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Autore: JustAHeartBeat    27/12/2014    7 recensioni
Raccoltina di Missing Moments natalizie sulla storia 'Qualche lentiggine di troppo'.
“Oh, Scorp, vuoi alzarti?!” sbuffò, scoprendo l’amico, che, colto dall’improvviso freddo dei sotterranei portò le gambe al petto, stringendo gli occhi quasi a voler fingere d’essere ancora addormentato. Poi, arrendendosi all’evidenza, li riaprì rivelando due acquose iridi d’un grigio chiaro, quasi la sfumatura del cielo nuvolo, quando è appena smesso di piovere ed il terriccio bagnato profuma di muschi e licheni, quella sfumatura che assume la mattina presto, poco prima dell’alba. “Secondo te, Severus?!” fu l’acida risposta di Scorpius Malfoy, farfugliata con voce ancora impastata dal sonno. Buttando una gamba dietro l’altra fuori dal materasso, si alzò in piedi barcollando a destra ed a sinistra, braccia tese in avanti come se si aspettasse di colpire il mobilio dell’intera stanza. Albus lo ignorò, prendendo a camminargli accanto, un sorrisone enorme disegnato sul volto paffuto. “Ma hai capito, Scorp? E’ Natale! Oggi è Natale!” continuò a ripetergli tutto felice, prendendo a camminargli di fianco. “Si, Al, l’ho capito.” Rispose, infilando lentamente la felpa nera, raffreddato ed insonnolito come al solito. Albus lo prese come un 'Buon Natale anche a te'.
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: James Sirius/Dominique, Ron/Hermione, Rose/Scorpius
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incest | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Qualche Lentiggine Di Troppo'
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Okay, lo so, sono in ritardo … perdonatemi ragazzi, ieri son stata tutto il giorno fuori casa (inizio compatire il povero Babbo Natale XD). In compenso, però, il capitolo è più lungo del previsto e … mi sono impegnata davvero molto per finire queste Moments degnamente, per tanto non mi andava di pubblicare ieri un capitolo che vi avrebbe fatto schifo ed  ho preferito aspettare e correggerlo.
Beene, oggi vi lascerò anche le note di fine capitolo per i piccoli avvisi su ‘Qualche lentiggine di troppo’ e cosine così.
Ci vediamo giù! (mi mancava troppo scriverlo *risata malefica*)
Cieuu
 
(quarto anno di Rosie e Scorp..a casa Weasley)

nothing, nothing at all…
 
RONALD BILIUS WEASLEY! Porta immediatamente qui le chiappe!!” l’urlo dell’alterata voce femminile rimbombò su per la tromba delle scale, facendo tremare pareti e quadri, percorrendo gli scalini ad uno ad uno, come un piccolo spiffero caldo, perforando i timpani del povero coniuge Weasley, tranquillamente adagiato sulla poltrona della propria camera da letto, intento ad ispezionare in lungo ed in largo una copia del Cavillo, alla disperata ricerca di un articolo sui risultati della partita Holyhead Harpies- Cannoni di Chudley. Questo alla magnifica melodia si alzò dalla sedia di scatto, dal morbido rifugio beige, tanto velocemente da sembrare una saetta scarlatta, tanto obbediente da poterlo paragonare ad un soldato sull’attenti. Oh, accidenti alle mogli. “Arrivo Mione!” le rispose, correndo a nascondere in fretta ed in furia il giornale sotto il materasso, prendendolo a calci furtivamente. Miseriaccia che stress, ma il Natale non dovrebbe essere un giorno di festa?!
Ron, alzando gli occhi al cielo, percorse la stanza da letto addobbata da mille e mille coppe e riconoscimenti, e finendosi di allacciare la cravatta bianca dello smoking lindo e perfettamente stirato, uscì dalla porta di liscio ebano, per raggiungere la moglie al piano inferiore, passo trascinato quasi fosse vittima di un imperius, vittima invece della soffocante vita coniugale.
