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Autore: H A N A K O    25/12/2014    1 recensioni
Quando finì di esprimere il suo desiderio sorrise. Era felice.
BUON NATALE!!
Genere: Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aoi, Kai, Reita, Ruki, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Appoggiò le bacchette sul tamburo centrale della batteria alzandosi dal seggiolino, e dirigendosi verso la prima sedia libera accanto al tavolo. Si sedette a peso morto facendo poi un lungo sospiro, era stanco ma non voleva ancora andare a casa, dopotutto era la notte di Natale, voleva passare più tempo possibile con gli altri quattro scampanati. Rivolse lo sguardo verso di loro, erano intenti a svolgere i loro compiti. Con la sola eccezione dell’enorme schiamazzo che stavano facendo. Urlano come matti per le cose più stupide, disturbandolo.
   ― Ehi voi, potreste cortesemente fare meno casino? ―  Lo schiamazzo dei quattro ragazzi ammucchiati su una parete della stanza smise di parlare fissando il leader seduto sulla sedia, che li guardava con sguardo esausto.
   ― Scusa leader faremo più piano. ― Disse un Takanori che aveva fretta di scrivere sul suo foglio candido. Gli altri si zittirono continuando a lavorare in silenzio sul proprio strumento.
   Vista la calma apparente, decide di rilassarsi per qualche minuto guardando la neve mentre cade fuori dalla finestra.  ʹDeve essere molto morbida e fredda.ʹ  A quel pensiero gli venne da sorridere, anche da bambino faceva pensieri come quello. Le cose più belle viste con gli occhi dei bambini sembrano magiche.
   Sorrise ancora.
   Nonostante la sua età era ancora un bambino.
   Abbandonò la sedia  per andare a lavorare insieme agli altri, avevano ancora un po’ di lavoro da fare prima di poter staccare la spina. Erano in studio dalle 06:00 e iniziavano a non poterne più.
    ― Ragazzi devo andare, i miei mi aspettano. ― Proferì Kouyou, alzandosi dalla sedia e riponendo la sua amata chitarra nella custodia.
   ― Di già? ― Ryo allontanò le dita dalle corde.
   ― Sì, i miei mi aspettano per la cena. ― Si infilò il giubbotto verde militare e si avvicinò alla porta. ― Per quando ci vediamo? ― Mostrò la sua dolcissima espressione da paperotto.
   ― Ehmm….. Penso che sia appena dopo capodanno ma non mi ricordo il giorno. ― Yuta aveva il dito indice poggiato sul labbro inferiore e lo sguardo con fare pensieroso rivolto al soffitto.
   ― Oh, bhe poi fammi uno squillo così non sbaglio. ― Sorrise.
   ― Perfetto appena so il giorno ti faccio sapere. ―
   ― Bene ragazzi, io vado ci vediamo prossimamente. ― Alzò un braccio in segno di saluto e uscì dalla porta.
    ― Poteva anche salutare in un modo più decente. ― Fu il commento un po’ acido di Takanori, appollaiato sulla poltrona imbottita dello studio incrociava le braccia al petto.
   ― E come doveva salutare? ― Soffiò il biondo.
   ― Poteva almeno degnarsi di fare un saluto generale. ― Pigolò l’altro. Il biondino lo ignorò completamente ritornando sul basso. Yuu sbuffò.
   Il leader andò a sedersi dietro alla batteria e impugnò la bacchette. Yuu guardò l’orologio del cellulare.
   ― Oh, devo andare anch’io. Mi aspettano i miei.  ― Si stiracchiò prima le braccia e poi le gambe, infine si alzò.
   ― Anche tu? ― La mano di Taka mollò la penna che finì in terra.
   ― Sì, il mio lavoro l’ho finito. ― Sentenziò il più vecchio  mentre sistemava le sue cose. Il nano osservava attento il vecchio chitarrista mentre si vestiva, poi si scambiarono uno sguardo d’intesa.
   ― Bene io vado, ci vediamo a gennaio. ― Salutò con la mano e sorridendo si avviò verso l’uscita.
   Il leader si infilò le cuffie nelle orecchie e si preparò per suonare, ma uno starnuto di Ryo lo distrasse dalla sua concentrazione.
   ― Cazzo Ryo starnutisci dall’altra parte, porca puttana! ― Ributtò a terra la biro che precedentemente aveva raccolto.
