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Autore: kiara_star    11/11/2008    8 recensioni
Nuova fic ZoroxSanji sui problemi del “cambio di casa”... perché anche i pirati hanno determinate esigenze! ^__^
Genere: Romantico, Commedia, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Roronoa Zoro, Sanji | Coppie: Sanji/Zoro
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Ennesima creazione zorosanjiana di cui sono l’infausta autrice  ;D

Questo è il primo capitolo.

Grazie a chi leggerà questa fic e a chi avrà il fegato di lasciare un commento!

Buona lettura       Chiara

 

Chi fa da sé ...

 

Sanji uscì dalla doccia con un asciugamano attorno alla vita. Ma chi gliel’aveva fatto fare di aiutare Franky... Ma la verità era che era così felice per quella stupenda cucina che in qualche modo si era sentito in dovere di ricambiare.

Aprì l’armadio e prese un pantalone ed una camicia blu notte. La cravatta... ma sì quella azzurra era perfetta. Provò un po’ di fastidio ad indossarla perché, visto il caldo che faceva, non era il massimo, ma non poteva di certo rinunciare al suo style.

Finito di vestirsi stava per uscire quando, infilandosi una mano in tasca, sentì qualcosa. La tirò fuori. Era un indumento intimo, nella fattispecie delle mutande nere. Presto si trovò ad imprecare contro quell’idiota testa verde, anche se guardando quei boxer, si ricordò che ormai era passato un secolo dall’ultima volta che...

Da Water7 non avevano avuto neanche un attimo di tranquillità. Avevano solo combattuto, eh si che erano pirati, ma prima di tutto erano uomini, con tutte le esigenze che ne comportava... se pensava che l’unico uomo senza mutande che aveva visto negli ultimi tempi era stato Franky, si sentì davvero demoralizzato, e poi diciamocelo, Zoro nudo faceva tutto un altro effetto... sospirò rimettendosi l’indumento in tasca ed uscì sul ponte.

 

- Ehi qualcuno sa dov’è finito Zoro? – chiese.

- Non ne ho idea – rispose Franky martellando contro un asse del ponte.

- Ma com’è possibile che nessuno sa dove sia quell’idiota!? Nami non l’ha visto e neanche Chopper... si sarà volatilizzato... - borbottò Sanji poggiandosi con i gomiti spalle al parapetto.

- Stava qua un attimo fa... Mi spieghi perché lo stai cercando? – chiese Usopp tenendo fra le mani una canna da pesca.

- Guarda Usopp, ho preso un pesce enorme! – urlò Rufy spostando l’attenzione del cecchino su di sé.

Sanji fu lieto di non dover rispondere a quella domanda. Non gli avrebbe certo potuto dire che doveva restituire a Zoro qualcosa di molto personale ...

Sbuffò spazientito.

- Ehi cuoco – Robin lo chiamò, facendogli segno di avvicinarsi.

- Dimmi Robin – esclamò sorridente quando le fu vicino.

- Io so dov’è lo spadaccino – sul volto della ragazza comparve uno strano riso. Questo fece insospettire Sanji, che però non gli diete troppo peso. Robin era conosciuta per quel suo atteggiamento enigmatico.

- Bene, e che fine ha fatto? – chiese. Una strana voce nella sua testa gli consigliò, però, di evitare lo sguardo dell’archeologa.

- Poco fa, quando stavi aiutando Franky a sistemare quelle corde... ho notato che Zoro ti fissava in modo piuttosto strano... -

Sanji deglutì per poi sorridere nervosamente.

- Ah si? Che ci vuoi fare, quello lì è tutto matto! Chissà che gli passava per la testa –

Robin sorrise ancora

- È quello che ho pensato anch’io. Per questo l’ho osservato per tutto il tempo... spero non ti dispiaccia –

- Dispiacermi? Perché mai dovrebbe? – Sanji tentò di accendersi una sigaretta ma non riusciva proprio a far funzionare l’accendino.

- Sei nervoso cuoco? – chiese la ragazza

- No, per niente! ... Ehm, ora è meglio che vada a preparare la cena – tentò di svignarsela Sanji.

- La cena? Ma se sono le quattro del pomeriggio! E poi non volevi sapere dov’era lo spadaccino? Lo stavi cercando con tanto impegno...- Robin fece fermare il passo del ragazzo, che si stava chiedendo che cavolo avesse in mente quella donna. Alla fine non avevano tutti i torti a chiamarla “demonio”…

Si poggiò nuovamente alla balaustra cercando di tranquillizzarsi. In fondo Robin non aveva detto nulla di particolarmente compromettente.

- Hai ragione mia dolce Robin-chan! Stanotte ho dormito poco e sono un po’ stordito – esclamò per rimediare alla gaffe di prima.

- Capita a tutti qualche notte insonne –

Stranamente anche quella frase sembrava nascondere dell’altro, ma Sanji non voleva diventare paranoico.