Il salotto della casetta campagnola era di medie dimensioni e, per l’occasione, talmente immacolato da sembrar falso. La pianta della stanza era rettangolare, circondata da muri bianchi, colmi e stracolmi di fotografie di tutti i gusti e dimensioni di Rose e Hugo Weasley a tutte l’età; adagiato nel punto medio di una delle dimensioni più grandi, v’era un caminetto in pietra, molto rustico ed accogliente, nel quale scoppiettavano piccole fiammelle blu. Ron sorrise, non avrebbe mai potuto descrivere l’amore e l’affetto che ormai provava per quelle fiammelle, ricordo vivido di trent’anni di vita, sempre presenti nei suoi anni ad Hogwarts e negli anni a venire.. peccato che lui non riuscisse a produrle, o meglio, non aveva mai voluto provare, preferiva di gran lungo guardare le mani candide di Hermione crearle, farle nascere e scoppiettare, piegarle a movimenti soffici e sinuosi, costringerle a danze di propria invenzione, come aveva sempre fatto, e come avrebbe continuato a fare. Proprio davanti al camino, v’erano state posizionate quattro poltrone scarlatte di ampia capienza, con tutto l’intento di clonare l’ambiente caldo che aveva abbracciato entrambi i coniugi per sette anni, che non avrebbero mai abbandonato i loro ricordi. Sul pavimento piastrellato in cotto d’un pesca leggermente aranciato, era stato adagiato un tappeto dai fini ricami zigzaganti.
“Oh, ce ne hai messo di tempo! Rosie ed Hugo arriveranno a momenti, Ginny li ha trattenuti un po’ di più. Per quanto riguarda ai nostri colleghi saranno qui per le otto in punto, ed io non ho ancora finito di cuocere il tacchino, ed il pudding è un disastro!” esclamò, la donna, chiaramente soggetta ad una crisi nervosa, senza neppure prendere una pausa per respirare, percorrendo il salotto a grandi passi, diretta ad una grande cesta di panni da lavare. 
Hermione Weasley, nonostante i trentanove anni suonati, conservava ancora lo stesso identico fascino guerriero di quando ne aveva diciassette, anzi, il suo essere una donna matura ed autonoma, non aveva fatto altro che aggiungere stile alla classe che già aveva ai tempi di Hogwarts. Nulla, in sua moglie, sembrava esser variato d’una virgola: i capelli crespi avevano acquistato ancora più volume di quanto già non ne avessero prima, ma la donna, col tempo, aveva imparato a domarli con la magia, stringendoli spesso in strette crocchie sul capo; il fisico flessuoso manteneva la sua morbidezza, ma le forme erano più sviluppate, rispetto ad anni prima, ed erano mature e piene, facendole abbandonare quel fascino acerbo che l’accompagnava in giovinezza, ma donandole quello mature che s’addice ad una bella donna. La sua bella donna. Il volto aveva lasciato da tempo la morbidezza e la tondezza infantile, ed i lineamenti erano più severi ma comunque ammorbiditi dalla dolcezza della sinuosità del volto d’Hermione. Il carattere poi, il carattere era lo stesso, aggiungendo le alterazioni dovute allo stress dovuto ai figli, al Natale, alle feste, ai regali, alla spesa, alla casa, al ... Okay, diciamo che di cose a cui pensare ne aveva, Hermione.
“Oh, Herm, lo sappiamo entrambi che cucinare i dolci non è il tuo mestiere! Il tacchino però profuma da morire.” Le rispose, con un’allegra scrollata di spalle, per tentare di raggiungerla. Tentare. Hermione, aveva infatti ostacolato il suo passo incalzante, tirandogli addosso un enorme orsetto peluche, accompagnato da un: “Grazie, Ron, come al solito sei molto confortante. Ah, stupidi cucchiai!” sull’orlo delle lacrime. Si sedette sul bracciolo di una delle poltrone rosse, cesta poggiata in grembo, testa bassa, tirando su col naso.
