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Autore: Gnarly    28/12/2014    4 recensioni
[Stydia] [Christmas]
Come da tradizione, il branco si riunisce a casa di Lydia per scambiarsi i regali in base ai nomi pescati da un barattolo. Lydia, però, generosa com'è, ha deciso di fare un regalo inatteso.
Post 3ª stagione
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lydia Martin, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Sotto il vischio
I won’t ask for much this Christmas 
I’m just gonna keep on waiting 
Underneath the mistletoe
 […]
 ‘Cause I just want you here tonight 
Holding on to me so tight 
- All I want of Christmas is you, Mariah Carey

 
Da un paio d’anni a questa parte, tutto il branco – Derek e Peter compresi – si riuniva a casa Martin per scambiarsi i regali di Natale.
Il 5 dicembre puntualmente s’incontravano da George’s – la tavola calda preferita di Lydia – e pescavano dei bigliettini, su cui c’erano scritti i nomi di tutti membri del branco, da un barattolo.
Era ormai una tradizione quella, come lo era l’andare in giro per i negozi alla ricerca dei regali solo una settimana prima dell’incontro.
Quell’anno il destino fece il suo lavoro: a Scott toccò Kira, mentre Stiles pescò il nome di Lydia.
«Stiles, secondo te questa collana potrebbe piacere a Kira?» chiese uno Scott eccitato al compagno di acquisti, il quale era immerso nei pensieri riguardanti Lydia ed al regalo che avrebbe dovuto farle.
La collana che il mannaro aveva spalmato in faccia all’amico era d’argento, con un ciondolo che rappresentava un fulmine.
«Sì, suppongo di sì. Quante kitsuni del tuono possono vantarsi di avere un ragazzo che per Natale regala gioielli da un paio di centinaia di dollari?» fu la risposta ironica, ma veritiera, del ragazzo.
«Amico, per una volta potresti mettere da parte il sarcasmo e rispondere seriamente?» sbuffò Scott.
«Ho detto che va bene. Compra quella dannata collana e usciamo da questo negozio, o rischio di diventare intollerante ai gioielli» fece un gesto disinteressato con la mano, per far capire che la discussione per lui sarebbe potuta finire lì.
«Parliamo di cose importanti: cosa diavolo posso regalare a Lydia? Le uniche cose che le interessano sono Prada, il suo cane, e le bors… UNA BORSA! POSSO FARLE UNA BORSA!» urlò per un improvviso colpo di genio.
Strattonò l’amico fuori dal negozio, che non si sa come era già riuscito a pagare alla cassa, e si diresse verso un punto vendita Gucci sotto gli occhi sconvolti di Scott.
«Ehm, non vorrei distruggere i tuoi sogni da cavaliere senza macchia e senza paura, ma dubito che riuscirai a comprarle una borsa da duemila dollari.»
«Abbi un po’ di fede. È possibile che vendano qualche borsa con lo sconto, no? Non saranno tutti nuovi arrivi, e che diamine.»
Il suo sguardo passò da una tracolla squamata color verde acqua – decisamente non il genere di Lydia, pensò – ad una borsa a spalla rossa.
Stiles amava il rosso, gli ricordava Lydia, i suoi capelli, i vestiti riprendenti quel colore che indossava ed il rossetto che utilizzava per far risaltare le labbra.
Chiamò la commessa per chiedere informazioni, in quanto di borse capiva qualcosa come Scott comprendeva le lezioni del professor Harris.
«Questa borsa in pelle rossa ha rifiniture in oro chiaro fino; con la fodera in cotone e lino naturali non ha causato nessun danno ecologico; le nappe staccabili sono in bambù e pelle, e l’altezza del manico è di 20 cm» spiegò smanettando la borsa come se non ci fosse un domani. (1)
Stiles annuì poco convinto, non avendo compreso nemmeno se la borsa fosse stata veramente costruita in Italia.
La ragazza aprì il prodotto e mostrò ai due amici le tasche interne per cellulare con cerniera – così le aveva chiamate lei –, dopodiché torno alla cassa per servire un altro cliente.
«Hai capito qualcosa?» chiese sospettoso Scott.
«Su una scala da uno a dieci, diciamo che la sua spiegazione si merita un bel zero più. Però la borsa è bella, e quel più glie lo do perché è una gran pezza di gno…» Scott lo interruppe.
