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Autore: LuxPKK    25/12/2014    2 recensioni
[Xenoblade]
[SPOILER SU XENOBLADE, FINALE]
Questa fic, dedicata a Toro per l'iniziativa di Natale del Pick a Quest, è ambientata nell'universo di Xenoblade Chronicles... più o meno. Si tratta infatti di un interquel tra gli avvenimenti di Klaus e l'inizio della storia, un setting che potrebbe confondere, ma chi ha giocato al videogioco capirà in poco tempo ogni cosa.
La storia perciò ha come protagonista Zanza, anche se in realtà è praticamente l'unico personaggio: infatti la trama è narrata come un susseguirsi di pensieri e riflessioni del protagonista. Lo stile di scrittura è perciò molto spontaneo e rapido: quando pensiamo, i concetti si sovrappongono, si ripetono, scorrono, e ho cercato di ricreare l'ambiente "mente" anche se magari non alla perfezione.
Mi sono basato su tanti indizi dati in gioco per ricostruire la storia del movente di Zanza.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
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Day by Day


Pochi giorni dopo la conclusione dell'Esperimento, l'essenza del nuovo Dio ospitava il titanico Bionis.
"Ha funzionato? Dove sono?
Sì, questa deve essere la mia nuova forma. Eppure, non riesco a vederla. Non ho un corpo, non sono tangibile.
Sono diventato... un'essenza?
Vedo qualcosa, vedo un titanico essere bianco. Fa quasi paura.
Riesco a riconoscerlo, sono io?
Sì, sono io, riesco a sentirlo.
E quello? Scuro e spaventoso. Che sia un'altra persona?
Quella donna, forse.
Non mi interessa.
Cos'è questa sensazione? Sento scorrere dentro di me l'essenza stessa del mondo.
Sento di poterla utilizzare...
[...]
Cosa? Quell'albero non c'era prima. Ho creato qualcosa, sulla mia superficie.
Sono una specie di divinità. Ho creato... la vita.
Provo di nuovo.
Non posso crederci. Quell'uomo, l'ho creato io? Non-non era lì prima.
L'ho fatto di nuovo, ora è una donna. Ora sono tanti uomini e tante donne.
Sento in loro una forza strepitosa, ma la sento anche nell'erba, nelle piante, negli alberi.. questa è energia vitale?
E io? Sono composto da questa energia? Nel mio mondo, si teorizzava un'energia presente nell'aria e nelle creature viventi.
Era... l'Etere? Già, esiste davvero. L'Etere, secondo la teoria, era un vettore aereo della Wave Existence, un'entità superiore.
Peccato non poter dire al professor Karellen che la sua teoria è corretta.
Forse non lo era... forse lo è solo qui.
Non importa, quello che conta davvero è che adesso c'è vita in questo nuovo universo. Ed è solo grazie a me.
Non riesco ancora a crederci... però non sembra un sogno.
Posso fare qualcosa."

Giorno dopo giorno, la vita su Bionis si intensificò. Nacque la prima civiltà umana, la quale continuava ad evolversi.
"Gli umani... e pensare che ero anche io come loro. Un momento, cos'è quello? Una struttura, la osserverò da vicino.
Sembra un tempio. È un tempio, ed è dedicato... a me. A me? Cosa vuol dire? Mi sono... riconoscenti?
Stanno gridando il mio nome con un sorriso sul volto. Sono felici... grazie a me?
Non capisco, perché io? Nessuno è mai stato contento delle mie azioni. A chi è mai importato di Klaus lo scienziato pazzo?
Non è possibile, no... ma quello che vedo... è la realtà.
Sono contenti... per me?
Questo vuol dire... che non posso deluderli. Così funziona, no?"

