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Autore: Chanilsaya    26/12/2014    1 recensioni
Una giovane donna, rimasta ormai sola in una terra in cui la guerra la fa da padrona e che le ha rubato tutto ciò che aveva, costringendola quindi a dover decidere se combattere o se arrendersi.
Genere: Drammatico, Guerra, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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NOTA DELL'AUTRICE: Questa è la mia prima song-fic in assoluto, per cui vi prego, abbiate pietà di me. Questo capitolo prende ispirazione dalla canzone Faithless dei Black Veil Brides, ma narra le vicende di un personaggio invetato che ne passerà di tutti i colori. Spero possa piacervi, e alla prossima!

 

Behold the new hate with all the same lost values

Forsake what lives deeper

In death we're all believers

 

La guerra iniziò, nessuno di noi sa bene quando, né per quale vero motivo. Tutti però sapevamo che non si sarebbe fermata per molto, molto tempo.

Mi ritrovavo da sola, nel mezzo di quella che una volta era stata la nostra città, e stavo guardando il tramonto. Attraverso tutte le polveri che si alzavano a causa del vento, e le macerie di quelli che una volta erano i giganteschi palazzi in cui tutti noi vivevamo, anche il sole aveva un’effetto particolarmente innaturale, quasi come la mia figura che si aggirava da sola per quelle desolate vie.

Dopo qualche minuto il sole era ormai scomparso oltre l’orizzonte, e pensai che probabilmente sarebbe stato meglio tornare dai miei compagni, prima che qualche guardia rossa mi trovasse in giro dopo il coprifuoco.

Mi alzai dal pezzo di cemento armato sul quale ero seduta, e con molta calma iniziai a dirigermi verso la vecchia panetteria, che da qualche anno a questa parte era diventata il nostro campo base. Camminando per le buie vie dell’ormai distrutta città mi resi conto che l’ambiente era insolitamente tranquillo. Solitamente a quell’ora si sentivano in lontananza gli scoppi delle armi delle guardie rosse che tentavano di placare gli animi dei ribelli con la violenza, senza ovviamente rendersi conto che tutto ciò non servisse a nulla se non ad aumentare ancora di più la sete di violenza di quelli che, recuperato tutto il loro coraggio, andavano a combattere per ciò in cui credevano.

Tra di loro c’era anche mio fratello, ma non ho mai saputo se egli sia sopravvissuto ai numerosissimi attacchi delle guardie rosse.

Poco importava in realtà, lui mi aveva abbandonata a me stessa, in una città in via di distruzione, tempestata dalla guerra e dalla violenza, solo per andare a combattere una guerra che neanche era la sua.

Quella notte però non si sentivano colpi di nessun tipo, si sentiva solo il placido silenzio di una città distrutta. Poi arrivarono le sirene.

Raise up your sirens

Break through the silence

We are united in the search for something more

 

Quel suono mi trapanò le orecchie e mi fece accaponare la pelle. Le mia gambe senza che io neanche me ne rendessi veramente conto presero a correre all’impazzata nella direzione di quella che era oramai diventata la mia casa, la mia famiglia: i pacifici. Erano loro infatti che avevano trasformato la vecchia panetteria nel nostro rifugio, facendola diventare una casa aperta a chiunque non volesse combattere le guerra da nessuna delle fazioni, e sopratutto erano loro che avevano preso me come loro figlia, proteggendomi da tutto il male che governava il mondo in cui ero nata, e che aveva preso con la forza la vita di coloro che erano i miei genitori.

Corsi, corsi come non avevo mai fatto fino a quel momento, ma alla curva appena prima della panetteria un fragoroso botto mi sbatté a terra. Il dolore che provai in quel momento non era solo quello fisico causato dalla caduta e dal forte rumore, ma era anche un dolore immateriale, causato dalla certezza che quella volta avrei davvero perso tutto ciò che ero riuscita ad avere dalla mia miserabile vita.

Con non poca fatica mi rialzai, gli occhi lasciavano colare le lacrime, nonostante io cercassi costantemente di trattenerle, e con passo zoppicante feci quei pochi metri che mi separavano da quella che una volta era la mia casa. Ciò che vidi mi fece crollare in ginocchio per la disperazione; la panetteria era stata bombardata senza alcuna pietà, e ora non ne rimaneva che qualche maceria sparsa qua e la. Nessuno era sopravvissuto, ed io ero di nuovo sola, sola e senza destino.

 

Even when I fall down to my knees

I never say a prayer I don't believe

And I don't wanna look up to the Son

But I will never be the faithless one

 

 
   
 
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