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Autore: __Mary__06    25/12/2014    2 recensioni
I bambini per Natale desiderano soltanto giocattoli, le donne adulte desiderano gioielli dai propri mariti, le signore anziane gradirebbero dei fiori, la ragazza liceale che cammina per le strade di Beika vorrebbe indietro il suo amore.
Una Natale senza Shinichi, per lei, non è un vero Natale.
 
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Natale, con te


La neve, alta fino ai suoi polpacci, rendeva ogni passo una fatica. Il freddo passava oltre i suoi calzettoni di lana fino a gelarle le gambe. 
Tokyo era adorna d’illuminazioni e vari addobbi, alcuni veramente insoliti. Sembrava quasi che i negozianti facessero a gara per creare la composizione d’addobbi migliore. Il centro commerciale di Beika era uno spettacolo magnifico. Le luci ad intermittenza illuminavano la piazzetta e il Babbo Natale gigante davanti all’entrata attirava l’attenzione di non pochi bambini. Accanto al Babbo Natale vi era stata posta una cassa dorata per imbucarvi le lettere. Un cartello luminoso, sopra la cassa, evidenziava la sua scritta stampata.

“Dimmi cosa vuoi per Natale e se sei stato bravo te la darò”
 
Si avvicinò alla cassa a passi lenti. Per Natale le sarebbe piaciuto un cellulare migliore o un completino all’ultima moda, un cappotto nuovo o delle cuffiette per ascoltare la musica. Ma no, era troppo grande per quelle cose. 
Il suo cervello le suggeriva quelle cose: oggetti o abiti. Questo, mentre il suo cuore urlava il suo desiderio più grande, ma nessuno riusciva a sentirlo abbastanza bene. I desideri del cervello si sentono fin troppo all’esterno, hanno una voce così squillante che, anche senza urlare troppo, si fanno notare. I desideri del cuore, invece, hanno una voce dal tono molto basso. Potranno sgridare fino a perdere la loro magnifica voce, ma all’esterno nessuno udirà niente. La verità è che solo Ran poteva sentire perfettamente il suo cuore. Lo sentiva benissimo: una voce melodiosa sì, ma che lamentava le sue delusioni talmente forte da far male alle orecchie. Il suo lamento è troppo straziante per essere sopportato e si cerca di coprirlo con la voce del cervello.
Tutto inutile per Ran: il suo cuore urla troppo forte per essere coperto.
Aveva carta e penna nella sua borsa a tracolla. Era consapevole che quello che stava per fare non avrebbe mutato la sua situazione, ma forse sarebbe riuscita a calmare un po’ il suo cuore. 
Scrisse la sua lettera in bella grafia. Stava per imbucarla quando delle vocine familiari la disturbarono.
“Ehy, Ran!” urlarono i tre bambini. Ayumi, Mitsuhiko e Genta le corsero incontro.
“Ciao bambini.” disse un po’ sorpresa la karateka.
“Ma che fai, Ran? Scrivi una letterina a Babbo Natale? Eppure sapevo che i ragazzi più grandi non lo facevano…” osservò Ayumi con curiosità. 
Ran tentò di dare spiegazioni improvvisate prima di salutare gettando la sua lettera nel primo cestino della spazzatura. 
Ma quale Babbo Natale? Quale desiderio avrebbe potuto far avverare per lei un vecchietto che nemmeno esisteva? Si sentiva sciocca. A diciassette anni ridotta a questo per riavere il suo Shinichi. 
Io non so neanche se sono brava…per meritarmi il suo ritorno…
 
• • •

Il falso bambino percorreva il vialetto in cerca dei tre amichetti. Si sentiva a disagio tra la folla di adulti con buste colme di regali di Natale. 

Se solo fossi di nuovo Shinichi, ti regalerei qualsiasi cosa desideri per farmi perdonare questo Natale.
 
