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Autore: _antigone    26/12/2014    1 recensioni
{FitzSimmons; pre!serie; Christmas time}
«Jemma, mi stai ascoltando?» domandò lo scienziato aggrottando la fronte e volgendosi verso di lei, cogliendola in flagrante mentre sferruzzava senza prestare attenzione alla TV.
«Ah-ah» ripeté la ragazza, ignara del fatto che lui l’avesse scoperta.
«Jemma, che ore sono?»
«Ah-ah»
«Ecco!» esclamò Fitz facendola sobbalzare, «Ti ho proprio beccata, agente Simmons.» aggiunse sorridendo soddisfatto.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jemma Simmons, Leo Fitz
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Pullover
 


 
18 Dicembre


 
«Non pensi che Sherlock Holmes sia un personaggio totalmente magnifico, Jemma? Insomma, sia in Elementary che in Sherlock, come nei libri, d’altronde, è sempre così… così geniale, ecco. Il merito in verità è di Doherty, Moffat e Doyle, certo, essendo stati loro a caratterizzare lui e a creare tutte le sue vicende, ma è assolutamente un personaggio insuperabile, non trovi anche tu?»
Fitz guardava la televisione estasiato, seduto compostamente sul divano, pescando talvolta dei pretzel dalla ciotola che teneva in mano ed osservando con ammirazione Sherlock Holmes risolvere l’ennesimo enigma insieme a Joan Watson.
Dopo aver divorato in circa una settimana – a causa del continuo lavoro, perché Leo era convinto che durante le vacanze ci avrebbero messo al massimo tre giorni – tutti e sei gli episodi di Sherlock – dopo Doctor Who dovevano vedere anche quello –, avevano deciso di iniziare Elementary, dato che anche lì erano Sherlock e Watson i personaggi principali.
«Ah-ah» rispose distratta Jemma, attenta a non farsi notare dall’amico mentre sferruzzava di nascosto – pensava lei –, concentrata sul suo lavoro.
Dal tono dell’amica, Leo capì che c’era qualcosa che non andava: normalmente, Jemma si sarebbe aggiunta a lui e avrebbero intrapreso una vivace discussione riguardo la genialità e la cattiveria di Moffat, l’originalità di Elementary e la stima da loro provata verso Arthur Conan Doyle.
Invece Simmons ora taceva, esprimendosi inoltre per mezzo di monosillabi – e lei non si esprimeva mai per mezzo di monosillabi.
«Jemma, mi stai ascoltando?» domandò lo scienziato aggrottando la fronte e volgendosi verso di lei, cogliendola in flagrante mentre sferruzzava senza prestare attenzione alla TV.
«Ah-ah» ripeté la ragazza, ignara del fatto che lui l’avesse scoperta.
«Jemma, che ore sono?»
«Ah-ah»
«Ecco!» esclamò Fitz facendola sobbalzare, «Ti ho proprio beccata, agente Simmons.» aggiunse sorridendo soddisfatto.
«Fitz, per l’amor del cielo! Mi hai fatto prendere un colpo!» si lamentò Jemma dandogli un buffetto sul braccio.
«Hai proposto tu stessa di iniziare Elementary e ora neanche lo guardi!» replicò il ragazzo, «E poi scusa, ma da quando lavori a maglia?»
Lei per un momento impallidì, iniziando poi ad aprire e chiedere nervosamente la bocca. «Non posso avere altri interessi oltre la Biologia e la Chimica, Fitz?» aveva borbottato ad un certo punto tra un boccheggio e l’altro.
«Ma che cosa stai facendo?» le domandò Leo curioso.
«Niente, niente, tranquillo» lo dileguò lei con un sorriso sbilenco infilando nella sua borsa un groviglio rosso.
Leo decise di non indagare, arrendendosi con una scrollata di spalle.
In fondo, si disse, non era mica Sherlock Holmes.
 

