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Autore: ABaker44    28/12/2014    3 recensioni
"Buon viaggio. Ti amo."
*
Ancora una volta mi ritrovo a modificare cose che mi hanno lasciata perplessa.
Una di queste cose è il finale dell'episodio 4x24.
Come vanno avanti le cose nel mio mondo dove Jisbon è ovunque? :P
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Jane/Lisbon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4x24
 
"Buon viaggio. Ti amo."
*
"La cosa che hai detto, prima di spararmi, cosa intendevi?"
"Cos'ho detto? Ero un po'.. Eccitato."
*
"Stai bene?"
"Si..."
Mi prende la mano. Resterei così per ore.
*
Interroghiamo Lorelei.
Non ha voglia di parlare.
"Non dirò mai niente."
"Si invece." Dice lui andando dietro di lei, appoggia le sue mani sulle sue spalle, la bacia in testa e esce dalla stanza.
Lo guardo sorpresa, arrabbiata, non capisco.
Lorelei mi fissa, con un sorriso, come se avesse voglia di raccontarmi tutto quello che è successo tra lei e Patrick. 
Non m'importa.
Patrick ama me, almeno credo, me l'ha detto, ha detto che non si ricordava ma quelle due parole me le ha dette.
Esco dalla stanza e fisso Lorelei per l'ultima volta, questa volta sorrido io: potrà sempre dirmi quello che è successo tra Jane e lei, ma da dietro le sbarre di una prigione non avrà più importanza.
La porta si chiude alle mie spalle e torna la rabbia.
Che razza di essere umano è Patrick? 
Non ha neanche il coraggio per dirmi che si ricorda quello che ha detto.
Se lo ricorda di sicuro.
Lo vedo in piedi da parte al suo divano, con una tazza di tè in mano.
"Jane?" Dico avvicinandomi a lui.
Sono decisa, vado a parlargli, ma quando vedo il suo sorriso da ebete quando si gira per rispondermi "si?", non resisto alla tentazione e la mia mano va a sbattere contro la sua guancia, provocandomi un piacere immenso.
La tazza che Patrick aveva in mano cade, probabilmente Jane non si aspettava una sberla.
Porto gli occhi alla tazza, i frammenti sono bianchi, non era la sua tazza, era un'altra, peccato.
"Per.. Cosa?.." Prova a chiedermi Patrick con un espressione sorpresa. 
Non è arrabbiato, è sorpreso.
In realtà sono sorpresa anch'io, perché ho fatto questo?
Non è però il momento di scusarmi.
D'altro canto c'è tè e frammenti di tazza ovunque per terra e pure sui nostri pantaloni.
"Non volevo..." Comincio a dire.
Mi sento ridicola.
"Non pensavo che avresti mollato la tazza, mi dispiace." 
È ancora peggio, sembro una pazza e lui mi sta guardando come se ne fossi una.
"Non è quello che volevo dire.." Dico per provare a dire qualcosa di intelligente. 
"Teresa? Vuoi parlare?" Mi chiede lui.
Forse ha capito.
Cerco di sorridergli e lui capisce che è quello che voglio.
Ci siamo solo noi due, gli altri tre si stanno occupando di Lorelei.
Patrick mi fa segno di accomodarmi sul divano e io mi siedo in un angolo, imbarazzata di dover parlare con lui di quelle due parole.
"Teresa, è difficile." Mi dice seriamente.
"Cosa?" Chiedo.
"So quello che ho detto prima di spararti." Mi dice senza distogliere lo sguardo dai miei occhi.
Rabbrividisco, ha capito.
Lo fisso anch'io.
Quindi? Tanto lo sapevo, vai avanti cretino.
"È difficile parlare di queste cose..." Riprende.
"Quando ho dovuto spararti non ho potuto trattenermi, ero eccitato come ho detto e quelle due parole mi sono uscite da sole." Continua.
"L'ho detto perché sapevo che andavo in contro a qualcosa di pericoloso e avrei potuto non più rivederti..." Mi dice distogliendo lo sguardo per la tristezza più che per l'imbarazzo.
Non so cosa dire, vai avanti Patrick, per favore.
"Scusa, ho agito come una persona immatura, avrei dovuto essere sincero, non dire che non mi ricordavo niente." Dice.
Lo fisso perplessa, non mi aveva detto niente di soddisfacente.
Forse ha capito che non ero soddisfatta, non dovevo fissarlo in questo modo.
"È difficile, devi capirmi, però quello che ti ho detto prima di spararti era la verità, Teresa." Mi dice.
Allora ridimmelo.
"Io... Ti amo."
Gli sorrido, o almeno credo di avergli sorriso, di sicuro non era un bel sorriso, era il sorriso di una disperata che finalmente aveva ottenuto quello che voleva.
Si avvicina a me.
Forse il mio sorriso gli è piaciuto.
Si avvicina ancora di più, le sue labbra sono a pochi centimetri dalle mie.
Chiudo gli occhi e lascio le mie labbra unirsi alle sue.
Sento come un'esplosione di gioia e di calore al mio interno.
Lui affonda una mano nei miei capelli arruffati e mi stringe a lui.
Non ho intenzione di scappare, te lo prometto.
I momenti belli non durano per sempre, però avrei voluto che questo momento finisse diversamente.
Qualcosa ci interrompe, dei passi.
Tre persone sono appena entrate nella sala.
I passi si fermano, ho gli occhi ancora chiusi e le labbra ancora contro quelle di Patrick, ma intuisco che gli sguardi delle persone che sono appena arrivate sono sorpresi, molto sorpresi.
Cho, Rigsby e Van Pelt.
Fantastico.
Sono il loro capo, ho impedito la relazione tra Rigsby e Van Pelt e ora mi ritrovano a fare qualcosa che gli avevo impedito.
Le nostra labbra si separano ma rimaniamo a pochi centimetri di distanza, come se gli altri non fossero da parte a noi.
Anche aprendo gli occhi, io non li vedo, sono dietro di me, Jane li vede, ma li ignora.
Quel momento magico è finito e torniamo alla realtà e in questo momento non so se scappar via urlando o se baciare di nuovo Patrick.
Jane sposta lo sguardo da me a qualcosa dietro di me.
I tre non si sono mossi.
"Non avete niente da fare?" Gli chiede Jane.
Io chiudo gli occhi esasperata e imbarazzata.
Poi all'improvviso mi viene in mente Rigsby che bacia Van Pelt sotto ipnosi e non mi sento più così ridicola.
Patrick deve aver pensato alla stessa cosa perché so alza e si dirige verso Wayne.
"Ora puoi dirti che non sei più l'unico a cui è capitato!" Dice ridendo.
"Ora tornate al lavoro, io... Ho cose da fare." Dice Patrick guardando verso in frammenti di tazza che erano rimasti per terra.
Jane esce dalla sala, ma gli altri non si sono ancora rimessi a lavorare, mi guardano in maniera strana.
"Allora? Cosa aspettate? Tornate a lavorare!" Dico in tono severo.
Mi volto e esco dalla sala pure io.
Sorrido.
Sorrido perché so che mi ha sentita e so che sta sorridendo pure lui.
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Colgo ogni occasione per modificare qualcosa di un episodio, lo ammetto hahaha.
Spero che vi piaccia ;)
I vostri commenti sono i benvenuti.
   
 
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