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Autore: irispaper29    24/12/2014    10 recensioni
"Come tutti i semidei, ovviamente, era iperattivo. Stare fermo gli era impossibile. E detestava l'idea di essere bloccato a letto come un invalido. Si sentiva impotente. Ma quello non era certamente la cosa peggiore. Aveva passato tutta la mattina sotto le coperte, infastidito non tanto dall'impossibilità di uscire quanto dall'ironia della sorte capitatagli.
Si, perché Nico era l'unico semidio in grado di prendersi un febbrone da cavallo d'estate. Ad Agosto, per la precisione".
Nico si è preso l'influenza. Come farà a guarire? E, soprattutto, odierà per sempre l'essere costretto a rimanere a letto sotto le coperte?
Partecipante all'iniziativa Demigod Exchange, dedicata all'autrice Ainsel.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nico sbuffò. Era una giornata magnifica, il tempo era perfetto per allenarsi a scherma. E Reyna gli aveva promesso di insegnargli alcune tecniche di disarmo romane.
Quindi Nico riteneva assolutamente ingiusto l'essere costretto a rimanere chiuso tra quattro mura. Come tutti i semidei, ovviamente, era iperattivo. Stare fermo gli era impossibile. E detestava l'idea di essere bloccato a letto come un invalido. Si sentiva impotente. Ma quello non era certamente la cosa peggiore. Aveva passato tutta la mattina sotto le coperte, infastidito non tanto dall'impossibilità di uscire quanto dall'ironia della sorte capitatagli.
Si, perché Nico era l'unico semidio in grado di prendersi un febbrone da cavallo d'estate. Ad Agosto, per la precisione.
Certo, avrebbe potuto annullare i sintomi dell'influenza con una piccola dose di ambrosia o un sorso di nettare, ma aveva paura di esagerare, e assumere sostanze così buone quanto pericolose per un po' di febbre gli sembrava eccessivo.

Nico girò la testa verso la piccola finestra della sua cabina, osservando il cielo farsi scuro e le ombre espandersi, rassegnandosi al dover passare la serata da solo, oltre che il resto della giornata.

O almeno, ne era convinto, finché non sentì qualcuno bussare. Il rumore fu così improvviso che lo fece quasi sobbalzare.

:-Ehi, Nico!-esclamò una voce maschile che il figlio di Ade ormai riconosceva tra mille. Egli alzò lentamente lo sguardo, cercando di ignorare il bruciore, e incontrò i suoi occhi, verdi come il mare.

:-Percy, non si usa bussare?-mugugnò il ragazzo, con la voce roca per via dell'influenza.

:-No, non quando gestisci casa tua da solo-disse il ragazzo, sorridendo, e sedendosi sul letto, accanto a lui, con un vassoio sulle ginocchia.-Ti ho portato la cena. Come ti senti?

:-Meglio, molto meglio-rispose Nico, cercando di trattenersi dal tossire per non tradirsi.

:-Fammi sentire-disse allora il figlio di Poseidone, posandogli una mano sulla fronte, gesto che fece arrossire Nico fino alla punta dei capelli. -Non credo, sai? Scotti.

:-Controlla meglio-ribatté Nico, cercando di convincere in tutti i modi il figlio di Poseidone che stava abbastanza bene per potersi alzare dal letto. -Sto bene, ne sono sicuro.

Percy, esortato dal ragazzo, posò il vassoio sul comodino, gli si avvicinò e posò le labbra sulla sua fronte per sentire la temperatura, e Nico non poté impedirsi di avvampare nuovamente. Ed egli si maledì per questo.

:-Cavolo, Nico, sei bollente!-esclamò il figlio di Poseidone, scostando le labbra quasi subito.

:-Oh, lo so, o non ti avrei mai sedotto-sbuffò il figlio di Ade, ironico. -Lo sanno tutti che muori dalla voglia di saltarmi addosso, Jackson.

:-Non nego che piacerebbe molto, ma devi ammettere che sei stato tu il primo a capitolare.

:-Senti, solo perché quando tu e Annabeth vi siete lasciati io sono venuto da te e...

:-...e mi hai dichiarato tutto il tuo profondo e sconfinato amore per me-continuò Percy con un tono scherzoso e ironico.

:-Smettila di prendermi in giro, sai benissimo che non è andata così!-disse Nico, cercando di mostrarsi furioso, ma la tosse lo tradì.

Guardando la sua espressione indignata, Percy non potè trattenersi dallo scoppiare a ridere.

:-Non ridere!-esclamò Nico, interrotto da un altro colpo di tosse, e allungando il braccio per dare un pugno al ragazzo. -Smettila di ridere, idiota!

:-Nico, tesoro-cominciò il figlio di Poseidone, ridendo. -Già non mi fai male normalmente, ma quando sei malato i tuoi “ganci sinistri” somigliano davvero al battito d'ali di una farfalla.

:-Non credevo fossi un poeta, Jackson-disse l'altro, indispettito.