   ― Scusa, è che mi ispiri lo starnuto. ― Si pulì il naso con la manica della felpa.  Un’espressione di disgusto si dipinse sul volto del nano, che raccolse subito la biro e riprese a guardare il suo foglio scritto per metà. Yutaka cercò di ritrovare la concentrazione.
   ― Oh bene, è giusto il momento che vada. ― Il piccoletto si alzò dalla poltrona, dopo aver guardato l’orario sul suo Iphone,  trotterelò verso la sua borsa.  La povera biro, che ha abbracciato il pavimento diverse volte, la ripose nella tasca interna della sua borsa firmata e il blocchetto alla rinfusa dentro di essa.
   ― Anche tu hai deciso di abbandonarmi? ― Un’espressione da chihuahua abbandonato che intenerì il piccolo vocalist.
   ― No non fare così, mi viene da piangere. ― Assumendo poi il suo immancabile atteggiamento da divaH ― Però ripensandoci, se mi metto a piangere perderò quell’aria da diva che mi contraddistingue, no non piango. ― Andò a infilarsi il giubbotto sculettando.
   ― Perché mi dici così? Non ti faccio pena? ― Il piccolo si girò a guardarlo con sguardo interrogativo.
   ― Sinceramente? Non sei credibile. ―
   ― COSA? E cosa vuoi saperne tu di recitazione? Oltre a leccare microfoni e scoparti l’aria non vai oltre. ― Incrociò le braccia al petto e assunse un’espressione intellettuale.
   ― Certo Ryo, ne riparleremo quando delle fan ti chiederanno di sposarle su Twitter. ― Si infilò la fedele mascherina  e prese la borsa nera lucida.
   ― !!?!! ― Ryo spalancò la bocca inorridito verso quello scricciolo, che era in piedi accanto alla porta che lo fissava con sguardo anonimo.
   ― LEADER! Io vado ci vediamo! ― Urlò convinto che il leader stesse ascoltando la musica in cuffia.
   Il poveretto stava iniziando a innervosirsi, per quanto cercasse di concentrarsi non riusciva a concentrarsi, troppi rumori esterni lo distraevano dai suoi tamburi.
   ― Certo ci vediamo prossimamente. ― Un sorrisino forzato gli increspò le labbra. Il piccoletto uscì sbattendo rumorosamente la porta.
   ― Ryo per curiosità, devi per caso andare anche tu? ― Guardò il biondino seduto sullo sgabello, l’altro ci pensò un secondo osservando con sguardo pensieroso il soffitto bianco latte.
   ― Fra un po’ sì, però per il momento posso stare ancora un po’ te. Ho quasi finito di provare, tu come stai messo? ―
   ― Sto cercando di provare, ma c’è sempre qualcosa che mi distrae. ― Cercò nuovamente di riconcentrarsi, sperando che Ryo non rispondesse, ma non fu così.
   ― Con tutto il tempo che hai passato a non fare niente ti lamenti pure? ― Fece suonare una corda del basso.
   ― E chi si lamenta? Ho lavorato come voialtri. ―
   ― Sì, comunque parlando di cose serie, ― Yutaka avrebbe voluto ucciderlo. ― hai sentito come mi ha parlato quel nano rincretinito? Fan che gli chiedono di sposarlo? Ma quando mai è successo?! Lui poi?! ― Ogni tanto, faceva suonare insieme le corse del suo strumento. Parlava a vanvera, come se a Yutaka potesse importargli qualcosa. Neanche la musica a volume mediamente alto copriva la voce della scimmia bionda.  Dopo qualche minuto, il suo interminabile discorso si esaurì, diventando note di basso suonato senza un ordine preciso. Yutaka abbassò il volume dell’Ipod.
   Fece un respiro profondo riportando indietro la canzone nell’Ipod, quando sentì il rumore di un mazzo di chiavi che cadevano in terra. Ryo era in piedi che si infilava il giubbotto, il basso riposto nella sua custodia.
   ― Ryo… ―
   ― Leader vado anch’io, se non ci becchiamo prima Buon Natale. ― Si infilò la mascherina e prese il cellulare in mano guardando l’ora.
   ― Ah, va bene. Buon Natale anche a te. ― Il biondo sorrise, anche non si vedeva per via della mascherina, avviandosi anche lui verso la porta per poi uscire, lasciando Yutaka da solo.
   Finalmente era rimasto da solo, ora poteva provare in pace. 
   Alzò al massimo il volume della musica e iniziò a provare.
   I tamburi rimbombavano nella stanza.
 