- Allora stavo dicendo...- Robin riprese il discorso.

- Quando ho notato lo strano sguardo di Zoro nei tuoi confronti, ho pensato bene di tenerlo d’occhio. Ho potuto constatare che ha continuato a fissarti per tutto il tempo... poi ha iniziato a smanettare nervosamente con le spade. Come se cercasse di tenere la mente occupata per non pensare a... - Robin si fermò lanciando uno sguardo fulminante verso il cuoco.

- … A qualcos’altro – aggiunse poi. Sanji l’ascoltava sempre più agitato.

- Eh.. e dopo? – chiese un po’ titubante.

Robin sorrise.

- Poi è andato via. Mi sembrava avesse una certa urgenza, anche piuttosto “evidente”... sì, diciamo che si poteva vedere –

- Cosa si poteva vedere? – il ragazzo sperò con tutto il cuore che Robin non si riferisse a quello che penava lui.

- Si vedeva e basta – asserì tranquilla la ragazza, divertita dall’espressione assolutamente allarmata sul volto del cuoco.

- Credo che tu abbia capito dove sia lo spadaccino –

Concluse Robin allontanandosi dal compagno.

Sanji rimase immobile come paralizzato. Nella sua testa un unico pensiero ” io quello lo ammazzo!”

 

 

- Uffa che palle oggi – borbottava Zoro mentre lucidava le sue spade. Dato che i suoi allenamenti preferiva farli di notte, il pomeriggio non aveva un cavolo da fare e quindi dormiva, ma quel giorno faceva un caldo boia che gli impedì anche di farsi un innocuo sonnellino. Così ne approfittò per dare una sistemata alle sue amate compagne di battaglia. Si sedette sul ponte aspettando che arrivasse ora di cena. Voleva andare in cucina perché aveva una certa fame... e non solo allo stomaco. Voleva vederlo cucinare... anche se la cosa alla fine lo faceva solo stare peggio.

Quando era stata l’ultima volta che aveva avuto due minuti in pace con quel babbeo? Alla Galley-La company... Eh già, come poteva non ricordarselo. Avevano dovuto svignarsela nei cantieri e per un po’ non li beccava quel “puritano” di Pauly... parlare di una sveltina era già troppo! Sbuffò ancora.

 

La cosa comica era che sulla Merry, per quanto fosse piccola, riuscivano sempre a trovare un “rifugio” con facilità. Sulla Sunny, invece, che aveva molte stanze in più e teoricamente molti più nascondigli, non erano riusciti a stare soli neanche per due secondi. Il fatto era che tutti i membri della ciurma volevano vedere in ogni particolare quell’imbarcazione strepitosa che Franky aveva costruito con tanta maestria, il ché significava che c’era sempre gente che andava avanti e dietro, che saltava fuori nei posti più assurdi. Gente sempre ed ovunque! Purtroppo sempre ed ovunque! Argh...

Buttò un occhio più in là e lo vide armeggiare con delle assi. Franky stava sistemando qualcosa e gli aveva chiesto aiuto, il ché era strano, visto che Sanji non faceva volentieri quei lavori. Rischiava sempre di farsi male alle sue preziose mani, e quindi delegava quei compiti a qualcun altro. Ma chissà quel pomeriggio si vede che era dell’umore giusto.

Il sole era sempre più caldo e Zoro iniziò a non sopportarlo più, sarebbe potuto andare dentro, ma per qualche vena masochista preferì rimanere lì. Si spostò un po’ più all’ombra e continuò a lavorare sulle sue spade, senza perdere d’occhio quell’odioso cuoco, anzi da quell’angolazione lo vedeva pure meglio... Sanji continuava a tirare una corda dopo l’altra, mentre i suoi capelli iniziarono a bagnarsi di sudore... presto il cuoco non sopportò più la sensazione di avere la stoffa della camicia attaccata sulla pelle, e la fece “sparire” rimanendo a torso nudo. Avrebbe fatto meglio a non farlo...

Zoro non si accorse di aver smesso di lavorare sulle sue spade, tanto era preso dal godersi quello “spettacolo”. Iniziò a sentire il calore aumentare, ma stavolta il sole non ne aveva colpa. Un leggero vento si sollevò alleviando un po’ il povero spadaccino, ma presto anche quel vento gli divenne sfavorevole.

Il fumo della sigaretta che Sanji teneva fra le labbra iniziò a volare via, mentre I biondi capelli presero a muoversi lentamente sul suo viso, come avrebbe voluto sentirli scorrere fra le sue dita... con una mano il cuoco si asciugò la fronte grondante sudore. Per quanto fosse fatto senza alcuna malizia, Zoro non poté non trovare gesto estremamente eccitante.

Già si immaginava di prenderlo adesso e sbatterselo contro l’albero maestro... con quelle corde che gli legavano i polsi... Maledizione che gli stava passando per la testa!