:-Scusami, Nico-ribatté Percy. -Non volevo certo offenderti. E' che tu sei così piccolo e...

:-E debole?-chiese Nico, alzando le sopracciglia. -Ed è per questo che mi costringi a rimanere tutto il giorno a letto? Almeno permettimi di alzarmi.

:-Non lo faccio perché penso che tu sia debole-rispose il moro, accarezzandogli i capelli. -Ma perché tu sei malato. Hai l'influenza.

:-Sei iperprotettivo.

:-No, non è vero.

:-La settimana scorsa ti sei arrabbiato tantissimo con Clarisse durante la caccia alla Bandiera perché brandiva una lancia. Ed era nella nostra squadra.

:-E una lancia può essere davvero molto pericolosa. Avresti potuto essere ferito. Inoltre, conosco Clarisse, ed è ancora più irritante con una lancia in mano.

:-Era una partita regolare, non mi sarei dovuto ferire gravemente. Clarisse non ha più nulla contro di me e siamo semidei. Il pericolo è all'ordine del giorno. E so come difendermi.

:-Può anche essere, te lo concedo-ribatté a questo punto Percy, rassegnato.-Ma sono così “iperprotettivo”, come hai detto tu, perché, beh...tu sei Nico. Il mio piccolo Nico. E nessuno deve farti del male di nuovo.

:-Bene. Quindi il tuo piccolo Nico non può uscire, vero?

:-Esatto, e non potrà fino a quando non sarà guarito.

:-Posso almeno alzarmi dal letto, mio carceriere?-chiese Nico, alzando gli occhi al cielo.

:-No, prima devi misurarti la febbre-dichiarò il più grande, passandogli il termometro che Nico si mise subito in bocca, e aspettarono per pochi minuti il risultato, mentre Percy gli accarezzava dolcemente i capelli scuri. Nico lo avrebbe negato in eterno, ma in realtà gli facevano piacere tutte quelle attenzioni. Si godette quindi quel piccolo momento di coccole. Dopo poco, il maggiore prese lo strumento.

:-Wow, numeri così alti non li vedevo dai tempi della Dodds!-esclamò il figlio di Poseidone con un tono fin troppo alto.

:-Abbassa la voce, Percy!-lo fulminò il ragazzo, assottigliando lo sguardo in una fitta di dolore. -Mi fa male la testa.

:-Ok, ok, scusa-disse allora Percy, mormorando. -Scusami, Nico. Non urlerò più.

Nico annuì, stringendosi al ragazzo, che si era avvicinato ancora di più a lui. Non riusciva a respirare bene, ma poteva comunque sentire il suo odore di salsedine che aveva imparato ad amare.

:-Ti va di mangiare?-gli chiese Percy. -Ho portato la cena.

Nico annuì e si tirò lentamente su con le braccia, appoggiando la schiena sui cuscini per rimanere seduto, mentre Percy prendeva in mano il vassoio.

:-Che c'è di buono?-chiese Nico, stranamente affamato nonostante la febbre che lo aveva indebolito.

:-Brodo di pollo e un'arancia-rispose Percy, mostrandogli il cibo. -Malcom dice che è la dieta ideale per chi ha la febbre.

:-E chi sarebbe questo Malcom?-domandò il ragazzo con una punta di...di qualcosa. Qualcosa che non gli era affatto sconosciuta, ma che non provava da quando Annabeth e Percy si erano lasciati. Gelosia.

:-Uno dei fratelli di Annabeth-rispose il figlio di Poseidone con noncuranza. Nico sbuffò. Un altro figlio di Atena? Perché la progenie di quella dea non lo lasciava in pace?

Vedendo la sua espressione, Percy rimase prima spiazzato e poi sorrise:-Sei geloso.

:-Cosa?-chiese Nico con voce stridula.

:-Sei geloso-ripeté Percy sorridendo sornione come il gatto del Cheshire.

:-No, non lo sono.

:-Si che lo sei.

:-Non posso essere geloso di un tizio che nemmeno conosco.

:-Invece lo sei.

:-No.

:-Si.

:-No.

Percy, all'ennesimo “no” del ragazzo, sospirò:-Non devi essere geloso. So a malapena il suo nome e posso assicurarti che non è neanche lontanamente bello, dolce, e tenero come te, Nico. Nessuno, e dico nessuno, potrebbe mai essere anche solo alla tua altezza. Sei tu colui che voglio, l'unico che può possedere il mio cuore.

Nico, sentendo quelle parole, arrossì di nuovo, e Percy rise ancora una volta, per poi avvicinarsi alle sue labbra, e sfiorandole leggermente prima di approfondire quel bacio.

Quando furono ormai entrambi senza fiato, si staccarono, e Percy sorrise sulle labbra dell'altro.

:-Ti amo, capito?-gli ricordò Percy. -Non dimenticarlo mai, non dubitarne mai. Io ti amo.

:-Anche io ti amo, idiota-disse Nico, sorridendo. Il suo sorriso era così ampio che gli facevano quasi male gli zigomi.

