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Autore: ClaryWonderstruck    25/12/2014    3 recensioni
La notte di Natale nasconde tanti segreti ...
Tre coppie, tre Natali differenti. Una one shot dedicata interamente alla vita di coppia : tra gioie e dolori, come passeranno le festività i nostri protagonisti ?
"Ama, ama follemente, ama per quanto riesci ad amare e si ti verrà detto che è male, ama il tuo male e sarai innocente"
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Clarissa, Jace Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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CLACE  - But baby it's cold outside



- Ti avevo epressamente chiesto di non comprarmi nulla ! - brontolò Jace rivolgendosi a Clary. Il biondo stava scuotendo il capo tentando di ammonire la fidanzata, che puntualmente faceva di testa sua. Clary era la definizione perfetta di "YOLO", dunque se le veniva proibito qualcosa, lei puntualmente se ne infischiava, agendo in maniera sconsiderata. 

Come ogni anno Jace la invitava a non regalargli nulla per il compleanno o per Natale, eppure non riusciva proprio a frenare l'impulso di spendere qualcosa per il suo ragazzo. La maggior parte delle volte finiva col supplicare le sorelle di ferro a fabbricarle un'arma degna di Jace, perchè il ragazzo, diciamocelo, aveva dei gusti altamente discutibili. 

- E' solo un pensierino, piantala di sbuffare e aprilo - sentenziò lei arricciando il naso. 
La coppia era comodamente stesa sul divano dell'Istituto a parlare o stuzzicarsi se meglio vogliamo. Clary aveva tirato fuori un pacchetto d'oro così all'improvviso, sventolandolo sotto il naso di Jace, il quale borbottava esasperato. 

- Clary, sai quanto apprezzi i tuoi regali, ma ci eravamo detti che ...
- So cosa ci eravamo detti. Io te lo ripeto, aprilo - ribadii lei posando il capo sul cuscino rosso del divano.
Jace spostò lo sguardo sul pacchetto, e oramai arreso, si decise a scartarlo. Il ragazzo slegava fiocchetti e nodi vari con la stessa grazia che gli era tipica mentre suonava il pianoforte. Le sue dita affusolate danzavano armoniosamente sui tasti quasi sussurrando le parole di una melodia che non avrebbe dovuto possederne.
Quella confezione a dir poco appariscente nascondeva un qualcosa di molto più profondo ed incisivo : una cornice. 

Era semplice e lineare, di forma quadrata con i bordi intagliati. Chiaramente la fotografia all'interno raffigurava la coppia, in particolare durante il matrimonio di Luke e Jocelyn. Era stata scattata da un'ospite inaspettata, che sembrava conoscere bene entrambi i giovani. Qual'era il suo nome ? Tina ? Tiana ? O forse Tessa ... 
Fatto sta che quel giorno fu indimenticabile, nonché un'ennsima prova del loro grande amore.
Clary era per Jace come ossigeno vitale, quasi la loro essenza fosse fusa in un unico corpo. 
Jace osservò la cornice abbozzando un sorriso. Possibile che solo lei riuscisse a rovesciare tutte quelle emozioni che gli rombavano nel petto ? 

- L'ho costruita io, perciò sii clemente - ridacchiò la ragazza - capisco che tu non voglia regali, davvero, e i miei schizzi sono scarabocchi inutili, però la tua stanza è fin troppo triste per non -

Ma fu interrotta da un bacio. Jace premette le sue labbra con dolcezza su quelle di Clary, stringendola a sè con decisione. In quel momento erano fuoco e ghiaccio, cielo e terra, Paradiso ed Inferno, erano due stelle che collidevano all'unisono, trasportate da un sentimento antico quanto la vita stessa.
Mancava il respiro ad entrambi quando una folata di vento spalancò la finestra interrompendoli. 
Jace prese il viso della ragazza tra le mani, sfiorandole le gote con aria incantata. 
- Grazie - sussurrò lui perso completamente nelle iridi verdi di Clary. 
- Buon Natale Jace Herondale - rispose lei compiaciuta.
Se avesse scritto una lista di cose da fare prima dell'anno nuovo, sorprendere il suo ragazzo sarebbe stata assolutamente una di quelle. Questo perchè raramente Jace si mostrava stupefatto, piuttosto esordiva con qualche battuta dal sarcasmo pungente che tanto gli era cara. 