 
Aveva la fronte imperlata di sudore, i capelli raccolti in una coda. Gli facevano male le braccia e i muscoli e il fiato corto. Si alzò e andò a prendere un asciugamano  abbandonato sulla ringhiera nera della stanza. Si asciugò il sudore e sbuffò, guardò l’orario. Erano le 19:08, era leggermente tardi.
   ― Bhè, è arrivata l’ora di tornare a casa. ―
   Si preparò per uscire, spense le luci e mandò un bacio alla sua batteria. Che ci poteva fare, la amava.
   Uscì dagli studi, il freddo di dicembre lo investì in pieno, facendolo rabbrividire. Lentamente, faceva i primi passi sotto la neve che lentamente cadeva.
 
 
Le orme dei suoi passi  restavano sul marciapiede imbiancato.  Si stava avviando verso casa, era stanco e voleva dormire. Il cappotto nero era ben stretto intorno al corpo, le mani in tasca. Camminava a passo lento sotto la neve candida. Le luminarie delle vetrine ancora aperte lo illuminavano, la neve stava attaccando molto bene.  Alle sue orecchie giunse un rumore acuto, alzò lo sguardo per vedere cosa fosse.
   Un uomo vestito da Babbo natale agitava energico una campana, urlando ai quattro venti Merry Christmas  sorridendo. I bambini guardavano affascinati quel simpatico signore vestito di rosso mentre i grandi camminavano seri con il cellulare all’orecchio e borse pieni di regali fra le mani.
   Si fermò a guardare la scena davanti ai suoi occhi. Gli vennero in mente mille ricordi.
   La sera di Natale, quando con sua madre andavano per negozi a cercare le ultimissimi regale e squisitezze per la cena. Quando entravano nel negozio di giocattoli per accontentare il piccolo Yutaka, che facendo capricci e sceneggiate alla napoletana riusciva sempre a convincere la madre. Gli piaceva girovagare fra gli scaffali pieni di giocattoli colorati che sembravano sorridergli, era ancora più contento quando la madre pagava quel meraviglioso giocattolo.
 
   ― Yutaka non farlo cadere. ― Lo rimproverò la madre, mentre tenendolo per mano tornavano a casa per la cena.
   ― Sì mamma. ― Il piccolo Yutaka agitava il suo aeroplanino da combattimento, sembrava volasse.
   Sgambettava tenendo in alto il giocattolo, quasi fosse la sua bandiera.
 
   ― Tesoro siamo a casa. ― Vocheggiò la madre salutando il padre che era seduto sul divano.
   ― Bentornati. ― Prese in braccio il piccolino che era salito sul divano con il suo giocattolo. ― Oh ma cosa abbiamo qui? Un giocattolo nuovo, cos’è? ― Il padre lo avvolse nel suo abbraccio.
   ― Questo è un aeroplano che combatte, la mamma me l’ha comprato prima. ― Agitò il giocattolo davanti al viso del padre.
   ― Molto bello. Ma un carro armato non l’hai preso? ― Lo scriciolo che aveva fra le braccia fece un sospiro sorpreso. Non ci aveva pensato, con tutti i giochi che c’erano lui aveva visto solo quell’aeroplano. ― Non preoccuparti, sicuramente ci sarà posto sotto l’albero anche per quello. ― Gli fece l’occhiolino, il piccolino fece un’enorme sorriso per poi abbracciare suo padre.
 