Ma un bambino non aveva molti soldi se non qualche avanzo di paghetta molto ridotta da parte di Kogoro. Poteva, al massimo, comprarle un bracciale o una collana da parte di Conan Edogawa. Le vetrine erano ricche di bei regali per la sua amica d’infanzia. In particolare, una vetrina lo colpì. Su un manichino c’era una giacca grigio perla che Ran desiderava da qualche anno, ma che era troppo cara per le sue ridotte possibilità economiche. 

Shinichi potrebbe…No, Conan no.
 
“Conan!” 
I Detective Boys gridarono il suo falso nome. Il bambino alzò lo sguardo e li raggiunse. 
“Che fate, ragazzi?” chiese con tono spento.
“Scriviamo le nostre richieste a Babbo Natale. Perché non scrivi anche tu una letterina?“ 
“Non ne ho molta voglia, non ho niente da chiedere.” Conan non aveva desideri in giocattoli o quant’altro un bimbo potesse desiderare.
“Eppure hai l’aria di uno che vuole ardentemente qualcosa…Anzi, ne sono sicura! Non c’è bisogno che tu ce lo dica…scrivi e basta.” affermò Ayumi con tono convinto. Una bambina di sette era riuscita a capire che era tormentato da un desiderio? Era così evidente?
“O-Okay…” si limitò Conan. Scrisse il suo biglietto allontanandosi dagli altri:

«Per Natale vorrei essere di nuovo me, tornare da Ran, per sempre stavolta. Vorrei che l’Organizzazione sia sbattuta in galera e godere la mia vita con Ran in tranquillità.»
 
Chiuse per bene il foglietto e lo imbucò. Per gettare la bustina di una gomma da masticare, si avvicinò al cestino e fu lì che scorse il suo nome su un foglietto stropicciato. Lo ripescò dal cestino e lo lesse:

«Per Natale vorrei che tornassi, che ricominciassimo a fare ciò che facevamo prima, a vederci ogni giorno come prima, a punzecchiarci a vicenda come prima. Non voglio piangere per te questo Natale, Shinichi Kudo!»
 
Ran…altro che vestiti! Il bambino si sentì in colpa più di quanto lo fosse già. Non voleva far piangere Ran per lui, quel Natale.
“Ragazzi io devo andare dal dottor Agasa urgentemente, a dopo!”

•••

“Ciao Shinichi.” salutò il dottore “hai bisogno di qualcosa?”
“Dov’è Ai?”
“Sta riposando nell’altra stanza: poverina, ha lavorato tutta la giornata.”
Shinichi, per non disturbarla o semplicemente per evitare un sicuro NO, si precipitò senza permesso nel piccolo laboratorio di Shiho. Una piccola cassettiera conteneva tutte le sue capsule, efficaci o no. Aprì il secondo cassetto con decisione e vi frugò. Trovò una capsula di quelle efficaci per 5 ore e la prese con sé.

• • •

“Oh Ran, mi porteresti altre lattine di birra, per favore?”
“Papà, per una volta potresti prenderle da solo…Ah a proposito, buon Natale.” augurò priva di enfasi la ragazza. 
Una sera del 24 dicembre pessima per Ran, la liceale assordata dalle grida del suo cuore. 
“Buon Natale anche a te, allora. Domani ti comprerò..ehm…ti darò il tuo regalo.” mentì Kogoro alla figlia, non accorgendosi che lei si era rifugiata in camera sua. 
La karateka non poteva fare altro che spolverare le foto della sua cameretta: Heiji e Kazuha festeggiavano ad Osaka, Sonoko era con il suo ragazzo, le altre sue amiche in famiglia o anche loro con i rispettivi ragazzi, Eri si trovava fuori città.
Sentì il cellulare vibrare, era Conan. 
“Conan, dimmi.”
“Ciao Ran! Ti volevo dire che per questo Natale sarò con i miei genitori. Sono venuti a prendermi da casa del professore.”
“Oh…quindi non ci sarai neanche tu…”
“No, mi spiace tanto. Ma comunque, Buon Natale!” le disse “T-ti voglio bene…” 
“Oh, buon Natale anche a te, divertiti! Ti voglio bene anch’io Conan.” 
Conclusero la telefonata. Bene, un Natale senza Shinichi, senza Conan, senza mamma, con il padre che non faceva altro che bere. 