- Non credevo avessi queste abilità nell'intagliare ...
- Non lo credevo nemmeno io a dirla tutta - disse lei spostandosi una ciocca rossa dietro l'orecchio. Quei piccoli gesti che costituivano la quotidianità erano familiari  a Jace quanto l'istituto stesso, ed ogni sua piccola imperfezione, ogni suo movimento era inciso tra i suoi pensieri.
Non si sarebbe mai stancato di vederla sorprenderlo giorno per giorno. 

- Alec ha cercato di spiegarmi come tagliare e gli ho quasi fatto saltare un dito - raccontò lei trattenendosi dal ridere. Povero Alec, schiavizzato dalla rossa per una stupida cornice. 
- Che peccato ! Avresti potuto chiedere a Magnus di fargli da crocerossina - biascicò Jace malizioso, rigirandosi l'anello di famiglia da poco di sua proprietà. 
- Non avrebbe disdegnato la proposta - commentò Clary immaginandosi il Sommo Stregone di Brooklyn con indosso un completino da infermiera. Le vennero i brividi. 
- Anche io sono gravemente ferito, ho bisogno di qualcuno che mi curi - esclamò Jace simulando uno svenimento ovviamente teatrale. Clary gli diede una spintarella sogghignando.
Delle volte punzecchiarla aveva l'effetto sperato, nonostante lei cercasse di non dargliela vinta. 

- Ah si ? E di che cosa staresti soffrendo ? 
- Ero una sottospecie di falò fino a pochi mesi fa ! Non basta ? - domandò speranzoso. Effettivamente Clary non poteva negare la sua fase da "torcia umana". 
- Giusto, ma non prendi più fuoco - gli fece notare Clary gesticolando. 
- Non ci giurerei - affermò lui cingendo la rossa tra le sue braccia. Così vicini effettivamente ardevano come una pira infuocata, altro che fuoco celeste ! 

 Clary deglutì non appena il suo sguardo si posò lentamente sugli addominali leggermente scoperti del ragazzo.
Lo faceva apposta ! 

- Che dici, un bacio me lo dai anche senza il vischio ? 
- Stai imparando le tradizioni mondane, mi sento onorata - commentò Clary decisamente sbalordita.
Jace le strizzò l'occhio annuendo impaziente.
- Ma siamo in ritardo, e la cena di Natale è importante per mia madre - gli ricordò lei tentando di scivolare dalla sua stretta.
Jace, però, aveva tutta l'intenzione di perdere altro tempo, piuttosto che sorbirsi occhiatacce bieche da parte di mamma orsa. 
- Ci aspetteranno - sussurrò lui avvicinandosi pericolosamente alle sue labbra. Clary fu sul punto di cedere alle sue avance, eppure una vocina piccola piccola le bisbigliava nella mente di dover uscire da quella stanza. 
- Sono sicuro che non saremo gli ultimi ... - disse ancora lui chinandosi per baciarla. Si comportava come un bimbo con le caramelle, giocando con Clary, spingendola sino ai limiti possibili. 
- Davvero, sarebbe meglio andar - replicò la rossa con un filo di voce.
Jace le stava lasciando sul collo una scia di baci appassionati che le mozzarono il fiato.  Resistergli, a quel punto, le fu impossibile. 

Da quel momento in poi Jace amò il Natale, poichè aveva praticamente inaugurato una nuova tradizione pre-cena natalizia.
Cosa non si fa per amore, eh Clary ? 



 


 


SIZZY-  Let it snow ...



Isabelle Lightwood camminava a passo svelto tra le casette apparentemente deserte di Alicante.
Aveva un andamento da pantera : scattante ed accattivante, nonchè grintoso e pieno di energia. La sua folta chioma nera ondeggiava al vento con leggiadria e la sua frusta di pelle scivolava sulle pietre seguendo i movimenti della cacciatrice.
Il tintinnio dei tacchi risuonava tra quelle vie opprimenti, ove il silenzio era talmente assordante da chiuderle lo stomaco. 

