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Autore: Mimi18    13/11/2008    10 recensioni
{Auguroni Rory!}
[...]-Sakura, è morto. Nemmeno tu puoi fare qualcosa.-
Voleva solo che stessero tutti zitti.
Naruto, dopo tutti gli sforzi che aveva compiuto, non poteva essersene andato.
Non lo accettava.[...]
[...]-Avresti dovuto capirlo quattro anni fa, Sakura.-, lei spalancò gli occhi sentendo il respiro di Sasuke sulle sue labbra, -Non sono un amico così in gamba. Non sto facendo tutto questo per Naruto, ma per me stesso.-[...]
[Sasuke x Sakura]
Genere: Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ho notato che ci sono davvero pochissime FF su Sasuke Uchiha e Ino Yamanaka

[Regalino a colei che con il SasuSaku dominerà il mondo: Rory.

LA Pantera Nera per eccellenza.]

 

-Sakura, allontanati.-

La voce spezzata di Kakashi le arrivò a malapena all’orecchio; non che ci fosse rumore, l’unico suono erano i suo singhiozzi spezzanti.

Se ne stava piegata sul corpo inerme di Naruto, cercando di impastare le ultime gocce di chakra che le rimanevano nel corpo, martoriato da quell’ultima battaglia.

Sapeva benissimo, Sakura, che dietro di lei altri la stavano guardando con la medesima espressione del Sensei: pietà, dolore, disperazione.

Ma lei non si era ancora arresa.

Implorava quel dannato corpo a muoversi: voleva che Naruto si svegliasse, che la rassicurasse come al solito, assicurandole che tutto andava bene.

E che non c’era nessuna ferita che squarciava il suo petto.

-Sakura, è morto. Nemmeno tu puoi fare qualcosa.-

Voleva solo che stessero tutti zitti. Naruto, dopo tutti gli sforzi che aveva compiuto, non poteva essersene andato.

Non lo accettava.

-Sakura-, una voce diversa da quella di Kakashi; una voce ritrovata, pacata e, per la prima volta, compassionevole. Poggiò una mano bianca sulla spalla di Sakura, attendendo che la ragazza si voltasse.

-Sas’ke..-

-Andiamo. Lasciamo che portino il suo corpo in un luogo più appropriato.-

Come se nulla fosse, la sollevò da terra, stringendo le spalle – mai gli erano sembrate così sottili – con un braccio.

Per la prima volta, pensò Sakura, quello accanto a lei nell’inferno...era Sasuke.

 

Tutto scorre..

-Two months later-

 

Lo senti? È il rumore di qualcosa che si spezza.

Sono i sentimenti che il cuore non riesce più a contenere.

-Secret Unrequited Love-

 

Sakura si ravvivò alla bell’e meglio i capelli, stretti in una crocchia severa così da non darle fastidio durante il lavoro; se ne stava in piedi, appoggiata allo stipite della porte che dava sulla camera di TenTen.

Per la prima volta la vedeva con i capelli sciolti, debole ed indifesa in un bianco letto di ospedale; gli occhi chiusi e la bocca coperta da una mascherina verde.

Erano passati due mesi dal giorno in cui TenTen era entrata in coma. Sessantuno giorni dalla morte di Kiba e Hinata. Da quando Neji non avrebbe più potuto usufruire delle sue gambe, da quando Choji non avrebbe più sorriso né mangiato patatine.

Da quando Naruto li aveva lasciati tutti.

Sbatté con rabbia la porta, facendo bestemmiare Rock Lee a bassa voce: quando Neji non poteva, il ragazzo era sempre al capezzale della compagna di squadra con una speranza negli occhi neri.

Con le mani infilate nelle tasche, Sakura procedette spedita verso l’uscita dell’ospedale, ignorando il fatto che mancavano ancora dieci minuti alla fine del suo turno.

Una volta oltrepassata la porta, si stupì del buio che era calato su Konoha: eppure erano solamente le sei e mezza di sera.

I capelli furono liberati dalla severa acconciatura, liberi si spandersi al venticello fresco che soffiava in quel preciso istante.

Strizzando le palpebre, Sakura individuò una figura seduta poco distante da lei, sulla scalinata dell’ospedale.

Si avvicinò a lui, riconoscendo in anticipo il ventaglio rosso e bianco disegnato sul Kimono tipico che Sas’ke Uchiha era solito indossare.