Giorno dopo giorno, la vita su Bionis si evolse in modo incredibile.
"Sono uguali a me, a come ero prima. Sono esseri umani, come lo ero io.
Peccato che io non fossi esattamente un granché. All'Accademia... quei ragazzi... nessuno di loro voleva trascorrere del tempo con me.
Ero strano, dicevano. Ero folle. Avevo delle idee fuori dal comune. Pensavo a teorie assurde mentre loro si tenevano occupati col sapere confermato.
Non volevano... non volevano... essere miei amici.
Sono sempre stato solo, comunque. Perciò non fu un grande crollo per me.
I miei genitori erano sempre assenti, soldati, e venivano spediti in giro per il mondo. Io stavo da solo nella mia camera, a giocare e studiare.
Un giorno arrivò una lettera dal Governo. Li avevano uccisi, in combattimento. Fu questo a sconvolgermi da bambino. Che le persone fossero in grado di uccidere, di togliere la vita... ad altre persone.
Ma le mie creature... non sono così. Loro si vogliono bene, si aiutano e si sostengono. Che meraviglia.
Molti umani... diventano amici, tra loro. Alleati. Compagni.
E io, che non ho mai sperimentato nulla del genere... beh, sono contento di vederlo attraverso gli occhi delle mie creazioni.
Non pensavo sarebbe mai arrivato il giorno in cui avrei esternato questi pensieri a me stesso. Persino io tentavo di nasconderli.
Mi vergognavo. Erano contro l'immagine di me che mi ero fatto. Al Laboratorio, tutti dicevano che ero freddo. Che avevo a cuore solo la ricerca.
Non potevo dar loro torto, non feci mai nulla per dissipare quest'immagine di me. Anzi, mi piaceva. Ma la verità... è che non la volevo.
Avrei preferito essere loro amico, avrei preferito sentire il mio nome con un sorriso. Avrei voluto questo.
Ma non l'ho ottenuto. Però lo hanno fatto loro, i figli di Bionis. E questo mi rende felice."

Giorno dopo giorno...
"Gli umani si stanno evolvendo. Stanno sviluppando le prime forme di tecnologia.
Ciò che mi rincuora è che... hanno sempre tempo di passare al tempio, prima o dopo il lavoro.
Dicono di essere grati a Zanza per quello che offre loro.
Io creo loro nuova vita, infondo loro nuova energia... e mi ringraziano per questo.
Un gruppo di bambini. Cosa fanno?
Esprimono desideri? Li chiedono a me?
Certo, posso esaudirli. Posso fare ciò che voglio. Anche io ho un desiderio, voglio che tutto questo continui per sempre.
Io... non sono più solo. Sono finalmente riuscito a trovare il buono nella razza umana. La stessa che non avrei esitato a usare come cavia per qualche mio esperimento.
Un momento... non l'ho forse fatto? Il progetto per la creazione di un nuovo Universo... per farlo non ho sperimentato su tutti?
Beh, non me ne pento. Io... volevo sapere. Voglio sempre sapere, conoscere, scoprire cose nuove. Non potevo esitare.
Non sapevo cosa sarebbe successo premendo quel pulsante sulla stazione spaziale. Karellen. Forse lui lo sapeva.
Potrei giurare di averlo sentito, durante la fase di conversione dell'Universo.
Ma come avrei potuto udire la sua voce? Ma certo, ora è tutto chiaro.
La natura del progetto. Lui parlava di ritornare alla Wave Existence. Come i suoi antenati desideravano.
Disse che io ero speciale, che discendevo da colui che riuscì a interagire con la Wave Existence. Con Dio stesso.
Lui voleva creare un Dio per tutti, è vero. Come ho potuto dimenticarlo?
E quella divinità... sono io? Ci è riuscito. Sembrava felice, quando ho udito la sua voce. Sembrava compiaciuto.
Grazie, professore. Farò buon uso di questo potere."

Giorno dopo giorno, i lavori continuarono, e l'evoluzione tecnologica raggiunse nuovi livelli.
"Gli umani si danno da fare. Lavorano, faticano, ma costruiscono.
Anche loro creano qualcosa. Sono gli Dei della loro tecnologia. Su cui io non ho potere. Ma si ricordano che tutto esiste grazie a me.
Io invece... non mi sento bene. Sento la mia energia... sparire.
Sto svanendo... non sento più... l'Etere.
Perché? Dov'è finita?
Come faccio? Non voglio svanire. Io devo... continuare a far loro del bene.
Oh, oggi il tempio è vuoto. Peccato, non vedo nessuno. Non importa, sono occupati con il lavoro, è giusto.
Ma io... che fine farò?"