Probabilmente il suo mal di stomaco era dovuto a ciò che stava andando incontro, non alla poca vitalità degli abitanti di Idris.
Eh si, perchè la shadowhunter tanto nota per il suo coraggio e spavalderia, aveva il terrore di incontrare una certa persona.
Durante l'ultimo anno le notti insonni si erano accumulate una sopra l'altra; erano come preda e cacciatore e si rincorrevano senza sosta anche nelle giornate più buie.
In quelle notti, che puntava lo sguardo verso il soffitto, Isabelle viveva nei ricordi di un passato felice. Erano memorie che appartenevano non completamente alla ragazza, difatti le aveva condivise con una persona che però a malapena si ricordava di essere stata parte della sua vita. 
Quell'anno funesto le stava scivolando tra le mani e tutte le sue speranze infrante non aiutavano chiaramente la situazione.
Simon le aveva rubato il cuore ? Ovviamente. Ora, però, custodiva solo alcune briciole di ciò che era stato. 


Isabelle alzò lo sguardo e vide davanti a sè l'accademia di Alicante. Era un edificio maestoso ed austero proprio come tutta la città. Costruito su tre livelli, si ergeva nel mezzo di una piazza ove s'esponeva anche ad eventuali pericoli.
Il materiale risultava solido e lucido, Isabelle non seppe catalogarlo, ma sicuramente s'accostava ai i gusti degli abitanti. 
La giovane poggiò la schiena contro il muretto che circondava l'accademia, aspettando pazientemente che quel qualcuno spalancasse il cancello in ferro battuto. 

Il primo giorno da shadowhunter, quello sarebbe stato il primo giorno da vero cacciatore per Simon. Dopo l'ascensione avvenuta in fretta e furia, poteva considerarsi finalmente parte del gruppo.
Anche se lei lo considerava parte del suo cuore da molto tempo.
Izzy non voleva essere la prima persona ad accoglierlo nelle vesti di cacciatore. Si sentiva a disagio, si sentiva come una nota stonata in una sinfonia pressoché perfetta. Eppure Clary l'aveva obbligata in quanto sua migliore amica. Non sapeva se ringraziarla o dannarla per la sua "brillante" idea. 

La ragazza era completamente persa nei suoi pensieri densi come miele, come sangue, quando il cancello s'aprì all'improvviso. 
Un Simon completamente nuovo uscì da quell'edificio : era cresciuto, più maturo, più sicuro di sé, era un uomo. Izzy fu percorsa da un brivido freddo che le fece tremare le gambe. Eppure rimase lì, senza parole, senza salutare, senza respirare. Perchè se avesse parlato sicuramente sarebbe crollata. 

- Heylà - esclamò il ragazzo facendole un cenno.
Teneva un borsone color pece sotto il braccio destro ed indossava un completo nero con tanto di spade angeliche. Quella rivisitazione di Simon le suscitò emozioni contrastanti : era come vedere un fantasma ed al contempo assistere allo sbocciare di un fiore. Paradossale si, ma non impossibile. 
Izzy ostentò un sorriso poco credibile, per poi avanzare verso la sua casa di Alicante. Il portale era stato aperto proprio nel giardino di quella villa che le apparteneva solo di cognome. Forse perchè le ricordava Max, e nonostante il Natale fosse una festa mondana, era abituata ad averlo in giro durante quel periodo dell'anno. 
Simon, nel frattempo, contemplava la figura di Isabelle mentre osservava il paesaggio.
Era tremendamente bella e non sapeva spiegare razionalmente cosa suscitasse in lui. Il ragazzo ricordava solo frammenti della sua pseudo relazione con la cacciatrice e molti di questi non erano proprio positivi, tuttavia sentiva che la sua storia con Izzy era vera e sincera. La lontananza dalla bella cacciatrice aveva dato lui la possibilità di riflettere e recuperare momenti sfocati, dunque di coltivare quel sentimento che sapeva di avere soffocato da qualche parte nel suo cuore. 

- Isabelle - la chiamò Simon - Non ci corre dietro nessuno, rallenta il passo - aggiunse stringendole il polso. Voleva trovare una scusa per parlarle e magari chiarire la loro relazione. D'altronde non era stato proprio lui a chiederle di cambiare il suo stato di facebook da "è complicato" a "impegnato in una relazione" ? E lei nemmeno conosceva quel social network.                                                                       Era uno dei ricordi che lo metteva di buon umore. 
La giovane puntò i tacchi a terra esausta, poi si voltò verso Simon lanciandogli uno sguardo imperscrutabile. Scappare non era soluzione per curare le sue ferite, al contrario, rischiava di comprometterle, poichè tentare di cospargerle di sale non avrebbe aggiustato il suo cuore rotto. 

