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Autore: kenjina    12/11/2008    6 recensioni
Odiava il Natale.
Oh, se l’odiava.
Tutti quegli schiamazzi fino a tardi per le compere all’ultimo momento, quell’aria gioiosa e patetica che aleggiava in ogni angolo della città, i visi rilassati delle famigliole, i gridolini eccitati dei bambini quando vedevano un giocatolo di cui si erano innamorati a prima vista.
Per non parlare dei cori che si piantavano davanti a casa cantando canzoni natalizie, nella speranza di una generosa offerta o solo di un augurio. Era già tanto quando si scomodava per mandarli via a suon di calci nel di dietro, figuriamoci un’offerta o un augurio di buone feste!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'New Born - Quando la vita ti riserva due sorprese'
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Rieccomi tornata con una One Shot senza pretese sul mio demoncino preferito

Rieccomi tornata con una One Shot senza pretese sul mio demoncino preferito! *O*

Mi rendo conto che ancora non è Natale, ma manca più di un mese, ma l’aria natalizia io comincio a sentirla già da Novembre! Anche perché questo è il periodo in cui inizio a pensare ai regali da fare e ogni anno è sempre più difficile! XD E poi, quando l’ispirazione viene, mica posso rinviarla a posteri!

Premetto che questa shot si ricollega, in qualche modo, alla mia precedente, Puppies. Se ne scriverò altre, sappiate che saranno tutte più o meno relazionate tra loro. :D E’ ovvio che chi non ha letto Puppies è obbligato a farlo è_é non avrà problemi a leggere prima questa, dato che in realtà sono due cose diverse! *me complicata*

Prima di dare inizio a quest’ultima mia creazione, vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che hanno commentato Puppies e che l’hanno messa tra i preferiti. E’ stata una gioia vedervi così numerosi! *_*

Neptune 87: grazie mille! Son contenta ti sia piaciuta! ^^

mikamey: awww! Grazie, grazie! *o*

miloxcamus: grazie tante! Ho sempre desiderato che qualcuno si divertisse a tirargli i capelli… devono essere così morbidosi! *o* E chi meglio di un paio di bimbi scatenati? xD

Meg___X3: Oddio, bellissimo commento! *o* Adoro scrivere di Sesshomaru quando è in “crisi”, senza che lo voglia veramente è di una comicità esilarante! E son felice di essere riuscita a definirlo così. E Rin… beh, io da grande la immagino esattamente così com’è da piccola, un po’ ingenua e tanto, tanto dolce. Spero ti sia piaciuta anche questa shot. =)

KaDe: addirittura geniale! *_* Potrei montarmi la testa, sai? XD Grazie, grazie, grazie!

ryanforever: ahaha! Un trauma dopo l’altro! Muoio! XD Ma dico io, lui che è sempre impeccabile, calmo e calcolatore e va in crisi totale per una cosuccia da niente così?! Oddio, cosuccia… vabbè!  XD Grazie mille anche a te! ^^

elyxyz: lol, povera tastiera! XD Graccie, graccie! *O*

E grazie per i preferiti a:

1 - eiby

2 - Ellyina

3 - J84

4 - Meg___X3

5 - _Nefer_

Vi adoro tutti! <3

Buona lettura,

Kenjina.

Christmas Time

Odiava il Natale.

Oh, se l’odiava.

Tutti quegli schiamazzi fino a tardi per le compere all’ultimo momento, quell’aria gioiosa e patetica che aleggiava in ogni angolo della città, i visi rilassati delle famigliole, i gridolini eccitati dei bambini quando vedevano un giocatolo di cui si erano innamorati a prima vista.

Per non parlare dei cori che si piantavano davanti a casa cantando canzoni natalizie, nella speranza di una generosa offerta o solo di un augurio. Era già tanto quando si scomodava per mandarli via a suon di calci nel di dietro, figuriamoci un’offerta o un augurio di buone feste!

No, decisamente detestava tutto ciò.

Lui non era nato per le feste, per quel calore che schivava tanto.

Lui adorava l’inverno perché era freddo, gelido. Proprio non capiva perché il periodo migliore dell’anno dovesse essere rovinato da questo caldo improvviso che riempiva tutto di rosso.

Rosso nelle vetrine dei negozi.

Rosso nelle decorazioni.

Rosso negli abiti di quei babbei che si vestivano da Babbo Natale.

Persino rosso nelle tovaglie dei tavoli!

E Rin sapeva bene che era insofferente più del solito, in queste occasioni. Per questo aveva insistito tanto per trascorrere le tanto amate vacanze di Natale in compagnia di quel celebroleso del fratello e della petulante mogliettina. Per non parlare di quelle due pesti dei gemelli, che tanto adoravano lui e i suoi capelli.