«Stiles, ho capito. Chiedi il prezzo, e se non ti costa un occhio della testa comprala. Nemmeno dieci paghe da Starbucks riuscirebbero a darti il denaro necessario per questa borsa.»
Stiles si allontanò ignorando l’amico e si avvicinò alla commessa. «Ehm, quanto verrebbe a costare questa?»
«Seicento dollari…» come sentì quelle parole il ragazzo strabuzzò gli occhi e fece per andarsene, ma lei lo trattenne per un braccio.
«… ma con gli sconti di Natale il prezzo scende a duecento dollari» fece un sorriso così tirato che Stiles temette che da un momento all’altro le sarebbero saltati tutti i denti.
«Oh, allora la compro.»
Prese il portafoglio camosciato – regalo dell’anno precedente da parte di Peter – e porse i soldi alla commessa, poi uscì dal negozio dimenticandosi di Scott.
«Ehi, amico, grazie per la considerazione» sbuffò.
Stiles scoppiò a ridere, una delle poche vere risate da quando il Nogitsune si impossessò di lui.


 
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«Lydia, questa volta inizia tu» suggerì Kira, che era sdraiata letteralmente sopra Scott.
Da quanto si erano fidanzati ufficialmente, sfruttavano ogni momento disponibile per stare insieme e per avere anche un minimo contatto.
La rossa prese il pacco incartato con della carta gialla e lo porse a Malia, che lo scartò con tale violenza che rischiò di rompere qualsiasi cosa ci fosse nella scatola.
Un rumore metallico rimbombò per tutta la stanza, quando la ragazza aprì il pacco.
«Delle catene? Se volevi legarmi al letto, bastava chiedere. Conosci il detto chiedi e ti sarà dato?» disse Malia con una voce così arrogante che spinse Lydia a tanto così dal lanciarle in fronte il set di coltelli da collezione – risalenti all’epoca vittoriana – esposti nella teca di vetro.
«Punto primo: secondo il tuo elevato intelletto sprecherei parte della mia vita per passare del tempo decisamente inutile con te? Punto secondo: non sai ancora controllarti durante la luna piena, e hai rotto le ultime catene che hai comprato. E punto terzo: non è un detto, è una citazione tratta dalla Bibbia» si trattenne dal darle dell’ignorante per evitare di scatenare la Terza Guerra Mondiale.
Malia in tutta risposta ringhiò, ma non le rispose e prese la scatola di notevoli dimensioni affianco a lei.
«Peter, questo è per te» non era ancora abituata a chiamarlo papà, aveva bisogno di tempo. Non capita tutti i giorni di scoprire che il proprio padre, il padre biologico, è uno sclerotico omicida, per di più lupo mannaro – anche se quest’ultima cosa non le faceva più tanto effetto, considerando la sua natura.
Dopo numerosi tentativi di aprire lo scatolone senza distruggerlo, si trasformò per metà e con i denti staccò la parte laterale del cartone.
Numerose palline di polistirolo uscirono fuori e riempirono la superfice del tappeto.
«Dopo mangerai tutta questa massa di polistirene: tu hai fatto il casino, tu rimedierai» sbottò Lydia. Stiles sghignazzò, ma il sorriso gli morì sulle labbra non appena vide il regalo che era stato fatto a Peter. «Per quale motivo mi hai regalato un sacco da boxe?» sussurrò Peter sinceramente confuso. «Beh, sai… ultimamente i tuoi, uhm, raptus omicidi sono sempre più frequenti, quindi ho pensato che per far sbollire la rabbia potresti prendertela con questo» diede una botta al sacco, mangiucchiandosi le unghie per il nervosismo.
«E ti sei preoccupata così tanto per me da volermi comprare un sacco da boxe con i punti del Kroger?» (2)
«Non potevo permettermene uno serio, ho fatto quel che potevo» si scusò Malia, colpita da un’improvvisa sicurezza.
L’aria si stava facendo pesante, e Peter se ne accorse.
Sotto gli sguardi stralunati di tutti i presenti, abbracciò Malia e la ringraziò. Lei sorrise, le mancava quell’affetto paterno che per tanto tempo non le era stato riservato.
«Basta smancerie, adesso devo dare il mio regalo» Peter spezzò quel momento di familiarità che si era creato nella stanza.
Il solito insensibile, pensò Lydia.
«Scott, per te» fece l’occhiolino al diretto interessato.
