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Autore: Malandrino ninja     25/12/2014    4 recensioni
Sono passati decine di anni dalla nomina dell' ultimo Hokage di Konoha. Il mondo è andato avanti in pace, lentamente perdendo il contatto con le usanze dei ninja, pur mantenendone il ricordo. Solo due rimangono come testimonianza vivente di quell' epoca lontana, ed è l' ora che anche loro lascino la strada alle nuove generazioni.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Naruto Uzumaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Addio


Il sole calava lentamente all' orizzonte, proiettando una calda luce arancione su tutta la superficie del villaggio, o meglio sul centro storico dello stesso, situato all' interno di un immenso cratere circondato da palazzi ed edifici moderni.

Pur non essendo più abitato da tempo, era perfettamente mantenuto e curato, poiché nonostante i vari cambiamenti apportati dall'evolversi dei tempi e delle tecnologie, nessuno aveva mai voluto rinunciare a quelle testimonianze dei tempi passati, simboli di un' era gloriosa e leggendaria. Particolarmente curate erano le immense sculture che sorgevano direttamente dalla roccia al margine del cratere, rappresentanti i volti dei passati capi del villaggio, e dell' attuale in carica, e proprio sopra una di esse, una figura stava solitaria, ammirando il panorama che si stendeva davanti ai suoi occhi.

Quella persona era un uomo di evidente tarda età, come testimoniavano i suoi radi capelli bianchi e il viso segnato da profonde rughe, eppure la sua postura era salda e forte, così come la stretta sul bastone al suo fianco, e nei suoi occhi azzurri non appariva alcuna forma di offuscamento, ma brillavano ancora di una grande energia. Le labbra avvizzite erano tirate in un sorriso che trasmetteva orgoglio e soddisfazione, mentre lo sguardo continuava a viaggiare da un lato all' altro dell' insediamento di vecchie case poste sotto di lui.

Qualche lacrima iniziò a scendere dagli angoli degli occhi, disperdendosi nelle pieghe che attraversavano le guance, mentre ricordi felici e tristi si affollavano nella sua mente.

“Immerso nelle memorie dei bei vecchi tempi? Col passare degli anni ti sei ammorbidito sempre di più, ragazzino!”

Una voce, bassa e roca, rimbombò nelle orecchie del vecchio, lo scherno che intendevano portare, era cancellato dalla malinconia che aleggiava nel tono con cui erano pronunciate. Tale emozione non era sfuggita all' uomo, che iniziò a ridacchiare brevemente, prima di replicare a mezza voce. Il suono era soffice e lento, ma contenevano una vitalità incredibile per una persona della sua età.

“E tu invece sei diventato sempre più simile ad un vecchio brontolone.”

Non arrivò una risposta a quella frase, colui che aveva parlato per primo aveva preferito restare in silenzio, osservando il suo amico.

Fu l' anziano a ricominciare il discorso, senza mai distogliere il viso dalla luce creata dal sole calante, non volendo voltarsi a vedere il cielo che alle sue spalle aveva iniziato a scurirsi.

“E' passato davvero molto tempo, vero? Anche troppo secondo me... Ma ti assicuro, che se potessi, ne rivivrei ogni singolo secondo senza cambiare il minimo particolare!”

Tali parole colpirono profondamente l' altro, che conosceva molto bene i dettagli della vita del vecchio, soprattutto i momenti più dolorosi e difficili, che nessun essere umano vorrebbe mai dover provare una singola volta, ma in cuor suo sapeva bene che il suo amico lo avrebbe fatto veramente. Non era il tipo da dichiarare qualcosa solo per dire, ogni promessa, ogni affermazione e perfino le vanterie che uscivano dalla sua bocca, per lui erano paragonabili ad un contratto vincolante e avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per renderle vere.

“Ne sono sicuro...”

A quel punto, pure lui si concesse di abbandonare la sua immagine da duro e di farsi trasportare dal sentimentalismo che aleggiava.

“Dunque, sarà questa la fine del tuo viaggio? Sei sicuro che non ci sia nient' altro da fare?”

“Chi è che fa il sentimentale ora? … No, è giusto che anch'io lasci questo posto e raggiunga chi mi aspetta. Ho vissuto a lungo, amico mio, più di quanto chiunque potesse sperare. Ho avuto una vita piena: mi sono fatto molti amici, mi sono innamorato, ho avuto una moglie meravigliosa, ho visto nascere i miei figli, così come li ho visti crescere e avere dei figli a loro volta, come gli altri hanno fatto. Ho visto tutte le persone a me più care lasciarmi quando il loro momento è giunto, una per una, senza che io potessi impedirlo, come è giusto che sia. Ormai sono rimasto solo io della vecchia era, è ormai ora che mi faccia da parte e lasci la nuova generazione a muovere questo mondo!”