Forse Rin voleva vederlo morto…

O forse voleva vedere morta tutta l’allegra combriccola da cui stavano andando?

«Ah, che bello!», sospirò felice Rin, aggrappandosi al suo braccio per cercare calore. «Sta iniziando a nevicare!»

Sesshomaru alzò svogliato uno sguardo al cielo plumbeo. Cosa ci fosse di tanto eccitante in un po’ di neve ancora non l’aveva capito. Del resto era semplice acqua congelata che cadeva normalmente dal cielo, niente di così bello. Eppure Rin, ogni anno, si comportava come se la vedesse per la prima volta. Sembrava una bambina che non aveva voglia di crescere, ingenua ed pura.

Peccato che quella bambina fosse incinta di quattro mesi e che lui fosse il padre di due gemelli.

Un’altra cosa che non sopportava del Natale: i regali. Bel modo di viziare le persone! Se Rin aveva tanto insistito per comprare qualcosa alla famiglia di Inuyasha, non voleva immaginare cosa tutto avrebbe fatto per un banale giocattolo dei loro futuri figli. O figlie, come sottolineava sempre lei.

«Non la trovi bellissima, la neve?»

Risvegliato dai suoi preoccupanti pensieri, la guardò un po’ stranito, non riuscendo però a rimanere indifferente agli occhi grandi ed innocenti della sua donna. Perché, non poteva negarlo, se il calore del Natale era passeggero e si limitava ad un mese dell’anno, quello di Rin ce l’aveva al fianco tutti i giorni. E di certo non poteva ritenersi un povero sfigato, quello assolutamente no.

«Dovrei?»

Rin gonfiò le guance contrariata, sistemandosi meglio la cuffietta arancione e gialla che le copriva la testa bruna. «Eddai, Sesshomaru! E’ romantica!»

Alzò perplesso un sopracciglio, guardando la gente intorno a lui intenta ad osservare estasiata il paesaggio, che piano piano s’imbiancava.

«E’ solo neve, Rin. Domani sarà già sciolta.»

«Non hai per niente lo spirito natalizio!»

«Davvero?!»

Rin gli lanciò un’occhiataccia, ma si mise a ridere nel vedere l’espressione finto-sorpresa di lui.

Sesshomaru scosse la testa. A volte quella ragazza lo lasciava spiazzato, non c’è che dire. Non ci voleva molta fantasia per capire che avrebbe trovato più interessare vagare per il cimitero deserto che stare in mezzo a tutta quella folla ad elogiare un po’ di banalissima neve!

Camminarono per qualche minuto in silenzio, l’uno intento a pensare a qualche diabolico piano per defilarsi da quella nottata che gli andava stretta, l’altra inebetita dalle luci e dalle decorazioni di ogni negozio che incontrava con lo sguardo.

Rin stava per aprir bocca, ma si bloccò immediatamente quando sentì il marito fermare i suoi passi senza preavviso. «Sesshomaru, che…?». Dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo pur di non scoppiargli a ridere in faccia. Anche perché l’occhiata gelida che lui le lanciò da dietro la palla di neve spalmata in faccia le fece morire ogni presa in giro.

Dei bambini, invece, che stavano giocando proprio a qualche metro di distanza da loro, non fecero niente per nascondere il loro divertimento e additare il pover’uomo, prendendolo in giro e complimentandosi a vicenda per l’ottima mira.

Peccato che non sapessero che lo stesso pover’uomo aveva perso in un botto tutta la calma di cui disponeva. E guai a farlo arrabbiare, o diventava una belva. Con una lentezza da mettere i brividi anche all’uomo più coraggioso del mondo, Sesshomaru si passò una mano coperta da un guanto di pelle nera sul viso, ripulendosela dalla neve gelida.

«Sesshomaru, son solo bambini…», mormorò Rin, al suo fianco, con un sorrisino provocatorio. «Non l’hanno fatto apposta!»

Ma lui non l’ascoltò neppure. Bastò un solo sguardo assassino che avrebbe perforato anche un’intera montagna e i piccoli mocciosi si dileguarono alla velocità della luce, tra gridolini spaventati e richieste d’aiuto.

Buon per loro. Aveva già la mezza idea di usarli come i nuovi pupazzi di neve del rione.

Senza una parola, riprese a camminare, seguito da una saltellante Rin che non la smetteva di sorridere.

«Era così divertente?»

La ragazza, non riuscendo più a trattenersi, lasciò che la risata uscisse liberatoria, quasi piangendo dal divertimento. «Eri così comico!»

