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Autore: Mad Genius    27/12/2014    2 recensioni
Una storia molto corta, che ha per pairing il ConanxAi, ispiratami dalla canzone "Lonely Day". E' il primo dell'anno e Ai Haibara sente il cuore pesante e malinconico, a causa dei suoi pensieri cupi e di un tempo non propriamente sereno. Sarà il piccolo detective a tirarla su di morale, o verrà travolta dalla malinconia? Con la speranza di avervi incuriositi, vi lascio alla lettura. Alla prossima!
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lonely Day.

 

 

 

 

 

Era il giorno di Capodanno.

Un nuovo giorno, un nuovo anno: stessa vita. Ai Haibara non si sentiva particolarmente eccitata da ciò. Era un giorno, solingo e grigio, come tanti altri: persino il cielo, piovoso e carico di nubi temporalesche, sembrava suggerirle di non essere poi tanto contenta di quell’anno appena cominciato. Non era realmente triste, solo malinconica. Non avvertiva la gioia che coinvolgeva praticamente tutti i veri bambini e una grande maggioranza degli adulti; anche se, in effetti, nel caso di Kogoro forse era il sakè a causargli quella gioia. La sera prima erano stati tutti insieme: il magnete per cadaveri, il detective incapace, la donna dei sogni del magnete, la sua amica ereditiera, i Detective Boys, il dottor Agasa e lei; una serata divertente, per gli altri, e tranquilla. Ma lei non aveva voglia di festeggiare. Certo, aveva una figura paterna finalmente, e anche degli amici… ma non si era mai sentita tanto sola. Erano copie sbiadite di una realtà mai esistita: Agasa non era davvero suo padre, i suoi amici non avevano davvero la sua età e Ran non sarebbe mai stata davvero Akemi. Forse era solo una giornata storta, generalmente non era così negativa;

 

“E’ un giorno così malinconico… nemmeno il sole sembra voler venir fuori oggi. Inoltre non mi capitava da un po’ di pensare a coloro che mi stanno intorno in questo modo…”

 

Era uno di quei giorni malinconici, ed erano proprio quei giorni ad averla quasi fatta ammazzare un paio di volte. Le tornò in mente il dirottamento dell’autobus: si sentiva così colpevole da preferire la morte piuttosto che una vita triste, solitaria e portatrice di pericolo per coloro che le stavano intorno. Se solo lui non si fosse intromesso, quello sciocco fissato con le deduzioni e col cuore troppo grande, non avrebbe mai scoperto le gioie della sua nuova vita o il semplice star bene con qualcun altro. E che dire dei suoi messaggi vocali alla segreteria di sua sorella solo per sentire la sua voce? Quanto aveva rischiato, solo per quei pochi secondi di voce registrata? Era stato lui a scoprirla e ancora una volta le aveva ricordato che non era sola… ricordava di aver persino sorriso a quello stupido investigatore. Ma oggi era un giorno stranamente malinconico per Ai, e tutti quei brutti pensieri e gli spettri del suo passato sembravano essere tornati dentro il suo cuore con rinnovato vigore.

 

E’ un giorno così malinconico… ha cominciato a piovere, mi sento sola come poche altre volte nella mia vita. Non è giusto, ho fatto così tanti passi avanti da quando sono tornata bambina… perché ora sto così? Non dovrebbero esistere giorni come questo…”

 

La pioggia batteva forte sui vetri, davvero un inizio anno niente male. Quanto valeva la sua vita? Lo avessero chiesto a lei, avrebbe risposto un qualcosa come: “Praticamente niente!”. Ma per gli altri? Agasa la amava come avrebbe amato una figlia, e Ai gli era grata oltre ogni umana comprensione: avrebbe fatto di tutto per lui, come una figlia avrebbe fatto tutto per il padre. I suoi nuovi piccoli amici? Tsuburaya era infatuato di lei, era lampante, ma le voleva bene all’infuori di ciò, Ayumi era la sua migliore amica e, anche se spesso assumeva nei confronti di lei un atteggiamento più materno che da amica, le voleva un gran bene nonostante la grande differenza di età e mentalità. Kojima? Era diffidente perchè era un bambinone, in più sensi, ma le voleva comunque un gran bene. E poi c’era il detective. Non sapeva cosa Conan provasse per lei: era davvero amicizia ciò che la legava a lui? O Conan Edogawa, falsa identità di Shinichi Kudo, aveva solo bisogno dell’antidoto al veleno che lo aveva rimpicciolito? Ogni tanto aveva paura a domandarselo. Voleva bene a Conan, un bene superiore a quello dei semplici amici, anche se non lo avrebbe mai ammesso, e temeva sinceramente che, una volta tornato alle sue reali fattezze, avrebbe dimenticato tutto della sua “Partner” per tornare dal suo Angelo che tanto fedelmente lo aspettava.

