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Autore: Blue eye    28/12/2014    1 recensioni
Il detective Taylor e la sua squadra si trovano davanti a un'altro caso di omicidio.
Pochi indizi.
Diversi sospettati.
Un killer spietato.
Genere: Romantico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mac Taylor, Stella Bonasera, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Piccola premessa:
E' la prima storia che scrivo, l'idea di scrivere una FF è venuta leggendo diverse cose qua ma ho notato che si da molta importanza alla storia "amorosa", io ho deciso di scrivere una FF stile "episodio". Per l'idea c'è volta la infinita pazienza della mia migliore amica la sera del 25 dicembre 2014.
I capitoli non sono molto lunghi e, per ora, ne ho in programma 5 circa.
Ecco a voi il primo capitolo, buona lettura!
Si Consigli
Si Critiche costruttive (No: "fai skifo")
No insulti
Capitolo Uno

«Taylor? Arrivo».
Il detective Taylor si ritrovò nuovamente nella sua auto, correndo verso un cadavere. Era mattina e un gelido sole splendeva alto nel cielo. Il breve periodo di vacanze che aveva deciso di prendere per stare un po’ con Peyton si stava avvicinando ed era davvero contento. Arrivò sul posto dove la trovò intenta ad analizzare il cadavere.
«Michael Bowman, abbiamo trovato i documenti nelle tasche insieme ad un’abbondante somma di denaro,  il furto finito male è un’ipotesi da escludere».
Don Flack alle sue spalle, con la solita voce monotona, pronunciava queste parole. Erano tutti stanchi e ansiosi di andare a casa a passare un po’ di tempo con le proprie famiglie. Erano le sei del mattino e, seppur controvoglia e irrigiditi dal freddo, Lindsay e Danny iniziarono esaminare la scena. Era un vicolo mal ridotto pieno di immondizia dove si poteva trovare tutto e niente.
«Buongiorno! Cosa hai da dirmi? » Chiese Mac a Peyton
«Buongiorno a te- rispose lei a voce bassa facendo uno sbadiglio-la causa del decesso sono stati, quasi sicuramente, gli otto colpi di arma da fuoco in tutto il corpo, non sono in grado, ancora, di determinare quale sia quello fatale. Non ho notato nulla di strano per ora».
«Okay, ci vediamo in laboratorio» rispose Mac lasciandogli un dolce bacio sulla guancia, facendo bene attenzione a non essere scrutato da occhi indiscreti.
Appena arrivò in laboratorio fu Peyton a venirgli incontro, aveva diverse cose da dirgli così lo portò in sala autopsie. 
«Confermo che sono stati i colpi di pistola ad ucciderlo questo in particolare-disse porgendo a Mac una lente e indicandoli un buco in pieno petto- ma ci sono un paio di cose interessanti-porse il contenitore con i proiettili nove millimetri a Mac poi prese una pinzetta ed estrasse dalla bocca della vittima qualcosa di singolare. Sembrava un cuore-Gli è stato infilato in bocca post mortem, inoltre gli hanno chiuso gli occhi volontariamente per questo ho rinvenuto sulle palpebre delle impronte digitali».
Peyton porse a Mac un contenitore con l’organo rinvenuto nella vittima e le impronte digitali precedentemente trasferite su un adesivo trasparente. Con il carico di oggetti Mac salutò Peyton e tornò in laboratorio.
Mac divise i compiti, ognuno aveva qualcosa da analizzare; poi si sedette alla sua scrivania in attesa di Don, lui doveva portargli più informazioni possibili sul morto. Si pregustava già il tempo con Peyton, non si conoscevano da tanto ma avevano trovato subito un buon feeling. Mac, dopo tanto tempo, era felice. Non felice come quando aveva incontrato Claire, ogni persona è diversa e, di conseguenza, anche le emozioni che Peyton trasmetteva a Mac erano diverse da quelle che Claire gli aveva trasmesso tanto tempo prima.
«Un santo fino a due mesi fa-esordì Don entrando nell’ufficio; Mac sorrise- ha aumentato il peso di un pesce che aveva pescato in una gara, risultato? Espulso a vita dal circolo di pesca sportiva dove passava la maggior parte del suo tempo libero. Inoltre, voci dicono che la moglie, sempre nell’ultimo tempo, si fosse tramutata in un’alce-questa espressione fece sorridere Mac che si appoggiò allo schienale della comoda sedia da ufficio.  Mac fece per aprire la bocca ma Don lo bloccò e disse- è la fuori, aspetta solo te per essere interrogata ».