Terribilmente piccola. Terribilmente, incredibilmente piccola dei suoi trentanove anni di età. Ecco cosa vide Ron, immobile nel bel mezzo della stanza, col peluche in mano. La guardò trattenere le lacrime, tirando su  col naso, la guardò strofinasi il volto ancora privo di trucco, la guardò torturarsi il grembiule bianco e sporco di giornate intere di pulizie interminabili, la guardò stringere la cesta di vimini nelle manine piccole, torturarne debolmente il bordo, la guardò tremare impercettibilmente, gusto il poco che bastava per dar movimento all’elegante vestitino dalle maniche corte e velate, e rivide la guerriera ferita, rivide Hermione Granger, bacchetta sguainata a combattere a favore d’una rocca che l’aveva accolta per tanto tempo, troppo per non esser considerata casa. La vide fragile, minuta, più di quanto in realtà non fosse, rivide le sue debolezze, e si sentì un verme. La donna s’abbandono alle lacrime, la guerriere aveva perso la battaglia. Singhiozzava, sommessamente, e lentamente, sobbalzando con un regolare ritmo cadente ma lento, quasi lo volesse regolare lei, quasi non sopportasse quella decisione presa dal suo corpo. Fu abbastanza per spaventare il coniuge. Mai, mai, mai, in vent’anni di vita coniugale, aveva visto Hermione piangere, e mai più lo avrebbe fatto, la sua era una promessa. Non era davvero sopportabile.
Le si precipitò accanto, per poi sfilarle la cesta  dalle gambe e gettarla sul divano davanti a loro. “No, Ron..sono..i…panni…pu..li..ti”, singhiozzò, non riuscendo a collegare con la voce, fioca e precaria, le parole e spesso anche le singole sillabe, allungando il braccio come se il gesto le permettesse di riafferrare la cesta, le lacrime a solcarle ancore il volto. “Shh.. Mione, non fa nulla, dopo li riprenderai, sono intatti, ora ascoltami” le sussurrò, accovacciandosi alla sua altezza, per poterle circondare le spalle tremolanti col proprio braccio, carezzando con l’altra mano, il suo braccio teso, in un silenzioso incoraggiamento ad abbassarlo. Lo accompagnò nel suo viaggio verso il basso, coprendone la superficie con piccole carezze a fior di pelle. “No, Ron..io..devo..” ma le deboli proteste di Hermione, biascicate tra singulti strozzati, furono immediatamente messe a tacere dal coniuge, che con tutta la delicatezza concessagli dalla natura, le posò un indice sulle labbra, in un invito a farlo continuare. La donna acconsentì, tin un tremante segno d’assenso. “Mione, miseriaccia, non sono bravo con le parole, lo sai benissimo, ma ascolto in maniera divina ormai, ti prego, dimmi che è successo.” Riprese, sedendosi sul divano accanto a lei, per poi farla poggiare sulle proprie gambe, in modo tale di poterla guardare meglio in viso e stringerla contemporaneamente. La donna deglutì, passandosi una mano sul viso per scacciare via le lacrime che lo solcavano, poi, respirando affannosamente ed a scatti, mormorò: “Io..Ron, pensavo che..funzionasse..che funzionassi..pensavo che..le cose.. sarebbero andate.. come nei film..la moglie che..” si prese una pausa, per asciugarsi ancora una volta gli occhi arrossati, accoccolandosi al petto del marito, poi continuò: “..aspetta a casa..il marito.. con la torta..invece..sono un disastro” riprese a piangere, le labbra impastate di lacrime, il capo chino sulla spalla del compagno, tra l’incavo del suo collo, una manina ad arpionargli la camicia, stropicciandola lievemente,i sussulti delle spalle a scuoterle ritmicamente il capo, bagnandogli così in punti diversi lo smoking nero. “Shh, no, non sei un disastro, miseriaccia, sei la donna più fantastica che esista, dico, ci vedresti qualcun altro a cucinare una cena di Natale dopo un addestramento Auror? Qualcun altro a sopportare me e la mia insensibilità quotidianamente?” le rispose,inclinando il capo per indirizzare il soffio appena percettibile all’orecchio di Hermione, accarezzandole al contempo la schiena. “Più fantastica è un orrore, Ronaldgli rispose la donna, abbandonando per un attimo il pianto per trasformarlo in un gemito di disapprovazione. Ron scoppiò a ridere, portando anche le labbra della moglie a stendersi in un sorriso. “Ti amo” fu la risposta del rosso, risposta banale, frase detta e stra-detta, letta in tutti i romanzi rosa possibili, nello stesso contesto, nella stessa posizione, ma una cosa la rendeva davvero speciale.. il suo mittente. Ronald Bilius Weasley  non diceva ‘ti amo’, il suo Ron parlava con i gesti, non se la cavava neppure un po’ con le parole, Ron preferiva un bacio, preferiva intrecciare le proprie dita con quelle della donna, preferiva poggiare la fronte alla sua, abbracciarla, ma i ‘ti amo’ erano davvero rari! “Non ce n’è bisogno, sono parole, le parole si perdono nel vento, ed io voglio che tu lo sappia sulla pelle, che tu lo capisca, che lo ricordi, che lo porti nel cuore” le aveva detto una volta poi, per completare il quadro romantico, si era gettato a capofitto nelle salsicce al centro della tavola. Hermione non le avrebbe mai scordate, però, quelle parole. “Ti amo anch’io, Ron” gli rispose, smettendo istantaneamente di piangere. Rimasero così per quello che parve loro un tempo infinito.