Prese a lucidare sempre più forte le sue spade ma non riusciva proprio ad affogare quelle fantasie.

Sanji sudato che ansimava il suo nome... magari lì, su quell’erba verde... la sua pelle dal sapore salato.... e ancora quelle corde... Sarebbe stato fantastico legarlo, anzi farsi legare e farsi fare tutto quello che voleva... Sanji sapeva come farlo divertire... No era troppo! Sentì i pantaloni tirare. Dannazione proprio adesso! Si alzò catturando le spade frettolosamente e si diresse in bagno. Non ce la faceva più, ed oggi era già la terza!!!

 

Ripresosi dal momentaneo imbambolamento, e meditando su tutti i calci che avrebbe rifilato a quell’idiota, Sanji corse dentro con una vena omicida che alimentava le sue gambe.

Si diresse verso il bagno e con un colpo fece spalancare la porta.

 

- Che diavolo ci fai qui? – urlò Zoro seduto sulla tazza.

- Che stavi facendo? – ringhiò fumante di rabbia Sanji.

- Cosa vuoi che faccia? – Zoro tentò di coprirsi davanti, ma fu inutile perché il cuoco notò facilmente le “condizioni” del compagno. Con un altro colpo chiuse la porta alle sue spalle.

- Sanji esci immediatamente da qui! – ordinò lo spadaccino balzando in piedi mentre tentava di rimettersi i calzoni.

- Cosa. Stavi. Facendo? – scandì Sanji ancora agitato.

Zoro arrossì vistosamente. Prese un respiro tentando di pensare alla cosa migliore da dire.

- Stavo facendo quello che si fa in un bagno idiota – non aveva balbettato, né mostrato esitazioni. Magari Sanji ci cascava...

- Zoro. Te lo chiedo un’ultima volta: che diavolo stavi facendo? – lo sguardo del cuoco riuscì a far rabbrividire Zoro che capì di essersi cacciato davvero nei casini.

- Non capisco cosa vuoi dire... - ormai non sapeva più che scuse inventare.

Sanji si avvicinò a lui fermandosi solo quando fu a pochi centimetri dal suo volto.

- Ti stavi eccitando pensando a me suppongo – Zoro fece un balzo all’indietro sentendosi smascherato.

- Eppure che fosse? Dovrebbe farti piacere o sbaglio – ammise imbarazzato al massimo.

- Accidenti... – sospirò Sanji scuotendo la testa.

- Robin ti ha visto mentre mi fissavi come un assatanato – aggiunse poi.

- Cosa? Robin ha visto cosa? – iniziò a balbettare agitato lo spadaccino.

Il cuoco si sedette a terra accendendosi una sigaretta, mentre Zoro lo guardava chiedendosi che aspettasse a parlare.

- Come non bastasse ha visto anche le “evidenti” conseguenze dei tuoi casti pensieri... che figuraccia... e te l’ho sempre detto di portare pantaloni più larghi – asserì il biondo.

- A me piacciono questi pantaloni e basta! – ribatté lo spadaccino.

- Il punto è che Robin non ci metterà molto a capire tutto... ed è tutta colpa tua babbeo – sentenziò ancora Sanji mente faceva cadere un po’ di cenere a terra.

Zoro si corrucciò a guardare il cuoco che fumava con quell’espressione di chi è totalmente estraneo a tutto...   Tzè, neanche fosse lui l’unico responsabile di quella stupida relazione, se così poi si poteva chiamare. Non lo aveva certo obbligato ad andare a letto con lui, e se qualche volta aveva usato “le maniere forti” nella maggior parte dei casi era perché era proprio quel biondino odioso a chiederglielo...

- Guarda che io non ho fatto niente di male! – affermò sedendosi anche lui a terra.

- Non capisco poi, perché quella donna debba sempre ficcare il naso... – mormorò ancora.

- Diamine Zoro! Ma non potevi stare più attento? – brontolò Sanji.

- Non è colpa mia. Ti ricordo che è una vita che non... – si morse la lingua per non continuare. La cosa che lo faceva imbestialire, era che prima dell’arrivo di quello stupido cuoco, era sempre riuscito a padroneggiare alla perfezione tutti i suoi istinti. Cedere alle passioni della carne non era da uomini che avevano un forte spirito, e lui era sempre stato convinto di avere un grande controllo di sé.

- La colpa è tua che ti sei messo a fare il figo! – ma non si era morso la lingua? Figo? Come cavolo gli era uscito fuori...

- Cosa avrei fatto io? – sorrise Sanji divertito.

- Finiscila! Hai capito quello che volevo dire –  ma perché quando doveva stare zitto non lo faceva mai, maledizione...

Il biondo guardò il ragazzo di fronte a lui. Un pensiero gli sfiorò la mente...

 

 

 

TO BE CONTINUED…

 

 

 

Eh si lo so che sono bastarda >__> ma tranquille/i  aggiornerò prestissimo ^__^ 

  
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