-Yo.-, Sakura si premurò di coprirsi le gambe, mentre si accomodava accanto al giovane, che la salutò con un semplicissimo cenno del capo.

Non che avesse altro da fare, ma Sas’ke Uchiha non era mai stato un tipo loquace: Sakura si ricordava ancora i primi tempi all’accademia, luogo dove l’unico che riusciva a strappare più di una qualche frase seccata era Naruto Uzumaki.

Istintivamente, si portò una mano a scostare la frangetta in modo da coprire gli occhi, leggermente velati da lacrime dispettose.

Sas’ke fece finta di nulla, sollevandosi e porgendo una mano alla ex compagna di Team che l’afferrò simultaneamente, come faceva da qualche tempo – un mese e diciassette giorni.

Sì, li aveva contati uno ad uno: Sasuke era tornato al villaggio dopo il sacrificio di Naruto; Sasuke era tornato al villaggio dopo aver passato un’intera notte a consolarla; Sasuke era tornato al villaggio ed ogni momento libero l’aveva passato, silenzioso ed imperscrutabile come suo solito, accanto a Sakura.

-Mi accompagni a casa?-, domandò per spezzare quel silenzio surreale che quattro anni prima non ci sarebbe mai stato.

Un po’ per quel casinaro dai capelli dritti, un po’ per le sue moine da bambina; ma si divertivano, inutile negare il sorriso che tutti e tre avevano stampato sul viso, una volta chiusisi la porta di casa alle spalle.

Si sfregò le braccia, rabbrividendo a quei pensieri. Non avrebbe mai immaginato che di quei tre genin senza speranze sarebbero rimasti in due...ancora.

Quando Sas’ke, per un motivo che lei ancora non comprendeva, le aveva salvato la vita due mesi prima, aveva visto il viso di Naruto illuminarsi come non succedeva da – troppo – tempo. E il filo rosso che li legava si era cucito di nuovo, unendoli per poche, pochissime ore prima della disfatta.

Sakura si morse il labbro inferiore con rabbia, aumentando il passo.

-Rallenta.-, fa Sasuke pur standole dietro come se non fosse cambiato nulla; sembrava quasi che si sforzasse a stare al suo passo, piuttosto.

-Non mi va di stare troppo per strada; la gente-, indicò con un gesto enfatico della mano, -ci osserva. Mi danno sui nervi.-

Ringhiò sottovoce, maledicendo il ragazzo accanto a lei quando lo sentì ridacchiare sommessamente; incontrando i suoi occhi scuri, tuttavia, non poté fare a meno di rabbrividire di nuovo – ma nessun vento soffiava, in quel momento.

-Penso che la gente osservi me, Sakura.-

Ovvio, avrebbe voluto dirgli. Non era di certo lei quella che aveva abbandonato Konoha per vendetta.

Ma se ne stette zitta, limitandosi a scrollare le spalle.

Avevano taciuto entrambi su quanto fosse successo negli anni passati fra di loro; nessuna questione, nessuna, era stata sfiorata o graffiata leggermente.

Avevano mantenuto in reciproco accordo un silenzio quasi fastidioso, alle volte: Sakura non sapeva niente di Sasuke, se non tre cose fondamentali, che rifacevamo sempre a Orochimaru, Itachi, Akatsuki. O Akatsuki, Itachi, Orochimaru.

Per il resto, il vuoto totale.

Sasuke – ovviamente il destino non era parziale – sapeva molte più cose sul conto di Sakura: sapeva del praticantato come medic-ninja, del suo addestramento con Tsunade; probabilmente, sapeva perfino i giorni e gli orari in cui lavorava all’ospedale, visto che lo trovava sempre ad aspettarla come una mezz’oretta prima, facendo finta di essere capitato li per caso.

-Sai-, sbottò Sakura senza entusiasmo, fermandosi in mezzo alla stradina deserta che portava a casa sua,  -penso che tu debba smetterla di comportarti come avrebbe fatto Naruto.-

Sasuke alzò un sopracciglio scettico, mordendosi il labbro inferiore. Sakura cercò in tutti i modi di pensare che quel gesto lo rendesse più sexy di quanto già non fosse.

