Ennesima
creazione zorosanjiana
di cui sono l’infausta autrice ;D
Questo
è il primo capitolo.
Grazie
a chi leggerà questa fic e a chi avrà il fegato di
lasciare un commento!
Buona
lettura Chiara
Chi fa da sé ...
Sanji uscì dalla doccia
con un asciugamano attorno alla vita. Ma chi gliel’aveva fatto fare di aiutare
Franky... Ma la verità era che era così felice per quella stupenda cucina che
in qualche modo si era sentito in dovere di ricambiare.
Aprì l’armadio e prese un
pantalone ed una camicia blu notte. La cravatta... ma sì quella azzurra era
perfetta. Provò un po’ di fastidio ad indossarla perché, visto il caldo che
faceva, non era il massimo, ma non poteva di certo rinunciare al suo style.
Finito di vestirsi stava
per uscire quando, infilandosi una mano in tasca, sentì qualcosa. La tirò fuori.
Era un indumento intimo, nella fattispecie delle mutande nere. Presto si trovò
ad imprecare contro quell’idiota testa verde, anche se guardando quei boxer, si
ricordò che ormai era passato un secolo dall’ultima volta che...
Da Water7 non avevano
avuto neanche un attimo di tranquillità. Avevano solo combattuto, eh si che
erano pirati, ma prima di tutto erano uomini, con tutte le esigenze che ne
comportava... se pensava che l’unico uomo senza mutande che aveva visto negli
ultimi tempi era stato Franky, si sentì davvero demoralizzato, e poi
diciamocelo, Zoro nudo faceva tutto un altro effetto... sospirò rimettendosi l’indumento
in tasca ed uscì sul ponte.
- Ehi qualcuno sa dov’è
finito Zoro? – chiese.
- Non ne ho idea – rispose
Franky martellando contro un asse del ponte.
- Ma com’è possibile che
nessuno sa dove sia quell’idiota!? Nami non l’ha visto e neanche Chopper... si
sarà volatilizzato... - borbottò Sanji poggiandosi con i gomiti spalle al
parapetto.
- Stava qua un attimo fa...
Mi spieghi perché lo stai cercando? – chiese Usopp tenendo fra le mani una
canna da pesca.
- Guarda Usopp, ho preso
un pesce enorme! – urlò Rufy spostando l’attenzione del cecchino su di sé.
Sanji fu lieto di non
dover rispondere a quella domanda. Non gli avrebbe certo potuto dire che doveva
restituire a Zoro qualcosa di molto personale ...
Sbuffò spazientito.
- Ehi cuoco – Robin lo
chiamò, facendogli segno di avvicinarsi.
- Dimmi Robin – esclamò
sorridente quando le fu vicino.
- Io so dov’è lo
spadaccino – sul volto della ragazza comparve uno strano riso. Questo fece insospettire
Sanji, che però non gli diete troppo peso. Robin era conosciuta per quel suo
atteggiamento enigmatico.
- Bene, e che fine ha
fatto? – chiese. Una strana voce nella sua testa gli consigliò, però, di
evitare lo sguardo dell’archeologa.
- Poco fa, quando stavi
aiutando Franky a sistemare quelle corde... ho notato che Zoro ti fissava in
modo piuttosto strano... -
Sanji deglutì per poi
sorridere nervosamente.
- Ah si? Che ci vuoi fare,
quello lì è tutto matto! Chissà che gli passava per la testa –
Robin sorrise ancora
- È quello che ho pensato
anch’io. Per questo l’ho osservato per tutto il tempo... spero non ti
dispiaccia –
- Dispiacermi? Perché mai dovrebbe?
– Sanji tentò di accendersi una sigaretta ma non riusciva proprio a far
funzionare l’accendino.
- Sei nervoso cuoco? –
chiese la ragazza
- No, per niente! ... Ehm,
ora è meglio che vada a preparare la cena – tentò di svignarsela Sanji.
- La cena? Ma se sono le
quattro del pomeriggio! E poi non volevi sapere dov’era lo spadaccino? Lo stavi
cercando con tanto impegno...- Robin fece fermare il passo del ragazzo, che si
stava chiedendo che cavolo avesse in mente quella donna. Alla fine non avevano
tutti i torti a chiamarla “demonio”…
Si poggiò nuovamente alla
balaustra cercando di tranquillizzarsi. In fondo Robin non aveva detto nulla di
particolarmente compromettente.
- Hai ragione mia dolce Robin-chan! Stanotte ho dormito poco e sono un po’ stordito –
esclamò per rimediare alla gaffe di prima.
- Capita a tutti qualche notte
insonne –
Stranamente anche quella
frase sembrava nascondere dell’altro, ma Sanji non voleva diventare paranoico.
- Allora stavo dicendo...-
Robin riprese il discorso.
- Quando ho notato lo
strano sguardo di Zoro nei tuoi confronti, ho pensato bene di tenerlo d’occhio.