Mi merito davvero un Natale così?
 
Si gettò sul letto e vi rimase per mezz’ora circa. 
Alle otto di sera circa qualcuno suonò al citofono destando Ran dalla sua malinconia. Andò a rispondere al citofono ancora con i vestiti di quando era uscita prima.
“Chi è?”
“Ehm, Ran…”
 “Shinichi?” la ragazza riconobbe la sua voce; e come avrebbe potuto non riconoscere proprio quella voce? 
“Sì, scendi?”
“Sì, sì, subito!” e si affrettò ad indossare il cappotto e la sciarpa di lana.
Scese le scale talmente velocemente che le suole delle scarpe sfioravano appena i gradini. Era quasi una gara di velocità tra i suoi passi e i battiti del suo cuore in quel momento.
Aprì il portone. 
“Ciao.” disse Shinichi con tono quasi menefreghista.
“Ciao, Shinichi.” sussurrò la ragazza, ancora sorpresa dal suo arrivò.
“Beh, cos’è tutto questo ‘entusiasmo’?” ironizzò il detective.
“Ehm…ecco…” era difficile per Ran parlare. Non sapeva cosa dirgli, cosa chiedergli, era successo tutto così all’improvviso, senza avvisare.
Shinichi le fece segno di seguirlo e lei obbedì. Dopo qualche passo, Ran trovò le parole giuste per cominciare.
“Allora dove sei stato tutto questo tempo?”
“In giro per il Giappone a risolvere casi complessi, te l’avevo già detto.” mentì. “Beh, andiamo al parco, a quest’ora non c’è molta gente. Saranno già nelle loro case.”
Ran annuì. Il parco era poco distante dall’agenzia investigativa e non ci misero molto ad arrivare. 
“Ah, buon Natale!”
“Buon Natale anche a te!” ricambiò la ragazza chiedendosi come mai tutti le auguravano il buon Natale in ritardo.
Shinichi si maledisse nel pensiero per non aver trovato il tempo di comprarle un regalo, Ran si sentì a disagio per non avere niente da regalargli. 
“Ti ricordi a Natale, quando avevamo sette anni, che venimmo qui per giocare a palle di neve?” domandò il detective.
“Sì e ho vinto io!” ridacchiò Ran. 
“Ma non è vero, ti ho letteralmente abbattuta, cara mia!”
“Forse l’hai sognato la notte per disperazione…” 
Era bello punzecchiarsi di nuovo a vicenda e Ran aveva quasi dimenticato la lunga assenza di Shinichi. Risatine, prese in giro e sorrisi crearono una meravigliosa atmosfera. 
La distanza non può cancellare ciò che il tempo ha scritto. L’inchiostro del tempo è il più indelebile degli inchiostri.
“Okay, sono stanchina.” affermò Ran sorridendo.
“Di già? Eheh.” 
“Sono contenta che tu sia tornato.”
Shinichi sorrise. Ran, però, si aspettava qualche risposta.
“Resterai?”
Il ragazzo non poteva certo risponderle di sì e illuderla: non sarebbe restato, sarebbe rimasto per un’altra ora se la capsula gli avesse concesso parecchio. 
“Resterai?” ripeté la ragazza, nella disperata richiesta di una risposta.
Shinichi le donò il suo sguardo più dolce e posò le labbra sulla fredda guancia di Ran. La ragazza riuscì a scaldarsi con un piccolo bacio.
“Aspettami, ancora…”

Aspettami almeno fino a quando potrò proteggerti e abbracciarti come Shinichi Kudo




 
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♥ Buon Natale ♥
 
  
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