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Autore: Elly Priest    27/12/2014    1 recensioni
"-Allora, avventuriero spericolato, dove siamo diretti?
Lio guardò davanti a sé e lo guardo serio.
-Non ne ho la minima idea.
A Riley caddero le braccia, ma si arrese all' evidenza: La vita dell' avventuriero era fatta di pericoli e incognite.
-Meglio l' ignoranza che la morte, giusto Lio?.
-Sempre Riley, sempre!"
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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-Lio Martinis, giuro che ti ammazzo!  
A testa in giù, Riley fulminava con lo sguardo l'amico avventuriero. La sua indifferenza lo imbestialiva. 
-Non ti preoccupare, Riley.. Ho tutto sotto controllo! 
Il biondo si dimenava mentre le corde gli stavano tagliando i polsi.  
Tra tutte le cose che poteva immaginare non avrebbe mai pensato di finire nelle mani di una tribù azteca. Vedeva statue con forme strane e notó con orrore che erano ornate con dita umane. Una tribù cannibale, perfetto. 
-Queste cose succedono sempre per colpa tua, Lio! E una volta i mafiosi in Giappone... E l' altra volta il furto nel museo di Barcellona.. 
-Sottigliezze...
I
l bestione di guardia diede loro le spalle. 
-Coprimi Riley! 
Lio raggiunse con la testa le corde che gli legavano le caviglie e cominciò ad armeggiare. Riley si impegnò a non rispondergli, ma riconobbe che Lio aveva degli addominali assurdi per stare in quella posizione così a lungo.  
Riley si chiedeva come mai desse ancora retta all' amico: per colpa sua la differenza tra vita e morte si assotigliava sempre di più. Non era una bella cosa.  
Sta volta si trovarono nei casini per colpa di un medaglione molto antico, che avevano trovato in un tempio peruviano. Solo non sapevano che il furto non sarebbe stato ben accolto dal villaggio che lo venerava come una divinità.  
Ora eccoli lá: appesi ad un palo come prosciutti di macelleria.  
La struttura di legno su cui erano legati era alta da terra, le corde che li tenevano erano collegate ad una specie di argano a mano. C'erano quasi quindici metri tra loro e il terreno. Per arrivarci c'era un' alta scala fatta completamente di legno e liane. 
Una vera tortura di terrore per i sacrifici, cioè loro. 
I riccioli neri di Lio si muovevano a destra e sinistra mentre cercava di fare qualcosa che al biondo Riley sfuggiva.  
Sotto di loro stavano radunando una catasta di legna a piramide e cominciarono le danze: brutto segno.  
Il sole picchiava forte e Riley sperò quasi di morire disidratato piuttosto che bruciato vivo, ma probabilmente non si sarebbe potuto permettere un lusso del genere. Si girò un secondo e gli venne un colpo: Lio era sparito. L' amico doveva avere un superpotere dell' invisibilità, un giorno Riley sarebbe riuscito a diagnosticarglielo. Nessuno si era accorto della sua sparizione anche se era difficile non notare Lio: Bello, abbronzato e alto. Per non contare i perfetti boccoli neri dei capelli. Per essere un avventuriero si trattava veramente bene. 
Riley iniziava a preoccuparsi, quando le danze finirono ed i tamburi smisero di suonare. Un vecchio vestito in colori sgargianti ondeggiava con un bastone mentre parlava nella lingua Maya. 
Tutta la scena era seguita dall' intera popolazione che si era radunata davanti al tempio, fatto interamente d'oro e con mille scalini, per offrire agli dei i due infedeli. In questo caso solo uno era sacrificabile, l' altro aveva tagliato la corda. 
Riley cominciava davvero a spazientirsi, il sudore gocciolava dai capelli. 
-Pensa Riley, pensa... Cosa farebbe Lio? 
Si stupì delle sue stesse parole, ma gli venne un' idea. Per liberarsi doveva tagliare le corde delle caviglie. Non aveva la stessa forza dell' avventuriero per piegarsi, allora cominciò ad ondeggiare per consumare la corda. Avanti e indietro, avanti e indietro. 
Si rese conto di sembrare un idiota, i villaggeri lo guardavano perplessi, quasi divertiti. 
Il vecchio gridó alzando il bastone, il popolo esultò. Riley si sentiva strano, vedeva il paesaggio in movimento. Un orrendo presagio prese piede nella sua testa e dello stomaco: stava andando verso il basso. 
All' improvviso la catasta di legno prese fuoco ed il panico si impadronì di lui. La discesa sembrava infinita talmente era lenta e questo non faceva che impanicarlo ancora di più. Era a nove metri dal fuoco che cominciava a bruciare sulla faccia e le spalle. Iniziava davvero ad avere paura, continuava ad ondeggiare e strattonare, ma le corde sembravano indistruttibili. 