«State insieme da tanto tempo tu e Kira, no? Vi serve uno… spunto da cui trarre ispirazione per le vostre notti infuo…» non riuscì a finire la frase perché Scott lo interruppe.
«Sì, ho capito.»
Aprì la busta e si ritrovò tra le mani un completo intimo di pizzo rosso.
Kira arrossì, le guance le si colorarono di rosa, e tutto il branco scoppiò a ridere, compresa Lydia. Stiles pensò che il suono delle risa che uscì dalla gola della rossa fosse quello più bello del mondo.
«Sei incorreggibile» fu la prima frase che Derek pronunciò dall’inizio dell’incontro, prendendo il giro lo zio che nel frattempo si era preso le peggiori maledizioni mentali da parte di Scott.
«Scott, dai il tuo regalo prima che Kira esploda per la vergogna» disse Stiles, senza riuscire a smettere di ridere.
Porse il pacchetto incartato con una plastica color Tiffany alla ragazza, che lo scartò con foga, ansiosa di scoprire cosa ci fosse nella confezione.
L’argento della collana risplendette contro la teca di vetro che racchiudeva tutti gli oggetti di valore appartenenti alla famiglia Martin, creando degli affascinanti giochi di luce.
«Scott» sussurrò flebilmente Kira, non riuscendo a trovare le parole giuste, «è bellissima.»
Poi si sporse a baciare il ragazzo. Fu un bacio casto, quello, come il primo – di una lunga seria – che si scambiarono.
«Sentite, so che alla vostra età avete tutti gli ormoni in subbuglio – insomma, ci sono passato anche io –, ma potreste anche evitare di dare sfogo al vostro amore davanti a noi» il sorriso sarcastico di Peter che Derek tanto odiava s’insinuò sul suo viso.
Kira scosse la testa, visibilmente divertita dalla situazione che si era appena creata.
«Oh, il regalo! Aspettate, l’ho posato sul divano per risparmiare spa…» non finì la frase perché, a causa della gambe lunghe di Stiles che si trovavano in mezzo alla stanza, inciampò e finì proprio sopra Derek.
«Giusto tu! Il regalo è per te, già» si alzò frettolosamente, rossa come un peperone, e si avviò verso il divano.
Tornò nella sala con una busta firmata Modani, grossa quanto uno di quei computer risalenti agli anni ’90. (3)
Derek aprì l’involucro colorato che avvolgeva il regalo e si ritrovò tra le mani un piumone con decorazioni natalizie che si alternavano tra il rosso ed il bianco, raffiguranti fiocchi di neve e diverse fantasie.
Prima che potesse chiedere spiegazioni, Kira parlò.
«Quando la settimana scorsa siamo venuti a casa tua per gli allenamenti ho notato che non avevi nessun addobbo, così ho deciso di comprarti qualcosa che potesse rendere il loft meno triste
Contro ogni aspettativa della ragazza, Derek si commosse. Era il primo regalo, dopo la morte dei genitori, che gli fu fatto per vero interesse, e non solo per cortesia come era stato l’anno precedente – Stiles gli regalò una bottiglia di spumante comprata all’ultimo secondo al supermercato affianco casa di Lydia, i lupi mannari nemmeno possono ubriacarsi!
«Mh, carino» bofonchiò Derek, prima di dare a Kira un impacciato abbraccio.
«Io ho pescato Stiles» quasi ringhiò l’ultima parola per l’abitudine.
«Ti ho preso una mazza da baseball, considerando che ho distrutto quella precedente per evitare di spaccarti la faccia» spiegò.
«Non posso provare nemmeno l’ansia di sapere cosa si trovi sotto questo foglio di giornale inutile? È la cosa più bella, l’attesa intendo» brontolò l’umano, strappando di malavoglia la carta.
«Non ti sei sprecato di incartare il regalo nemmeno lontanamente vicino all’aggettivo decente, si capisce che è una dannatissima mazza!»
«Dio, Stiles, la prossima volta la mazza ti arriverà in fronte» si lamentò scocciato Derek.
«Grazie» Stiles lo liquidò subito, «Lydia, il tuo regalo ce l’ho io».
«Ma non mi dire» la ragazza alzò gli occhi al cielo, sinceramente divertita dalla discussione creatasi tra i due.
«Oh, l’ho lasciato in macchina.»