Ho potuto constatare che ha continuato a fissarti per tutto il tempo... poi ha
iniziato a smanettare nervosamente con le spade. Come se cercasse di tenere la
mente occupata per non pensare a... - Robin si fermò lanciando uno sguardo
fulminante verso il cuoco.
- … A qualcos’altro –
aggiunse poi. Sanji l’ascoltava sempre più agitato.
- Eh.. e dopo? – chiese un
po’ titubante.
Robin sorrise.
- Poi è andato via. Mi
sembrava avesse una certa urgenza, anche piuttosto “evidente”... sì, diciamo
che si poteva vedere –
- Cosa si poteva vedere? –
il ragazzo sperò con tutto il cuore che Robin non si riferisse a quello che
penava lui.
- Si vedeva e basta –
asserì tranquilla la ragazza, divertita dall’espressione assolutamente
allarmata sul volto del cuoco.
- Credo che tu abbia
capito dove sia lo spadaccino –
Concluse Robin
allontanandosi dal compagno.
Sanji rimase immobile come
paralizzato. Nella sua testa un unico pensiero ” io quello lo ammazzo!”
- Uffa che palle oggi –
borbottava Zoro mentre lucidava le sue spade. Dato che i suoi allenamenti
preferiva farli di notte, il pomeriggio non aveva un cavolo da fare e quindi
dormiva, ma quel giorno faceva un caldo boia che gli impedì anche di farsi un
innocuo sonnellino. Così ne approfittò per dare una sistemata alle sue amate
compagne di battaglia. Si sedette sul ponte aspettando che arrivasse ora di
cena. Voleva andare in cucina perché aveva una certa fame... e non solo allo
stomaco. Voleva vederlo cucinare... anche se la cosa alla fine lo faceva solo
stare peggio.
Quando era stata l’ultima
volta che aveva avuto due minuti in pace con quel babbeo? Alla Galley-La company... Eh già, come poteva non ricordarselo.
Avevano dovuto svignarsela nei cantieri e per un po’ non li beccava quel
“puritano” di Pauly... parlare di una sveltina era
già troppo! Sbuffò ancora.
La cosa comica era che
sulla Merry, per quanto fosse piccola, riuscivano sempre a trovare un “rifugio”
con facilità. Sulla Sunny, invece, che aveva molte stanze in più e teoricamente
molti più nascondigli, non erano riusciti a stare soli neanche per due secondi.
Il fatto era che tutti i membri della ciurma volevano vedere in ogni
particolare quell’imbarcazione strepitosa che Franky aveva costruito con tanta
maestria, il ché significava che c’era sempre gente che andava avanti e dietro,
che saltava fuori nei posti più assurdi. Gente sempre ed ovunque! Purtroppo sempre
ed ovunque! Argh...
Buttò un occhio più in là
e lo vide armeggiare con delle assi. Franky stava sistemando qualcosa e gli
aveva chiesto aiuto, il ché era strano, visto che Sanji non faceva volentieri
quei lavori. Rischiava sempre di farsi male alle sue preziose mani, e quindi
delegava quei compiti a qualcun altro. Ma chissà quel pomeriggio si vede che
era dell’umore giusto.
Il sole era sempre più
caldo e Zoro iniziò a non sopportarlo più, sarebbe potuto andare dentro, ma per
qualche vena masochista preferì rimanere lì. Si spostò un po’ più all’ombra e
continuò a lavorare sulle sue spade, senza perdere d’occhio quell’odioso cuoco,
anzi da quell’angolazione lo vedeva pure meglio... Sanji continuava a tirare
una corda dopo l’altra, mentre i suoi capelli iniziarono a bagnarsi di
sudore... presto il cuoco non sopportò più la sensazione di avere la stoffa
della camicia attaccata sulla pelle, e la fece “sparire” rimanendo a torso
nudo. Avrebbe fatto meglio a non farlo...
Zoro non si accorse di
aver smesso di lavorare sulle sue spade, tanto era preso dal godersi quello “spettacolo”.
Iniziò a sentire il calore aumentare, ma stavolta il sole non ne aveva colpa. Un
leggero vento si sollevò alleviando un po’ il povero spadaccino, ma presto
anche quel vento gli divenne sfavorevole.
Il fumo della sigaretta
che Sanji teneva fra le labbra iniziò a volare via, mentre I biondi capelli presero
a muoversi lentamente sul suo viso, come avrebbe voluto sentirli scorrere fra
le sue dita... con una mano il cuoco si asciugò la fronte grondante sudore. Per
quanto fosse fatto senza alcuna malizia, Zoro non poté non trovare gesto
estremamente eccitante.
Già si immaginava di
prenderlo adesso e sbatterselo contro l’albero maestro... con quelle corde che
gli legavano i polsi... Maledizione che gli stava passando per la testa!
Prese a lucidare sempre
più forte le sue spade ma non riusciva proprio ad affogare quelle fantasie.
