersela?
Una volta arrivati, erano gli ultimi a causa del ritardo di Sora e la sua voglia di vestirsi tanto bene, salutarono tutti gli altri: sarebbe stata una festa magnifica. Giocarono, bevvero, mangiarono, Taichi mise a letto suo nipote dopo aver parlato tanto con lui e parlarono con i loro migliori amici: persino Yamato, forse a causa del vino, era decisamente meno chiuso quella sera; e fu uno spettacolo quando cominciò a ballare sul tavolo, ma è meglio non approfondire troppo o verrà a pestarmi come un tamburo. A metà serata, Taichi e Sora uscirono sul balcone a prendere aria. Era una notte fredda, il vento però si era calmato e quindi i due sposi non trovarono impaccio nello stare fuori.
<< Allora, amore, che ne pensi? E’ andata come ti aspettavi? >> Chiese Sora, sorridendo beatamente.
Lui la guardò interrogativo.
<< La festa? Ovvio. Ogni anno sono sempre più belle, e il poter ricattare Yamato per sempre ha solo migliorato la festa che già era stupenda. >> Sorrise a trentadue denti Taichi.
Lei sbuffò, ma non era veramente arrabbiata.
<< Mi riferivo a noi, stupidone. Non lo trovi incredibile? Eravamo dei bambini… bambini che hanno dovuto affrontare avventure così pericolose, che ancora ho paura se penso a Datamon o a Piedmon. E ora siamo qui: amici con gli altri come sempre, nonostante il lavoro e la distanza, innamorati e… felici. E’ strano… credi… credi che fosse già tutto scritto? >> Chiese la prima Digiprescelta dell’Amore.
Lui la guardò con occhi pensosi.
<< No… se fosse tutto scritto, tu ora staresti con Matt. Non so neanche io cosa mi ha spinto a baciarti quel giorno… e non era sicuro che io lo facessi. Non credo nel destino, ognuno crea il proprio. E si… sono maledettamente innamorato e felice. E lo devo a te. >> Le sue labbra toccarono quelle morbide di Sora.
<< Stupido Tai… quanto tempo ci hai messo. Temevo mi avessi davvero lasciata andare, sai? Non… non sopportavo l’idea della nostra distanza. Mi ha fatto così male… >>
Lui le strinse le spalle.
<< Ero tremendamente imbranato e imbarazzato… tu eri bella come un sogno, e io avevo paura… ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Non mi sarei mai perdonato il vederti con un altro, mai. E poi… con chi avrei fatto le maratone di film la notte? Non potevo perdere la mia migliore amica… e l’amore della mia vita. >> Sorrise lui sicuro.
<< Oh… stupido Tai! >> Esclamò la bella rossa, mentre baciava con passione suo marito.
Lui la strinse forte: non l’avrebbe mai persa, mai. Aveva già rischiato troppo, non le sarebbe più capitato niente.
<< Ti amo, Sora… ti amo con tutto me stesso. E sono felice di aver trovato il Coraggio di dirtelo quella volta. >> Affermò sicuro, Taichi.
Lei era bella come la luna, nemmeno la neve fredda che fioccava leggera e gelida pareva spegnerle il fuoco che ardeva nei suoi occhi.
<< Ti amo anch’io, Taichi. E sono felice di essere la Digiprescelta del sentimento che ci lega. Felice come se mi avessi dichiarato il tuo amore per la prima volta! >>
Lui fece una faccia dolce.
<< Ogni volta è come la prima, no? >> E sfregò il suo naso contro quello di lei.
<< Ah… senti una cosa. Ti ricordi di quando Kari è piombata da noi in casa nostra a tarda notte? La sera che ci ha rivelato di essere incinta? >>
Il fratello della sopracitata Digiprescelta rise di cuore.
<< Come no! Avrei voluto strozzare Takeru. Perché? >> Chiese con un sorrisone.
Lei sorrise e gli baciò le labbra in modo molto casto.
<< Beh… io non volevo dirtelo in maniera tanto scenografica come lei: aspettiamo un bambino, Tai. >> La mezzanotte scoccò improvvisamente: era Natale. << Buon Natale, amore mio! >>
E lo abbracciò forte.
Taichi sorrise da un orecchio all’altro: sarebbe diventato padre!
<< Dio… Sora, sarò un papà… >> Non stava più nella pelle. << Sora! Io sarò un papà! >>
La abbracciò forte e la fece roteare.
<< Ehi, vacci piano o non arriverò a vederlo nostro figlio! >> Scherzò lei.
Taichi la baciò con passione, la stessa che lo aveva colto quando l’aveva baciata per la prima volta.
<< Ti amo, Sora… grazie per questo regalo meraviglioso. Buon Natale anche a te! >>
Sora sorrise di cuore.
<< Stupido Tai… ti amo anch’io! >>
Deliri
Notturni.
Salve, popolo della notte! Ecco la mia Taiora natalizia! Ah… come sono bravo, eh? *Aria tronfia*
Ok… basta cazzate. Ragazzi, vi chiedo scusa. Questa storia è nata in modo strano: ho la febbre molto alta, sono tremendamente stanco e assonnato e mi sento le ossa rotte. Questo spiega perché non ho ancora scritto capitoli nuovi della Long: mentre questa shot non mi ha impegnato granché a livello celebrale, Il Richiamo Di Dragomon è in una fase delicata in cui devo risolvere misteri e intrighi e lì, perlomeno, NON posso permettermi errori. Perché questa storia spunta praticamente alle tre di notte? Perché soltanto ora sono riuscito a creare qualcosa che non mi disgusti troppo… spero solo di non aver fatto troppi errori o orrori di ortografia, ma purtroppo, come potete immaginare, non sono proprio nelle condizioni fisiche di scrivere meglio di così. Che dire, spero di non avervi disgustati troppo. Auguri di Buon Natale a tutti! Un abbraccio sincero, alla prossima!