«Hai il coraggio di chiamare quel catorcio macchina?» chiese Lydia con una faccia che avrebbe fatto scoppiare a ridere persino Severus Snape.
«Lydia, ne abbiamo già discusso: non devi per nessuna ragione al mondo offendere la mia Alexis.»
«Alexis? E chi diav… oh no, dimmi che non è vero. Non puoi aver dato un nome alla tua macchina» la ragazza assunse un’espressione sconvolta, e la sala si riempì del suono delle risate di tutte le persone presenti.
Stiles s’imbronciò ed uscì di casa con le chiavi in mano, per poi tornare un paio di minuti dopo con un pacco firmato Gucci.
Gli occhi di Lydia si illuminarono, strappò letteralmente la busta dalle mani di Stiles e tirò fuori la borsa che lui le aveva regalato.
«Oh, Stiles, è bellissima! Proprio l’altro giorno l’avevo vista con Kira, me ne ero perdutamente innamorata» disse tutto d’un fiato, saltando addosso a Stiles che, non sapendo cosa dire, si grattò la nuca.
Un dolce sorriso si allargò sul viso di Lydia, cosa che portò Stiles a pensare di trovarsi di fronte ad una dea.
«Ho anch’io un regalo per te, vieni» lo prese per mano e lui, sconcertato, si girò in direzione di Scott il quale, con un cenno del capo, gli fece capire di potersi fidare.

 
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Quando Stiles entrò nella camera di Lydia, la prima cosa che vide fu un mazzetto di vischio sul letto, legato ad un filo di lana rosso.
Il rosso quei giorni lo perseguitava.
Poi, però, con lo sguardo vagante per il resto della stanza, si accorse che sulla scrivania c’era dello scotch di grande spessore, e che sulle ante dell’armadio si reggeva una sedia con i poggioli.
Sono sopravvissuto ad uno spirito malvagio e morirò a causa di una banshee? pensò Stiles.
Come al solito la sua fantasia lavorò prima che la parte razionale del cervello potesse attivarsi, così giunse a conclusioni sbagliate.
Mentre Lydia stava cercando qualcosa nei cassetti della scrivania, Stiles iniziò a parlare, cauto.
«Davvero, Lydia? Vuoi uccidermi proprio ora? Facendomi inghiottire del vischio? C’è un branco di licantropi qui sotto pronti a massacrare chiunque osi alzare anche un solo dito contro di me. Okay, forse sto sopravvalutando la mia importanza nei confronti di questi quattro cani, ma il succo del discorso è questo.»
Una sonora risata attraversò il pavimento e giunse alle orecchie di entrambi gli umani.
Lupi mannari e il loro super-udito, tzè.
Lydia, senza smettere di fare quello che aveva iniziato poco prima, lo guardò divertita.
«Non sono sicura di voler sapere il motivo per cui hai pronunciato la precedente frase, quindi» enfatizzò quest’ultima parola «aiutami ad incollare con lo scotch il vischio sulle travi della porta.»
Stiles obbedì e si mise sulla sedia per arrivare alla parte più alta della porta – ecco a cosa serviva la sedia, pensò –, per poi attaccarci il mazzetto di vischio con uno strato di nastro adesivo.
Scese dalla seggiola e la spinse sul piede di Lydia che, perdendo l’equilibro, cadde tra le braccia di Stiles – esattamente sotto il vischio.
«Questo è il momento in cui dovresti baciarmi» sussurrò flebilmente Lydia.
Ed ecco a cosa serviva il vischio.
«Avresti potuto chiedermelo anche senza inciampare in modo tutt’altro che aggraziato sopra di me» disse Stiles, stordito dal profumo di vaniglia che gli inebriò le narici.
«Quanto tempo devo ancora aspettare in questa scomoda posizione prima che ti decida a posare la tua bocca sulla mia?» sbuffò per niente spazientita Lydia.
«Ottima scelta per il regalo, comunque» disse Stiles prima di fiondarsi sulle labbra della ragazza.
L’intenzione iniziale era quella di darle un bacio delicato, ma aveva atteso per così tanti anni la sensazione delle sue labbra su quelle di Lydia che non riuscì a comandare al cervello di staccarsi dal viso della ragazza, così quello che doveva essere solamente un bacio casto si trasformò in un intreccio sentimenti e passione.
Non fecero in tempo ad allontanarsi che la porta si palancò, dando la vista di uno Scott profondamente turbato.
