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Autore: NienorDur    26/12/2014    0 recensioni
Un luogo in un universo alternativo, un luogo dentro la nostra mente, un luogo dentro la nostra anima.
L'intreccio tra le persone, tra i sentimenti, tra i pensieri, dove non devi perderti, non devi isolarti.
Un sistema dove devi rimanere in contatto per non appassire.
La guida è tornata, per aiutare, per condannare.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il corridoio
 
 
 
La stanza si è fatta sempre più buia, fredda, piccola.
Il coniglio passa ogni giorno, o forse più spesso, non lo so, non riesco più a distinguere giorno e notte.
Lo guardo, lui mi guarda con i suoi occhi privi di luce, m’incita a seguirlo, chiudo gli occhi.
Dormo, non apro gli occhi, non sento nulla, sogno, vedo il mio giardino, di com’era verde anche con tutti i suoi difetti.
Rimpiango di averlo distrutto, rimpiango di non aver provato a migliorarlo.    A salvarlo.         A salvarmi.
Apro gli occhi, la stanza non esiste più. Adesso è solo un corridoio.
Il coniglio è davanti a me, mi guarda, i suoi occhi non sono più vuoti, sono bianchi, mi scrutano, mi guardano dentro.
Un brivido mi percorre, come se quello sguardo avesse toccato qualcosa dentro di me, mi alzo.
Il corridoio sembra illuminarsi un po’ di più, seguo il coniglio, con calma, non sembra avere fretta, tanto nemmeno io ne ho.
Camminiamo, il corridoio si fa più luminoso, ampio, caldo, ma non ci sono tutte le diramazioni che avevamo percorso la prima volta, solo un grande corridoio.
Il coniglio si ferma, si volta da un lato, seguo il suo sguardo, una vetrata, una vetrata da cui riesco a vedere un giardino, un giardino piccolo ma curato nei minimi dettagli, ne rimango affascinato.
Sento del calore venire da dentro di me.
Guardo il coniglio, ricambia, i suoi occhi si scuriscono e continua a camminare, lo seguo, questa volta accelera il passo, gli sto dietro, voglio vedere altri giardini, voglio cogliere l’ispirazione, voglio carpire il segreto dei giardinieri.
Un’altra vetrata, un altro giardino, questa volta era immenso, ma le piante non erano rigogliose, alcune sembravano facessero fatica a rimanere in vita, ma quelle al centro, quelle al centro erano un tripudio di colori e di vita.
Rimasi colpito solo da quella parte di giardino, questo mi fece capire che non sono l’unico a commettere errori, ad avere difetti, a non essere perfetto.
Passiamo avanti, il corridoio si fa di nuovo più scuro, il coniglio si ferma a osservare un’altra vetrata, vedo il giardiniere in un angolo, rannicchiato, le sue piante sono quasi morte, ma si muovono, si muovono verso di lui, cercando le sue attenzioni, ma lui non gliele dava, come spaventato, spaventato di sbagliare, la sua stanza è inghiottita dall’ombra, nell’ombra vedo due occhi bianchi, un altro coniglio, poi spariscono anch’essi e la stanza torna bianca, vuota, il giardiniere non c’è più.
Continua il nostro viaggio, il corridoio rimane scuro, un’altra vetrata, vedo un altro giardiniere, sta abbracciando una pianta, una pianta spinosa che non gli da amore, ma questo continua ad abbracciarla e a prendersene cura, sperando che questa ricambi, prima o poi.
Mi sento a pezzi, ma anche sollevato perché non sono il giardiniere peggiore, sentimenti contrastanti che mi fanno sentire male.
Seguo contro voglia il coniglio, ho paura della prossima vetrata.
Il coniglio mi guarda i suoi occhi sono tornati neri, continua il percorso, il corridoio finalmente si fa più luminoso, sospetto e spero che la prossima sarà l’ultima tappa.
Lo seguo, nuova vetrata, adesso vedo un giardino spoglio, morto, tranne che per una piantina, il giardiniere la cura ogni attimo, le dedica tutto il suo amore, sembra felice, mi sento felice anch’io.
 
 
 
 
 
Guardo il coniglio, sorrido, mi guarda, chiude gli occhi, buio, non vedo nulla.
Luce, luce improvvisa, la mia stanza, la mia vecchia stanza, con già i vasi, l’acqua e i semi pronti per essere piantati.
Volevo ringraziare il coniglio, ma quello se n’era già andato.
 
Accarezzo i semi, torno al mio lavoro,
 
pianto,
 
annaffio,
 
 
creo,
 
 
amo.
 
 
 
   
 
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