 
 24 Dicembre
 



La sera della Vigilia di Natale quell’anno avevano scelto di festeggiarla a casa di Fitz.
Jemma si era presentata a casa sua alle otto in punto con un pacchetto strano tra le braccia: prendendolo per poggiarlo sotto l’albero Leo aveva constatato che era morbido.
Per convenzione festeggiavano una volta da uno e una dall’altra, ma per entrambi era più comodo stare a casa dell’ingegnere, dato che alla fine era sempre lui a preparare o portare la cena – chi se lo aspettava che la brillante biochimica Jemma Simmons fosse un disastro in cucina?
Fatto sta che, appena finito di mangiare, Fitz saltò su dalla sedia e con un sorriso disse all’amica: «Aspettami qui, vado a prendere il tuo regalo, l’avevo lasciato in camera.»
Jemma annuì lievemente, torturandosi nervosa le mani.
Era sicura al cento percento che Fitz le avrebbe regalato qualcosa di meraviglioso: Leo la capiva prima che lei stessa potesse farlo.
Ma lei? 
Il suo regalo gli sarebbe piaciuto?
Prima che potesse darsi una qualunque risposta, Leo era tornato nel salone, l’aveva invitata a sedersi sul divano, proprio accanto all’albero di Natale, e le aveva dato il suo presente.
«Spero che, ehm, ti piaccia» bofonchiò il ragazzo grattandosi la nuca.
Jemma ridacchiò. «Sta’ tranquillo, Fitz, sono sicura che – Oh mio Dio!»
Sgranò gli occhi, guardandolo incredula: tra le mani aveva i cofanetti della quinta, sesta e settima stagione di Doctor Who, le sue stagioni preferite con cui lo assillava da almeno due anni – ben settecentotrenta giorni – ma che era riuscito a trovare solamente quell’anno.
«Oh, Fitz, io… grazie!»
A Leo quasi prese un colpo quando Jemma gli saltò addosso per abbracciarlo.
«Ma figurati, non ho fatto niente di che» si sminuì restituendo la stretta.
«Niente di che?» ripeté incredula Simmons staccandosi,«Fitz, è il regalo più bello che mi abbiano mai fatto!» esclamò sorridendo dolcemente.
«Sul serio?» chiese Leo.
«Sul serio.» asserì lei. «E’ così bello che ho paura di darti il mio.» confessò abbassando il capo.
«Non dire sciocchezze, sono sicuro che sarà bellissimo.»
Si allungò per prenderlo e lo aprì sotto lo sguardo nervoso dell’amica.
In pochi secondi si ritrovò a tenere fra le mani un pullover di un rosso smagliante con decori bianchi. Lo rigirò, studiandone il davanti, dove c’era scritta la parola monkey a caratteri cubitali. Capì all’istante che non l’aveva comprato in nessun negozio, era frutto del suo lavoro e della sua fatica.
«Fitz?» lo chiamò flebilmente. «Fitz, cosa ne – »
«Cosa ne penso?» completò la frase per lei lo scienziato. «Penso che avevo ragione,  Jemma. E che tu sia molto brava a lavorare a maglia.» disse con un sorriso.
Gli occhi di Simmons iniziarono a brillare.
«Era a… a questo che stavi lavorando la settimana scorsa, vero?»
Lei annuì in silenzio, sorridendo anche lei.
E sentendo la sua risata giungergli melodiosa alle orecchie mentre si infilava in fretta e furia il pullover, Fitz decise che quello era appena diventato il miglior Natale di sempre.






Note:

Ehilà, gente! 
Sono parecchio nervosa, dato che questa è la mia prima storia nel fandom e tratta della mia coppia preferita, ovvero questi due cuccioli qui.
Mi andava di scrivere qualcosa di natalizio e visto che le recenti vicende della serie non mi davano la giusta ambientazione *sigh* ho deciso di creare qualcosa pre serie. Non ce la facevo a scrivere qualcosa di deprimente - andiamo, non vi basta la serie? - perciò mi sono buttata sul fluff.
Per chi non lo sapesse, Doherty e Moffat sono i creatori rispettivamente di Elementary e Sherlock, mentre Doyle... be', si sa.
Spero che i due pucci siano IC e niente, avrò sicuramente dimenticato qualcosa - come sempre - perciò è inutile che continui a parlare a vanvera.
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate.
   
 
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