-Non...devi venirmi a prendere tutti i giorni. So che hai gli allenamenti e che, anche se lo nascondi bene, ti secca abbastanza.-, borbottò voltando lo sguardo ed impiantandolo su un sassolino ai suoi piedi.

Sasuke si mosse d’un passo, arrivando a pochi centimetri dal capo color pastello della ragazza; da quella distanza poteva sentire benissimo il profumo dolciastro del suo shampoo.

Allungando una mano verso la ciocca di capelli rosati, sorrise.

Sorrise per l’espressione di Sakura, misto fra stupore e imbarazzo.

Sorrise perché riusciva a capire come Naruto dovesse sentirsi in quelle situazioni.

Sorrise perché, in quel momento, non era solamente lui ad accarezzare la nuca di Sakura; con lui, silenzioso per la prima volta, c’era anche Naruto.

-Sai, Sakura-, scostò leggermente il ciuffo dalla sua fronte, in modo da farla arrossire; come al solito, quel punto le provocava un certo imbarazzo. –come al solito dimostri di non conoscermi.-

Avrebbe ribattuto Sakura in un’altra occasione, rispondendogli che, come al solito, la sottovalutava.

Ma la mano di Sasuke si era mossa con una lentezza infinita sulla sua guancia, trovandone un piacevole luogo di sosta.

Non l’aveva mai avuto così vicino, a meno di non contare la volta in cui Naruto aveva preso l’aspetto di Sasuke e aveva tentato di baciarla.

Deglutì rumorosamente, facendo inclinare il capo al ragazzo.

-Avresti dovuto capirlo quattro anni fa, Sakura.-, lei spalancò gli occhi sentendo il respiro di Sasuke sulle sue labbra, -Non sono un amico così in gamba. Non sto facendo tutto questo per Naruto, ma per me stesso. Voglio riconquistare ciò che è mio.-

E, senza dire nulla, non le permise di parlare. Sigillò la sua bocca, facendole mozzare il fiato in gola.

Sakura lo sentì subito. Il suono di un boato infondo al suo stomaco e uno strappo.

I sentimenti per Sasuke relegati per una forza superiore in un angolo dimenticato del suo cuore erano esplosi a causa di un bacio. Quei sentimenti rimasti sopiti per anni e anni, che avevano imparato a provare piacere alla presenza costante di Naruto e alla mancanza di Sasuke si erano manifestati, facendola aggrappare con forza al kimono bianco del giovane.

In quel momento la consapevolezza che nessun casinaro biondo avrebbe interrotto quel momento le fece pizzicare gli occhi.

Nessuna manifestazione di gelosia, nessuno sguardo seccato e invidioso; niente di niente.

Solamente il silenzio rotto dal rumore del loro primo bacio.

Un bacio che rappresentava l’inizio e la fine.

La fine del primo amore per lasciare posto a sentimenti più maturi, che conoscevano la sofferenza e la tristezza della perdita.

E Sakura era pronta, nonostante non ci fosse più Naruto, pronto a consolarla in caso di bisogno o a farla ridere, per far cessare le sue lacrime.

Era pronta ad amare Sasuke dopo tutto il dolore che le aveva causato, dopo tutti gli anni che erano trascorsi, dopo tutto quanto.

Con una nuova forza nel cuore, pronta ad affrontare gli altri mille ostacoli che la vita le avrebbe messo di fronte, Sakura permise per l’ultima volta a Naruto di infilarsi nei suoi pensieri, prima che Sasuke la stringesse più forte, quasi a volerla consolare.

E Sakura fu sicura di una cosa: Naruto sarebbe stato fiero di loro, seppure un po’ geloso.

 

-Grazie, Sakura.-

-Grazie, Naruto.-

-Grazie, Sasuke.-

 

 

* *** *

 

Se siete arrivati fin qui e mi state odiando vi comprendo.

Orribile, noiosa, clichè.

Ma bisognava dare una spolverata di SasuSaku in questo giorno molto speciale.

Tanti auguri, Rory!

Diciamo che...ne sono abbastanza insoddisfatta; ho decimato Konoha senza pietà, lasciando la vita di TenTen appesa ad un filo.

L’unico sfizio che mi sono tolta è l’omicidio di Kiba. *_*

Lasciatemi con i miei vaneggi, va..

Rinnovo gli auguri a quella sacra Pantera che, per prima, è riuscita a farmi apprezzare questa coppia!

 

Mimi

 

   
 
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