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Autore: sfiorisci    26/12/2014    2 recensioni
«Scommetto che non ti ricorderai del mio compleanno, in futuro»
«Come potrei mai scordarmelo?»
«Facciamo una scommessa»
«Che tipo di scommessa?»
«Ogni anno, il giorno del mio compleanno, ci incontreremo qui, ci aspetteremo per un’ora, dalle undici a mezzanotte»
«E se uno dei due non viene?»
«Non ci sarà nulla da perdere, perché sapremo che la nostra storia sarà finita»
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ed Sheeran, Nina Nesbitt, Nina Nesbitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 Luglio

 
 
Nina camminava nervosamente lungo la strada, alzando la testa per sentire la sua delusione crescere ogni volta che non vedeva lui.
Sapeva che ciò che si erano promessi anni fa lui l’avrebbe dimenticato, eppure lei non perdeva mai la speranza, anche perché sapeva che se si fosse trattato dell’altra non se ne sarebbe mai scordato.
Quel nome, quello che iniziava con la ‘A’ per Nina era tabù, ogni volta che lo sentiva non faceva altro che pensare a loro, e la cosa le faceva male.
Guardò l’orologio e vide che era quasi mezzanotte, ormai il tempo stava per scadere.
Un uomo con la macchina le si accostò vicino e le offrì del denaro, credendo che fosse una prostituta, Nina gli urlò contro un ‘Vaffanculo’ molto fine e si incamminò verso casa.
Non aveva più senso stare lì ad aspettarlo, ormai era chiaro che se ne era dimenticato, non sarebbe venuto.
“Ed non ti ama, Nina” pensò con amarezza.
Er inutile pensare a lui, se era lui che non si sforzava di pensare a lei, ma Nina lo amava e questo complicava le cose.
 
***
 
«Scommetto che non ti ricorderai del mio compleanno, in futuro»
 
La prima cosa che aveva pensato Ed quando aveva visto Nina fu che la sua bellezza era qualcosa di fenomenale. La seconda fu che una come lei non si sarebbe mai messa con uno come lui.
Si sbagliava però, perché non sapeva che Nina non era una di quelle che guardavano l’aspetto fisico delle persone, ma solo il carattere e ciò che ognuno aveva dentro.
Ed sentiva di avere dentro diversi litri di alcol, una passione indescrivibile per le musica e fame − come al solito − ma fu fortunato perché dentro Nina non era molto diversa da lui.
 
«Come potrei mai scordarmelo?»
 
Ogni volta che l’accarezzava si sentiva percorrere da un brivido, quando la baciava era una sensazione così paradisiaca che non aveva parole per descriverla, non ci riusciva nemmeno con le canzoni che gli piacevano tanto.
Se l’avesse dovuta paragonare a delle canzoni Ed avrebbe detto che Nina era un po’ come “Yellow” dei Coldplay, il giallo era il colore con cui Nina si tingeva i capelli e Ed pensava che non ci fosse colore più bello.
 
«Facciamo una scommessa»
 
I suoi occhi, oh, come amava gli occhi di Nina!
Odiava tutte quelle frasi sugli occhi azzurri come l’oceano o verdi come i prati in primavera, perché per lui gli unici occhi che dovevano essere degni di nota erano quelli marroni di lei.
Non sapeva perché gli piacevano tanto, forse perché soltanto nei suoi si specchiava e riusciva a vedere se stesso, come mai gli era capitato prima d’ora.
Il fatto che lei riuscisse a leggergli dentro solo guardandolo negli occhi… beh, la cosa gli metteva i brividi, ma gli faceva piacere.
Aveva il cuore rotto, ma Nina era riuscita a ripararglielo e a farlo battere più forte che mai.
 
«Che tipo di scommessa?»
 
Un’altra cosa che amava profondamente in Nina era il suo sorriso. Era sicuro che in futuro ci avrebbe scritto almeno una canzone, su quel sorriso che illuminava il suo mondo.
Ed viveva in un piccolo appartamento, ma la cosa più bella lì dentro era Nina, quando lui tornava la sera tardi dopo le sue serate e lei lo aspettava sul divano, con la tv accesa.
Spesso però si addormentava, allora Ed la prendeva in braccio, sembrava uno scricciolo che avrebbe potuto schiacciare con facilità tanto era minuta, ma sapeva che dentro quel corpo c’era moltissima determinazione, molta di più di quanta ne avesse mai avuta lui.
La adagiava sul letto e lei si risvegliava sempre sorridente, poi andavano avanti a baciarsi fino a quando non vedevano l’alba fuori dalla finestra.
Nina si alzava e andava a preparare il caffè, per poi tornare in camera e vedere che Ed si era addormentato, si stringeva nella sua vestaglia e poi si stendeva accanto a lui, addormentandosi.
 
«Ogni anno, il giorno del mio compleanno, ci incontreremo qui, ci aspetteremo per un’ora, dalle undici a mezzanotte»
 
Nina cantava sempre con lui. Anche lei aveva la passione per la musica e questo era un bene, perché appena Ed prendeva in mano la chitarra e iniziava a suonare la melodia Nina era pronta a cantare con lui.
Erano la coppia più affiatata del mondo, quella che non aveva bisogno di prove per il loro amore, a cui non interessavano le romanticherie come appendere i lucchetti ai pali e poi gettare la chiave nei fiumi, perché Ed aveva Nina e Nina aveva Ed e tanto gli bastava.
Non pretendevano dall’altro di più di ciò che pretendevano per se stessi.
 