L' altro lo guardò con tristezza, per la prospettiva di non vederlo più, e con rammarico, per la sua impotenza nel poter impedire che ciò accadesse. Ma anche se ne avesse avuto i mezzi, nemmeno lui sarebbe riuscito a fargli cambiare idea, qualunque cosa avesse tentato. Il cuore del suo amico era troppo onesto e puro per poter essere convinto con offerte allettanti, per le quali altri uomini avrebbero venduto la loro stessa anima. Tentò di spingere sul suo lato paterno, anche se già immaginava l' esito di tale prova.

“E se la nuova generazione non fosse ancora pronta? Senza nessuno a ricordare loro degli errori del passato, potrebbero ripeterli, e tutto il tuo operato sarà stato inutile! A questo non hai pensato?”

“Sono fiducioso che loro terranno a mente gli insegnamenti del passato. E nel caso dovesse succedere il peggio, sono certo che anche allora arriverà qualcuno che riuscirà a risolvere la situazione, per quanto grave essa possa sembrare.”

L' altro sospirò, ma un sorriso era piantato fermamente sulle sue labbra. Con la sua esperienza sapeva riconoscere quando una battaglia era persa in partenza, e che nulla di quanto avrebbe fatto o detto avrebbe spinto il vecchio a cambiare la sua decisione.

Erano ormai giorni che ci provava, ma nemmeno le minacce peggiori o le sfide avevano ottenuto successo, e anche se lui lo sapeva già da subito che avrebbe fallito, lui tentava lo stesso, determinato a non mollare. Ma questo era stato l' ultimo tentativo, ormai riusciva a sentirlo anche lui che per il vecchio era il momento di andarsene.

Calde lacrime iniziarono a sgorgare dai suoi occhi, mentre fissava le spalle dell' uomo, che non aveva cambiato posizione da quanto era arrivato lassù.

Il suono del pianto non sfuggì al vecchio, ma non osò minimamente prendere in giro il suo amico per quell'atto, anzi era da encomiare per aver deciso di mostrare i propri sentimenti senza badare a cosa si sarebbe potuto pensare di lui.

“Non rattristarti, amico mio. Un giorno ci rincontreremo ancora. Forse non ci riconosceremo, ma nel nostro cuore sapremo di esserci ritrovati. Inoltre, dopo oggi tu potrai riunirti ai tuoi fratelli, senza più essere costretto a starmi accanto. Dovresti esserne felice.”

“Come puoi chiedermi di essere felice, quando il mio primo vero amico sta per andarsene? Dopo tutto quello che abbiamo affrontato insieme, non posso credere che debba perderti per qualcosa del genere! Non... Non posso accettarlo... Non è giusto!”

“La vita non è mai giusta. Tu dovresti saperlo bene, con tutta la tua esperienza. Io sono felice di quello che arriverà, e per questo sono venuto qui, ad ammirare il sole che ci saluta prima di lasciare il posto alla luna...”

Finalmente il vecchio si voltò, alzando il viso verso l' alto in modo da fissare direttamente la luna, l' astro ormai visibile sopra la linea dei palazzi. La sua luce bianco-argentea che contrastava completamente con il colore blu-nero assunto dalla volta celeste, due colori che gli facevano sempre tornare in mente un volto preciso, e che negli ultimi tempi portavano un grande dolore. Le lacrime ormai avevano iniziato a scorrere pesantemente dagli occhi dell' uomo, ma nonostante questo la sua bocca restava tirata in un dolce sorriso.

L' uomo decise che era ormai giunta l' ora! Chiuse lentamente le palpebre, beandosi dei raggi lunari che illuminava il suo viso, e senza abbandonare il suo sorriso esalò il suo ultimo respiro.

“Addio Kurama... Vecchio amico mio...”

Il suo corpo cadde senza più forza a sostenerlo, ma prima che potesse toccare il suolo, un immenso dito coperto da pelo arancione si pose nella via e lo tenne sollevato.

Il dito apparteneva ad un essere immenso dalle sembianze di una volpe dalle nove code: il Bijuu conosciuto come Kyuubi no Yoko, o Kurama per i suoi amici e fratelli, l' ultimo di loro ad essere ancora contenuto in un Jinchuuriki, almeno fino a pochi secondi fa.

Il demone guardò la figura senza vita del suo ultimo contenitore, il primo che era riuscito a superare il suo odio verso gli umani e a diventare suo amico, e nonostante la tristezza del momento, non riuscì a evitare che le sue labbra si piegassero in un sorriso, mentre lo sollevava fino a portarlo sopra la sua testa e iniziò a incamminarsi in direzione dell' abitazione del vecchio.

“Addio... Naruto Uzumaki... Che tu possa riposare in pace, assieme agli altri grandi eroi della storia!”

Con quelle ultime parole, Kurama alzò il muso verso il cielo notturno e lasciò un profondo ululato per salutare il compagno di tante avventure, che finalmente poteva raggiungere sua moglie e i suoi amici nell' Aldilà, promettendo dentro di sé che avrebbe fatto ogni cosa in suo potere per portare avanti i suoi insegnamenti ed impedire che l' umanità sprofondasse nuovamente nel buio.

  
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