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Autore: chrisefp    29/12/2014    2 recensioni
Una storia che approfondisce la relazione tra Christiane F. e Detlef R. con l'ambientazione di una Berlino fredda e in overdose dall'eroina.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Era una delle solite e noiosissime giornate di primavera a Berlino, anche se io continuavo a vedere il cielo di un grigiastro triste come quella città.
Erano le tre meno un quarto e domani partivo per la mia disintossicazione definitiva dall'ero, ma avevo una gran voglia di farmi la mia ultima pera.
Detlef era scomparso da due giorni, dalla morte di Axel alloggiava da un suo cliente che aveva perso la testa per lui ed in cambio riceveva i suoi quaranta marchi quotidiani da spendere per la sua dose di ero. Lui era sempre alla stazione verso le quattro o le cinque ed io volevo esserci, volevo salutarlo per l'ultima volta, convincerlo a venire con me alla comunità per tossicodipendenti e uscirne puliti insieme. 
Nonostante lui oramai era mentalmente fuso dall'eroina, io continuavo ad amarlo, mentre lui.. non so neanche come definirlo, era diventato uno zombie, stava in piedi solo grazie ad essa, mentre lo bruciava all'interno.
Quel giorno volevo parlare con lui e magari fargli risparmiare quei quaranta marchi per un altro giorno, quando io non ci sarei stata.. volevo parlargli mentre era ancora "cosciente".
Mentre aspettavo Detlef dovevo trovare i miei venti marchi per la spada di quella sera. A quell'ora non c'erano mai i clienti alla stazione, ma solo un giro di automobilisti che passavano le loro giornate a fare il giro per la stazione e a sequestrare le ragazzine bucomani con le loro sporche macchine.
Babsi e Stella andavano spesso con gli automobilisti e quindi mi raccontarono che per non essere sequestrata per quei tre o quattro giorni dovevo scegliere gli automobilisti che avevano sulla cinquantina oppure quelli che avevano un sedile da bambino nell'auto. Di solito loro erano i più gentili rispetto agli altri, quindi stetti un po' fuori dalla stazione ad aspettare di intravedere qualche automobilista.
Dopo circa dieci minuti trovai quello giusto, era stato piuttosto gentile con me, mi diede trentacinque marchi, più di quanto io volessi e inoltre mi accompagnò anche al Politecnico dove di solito il giro di spacciatori che frequentavo di più era lì nel pomeriggio. Presi il mio quartino di ero e lo misi dentro la plastichina che avvolgeva la carta d'identità
.
Raggiunsi la metro e tornai alla stazione di Kurfürsterdamm. Subito cercai Detlef e lo trovai mentre stava andando a farsi la pera con Bernd. Lo chiamai urlando: Detlef! lui si girò e sorrise, corsi verso di lui e presi le sue mani, erano così fredde.. senza neanche guardarmi, mi baciò ed in quel momento sentii che nonostante l'eroina lo stesse facendo morire, lui provava ancora qualcosa per me.
Io lo guardai e gli dissi:
 Senti Detlef, domani io parto per andare al Narkonon, voglio passare queste ultime ore con te, fare l'amore e domani svegliarmi con te che mi accarezzi i capelli.. lui annuisse e disse: Certo, se è questo che vuoi.. io lo guardai con una felicità immensa, adesso sapevo che quei due giorni passati senza di lui non erano l'inferno, ma lo erano quelle due settimane che dovevo passare alla comunità.
Salutai Bernd e presi Detlef per mano, lui mi bloccò e disse Devo farmi questa spada o sennò non ci arrivo a domani senza stare a ruota. io gli dissi che avevo anch'io un po' di roba e che mi sarei fatta l'ultima pera stasera, quindi se lui ce l'avrebbe fatta ci saremmo fatti l'ultima spada insieme a casa mia. Lui ci stette subito e andammo a prendere la metro, tornammo a casa e mia madre ci fece trovare una cenetta solo per me e Detlef. 
Mia madre, nonostante sapesse che anche lui era un bucomane, gli voleva un sacco bene.
Io e Detlef eravamo sul letto e iniziammo a farci le coccole, era proprio bello, era tutto come volevo.. mancava solo che lui venisse a disintossicarsi con me, poi tutto sarebbe tornato normale e perfetto.
Dopo un po' ci addormentammo ma ad un certo punto lui iniziò a tremare, e a sudare.. capii che era a ruota, quindi lo trascinai in bagno e ci facemmo la pera.
Restammo sballati per un po' ma non tanto quanto tutte le altre volte, oramai avevamo dormito ed eravamo abbastanza freschi, allora iniziammo a parlare e gli chiesi se voleva disintossicarsi con me ma lui disse che non aveva tempo e che sarebbe andato in comunità appena io mi sarei disintossicata.
Credetti a ben poco di quello che lui disse, però feci finta di crederci ugualmente.
Quella sera facemmo l'amore di nuovo, fu come la prima volta quell'ultima volta.. eravamo uniti in tutti i sensi, lui era bellissimo, tutto era bellissimo con lui.