- Izzy, sono Izzy - mormorò lei osservando il volto spaurito di Simon. Alcuni riccioli gli cadevano ove un tempo era stato inciso  il marchio di Caino, ma lui sicuramente ricordava poco di quella maledizione. Ricordava troppo poco di tutto. 
Scrutando il resto del corpo, Izzy notò  disegnate rune di vario tipo, le più comuni per un novellino, che gli conferivano un'aria completamente diversa. 

- Si lo so, scusa - biascicò Simon rammaricato. Poteva solo minimamente immaginare quanto la ferisse. 
- Ne dubito - sussurrò Isabelle sulla difensiva. Si sentiva esclusa, come se non potesse entrare nella sua casa nonostante tutti la stessero aspettando all'interno. Voleva tornare da così tanto tempo, ma non ci riusciva. Nel suo petto infuriava una guerra disperata e tutto ciò che riusciva a distinguere era la figura di Simon che la chiamava. Peccato che lui non non l'aspettasse, perchè la dimora di Isabelle era Simon stesso. 
- Izzy non, ci sto provando ok ? - Simon prese fiato - E' da non so quanto tempo che tento di ricordare tutto ciò che ti riguarda, ma non posso fare più di così. 
- E' proprio questo il punto ! Non posso incolparti, non posso incolpare nessuno ! E se tu non sei qui con me, non posso farci nulla - alzò la voce Izzy con un groppo alla gola.
Simon lasciò andare il polso della ragazza capendo di aver peggiorato le cose.
Tenerla più vicina a sè poteva soffocarla nel suo dolore, ma allontanarla avrebbe distrutto lui. E allora come comportarsi se ogni passo rischiava di sgretolare l'uno o l'altro cuore ? 

- Ti stanno aspettando, andiamo - esclamò Isabelle avanzando verso il portale.
Il vento che soffiava era gelido ed invernale, ma non le dispiaceva affatto. Così per alcuni istanti tutto tacque, ed era come se qualcuno avesse incatenato il tempo e la terra traballasse appesa ad un filo.  

- Il nostro amore è proibito come quello di uno squalo e di un cacciatore di squali Isabelle Lightwood, vuoi davvero arrenderti ? - disse lui impedendole di entrare nel giardino della villa. 
Isabelle ripose la frusta nella cinta con un movimento rapido, poi tenne le braccia conserte incerta sul da farsi. L'aveva colpita quella sorta di dichiarazione alla Simon, l'aveva colpita perchè aveva ricordato una scia di ciò che costituiva il loro amore.  
- Ok, prima aveva più senso questa frase - bofonchiò Simon grattandosi il capo.
Izzy alzò gli occhi al cielo con un pizzico di gioia. 
- Eri ubriaco, non aveva senso nemmeno la prima volta - incalzò lei abbozzando un sorriso. Izzy avrebbe dato qualsiasi cosa per rivedere negli occhi di Simon la luce che emanava quando i loro sguardi si incontravano.
Tuttavia tornare indietro non era possibile e doveva accettarlo una volta per tutte. 
- Lord Montgomery non cede all'alcool - bofonchiò Simon strizzandole l'occhio - ed è tutto ciò che mi ricordo di divertente - continuò prendendole le mani.                                
 Erano fredde come ghiaccio.                                                                                                                                                                          

 In quell'istante, alcuni fiocchi di neve si posarono sulle labbra di Izzy, ed in poco tempo tutta Idris fu ricoperta da candida neve bianca. 

- Simon, non so quanto posso resistere... io ti - ma le parole le s'incastrarono in gola, trascinate via come un uragano.
Avevano superato demoni, angeli, Paradiso ed Inferno, ma dei semplici ricordi perduti avevano rovinato un'opera tanto bella.                                                
 Izzy sentiva Simon dimenticarla come lei era abituata a sentirlo respirare.

 Simon, allora, le sfiorò il volto con delicatezza, agendo comandato dal puro istinto, o forse dall'eco di un amore non poi così lontano. 

- Se non posso riavere indietro quello che avevamo al diavolo ! - gridò afferrando la mano della ragazza per poi posarla sul suo petto
-  Abbiamo una vita per crearci nuovi ricordi, nuovi momenti, nuovi giochi di ruolo ...  Sinceramente, come disse Anakin nel celebre...

E fu così che Izzy gli gettò le braccia al collo, travolgendolo con impeto e passione.
Era così sbagliato da sembrarle quasi giusto. 
Forse non potevano tornare indietro, ma se la promessa di  un futuro con lui era la prospettiva finale, non le dispiaceva affatto. 