Divertito come un cane appena investito da un tram in corsa, Sesshomaru grugnì qualcosa d’incomprensibile in risposta. Sperava solo che i sui figli (o figlie!) non crescessero come due deficienti quali erano gli altri bambini, altrimenti li avrebbe rinnegati seduta stante e spediti al riformatorio più lontano possibile.

Quando finalmente i due, carichi come muli di regali per quei due pazzi e la loro prole, arrivarono a destinazione, Sesshomaru non poté reprimere un sospiro. Accidenti a Rin e alla sua voglia di stare in compagnia!

Diamo inizio alle danze, pensò non troppo convinto.

Quando Kagome aprì il largo portone di legno, decorato a dovere con una corona di agrifoglio e tante lucine lampeggianti rosse e dorate, li accolse con un caloroso sorriso, tanto per non smentirsi mai.

«Ciao, ragazzi! Prego, entrate pure! Starete congelando, vero?»

Rin abbracciò l’amica, con un sorriso che le faceva concorrenza. «Si, c’è veramente freddo qui fuori. Ah, il caminetto acceso!», squillò eccitata, correndo verso il salotto addobbato a festa, per riscaldarsi nel tepore della casa.

Kagome volse lo sguardo al cognato, ancora impalato sulla soglia della porta. «Tu rimani fuori o ti decidi ad entrare?»

Una voce che non si aspettava di sentire, e che non fu certo una sorpresa gradita, rispose per lui con un tono sarcastico e pungente. «Kagome, dovresti saperlo che i cani restano fuori!»

«Che diavolo hai detto, botolo?!», fece Inuyasha, facendo la sua leggiadra comparsa sulla testa del suo miglior nemico, Koga.

Sesshomaru si passò stancamente una mano sulla frangia, reprimendo a stento l’istinto omicida che velocemente stava crescendo in lui, mentre Kagome sorrideva insicura per tentare di calmare i bollenti spiriti.

«Inuyasha, i tuoi pargoli si stanno allegramente scannando con il miei! Vieni a fare qualcosa o continui a stare seduto sulla testa di mio marito?», esclamò Ayame dalla cucina, in visibile panico.

«Non è che sono quei dannati lupacchiotti che stanno importunando i miei?», ribatté l’altro, facendo infuriare Koga.

E mentre i due iniziarono a scannarsi da bravi amici quali erano, Rin, come se niente stesse succedendo, salutò tutti con un caloroso abbraccio, andando subito in cucina ad aiutare Kagome con la cena.

Sesshomaru, sempre più depresso dentro, si richiuse la porta alle spalle e, vedendo l’allegra scenetta che gli si presentava davanti, sentendo gli schiamazzi dei piccoli che, purtroppo per lui non erano più due, bensì quattro!, e le risate delle tre donne di casa, borbottò un sommesso «Mi verrà mal di testa, per colpa vostra.»

Ma le sorprese dovevano ancora iniziare.

Lo capì quando vide i due dementi della situazione bloccare il loro battibecco per guardarlo con le lacrime agli occhi dalle risate.

«Che diavolo avete da ridere?», chiese infastidito, sistemando il lungo cappotto di lana nera nell’appendiabiti.

Inuyasha, letteralmente spalmato a terra dalle troppe risate, lo indicò con un dito. «Bella cravatta, fratellone!»

Sesshomaru abbassò lo sguardo, ma richiuse gli occhi ambrati subito dopo che vide quello che in realtà non avrebbe voluto vedere.

«Rin!!», tuonò, livido di rabbia e di imbarazzo (si, d’imbarazzo!), facendo sganasciare ancora di più dalle risate i due davanti a lui. Ci mancò poco che si strozzassero entrambi.

La sua adorata mogliettina comparve timidamente nel salone, arrossendo quando capì che il suo uomo si era accorto dello scherzetto che gli aveva fatto. Ma andiamo, non c’era mica niente di male a sostituire una cravatta con un’altra! E poi sapeva per certo che fosse talmente scocciato di dover andare a cena dal fratello, che perso nei suoi pensieri non se ne sarebbe mai accorto. Se l’era per caso presa?

Kagome, al suo fianco, si volatilizzò all’istante, per non scoppiargli a ridere in faccia. Del resto, lo stimava troppo per metterlo in ridicolo come stavano facendo Inuyasha e Koga.

Ayame, invece, con i suoi figlioletti in braccio, guardò critica la cravatta in questione, inclinando leggermente la testa, pensosa. «Beh, Lupo Alberto in versione natalizia mi mancava, ancora… Gran bei gusti, Sesshomaru!»

The End!

   
 
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