“Dai, ora bisogna prepararci ed asciugarci la faccia! E, per inciso, quando torno da lavoro, mi prepari una teglia di lasagne, il che è nettamente preferibile!” esclamò, alzandosi in piedi, per aiutarla a sua volta. Hermione, una volta in piedi gli si fiondò sulle labbra, affondando le mani nell’incendio dei suoi capelli. Lo strinse a se, appropriandosi della sua bocca, lambendola, mordendola, amandola. “Ho un regalino per Natale, caro Babbo..” gli mormorò, ancora ad un soffio da lui. “Oh, Oh, Oh… lo verrò a prendere, befana!” gli rispose per poi iniziare a correre via dalle mani della moglie..e del suo peluche. “BEFANA?? Ma io ti disintegro! Brutto sterco di Troll!” l’uomo scoppiò a ridere, schivando per un pelo l’orsacchiotto che, ancora una volta, gli aveva tirato addosso. ‘Me la farà pagare..me lo sento’.
Caro Babbo Natale, okay, so di essere davvero troppo cresciuto per una letta, ma era solo per comunicarti, con tutto il rispetto possibile, che..è giunta davvero l’ora di andare in pensione, no?! Ad ogni modo tranquillo, spargi voce a tutti che qui, i Weasley sono a posto, io sono a posto! Vedi, non mi serve più nulla: ho tutto, ho davvero tutto qui con me. Befana compresa.

 
 
 
Ed eccomi qui!
Ragazzi, questa raccoltina è terminata! (*scoppia a piangere tragicamente*) ma voi non vi preoccupate, so che starete morendo dal dolore (…vero??), ma tranquilli, Lunedì si torna in scena(?) con ‘Qualche lentiggine di troppo’, e vi libererete di me moolto difficilmente (si, è una minaccia *risata malefica*) !
Biine, quanto amo Ron ed Hermione? Si, lo so che molte di voi mi staranno già uccidendo, so che molte amano le Dramione ma io..non ce la faccio, perdonatemi, da terribile tradizionalista amo questi due piccini(?) assieme, e non credo che potrei cambiare idea molto facilmente!
Ad ogni modo smetto di rompervi le pluffette e vado a ninna!
A Lunedì!
Bacionissimi(?)
JustAHeartBeat
Ps: vorrei ringraziare con tutto il cuore InsurgentRose, Elena, Lit, Chiara, Fancy, Alvistork e lenemckinnon per aver recensito questa raccolta, davvero, non sapete quanto vi sia riconoscente e quanto vi adori, ho davvero bisogno del vostro appoggio e voi non me lo negate, davvero, grazie.
Pps: Okay, sto modificando il capitolo davvero troppe volte XD, comunque modifichero la lista delle sante ragazze (che adoro con tutta l'anima) se qualche utente nuovo recensirà, ovviamente! (...sta volta me ne vado davvero...almeno credo...)
   
 
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