«E se uno dei due non viene?»
 
Una sera, tornando a casa da un’esibizione, Ed trovò un gatto randagio per strada che lo seguiva. Il gatto miagolava impazientemente e Ed, che per i gatti aveva una vera e propria passione, lo portò a casa per sfamarlo.
Se ne prese cura Nina, amava i gatti anche lei, gli diede il latte, amore e un nome, Edward.
Lui le aveva detto che non poteva chiamare un gatto con il suo nome, ma lei gli aveva fatto notare che aveva il pelo dello stesso colore sei suoi capelli, per cui quella era stata una scelta forzata.
Inoltre Ed non sapeva dire di no a Nina.
Edward, purtroppo, non ebbe una vita felice, infatti la prima sera che era con loro scappò e una macchina lo investì, lasciando solo i suoi resti.
Nina pianse così tanto che nemmeno tutte le attenzioni di Ed riuscirono a rincuorarla. Gli occhi che lui tanto amava erano rossi e gonfi e si promise, che mai, in tutta la sua vita, l’avrebbe fatta più piangere
 
«Non ci sarà nulla da perdere, perché sapremo che la nostra storia sarà finita»
 
Nina piangeva quando aveva lasciato Ed.
Fra i singhiozzi gli aveva detto chiaro e tondo che fra di loro non poteva funzionare, che gli avrebbe sempre voluto bene, ma che in quel modo non sarebbero potuti andare avanti.
Lui aveva provato a farsene una ragione, ma, anche a distanza di anni, non capiva il perché del suo gesto.
Inoltre l’aveva fatta piangere, aveva promesso a se stesso che una cosa del genere non sarebbe mai accaduta, invece Nina aveva pianto, aveva di nuovo gli occhi rossi, questa volta per causa sua.
Entrambi sapevano che gli occhi rossi sarebbero passati, un po’ di cioccolata per tirarsi su di morale, lavarsi il viso con l’acqua fredda, un giorno di riposo.
C’erano altre cose, invece che non si sarebbero riparate tanto facilmente, come ad esempio il cuore rotto di entrambi, che se batteva ora era solo per ricordagli che le più grandi sofferenze derivavano solo da chi si era amato veramente.
Sarebbe stato difficile, per entrambi, vedere un gatto e non pensare all’altro, sentire le proprie canzoni alla radio sapendo che in ognuna di quelle canzoni c’era un pezzo di ognuno di loro, non avere nessuno con cui passare la notte, nessuno che li avrebbe aspettati dopo le loro serate nei locali.
Erano artisti, dovevano imparare a convivere con il dolore, farlo proprio, cantarlo di fronte agli altri era sempre meglio che tenersi tutto dentro.
Inoltre avevano amici meravigliosi, che gli avrebbero fatto dimenticare i brutti momenti e gli avrebbero strappato un sorriso, così che le ferite si sarebbero lentamente rimarginate.
Sarebbero comunque rimaste le cicatrice e, anche se non facevano male, avrebbero sempre dato un senso di malinconia, di perduto benessere, come qualcosa che all’inizio c’era, che poi era andata persa e che non sarebbe mai più tornata.
Ora non erano più Ed e Nina, i due innamorati che vivevano la propria vita dimostrandosi tutti i giorni che si amavano, ora erano Ed Sheeran, cantautore inglese e Nina Nesbitt, cantautrice scozzese.
Forse era meglio così, la loro carriera era decollata, ma che senso aveva la fama se poi non si aveva accanto la persona che si amava?
 
***
 
Ed a volte non capiva come facesse a dimenticarsi così in fretta delle persone. Erano passati poco più di due anni da quando aveva rotto con lei e già si era dimenticato della promessa che si erano fatti.
Aveva provato a chiamarla, ma al telefono risultava irraggiungibile.
“Maledette linee telefoniche, spendi un casino e non valgono un cazzo” pensò con la rabbia che gli cresceva dentro.
Aveva preso un volo per poter arrivare in tempo al loro appuntamento, ma i suoi sforzi erano inutili, era arrivato alle una e mezza, troppo tardi, sapeva che lei non lo avrebbe aspettato.
Rimase in silenzio a fissare la strada poco illuminata, con i lampioni che proiettavano a terra la sua ombra.
Lui amava Nina, solo che l’aveva scoperto troppo tardi.
Si maledì per non essersi ricordato prima, per aver pensato prima a se stesso e poi a lei, per non averle nemmeno fatto gli auguri per il suo compleanno, ma ormai era troppo tardi, e lo sapeva benissimo.
Probabilmente l’unica soluzione sarebbe stata quella di lasciarla in pace, di non cercarla più, in modo tale che lei si sarebbe potuta costruire una vita con qualcuno che non si sarebbe dimenticato i loro appuntamenti.
Il treno per il lieto fine di Ed Sheeran passava a mezzanotte e lui era in ritardo di un’ora e mezza.
 
   
 
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