-Come ha fatto Lio a liberarsi?! 
Il popolo gridava esaltato per quello che stava per accadere, poi Riley notò una cosa: Non erano di certo urla di gioia quelle. 
I villaggeri correvano tutti verso il tempio, sembravano spaventati o arrabbiati. Un' occhiata alle sue spalle e Riley capì: il tempio d' oro stava andando a fuoco. 
O meglio, il fumo si alzava da ogni entrata. 
D'improvviso sembrava che nessuno badasse più a lui che stava per fare una fine orrenda e dolorosa. 
Non per questo Riley smise di lottare, anzi era più deciso che mai a combattere per sopravvivere a quell' inferno. 
Chiuse gli occhi prendendo coraggio. In un istante sentì un sibilo. Sbatté malamente la faccia a terra, non ebbe un secondo per fare qualsiasi movimento che Lio era sopra si lui, notando con stupore che si era impossessato di nuovo del suo prezioso cappello. 
Con un machete liberó Riley, il biondo capì che era grazie a Lio se fosse ancora vivo. 
-Lio! Ma come...? 
-Non c'è tempo per spiegare, se vuoi diventare un bel manicaretto non hai che chiedere! 
L' avventuriero fece strada nella foresta e a Riley non rimase che seguirlo ciecamente.  
Usciti dalla radura abitata, si apriva la fitta foresta tropicale in cui Lio si muoveva con destrezza. 
Verde, verde e ancora verde: Riley vedeva solo questo, anche dopo quasi un' ora di corsa.  
Dovette ammettere di percepire un po' di claustrofobia, ma continuò a correre e correre. 
All' improvviso sbucarono in una radura che si stendeva lungo gli argini di un fiume, oltre la radura di nuovo il fitto della foresta. Avevano entrambi il fiatone, soprattutto Riley, ma con un po' di impegno era riuscito a stare dietro il passo sostenuto dell' amico. 
-Da qui possiamo procedere con calma, dubito che i nostri "amici" noteranno la nostra assenza.. 
Mentre procedevano lungo la sponda del fiume Riley riuscì a riprendere un po' di fiato. Guardò l' amico che era il ritratto della calma più assoluta. 
-Allora Riley...  
Il biondo si fece tutt' orecchie. 
-Hai ancora intenzione di uccidermi? 
Gli caddero le braccia. 
-Bhe contando che sono quasi stato bruciato vivo ed una tribù di cannibali aztechi ci stava per mangiare...
Assunse un tono serio. 
-Grazie per avermi salvato. 
Lio era sorpreso. 
-Bhe.. Prego! Anche se ti sei salvato da solo. Io ho creato il diversivo, tu ti sei liberato con le tue forze.. 
Lio gli diede una bella pacca sulle schiena ed alzò il pollice. 
-Bravo, mio giovane apprendista! 
Riley era davvero contento di questo: quando lui era in seria difficoltà arrivava sempre Lio a tirarlo fuori dai guai. Per la prima volta invece, era riuscito a scamparla praticamente da solo. Non aveva lo stesso charme dell' amico, ma era un inizio. 
Si impettí come un tacchino. 
-Penso sia inutile chiederti se si sia il tuo operato dietro l' incendio... 
-La mia firma é inconfondibile!  
Si mise a posto il cappello con la visiera larga. Lio ci era molto affezionato. 
-E quello? 
Lio toccò di nuovo la visiera. 
-Mentre che c'ero ho recuperato qualcosa dei nostri averi e... 
Dalla tasca tiró fuori un oggetto tondo e di bronzo, era ornato con meticolosità. Riley strabuzzò gli occhi e lo prese tra le mani. 
-Il medaglione Maya! Come hai fatto a prenderlo alla badessa del tempio? 
-L' ho sedotta. 
Riley gli tiró piano un pugno. 
-Lio! 
-Bhe, per "sedotta" intendo richiusa in uno stanzino senza pietà, ma ti lascio il beneficio del dubbio.
Scoppiarono a ridere entrambi, Riley decise di perdonarlo un' altra volta: aveva molto tempo davanti a sé per tentare di ucciderlo. 
-Allora, avventuriero spericolato, dove siamo diretti? 
Lio guardò davanti a sé e lo guardo serio. 
-Non ne ho la minima idea. 
A Riley caddero le braccia, ma si arrese all' evidenza: La vita dell' avventuriero era fatta di pericoli e incognite.
-Meglio l' ignoranza che la morte, giusto Lio?. 
-Sempre Riley, sempre!
   
 
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