   Il mattino dopo, sotto l’albero decorato a festa in salotto, dei meravigliosi pacchi regali lo aspettavano.
   Erano pacchetti piccoli, grandi, medie quadrati. Colorati e fiocchettati.
   ― UHAUUUU!!!! ― Il piccolo Yutaka in pigiama corse verso quei regali che lo attendevano. Si accucciò in prossimità e essi e ne afferrò uno. La madre gli si sedette vicino.
   ― Mamma posso aprirlo? ― Si voltò verso la madre con gli occhioni grandi.

   ― Ma certo che puoi tesoro. ―
   Il piccolo strappò in mille pezzi la carta da regalo rossa con Babbo Natale stampato sopra. Poi trovò la sorpresa. Il carro armato che il padre gli aveva promesso la sera prima era fra le sue mani.
   ― Carro armato!!! ― Tolse il gioco dalla scatola che lo conteneva, lo guardò per qualche istante prima di alzarsi e correre verso la camera da letto, dove il padre dormiva.
   ― Papà! È un carro armato! ― Saltò addosso la padre facendolo svegliare.
   ― Yutaka ma cosa…. ―
   ―È un carro armato, come hai fatto a metterlo sotto l’albero? ―Il padre lo abbracciò portandolo con sé sotto le coperte.
   ―È un segreto. ―
   ― No devi dirmelo!!!! ―
   Fu un natale piacevole, come tutti gli altri. Non ne ricorda uno finito male.
 
   Sorrise. Bei ricordi gli riaffiorarono, sorrise ancora. Riprese a camminare.
   La neve stava cadendo sempre più fitta, notò che non c’era quasi più nessuno per strada; decise di affrettare il passo, non voleva trovarsi in mezzo a una bufera.
   Era vicinissimo a casa quando iniziò a frugare nella borsa cercando le chiavi per aprire. Quando arrivò davanti alla porto del suo appartamento non trattenere un respiro di sollievo. ― Finalmente a casa. ― Infilò la chiave nella toppa e girò aprendo la porta. Il salotto era avvolto dall’oscurità, illuminata appena dalla luce del pianerottolo. Si addentrò dentro di essa buttando il giubbotto alla rinfusa sul divano lì vicino e accese la luce. Un coro gli riempì le orecchie.
   ― BUON NATALE LEADER!!!! ―
   Sgranò gli occhi, i suoi quattro amici era lì, in casa sua. Sorridenti con dei colorati cappelli da festa in testa.
   ― Ragazzi ma cosa…. ―  Kouyou  si avvicinò a lui porgendogli lo stesso cappello.
   ― Volevamo solo augurarti Buon Natale. ― Yutaka non sapeva cosa rispondere, prese il cappello fra le mani del castano.
   ― Io… ―
   ― Dai leader  non  fare così, abbiamo un fantastico regalo per te. ―
   ― Cosa? ― I quattro, che erano compatti gli coprivano la visuale sul regalo. Si separarono e da dietro di loro sbucò una batteria nuova fiammante, nera con il logo del gruppo. Il leader rimase a bocca aperta.
   ― Ragazzi io non so cosa dire. ― Si sforzò in tutti i modi di trattenere le lacrime, ma una lacrima solitaria si impigliò fra le sue ciglia.
   ― Non devi dire niente, abbiamo preso questa batteria perché sapevamo che ti piaceva. ― È vero, un mese prima l’aveva vista nel negozio di strumenti musicali, si era innamorato di quella batteria nera, ma gli sembrava una crudeltà abbandonare la sua attuale batteria.
   ― Io… ―
   ― Non piangere, ― Yuu gli mise un braccio intorno al collo ― non era certo questo quello che avevamo in mente. ― Yutaka  lo guardò senza capire.
   ― In tendeva dire che pensavamo che reagissi in modo perverso, nel senso che saresti saltato addosso alla tua nuova batteria. ―
   ― Sì ecco, credo che Taka abbia riassunto il concetto. ― Ryo si arruffò i capelli
   ― Ragazzi io non so come ringraziarvi. ―
   ― E chi ha detto che devi ringraziarci? ―
   Yutaka infilò il cappello da festa in testa e si unì ai festeggiamenti con gli altri.
 