La mattina seguente dovevo partire con mia madre per raggiungere il Narkonon.
Detlef dormiva ancora, nel frattempo dovevo prepararmi anche se per andare in un posto del genere avrei potuto andarci nuda. 
Non riuscivo a capire cosa stessi provando veramente, volevo veramente pulirmi ma contemporaneamente non volevo perché d'altronde ero stata io a voler diventare una bucomane.
Detlef si era svegliato, forse aveva sentito tutto il casino che c'era nella mia testa in quel momento.
Mancava mezz'ora e sarei dovuta essere al Narkonon, chiesi velocemente a Detlef se volesse venire anche lui e accettò, corsimo fuori di casa con mia madre e raggiungemmo la comunità, entrammo e io dovetti salutare Detlef, sapevo che sarebbe stato difficile ma ce l'avrei fatta anche da sola.. anche senza Detlef.

Erano passati dieci giorni, non era stato tanto difficile, d'altronde ci imbottivano solo di Valium e di Valeron.
Mi mancava Detlef, mi mancava più dell'ero, più del mio giro, più dei miei gatti, più di qualsiasi altra cosa. 

Sopravvissuta anche a quei quattro giorni, tornai a casa dai miei gatti. Decisi di andare subito alla stazione per vedere Detlef, ma mia madre non voleva assolutamente, immaginava che se fossi andata lì e avrei visto tutta quella gente mi sarei bucata di nuovo e forse immaginava bene. Era un circolo vizioso, finivo di stare a rota e mi bucavo.. non c'era via di uscita, ma questa volta volevo farcela quindi mia madre decise di prendere la macchina e andò a prendere Detlef. 
Quando arrivarono e vidi Detlef sorrisi e lo abbraccia stretto a me, mi sentivo in qualche modo più forte con lui.. pensavo: "Schiacciatemi pure a dovere, tanto mi rialzo comunque.".
Detlef dovette tornare a casa del suo cliente, oltre ad essere gelosa avevo anche paura, avevo paura che stando con quel lurido frocio lo diventasse anche lui e provavo tale disgusto.
Passati due giorni, chiusa in casa, potei uscire finalmente e andai alla stazione dove incontrai Babsi, era proprio ridotta male.. mi disse che se non si fosse ripulita sarebbe morta, io non potevo neanche immaginare una cosa del genere, non riuscivo ad immaginare la mia Babsi morta.
Il giorno seguente tornai alla stazione e mi incontrai con Detlef e Bernd, avevano appena comprato la roba e dissero che stavano andando a farsi una spada, io li guardai come se non m'importasse nulla ma la mia mentre.. la mia mente dipendeva ancora dall'ero, in quella comunità non sapevano nulla della droga. Corsi da loro e capirono subito cosa volevo, pensai: "Ma cosa sarà mai un buco, basta che non esageri e che non torni a ruota.. adesso posso smettere quando voglio". Era ridicolo, io stessa sapevo che la mia mente era totalmente dipendente dall'ero ma facevo finta di non crederci. 
Mi feci la mia pera, da quanto ero sballata andai con Detlef a casa del suo cliente, ci addormentammo abbracciati l'uno all'altra ma lui era di nuovo a ruota.
Rolf, il suo cliente, lo svegliò per andare con lui, ci andò senza fiatare, aveva bisogno di bucarsi, così lui gli diede una spada e se la sparò in vena.
Io mi riaddormentai ma dei gemiti mi svegliarono, sperai che non era Detlef, sperai che non lo stessero facendo mentre io ero lì.