 

“E’ un giorno così malinconico… perché mi tormento pensando a certe cose? Non mi sentivo così giù da… da quella volta in cui ho pianto davanti a lui, aprendogli il mio cuore. Gli ho mostrato un lato del mio aspetto così profondo che pensavo fosse sparito anni fa. Perché pensare a lui mi causa questo? Che io sia meteoropatica a tal punto?”

 

No, non era meteoropatia. Era paura, nostalgia, repressione di un qualche sentimento e ansia. Era tutto, ma non meteoropatia. Aveva paura dello scontro con quei criminali, aveva paura di morire, aveva paura di perdere lui; aveva nostalgia dei tempi in cui, talmente era piccola, che la sua unica preoccupazione era di stare con Akemi. E reprimeva tutto, pur di non farsi vedere debole. Ma Conan le vedeva dentro, persino quando, in maniera piuttosto fanciullesca in verità, aveva cercato di ringraziarlo per averla salvata dalla situazione di quel treno, o aveva paura delle scosse causate dall’elettricità statica… o quando la rassicurava nei momenti di maggiore difficoltà e paura.

 

“E’ un giorno così malinconico… non lo rimpiangerò mai! Questi giorni dovrebbero essere banditi dalle vite delle persone. Non è giusto… perché oggi, in un giorno che dovrebbe essere di speranza e di gioia, io provo così tanta paura di perdere tutto? Già… è un giorno così malinconico che sento quasi addosso il peso del male che ci perseguita. E’ un giorno malinconico, il più malinconico della mia vita, ed è solo mio… sono sola.”

 

Il campanello suonò, e Ai, stanca dal continuo pensare, andò ad aprire. Era proprio Conan; ancora una volta era la persona giusta… ma era il momento giusto?

<< Ti andrebbe di venire con me al cimitero…? Potresti salutare tua sorella. >> Mormorò Conan, chiudendo l’ombrello.

Lei lo guardò profondamente: era lì, era sempre lì. Quando aveva bisogno era sempre pronto ad aiutarla.

<< Non possiamo, Edogawa-kun. Che succede se ci vedono loro? >> S’impose una freddezza alla voce che avrebbe ingannato chiunque… ma lui non era chiunque.

<< Ho chiesto a Jodie-sensei di assicurarsi che il perimetro del cimitero sia coperto; mi ha anche dato un percorso sicuro per raggiungere il posto. Se prendi l’ombrello e camminiamo a passo lento, ci arriviamo in meno di un’ora. E’ un nuovo anno…ma nonostante la felicità e la gioia che ciò comporta, non dovremmo dimenticarci del passato. Specie se questo ci è così caro… >> Il suo sorriso è una fonte di sicurezza: una persona tanto forte che aiutava una persona così fragile è quasi incredibile, ma Ai sapeva di quanto fosse incredibile il suo amico.

<< Va bene allora… >> Ai afferrò il suo ombrello scuro e indossò una sciarpa e un cappello: sarebbe stato più difficile essere riconosciuta dai loro nemici

Non lo ringraziò e non lo guardò: Conan non si stupì dell’atteggiamento dell’amica e, sorridendole in maniera calda, la accompagnò in quel giorno piovoso.

Ai riuscì a reprimere le lacrime con fatica: non importava quanto potesse fare la dura, lui l’avrebbe sempre capita, sempre.

 

“E’ un giorno così malinconico… eppure tu, Conan, sei quel raggio di sole che mi fa superare giorni come questi. Sei sempre stato tu; e nonostante i miei guai e le mie insicurezze, so che posso confidare in te, sempre e comunque; se andrai contro quei criminali, ci andremo insieme. E se morirai, morirò con te. Siamo partner dopotutto.. giusto? E i partner lavorano insieme, fino alla fine. Si, questo è indubbiamente il giorno più malinconico della mia vita. Ma è soprattutto uno di quei giorni in cui sono felice di essere scampata all’incendio e a tutti i pericoli che mi hanno causato quelli dell’Organizzazione; oggi è uno d quei giorni in cui sono grata di essere sopravvissuta.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ehm… boh. Avevo promesso due shot su Detective Conan: una natalizia e una sul capodanno. Ma oggi, ascoltando Lonely Day dei System Of A Down,  mi ha assalito una gran tristezza e ho scritto praticamente scritto ora questa roba, saltando la shot natalizia. E’ scritta totalmente di getto, non ho controllato se ha errori o orrori di ortografia ed è… ConanxAi, anche se qui è più basata sul legame che li avvicina e sui sentimenti di Ai. Ah ovviamente le ripetizioni sui pensieri di Ai e “l’essere incredibile” di Conan sono volute, non sono così a pezzi. u.u

 Che dire… auguri a tutti di un sereno anno nuovo! Ci rivediamo l’anno prossimo con la mia long sui Digimon, qualche altra shot su Detective Conan (migliore di questa, giuro!) e la mia futura Iperlong sempre su questo manga. Grazie a chi leggerà, a chi recensirà e a chi farà entrambe le cose. Alla prossima!

  
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