«Ah, meno male. Vi state solo baciando. Non si sentiva più nulla da sotto e pensavo che Lydia ti avesse ucciso veramente, amico» disse senza prendere fiato, per poi sbattere la porta e lasciare i due ragazzi al punto dov’erano rimasti.

 
(1) La borsa, realmente, costerebbe 2360 € e oltre al fatto che il prezzo è espresso in euro anziché in dollari sarebbe un costro troppo elevato per un adolescente disoccupato.
Oh, l’oggetto in questione è rappresentato nella foto qui sotto:
Descrizione: http://www.gucci.com/images/ecommerce/styles_new/201301/web_full/318256_AP80Z_6420_001_web_full.jpg
(2) Firma di una catena di supermercati americana;
(3) Altra firma di una catena di negozi americana, questa volta riferita all’ambito domestico, in quanto si possono trovare solo oggetti legati all’arredamento.



Descrizione: http://emoticoner.com/files/emoticons/red-fox/red-fox-emoticon-09.gif?1292871602
Spazio autrice: hehehey! Se siete arrivati fin qui vi meritate il premio Miglior sopportatore 2014 perché vi siete sorbiti ben otto pagine di shot *ricevono una standing ovation*
So che Natale è passato da ben tre giorni e che tra poco inizierà il 2015, ma non è assolutamente colpa mia se i parenti mi costringono a giocare a tombola e altri giochi stupidi come salta-cavallo.
Ho iniziato a scrivere questa shot... non so, il 20 dicembre?, e non sono riuscita a finirla prima di Natale – mi perdonate, vero?
Ho così tante cose da dirvi che ho dovuto segnarmele tutte su un foglio per evitare di dimenticarmene qualcuna – non sto scherzando, vi metterei la foto se il mio telefono non si trovasse dall'altra parte della casa.
Iniziamo con: vi è piaciuta questa roba? Quando scrivo qualcosa sul fandom di Teen Wolf ho sempre paura di non riuscire a caratterizzare i personaggi, e voi non avete idea di cosa io faccia quando sono in ansia.
Un'altra cosa che volevo farvi sapere è che la parte Steep (sarebbe l'amore che prova Stiles nei confronti della sua Jeep, credo) in cui Stiles chiama la sua macchina per nome non è esattamente sale della mia zucca, infatti ho preso ispirazione dalla storia di _eco – questa qui – che vi consiglio di leggere.
L'estrazione dei nomi per fare i regali è una tradizione che si svolge da non so quanti anni nella società in cui gioco, mi è sembrata un'idea carina e l'ho inserita in questa storia.
Adoro i battibecchi stile New Girl che ci sono tra Stiles e Derek, così ho creato una scena all'interno della shot dedicati ad essi per far diventare la storia un po' più simpatica – ammettetelo che è stata la parte più divertente, ammettetelo.
Ci sono quattro scene in questa shot che ho scritto per il semplice motivo che nella mia testa sembravano esilaranti (sì, sono consapevole del fatto che questa parola non si usi più dalla nascita di Hitler perché l'ho messo in mezzo?) – ho anche trovato un nome adatto per ognuna di esse: L'Alzheimer di Stiles, L'incapacità motoria di Kira (cfr. 4x04), La perversione di Peter e L'idiozia di Stiles.
So che la parte Stydia presente nella shot è quasi nulla (mentre scrivevo la storia stavo per dimenticarmi che quest'ultima era incentrata su questi fighi assurdi Stiles e Lydia), ma stavo prendendo gusto a scrivere una sorta di Natale tipo del branco *tira una testata contro la scrivania*
Spero solo di non aver distrutto le vostre aspettative – okay, è esagerato. Avrei voluto basare la storia sugli Stydia, invece mi sono ritrovara con una cosa che non ha nè capo nè coda.
Non ha alcun senso quello che ho appena scritto.
Prima di iniziare a scrivere cose che non c'entrano assolutamente nulla con la storia – e per evitare di fare un papiro lungo quanto i Rotoloni Regina – mi dileguo, sperando in un'assoluzione di questo peccato (si dice così, vero?)
Oh, vi faccio in ritardo gli auguri di Natale ed in anticipo quelli per Capodanno.
Un bacione,
Gnarly

P.S. Non picchiatemi per la banalità della canzone, please.



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