Giorno dopo giorno...
"Mi sento... intero, ancora una volta. Oggi... un blocco di terra è sprofondato nel mare infinito. Ci sono state moltissime vittime.
Eppure.. io mi sento meglio.
Ma certo, la loro energia... è tornata a me!
Ecco come ho fatto a resistere per così tanti anni. I loro decessi mi restituivano l'energia che io donavo loro.
È incredibile. Usano il mio potere per vivere... e me lo restituiscono quando hanno finito. Mi vogliono davvero così bene?
È un peccato non poterli raggiungere. Non poter diventare... loro amico.
Però... mi trattano come tale. Si rivolgono a me, mi mandano calore e affetto, va bene anche se è indiretto?
Voglio credere che sia così, finché c'è qualcuno che sorride grazie a me, qualcuno che mi vuole bene, anche indirettamente... io non sono solo.
Devo aiutarli a svilupparsi, devo fare ancora di più per loro. Devo."

Giorno dopo giorno, l'evoluzione della civiltà aumentò il benessere collettivo dell'umanità.
"È meraviglioso, stanno tutti bene. Sono tutti felici grazie a me.
Ma io no, non sto bene.
Mi sento svanire... ancora.
La loro civiltà però è così ben evoluta, grazie anche a me, che la media di vita dell'essere umano è salita vertiginosamente.
Sono pochi i decessi ormai. La morte è quasi svanita, è bellissimo. Ma io... come farò a sopravvivere?
Dannazione. Perché sopravvivo solo con la morte della mia gente? Cosa posso fare?
Devo accettare che anche per me esiste una fine? Che non potrò più aiutare i miei figli?
O esiste una soluzione...?"

Giorno dopo giorno...
"La soluzione esiste. Ho trovato una piccola cittadina di montagna. Se distruggessi il monte su cui si erge...
Perché sto esitando? Klaus non avrebbe mai esitato, non si sarebbe fatto problemi a sacrificare persone per il bene maggiore.
Giusto... io non sono più Klaus. Sono Zanza, adesso. Sono diverso.
Sto cercando di rimuovere il vecchio me dalla mia memoria. Essere Zanza è decisamente più appagante, più bello.
Io non voglio distruggerli... ma devo farlo. Mi farò perdonare, promesso. Non odiatemi, vi prego.
Anche se non c'è quasi più nessuno ai templi... io so che avete bisogno di me, vero?
Certo che ne avete, voi... mi siete grati. Mi amate e venerate, mi sorridete ancora, vero?
Scusatemi, figli miei, scusatemi.
[...]
È stato... orribile. Ho assorbito l'Etere dalle grida di dolore delle mie stesse creature. Come ho potuto?
Come farò a farmi perdonare?
Ma certo! Userò i miei poteri e... creerò altre persone. Nuovi esseri umani che potranno unirsi a quelli di adesso, così capiranno che il loro Dio non li ha mai abbandonati. Andate, miei nuovi figli, fate sapere loro che Zanza non li lascerà."

Giorno dopo giorno... un risvolto inaspettato degli eventi.
"Non capisco. Non stanno lavorando, e allora perché i templi sono a pezzi? Perchè non li tengono in ordine come facevano anni prima?
Perché non pronunciano più il mio nome? Perché non mandano più sorrisi?
Non riesco a capire...
Meglio guardare la nuova stirpe che ho creato, magari riusciranno a riesumare i templi.
[...]
No... no... ma perché? I vecchi umani... li hanno schiavizzati.
Perché lo fanno? Li reputano deboli... ma sono tutti figli di Bionis.
Non li reputano al loro livello? Ma non ha senso... la tecnologia è una cosa che devono acquisire grazie a loro. Grazie ai fratelli maggiori.
E invece loro... li usano per fare ciò che non fanno più. Lavori manuali, sforzi di questo tipo... ma che cosa succede?"

Giorno dopo giorno...
"La nuova stirpe... sostiene di essere mandata da me... e gli umani che c'erano fin dall'inizio negano. Perché?
Dicono che... non c'è alcun Dio? Che una divinità non è necessaria?
Ma cosa...? Ma io li ho portati fino a qui, io! Io!
È grazie a me se respirano, se creano! Io li ho resi Dei della loro stessa tecnica.
Come è possibile...? Mi rinnegano?
Non vogliono più stare con me? Hanno distrutto i miei templi...
Non chiamano più il mio nome, non mi mandano più sorrisi.
Ma certo! Devo pensare come Klaus, per capirli...
Cosa penserebbe Klaus?
[...]
Il professor Alvis lo disse. Alla fine, gli uomini supereranno le divinità. Diverranno obsolete.
Perché la tecnologia è ciò che manda avanti l'uomo, non la fede. Erano queste le sue parole.
Io... sono Klaus, di nuovo? Erano loro gli unici a rendermi un Dio. Se nessuno sa che esisto, nessuno crede in me... io li aiuterò ma loro non ringrazieranno! No, non voglio. Non voglio che mi abbandonino, come facevano all'Accademia. Non di nuovo... non di nuovo!"