:-Ora mangia, però-ordinò Percy. -E riposati.

 

***tre giorni dopo***

 

:-Cerca di stare fermo, Percy, o ti si sposta il termometro-ordinò il figlio di Ade, il quale stava cercando di misurare la temperatura del ragazzo da più di un'ora, ma inutilmente. Se lui non sopportava di stare a letto, Percy non riusciva nemmeno a star fermo con le mani. Continuava a muovere freneticamente le dita senza uno scopo preciso, giocando con le lenzuola. Nico non aveva mai visto qualcuno più iperattivo di lui, a parte forse Leo.

:-Non...non ci riesco-gemette il figlio di Poseidone, frustrato. La sua iperattività non gli permettevano di fermarsi nemmeno per un secondo. Non poteva rimanere a letto, semplicemente.

:-Stai fermo o giuro che chiamo Will-ribatté con sicurezza Nico, il quale sapeva che il figlio di Poseidone non sopportava essere aiutato dal figlio di Apollo.

:-Ok, ci provo-disse Percy con voce lamentosa, lanciandogli uno sguardo di rimprovero.

:-Poi sarei io quello geloso-gli rammentò Nico ironicamente, scoppiando a ridere.

:-Non sono geloso-rispose allora l'altro. -Dico solo che mi da fastidio come ti guarda, ok? Non può guardare le mie cose o il mio ragazzo in quel modo. Non può, punto e basta. Mi fa arrabbiare.

:-Infatti quella è la gelosia, Percy-gli spiegò Nico con un tono molto sarcastico. -Ora sta fermo.

Nico gli mise il termometro in bocca ed aspettò alcuni minuti, per poi riprenderlo e controllare.

:-Sii felice, Percy-gli disse Nico, sorridendo. -Se domani non si sarà alzata la temperatura, dovresti essere libero di scorrazzare in giro per il Campo a far danni.

:-Sono guarito?-chiese Percy, speranzoso.

:-Quasi, vedremo domani-ripetè l'altro.

:-E quindi finalmente potremo fare di nuovo l'amore?-domandò il figlio di Poseidone, con un tono ancora carico di speranza quanto di desiderio.

Sentendo quella domanda le guance di Nico divennero di un tenue rosa fino a inscurirsi e a raggiungere le orecchie.

:-Idiota-borbottò il figlio di Ade, colpendo il maggiore con un cuscino.

:-Ok, si è vero, sono un idiota-ammise Percy. -Ma ci dovevo provare. Non lo facciamo da quasi due settimane, senza contare le altre due che hai passato da tuo padre, ricordi? E quella prima che hai trascorso al Campo Giove con Hazel. Non facciamo l'amore da un mese.

:-Non è certo colpa mia-ribattè Nico. -Se tu non ti fossi ammalato avremmo trascorso più tempo insieme fuori dalla mia o dalla tua cabina.

:-Vorrei ricordarti che mi sono beccato la febbre per accudire te-disse allora Percy.

:-Anche questo è vero-ammise il minore.

:-Quindi lo rifaremo, tesoro?-chiese Percy usando uno dei nomignoli che utilizzava per addolcire l'altro.

:-Vedremo-disse Nico. -Ora riposati, che è tardi.

:-Va bene-borbottò Percy. Nico sorrise. A volte il suo ragazzo sapeva essere davvero infantile. Eppure non poteva fare a meno di trovare la cosa adorabile. Fece poi per alzarsi, ma l'altro lo fermò.

:-Rimani con me fino a che non mi addormento?-chiese il figlio di Poseidone, stropicciandosi gl'occhi con la mano sinistra, improvvisamente assonnato, mentre l'altra stringeva ancora il suo polso.

:-Va bene-acconsentì Nico. -Sogni d'oro, Testa d'Alghe.
Poi si sedette accanto al suo letto, guardandolo dormire, e pensando per la prima volta che forse l'nfluenza non è sempre un male.

Note dell'autore: Buonsalve!!! Ok, lo so, sono scomparsa dalla faccia della terra, ma ero in missione con Blackjack.
Anyway, togliamoci un dente: non ho assolutamente abbandonato la mia fanfiction An impossible love, non abbandono mai una storia, non sarebbe corretto verso me stessa ne verso di voi.
Parliamo ora di questa storia. La dedico a Ainsel, che, a mio parere, è una delle più brave scrittrici di storie a tema Pernico. E con tutto il suo lavoro, direi che si merita un bel regalo. Spero con tutto il cuore che le piaccia. Ho scritto questa storia perché partecipo all'iniziativa Demigod Exchange, e ho visto la "letterina" di Ainsel, in cui chiedeva una fanfiction tenera su Nico con l'influenza come regalo di Natale. So che avrei dovuto postarla il 25 e non il 24, ma domani non sono sicura di poter accedere a efp, quindi mi anticipo. <3
Beh, spero che vi piaccia. Buon Natale! :)

   
 
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