 

MALEC-  All I want for Christmas is glitter


Una musica assordante rombava nell'appartamento del Sommo Stregone di Brooklyn, che nel frattempo camminava avanti e indietro cercando l'ispirazione per rivoluzionare tutto ciò che lo circondava. Con uno schiocco di dita ogni cosa mutò forma, e la maggior parte di queste divenne gingillo ornamentale natalizio. 
Nell'aria aleggiava ( prevedibilmente ) del glitter che s'addensava sopra comodini e tappeti di eccentrico colore.
Quei dannati brillantini riuscivano ad infilarsi dappertutto, anche in posti dove tecnicamente non dovevano trovarsi.
 Era una tortura fashion, come la definiva Magnus, e praticamente indispensabile per assopire le energie "negative".
A detta di Alec, era solo una mera scusa per vederlo totalmente ricoperto di glitter e solo di glitter. 

Quando lo stregone gettò uno sguardo finale al suo capolavoro, che risultava più stucchevole del carnevale al Rio, prese a sgranocchiare degli snack gustosi, accomodandosi sul divano di paillette verde abete. Ripeto : la parata del 4 luglio non reggeva il confronto. 

- Magnus, hai visto la mia magliet ... OH PER L'ANGELO ! Cosa hai fatto ! ? - esclamò Alec guardandosi in torno.
Il cacciatore s'era appena rinfrescato con una bella doccia ed indossava un misero asciugamano legato in vita, mentre dal resto del corpo scivolavano goccioline.
Malizia a parte, lo stregone s'applaudì soddisfatto come per mostrare al fidanzato le sue brillanti "doti" da interior designer.
Doti abbastanza discutibili.
Alec sbuffò trattenendosi dal ridere, anche se la vista di un'anatra glitterata con tanto di fiocchetto posta sulla libreria lo costrinse a voltare il capo. Sicuramente sarebbe stato il regalo ideale per il suo parabatai. 

- La cena si fa qui Alexander, ho invitato una vecchia amica che vorrei presentarti - mormorò Magnus sorridendo alla vista del torso nudo di Alec. Gli stava facendo un regalo di Natale decisamente gradito. 

- Oh va bene, è meglio che mi faccia trovare presentabile - disse Alec indicandosi gli addominali.
Magnus, che lo superava in altezza di poco, s'avvicinò pericolosamente al ragazzo stringendogli il mento tra le dita, quindi obbligandolo ad osservare i suoi occhi dal taglio tipicamente orientale. 
- Per me sei più che presentabile - bisbigliò alzando un sopracciglio. 

Magnus Bane non era facile da gestire, nonostante avesse 300 e passa anni, mostrava una giovinezza sempre fresca.
Accentuata da un certo Alexander Lightwood, ovvero la sua dolce metà, il suo yang, il suo sole, la sua fetta di pane pronta ad esser spalmata di nutella. Insomma, la persona giusta. 
La persona che gli aveva fatto perdere letteralmente la testa . 

- Non lo metto in dubbio, ma non è il caso di passare il Natale mezzo nudo in presenza di quest'ospite misteriosa - incalzò Alec allungando il passo verso il bagno. 
Magnus borbottò qualcosa deluso, come se il fidanzato avesse infranto tutti i suoi sogni.
Pensandoci su, Tessa non avrebbe proprio disprezzato la condizione di Alec ...  Dopotutto la somiglianza tra lui e Will era impressionante. Anche se Alec possedeva tratti molto più dolci e femminili, ed un carattare praticamente opposto. 

- Alec ? - Magnus  lo chiamò - La notte è lunga ... 

Le gote del cacciatore si tinsero di un rosso intenso. Magnus sorrise di sottecchi, per poi lanciargli una camicia bianca al volo. Il suo Nephilim doveva vestirsi in un certo modo, non era chiaramente uno stregone qualsiasi il signor Bane. 

- Uh, per curiosità, quest'ospite è la ragazza di fratello Zaccariah? - domandò Alec sullo stipite della porta.
Magnus annuì silenziosamente.
 Alec conosceva ogni virgola della vita dello stregone, qualsiasi apostrofo a lui era nota, questo perché si appartenevano completamente ed intensamente ed avevano scelto di farlo. Dunque capiva bene che la presenza  di Tessa suscitava in lui il ricordo di William Herondale, uno dei suoi amici più cari, nonché primo Nephilim che gli andasse a genio.
La sua memoria sbiadita viveva oltre il tempo, oltre la morte ed oltre il dolore.
Lui stesso gliel'aveva confessato non molto tempo prima.