   ― Però mi sento solo a suonare solo io con la batteria. ― Si lamentò il leader seduto sul seggiolino della sua batteria nuova.
   ― Non è vero, secondo te perché ci siamo portati gli strumenti? ― Ryo estrasse il suo basso dalla custodia che nascondeva dietro al muro della cucina del leader, lo stresso fecero anche gli altri quattro. Spuntarono magicamente fuori amplificatori e microfono.  Yutaka era a bocca aperta.
   ― Ohh…. Ma scusate,come avete fatto a entrare in casa mia se non avete la chiave? ―
   ― Mai visto un film di spionaggio? Spie in incognito che spiano altre spie? Mai? ― Domandò tutto contento il bassista biondo.
   ― Ryo smettila, abbiamo usato una forcina e tanta, tanta pazienza. ― Kouyou esibì un sorrisino di conforto.
   ― Ah capisco, bhè sono contento che mi abbiate fatto questo regalo, ma io non vi ho regalato niente. ―
   ― Leader mi sembrava fosse chiaro, non devi farci nessun regalo. Noi ti abbiamo regalato quella batteria per dimostrarti tutta l’ammirazione che abbiamo nei tuoi confronti, ci basta solo un sorriso. ― Le parole di Taka gli scaldarono il cuore, lui sapeva sempre che parole usare.
   ― Oppure possiamo fregarcene dei sorrisi e ci ridai i nostri soldi. ―  La bertuccia sorrise fiera.
   ― RYO!!!! ― I tre lo ripresero in coro.
   ― Cosa? Non ho detto nient… ― Il feroce pugno di Kou andò a infrangersi sul collo del biondo, il quale si inginocchiò a terra coprendosi con le mani il punto dolorante.
 
 
 
 
 
Stavano suonando da quasi un’ora, si erano disposti a cerchio, in modo da guardar darsi in faccia. Stavano suonando le loro canzoni, quelle che avevano fatto piangere milioni di fan durante i concerti.
   ― Bene ragazzi, direi che è ora di godersi il Natale. ― Il leader non aveva ancora smesso di fare il suo lavoro.
   ― Mi sembra un’ottima idea. ― Poggiarono gli strumenti e si fiondarono sul pandoro che Yuu e Kou avevano comprato qualche ora prima in un combini.
   ― Ragazzi venite sta nevicando fortissimo. ― Tutti corsero verso Ryo che era affacciato alla finestra.
   Fuori stava nevicando fortissimo, un a bufera di neve si stava abbattendo su Tokyo, sicuramente l’indomani  ai notiziari avrebbero sentito dei numerosi danni che aveva  provocato. Ma mentre scende non puoi far altro che notare quanto sia bella.
   ― Leader ti dispiace se dormiamo da te? ―
   ― Certo che no Yuu, restate pure. ―
   Non era “Il Natale migliore”, era “Uno” dei tanti bei natali che fin’ora aveva passato, non ne ricordava uno brutto. E mentre quei fiocchi bianchi turbinavano al suolo, si concesse di esprimere un desiderio. Lo affidò ai fiocchi di neve, sperando non si sciogliesse come loro. Quando finì di esprimere il suo desiderio, sorrise. Era felice. 





NOTE: 

BUON NATALE!!!
Sono tornata con una fanfic natalizzia. Spera sia di vostro gradimento, e che sia ben riuscita. xP
Ringrazio chi la leggerà e chi la commenterà, vi ringrazio. <3 Vi adoro tutti! :3
Vi auguro ancora buon Natale,
ci vediamo alla prossima fanfic. <3
 
   
 
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