Quando Detlef tornò gli dissi che sarei andata a casa e che ci saremmo rivisti nel pomeriggio alla stazione, allora presi la mia roba e tornai a casa e mia madre scoppiò. Si infuriò e di conseguenza io mi arrabbiai tanto che gli dissi: Cristo!, adesso non posso neanche stare una notte con il mio ragazzo? Se devo stare chiusa in questo posto mandami da papà, no? lei subito si zittì, mi avvicinò a sé e mi controllò le braccia ma non notò nulla perché mi bucavo sulle mani di modo che non se ne accorgesse.
Il pomeriggio stesso andai da Detlef alla stazione e ci sparammo un'altra dose.. quando tornai a casa mi misi a letto con il gatto e mi addormentai, poi iniziai a tremare, la vista si ofuscò e sudavo, mi accorsi che ero a ruota di nuovo, ormai bastava poco per tornare a ruota dopo varie prove di disintossicazione.
Resistii fino alla mattina stessa.. stavo proprio male, mi trascinai fuori dal letto, mi misi i primi stracci che avevo e andai alla stazione, incontrai Babsi e anche lei era a ruota ma lei non aveva più bisogno di andare coi clienti per procurarsi l'ero perché aveva un protettore.. io avevo bisogno di bucarmi, allora andai da lei e ci sparammo un quartino per ognuna. 
Passarono un po' di giorni, o settimane.. non lo so, non avevo più la minima idea di quanto tempo passava, che giorno era, se si festeggiava Natale o San Silvestro, vivevo per l'eroina e per Detlef, che non vedevo da giorni.. lui non c'era più.
Andai alla stazione, stavo a rota da ore ma non avevo neanche un soldo per la roba, allora girai come uno zombie per la stazione alla ricerca di Babette e lei non c'era, avevo un fottuto bisogno di un trip. Era diventato buio, io ero a ruota e sentii che adesso potevo pure morire, poi un cliente mi si avvicinò e voleva che io andassi con lui, gli tirai dei calci per scacciarlo via con la poca forza che mi rimaneva, poi pensai che davvero non volevo morire per colpa di essere a rota, ma volevo almeno morire come tutti gli altri.. a causa dell'ero, volevo morire come una bucomane di Berlino, proprio ciò che ero. 
Allora corsi da quel disgraziato e andai con lui, voleva che lo frustassi, così per tenermi viva usai quella poca forza che mi rimaneva e mi diede direttamente una spada.. mentre lo zombie che ero diventata camminava per le strade buie di quella Berlino fredda e morta, passai da un vecchio bazar e lessi "Un'altra quattordicenne uccisa dalla droga nella stazione di Kurf
ürsterdamm, Babette Babsi Döge
", ero troppo sfinita dentro che non mi resi abbastanza conto di quello che avessi appena letto.. raggiunsi il primo bagno e con la calma più assoluta mi iniettai la mia ultima dose di eroina nella vena, sapevo che sarebbe finita, il mio corpo, o quel che ne restava, era totalmente imbottito di eroina che non sarei sopravvisuta un giorno in più.
Non mi importò più di nulla, neanche di Detlef.
Mi accorsi veramente che non c'era più niente di me in me, dipendevo dall'eroina e dipendevo da Detlef.
L'eroina si era infilata nel nostro amore senza che noi ce ne accorgessimo. Il nostro amore dipendeva dall'eroina come i nostri corpi e le nostre menti. 
Morii in quel lurido cesso di Berlino il 17 Marzo 1977. Non so come abbiano fatto a ritrovarmi, non so che fine abbia fatto Detlef.. forse sarà morto, forse avrà tante malattie che morirà all'improvviso senza neanche accorgersene o forse morirà come tutti noi, a causa dell'eroina.. la nostra ragione di vita e di morte.





 
   
 
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