- Il mio regalo si trovava sotto l'albero, ma ora vedo una lampada al neon e credo abbia fatto una brutta fine - biascicò Alec tentando di cambiare discorso, affinché Magnus dimenticasse un passato che lo logorava. 
- Lo recupero immediatamente - rispose Magnus - anche se ... Avevo in mente un altro regalo - affermò lui con tono fascinoso. 
- Magnus ... 
- Dimmi - sibilò lo stregone avvicinatosi al fidanzato. 
- Ho bisogno anche dei pantaloni - ridacchiò Alec oramai abituato all'aria fresca sul petto nudo.
- Non so dove siano - replicò Magnus strabuzzando i grandi occhi circondati da eye-liner rosso.
Alec alzò lo sguardo al cielo mordendosi il labbro inferiore. 
- Recuperali allora. 
- Nah, tanto sforzo per qualcosa di controproducente? Non se ne parla - obiettò lo stregone in vena di battute.
Con secoli di esperienza, Alec non poteva ovviamente pensare di battere Magnus al suo stesso gioco.
Lo stregone muoveva le pedine a suo piacimento, e riusciva praticamente sempre a fare scacco matto. 

- Magnus, non mi presenterò nudo. 
- Non ho detto questo - sussurrò di rimando sfiorandogli leggermente la spalla.
Sexual tension alle stelle. 
- Cosa - deglutì Alec - cosa hai in mente ? 
Magnus si passò la lingua sulle labbra come per intendere cose inappropriate ad un pubblico di minori. Poi si sfilò la cinta di pelle nera dai suoi pantaloni a scacchi e la  gettò  a terra sgraziatamente. Alec era sorpreso e divertito dal comportamento del fidanzato, che riusciva a mostrarsi tanto geniale nella sua eccentricità, quanto signore. E lui non poteva che sentirsi follemente innamorato, accidentalmente e profondamente innamorato di quel ragazzo dai capelli sparati ed il trucco fluorescente. 

- Ho voglia di una bella doccia - disse improvvisamente lo stregone, lanciando la maglia e le scarpe in un angolino del salone. 
- Prego - farfugliò Alec spalancando la porta dell'enorme bagno in marmo.
L'intenzione dello stregone non era quella di fare una sana doccia, ed era talmente evidente che Alec trasalì al solo pensiero. 
- Stupido Nephilim - mormorò Magnus prima di trascinare il fidanzato nel bagno. 

Alec s'abbandonò totalmente al ragazzo, lasciandosi trasportare da una parte all'altra della stanza come una trottola impazzita.
Magnus morse lui prima le labbra, poi l'orecchio.
Quell'amore non poteva esser spiegato con le umani parole, era semplicemente puro sentimento.
Senza indugi i loro respiri affannati si mescolarono ed i loro corpi aderirono perfettamente come se fossero nati per completarsi. 

Quel Natale Magnus passò una serata talmente folle e piacevole che a stento credeva gli fosse stata concessa dopo tanta solitudine. 

" Ama, ama follemente, ama per quanto riesci ad amare,
e se ti verrà detto che è male, ama il tuo male e sarai innocente "
W. Shakespeare











ANGOLO AUTRICE 
Eccomi qui a farvi tanti auguri di Natale ! Questa one shot è frutto di un sogno alquanto bizzarro ... 
Mi spiace se il contenuto abbia turbato le menti di qualcuno, ma ahimè l'ispirazione chiamava ! 
Fatemi sapere cosa ne pensate ! Spero sia leggibile ... uso un programma che capisco praticamente solo io.
Ma sorvoliamo ._. 
Dedico la Clace alla mia "mini Jace" che mi sopporta quasi tutti i giorni :P love you deary 
e la Malec ad una certa Galinda, che ora ha la febbre e si trova in uno stato vegetativo nel letto... spero ti faccia sentire meglio <3 
La sizzy era un semplice sfogo interiore. Diciamo, può esser considerato un mio personale sfizio.
Colgo l'occasione per augurarvi buone feste ! 
Besos   

ClaryWonderstruck

 
  
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