Si alzò dalla sedia, diede una pacca sulla spalla a Don poi si avviò verso le stanze in cui si svolgevano gli interrogatori. Per prima cosa Mac fece le condoglianze alla donna che piangeva davanti a lui. Era visibilmente sconvolta, tremava. Impassibile, come sempre, Mac si accinse a fare il suo lavoro. Iniziò dicendole che conoscevano la situazione della famiglia, il padre che stava più fuori a bere che a casa poi espose la situazione, lei aveva tutti i motivi per volere il marito morto. I soldi? La gelosia? I moventi c’erano.
«Lei intende dire che sono sospettata? » Esordì la donna che, sconvolta si asciugava le lacrime con un fazzoletto.
«Dove era ieri sera?» Con occhi increduli la signora Bowman si guardò intorno, quasi per cercare aiuto
«Io.. io ero a casa a guardare la televisione».
«C’è qualcuno che può confermarlo? Dove era suo marito? »
«Si, certo, mia figlia. Io non ho idea di dove fosse mio marito ieri sera, penso nel bar sotto casa, è sempre in giro a bere». La donna scoppiò a piangere. A questo punto l’interrogatorio si concluse, il detective Taylor fece nuovamente le condoglianze alla signora poi uscì.
Mac stava ritornando nel suo ufficio quando gli si affiancò Danny
«Cuore di coniglio, coniglio semplice da compagnia. Sono venduti ovunque e continuamente, sarà difficile trovare l’assassino con solo questa informazione-si stavano separando quando Danny disse- Ah, dimenticavo! Lindsay ha esaminato le impronte ritrovate sulle palpebre della vittima, nessun riscontro nel CODIS. Sicuramente il vicolo è la scena del crimine primaria, è stato ucciso li. Non abbiamo trovato nulla, la pistola non c’era. C’erano tracce di stivali da lavoro e abbiamo analizzato le impronte lasciate ma non siamo riusciti a rinvenire a nessuno ».
Mac, apprese le notizie, si rintanò nel suo ufficio, poco dopo entrò Peyton, aveva appena concluso il suo turno quindi si trovarono a parlare davanti a una grossa tazza di caffè nero.
Il giorno seguente fu il turno del secondo classificato alla gara di pesca, il signor Bennett era un uomo basso e grasso con un’aria particolarmente arrabbiata. Dopo un lungo e snervante interrogatorio, in cui il detective Taylor poneva domande sempre più approfondite scavando sempre di più cercando di scoprire il più possibile, arrivarono alla conclusione che  l’uomo non aveva un alibi, quella sera, a dir suo, era a casa ma nessuno poteva testimoniarlo. Inoltre, egli, fece capire aveva tutto da guadagnare nell’uccidere il signor Bowman.
Passarono due settimane ma, con le poche prove che avevano non riuscirono ad incastrare la signora Bowman né il secondo classificato alla gara di pesca. Alla prima era stato confermato l’alibi da un secondo interrogatorio mentre il secondo, nonostante non avesse un alibi confermato, era rimasto sotto libertà vigilata. Avevano troppe poche prove. Il detective Taylor passava gran parte del suo tempo alla scrivania, sfogliando fascicoli di casi irrisolti sorseggiando caffè. Inoltre le impronte digitali sugli occhi non corrispondevano né alla moglie né al signor Bennett e, anche se uno di loro avesse chiesto a qualcuno di fare il lavoro sporco, non avevano prove per incastralo. Ma poi, perché chiudergli gli occhi?
«A noi!» brindarono Mac e Peyton in un piccolo ristorante. Entrambi erano imbarazzati dalla situazione, a pochi tavoli da loro si trovata Sid con sua moglie, e vedendoli allo stesso tavolo soli soletti lui non aveva evitato di salutare e poi ammiccare a Mac. Il detective Taylor era elegante, come suo solito;  Peyton indossava un abito medio-lungo color viola. Dopo una lunga cena i due si ritrovarono in camera di Peyton, ella lasciò un tenero bacio sulla bocca di Mac; lui la afferrò per i fianchi.
La mattina seguente il telefoto di Mac suonò e lui per poco non cadde inciampando nel vestito di Peyton abbandonato sul pavimento
«Taylor? Arrivo.»
 
  
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