Sanji sudato che ansimava
il suo nome... magari lì, su quell’erba verde... la sua pelle dal sapore
salato.... e ancora quelle corde... Sarebbe stato fantastico legarlo, anzi
farsi legare e farsi fare tutto quello che voleva... Sanji sapeva come farlo
divertire... No era troppo! Sentì i pantaloni tirare. Dannazione proprio adesso!
Si alzò catturando le spade frettolosamente e si diresse in bagno. Non ce la
faceva più, ed oggi era già la terza!!!
Ripresosi dal momentaneo
imbambolamento, e meditando su tutti i calci che avrebbe rifilato a
quell’idiota, Sanji corse dentro con una vena omicida che alimentava le sue
gambe.
Si diresse verso il bagno
e con un colpo fece spalancare la porta.
- Che diavolo ci fai qui?
– urlò Zoro seduto sulla tazza.
- Che stavi facendo? –
ringhiò fumante di rabbia Sanji.
- Cosa vuoi che faccia? –
Zoro tentò di coprirsi davanti, ma fu inutile perché il cuoco notò facilmente
le “condizioni” del compagno. Con un altro colpo chiuse la porta alle sue
spalle.
- Sanji esci
immediatamente da qui! – ordinò lo spadaccino balzando in piedi mentre tentava
di rimettersi i calzoni.
- Cosa. Stavi. Facendo? –
scandì Sanji ancora agitato.
Zoro arrossì vistosamente.
Prese un respiro tentando di pensare alla cosa migliore da dire.
- Stavo facendo quello che
si fa in un bagno idiota – non aveva balbettato, né mostrato esitazioni. Magari
Sanji ci cascava...
- Zoro. Te lo chiedo
un’ultima volta: che diavolo stavi facendo? – lo sguardo del cuoco riuscì a far
rabbrividire Zoro che capì di essersi cacciato davvero nei casini.
- Non capisco cosa vuoi
dire... - ormai non sapeva più che scuse inventare.
Sanji si avvicinò a lui
fermandosi solo quando fu a pochi centimetri dal suo volto.
- Ti stavi eccitando
pensando a me suppongo – Zoro fece un balzo all’indietro sentendosi
smascherato.
- Eppure che fosse?
Dovrebbe farti piacere o sbaglio – ammise imbarazzato al massimo.
- Accidenti... – sospirò
Sanji scuotendo la testa.
- Robin ti ha visto mentre
mi fissavi come un assatanato – aggiunse poi.
- Cosa? Robin ha visto
cosa? – iniziò a balbettare agitato lo spadaccino.
Il cuoco si sedette a
terra accendendosi una sigaretta, mentre Zoro lo guardava chiedendosi che
aspettasse a parlare.
- Come non bastasse ha
visto anche le “evidenti” conseguenze dei tuoi casti pensieri... che
figuraccia... e te l’ho sempre detto di portare pantaloni più larghi – asserì
il biondo.
- A me piacciono questi
pantaloni e basta! – ribatté lo spadaccino.
- Il punto è che Robin non
ci metterà molto a capire tutto... ed è tutta colpa tua babbeo – sentenziò
ancora Sanji mente faceva cadere un po’ di cenere a terra.
Zoro si corrucciò a
guardare il cuoco che fumava con quell’espressione di chi è totalmente estraneo
a tutto... Tzè,
neanche fosse lui l’unico responsabile di quella stupida relazione, se così poi
si poteva chiamare. Non lo aveva certo obbligato ad andare a letto con lui, e
se qualche volta aveva usato “le maniere forti” nella maggior parte dei casi
era perché era proprio quel biondino odioso a chiederglielo...
- Guarda che io non ho
fatto niente di male! – affermò sedendosi anche lui a terra.
- Non capisco poi, perché
quella donna debba sempre ficcare il naso... – mormorò ancora.
- Diamine Zoro! Ma non
potevi stare più attento? – brontolò Sanji.
- Non è colpa mia. Ti
ricordo che è una vita che non... – si morse la lingua per non continuare. La
cosa che lo faceva imbestialire, era che prima dell’arrivo di quello stupido
cuoco, era sempre riuscito a padroneggiare alla perfezione tutti i suoi
istinti. Cedere alle passioni della carne non era da uomini che avevano un
forte spirito, e lui era sempre stato convinto di avere un grande controllo di
sé.
- La colpa è tua che ti
sei messo a fare il figo! – ma non si era morso la
lingua? Figo? Come cavolo gli era uscito fuori...
- Cosa avrei fatto io? –
sorrise Sanji divertito.
- Finiscila! Hai capito
quello che volevo dire – ma perché
quando doveva stare zitto non lo faceva mai, maledizione...
Il biondo guardò il
ragazzo di fronte a lui. Un pensiero gli sfiorò la mente...
TO BE CONTINUED…
Eh
si lo so che sono bastarda >__> ma tranquille/i aggiornerò prestissimo ^__^