Giorno dopo giorno, una rivelazione colpì la divinità.
"Cosa? Vogliono... arrivare nello spazio? Portare la vita in altre terre? Si stanno evolvendo a tal punto... da diventare Dei completi a loro volta?
Ma perché? Perché?
Io... non posso accettarlo. Mi avete tradito, tutti. Come al solito, cosa potevo aspettarmi dalla razza umana?
Ero così preso dal falso calore dei loro animi per accorgermi di quanto si stessero spingendo avanti.
L'uomo supera la divinità? No, non lo accetto.
Non posso farlo."

Giorno dopo giorno, un violento terremoto rovinò la giornata del primo volo nello spazio. Molte persone persero la vita.
"Quei vermi non possono scappare, non devono. Se scappassero, nessuno mi rifornirebbe di energia.
E io ho bisogno della loro energia per continuare ad essere ciò che sono.
Non ho bisogno del calore umano. Ciò che necessito è solo l'Etere.
E i miei figli... sono solo dispense pronte ad essere assorbite.
L'umanità deve pagare... per avermi abbandonato. Pagheranno tutti, dal primo all'ultimo.
Non mi lasceranno più da solo, mai più. Non lo permetterò."

Giorno dopo giorno, Dio ebbe un'idea.
"È questo quello che sono diventato? Devo accettarlo. Essere una divinità amorevole non porta a nulla di buono.
Quei sorrisi... quel riconoscimento... quell'amore... sono falsità.
Menzogne che però... mi piacevano.
Basta, devo smettere di pensare. Avevo solo un desiderio, volevo amicizia. L'amicizia delle mie creature si è rivelata una bugia!
Però... a me piaceva. Non sapendo che si trattasse di un inganno... non mi facevo del male.
Loro forse non stavano mentendo. Quando mi sorridevano... sì, ricordo, erano sinceri.
Mi amavano davvero. Ero un amico per tutti loro.
E adesso questo?
Guardando quel titano nero mi chiedo come vadano le cose lì.
Meyneth, giusto? Chissà se la tua razza ti ha abbandonata.
Chissà se comprendi il mio dolore...
Forse no, tu sei sempre stata migliore di me. In ogni cosa, ricordo.
All'Accademia, i tuoi voti erano più alti dei miei, durante gli addestramenti riuscivi a vincere più volte di me.
Al Laboratorio eri apprezzata, stimata, e avevi molti amici.
Eri così gentile, così disposta a tutto per le persone che amavi.
E allora perché loro non ti hanno mai abbandonata?
Però chissà, magari adesso non riesci a gestire le cose nemmeno tu.
Io non vedo il tuo mondo, non posso saperlo.
Hanno ancora bisogno di te?
Sul mio gigante, le persone mi amavano quando avevano bisogno di me.
Certo, ho capito. Se solo facessi in modo che..."

Giorno dopo giorno...
"Io... sono solo.
Non ho mai avuto nessuno di speciale come un amico. E anche stavolta, la mia ricerca di speranza nel genere umano è fallita.
L'umanità è stata mia amica solo finché c'era bisogno di me.
Dovrei arrabbiarmi? Sì, sono furioso.
Ma so anche che, se ci fosse bisogno di me, mi amerebbero ancora.
Sì, sì, lo farebbero.
E allora so cosa devo fare.
[...]
Andate, miei Telesia. Azzerate la civilità che mi ha tradito, che mi ha abbandonato.
Riportatemi la loro energia. In questo modo, la storia dell'uomo potrà ricominciare dal principio.
E ci sarà ancora bisogno di un Dio come me.
Potrò ottenere una seconda volta quell'affetto, mi godrò i loro sorrisi, finché dureranno.
Quando la divinità non sarà più necessaria in questo mondo, farò sì che l'umanità riparta dall'inizio del suo percorso.
E ripeterò tutto questo, per l'eternità.
Ora lo so, so cosa devo fare, mi serve la loro energia.
Andate, miei messaggeri della fine di ogni cosa, eliminateli... e riproviamo."
   
 
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