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Autore: Akira Yuki    29/12/2014    1 recensioni
Lord Samuel, discendente di un nobile casato di Parigi, è tra i pochi nobili che si occupa del bene dei più poveri. E' considerato da tutti un angelo per via della sua sconfinata bontà. Ma la predizione del fratello rinnegato si avvererà: l'angelo cadrà, consumato dalle fiamme alimentate dal desiderio verso una donna.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Mi chiamo Samuel e sono figlio di un casato nobile quanto ricco. Qui, a Parigi, sono tra i pochi nobili che invece di oziare si dà da fare per aiutare i poveri. Purtroppo ce ne sono molti, e non mi vergogno a dire che ho più amici tra di loro che tra i ricchi.
Anche oggi, è l’alba, e io devo dirigermi in chiesa per la messa mattutina. Sì, vado spesso in chiesa, anche se non bado molto al fatto di andare in Paradiso o no.
Vesto di un elegante nero, con una giacca bianca. Infine un cappotto lungo accentua la mia portanza e la mia altezza (sono circa 1,85). Ho la carnagione chiara, per questo il nero non mi sta poi male. Infine un cappello nero ma non troppo vistoso copre i miei capelli neri e mossi. Non li tengo molto corti in realtà, mi piace che mi incornicino il viso. Ho gli occhi di un colore blu scuro.
In chiesa, di questi tempi, c’è sempre molta gente, ma io vado con calma, salutando tra le via del paese alcuni conoscenti. 
-Oh, Lady Angelique..-. La salutai, baciandole la mano e facendo la riverenza. Era una bella donna, anche lei di casato nobile: lunghi capelli castani e un viso angelico.
-Lord Samuel.. Che piacere incontrarla.. Anche stamattina in chiesa?-. Sorrideva. Lei non vi andava spesso.
-Già, anche oggi-. Sorrisi, era impossibile non farlo quando ti trovi davanti una così dolce fanciulla.
-Lord Samuel, non è che avete commesso un qualche crimine e volete redimervi?-. Mi prendeva in giro, ma scherzava.
Io le sorrisi, dandole corda: -Rubare il cuore di una così bella fanciulla è un crimine troppo grave per me..-.
-Oh, così mi farete arrossire..!-. Si coprì il viso con il ventaglio, ma era divertita, anche se non capivo se scherzava o diceva sul serio: aveva davvero le gote rossine.
-Ora è meglio se vi lasci, Lady Angelique, alla prossima..-. Andai via dopo che anch’ella mi ebbe salutato.
Partecipai alla messa. Anche il prete voleva aiutare un gruppo di poveri orfanelli, così cercava sostegno dai più nobili, ed io ero sempre felice di dare qualcosa per quei piccoli. Uno di quei orfanelli lo conoscevo, lo trovai qualche mese fa quando stavo rientrando a Parigi dal viaggio a Londra, era inverno e il poverino non aveva nulla. Lo salvai e lo feci rimanere da me per due settimane, ma poi dovetti portarlo all’orfanotrofio(problemi di famiglia).

Una volta finita, uscì dalla chiesa e tornai alla mia villa.
-Alfred, hai preparato tutto?-. Alfred era il mio fedele cameriere, mi era sempre stato vicino.
-Si, mio signore. Ah, ho una lettera per voi-. Si avvicinò e me la diede.
La lessi.
La accartoccia e la posi nella tasca della mia giacca. Subito dopo entrai nella carrozza e mi feci portare alla mensa dei poveri, lì consegnai un po’ del cibo che avevo fatto comprare da Alfred e dopo aver salutato alcuni amici, tornai sulla carrozza.
-Mio signore..-. Il cocchiere mi chiamò.
-Sì?-.
-La riporto a casa?-.
-No.. Portatemi da Lady Butterfly..-.
-Si, signore-. Partimmo. Lady Butterfly è una misteriosa donna che raramente esce dai cancelli della sua villa. Noi ci siamo conosciuti per caso e da quel momento ci siamo sentiti spesso. In realtà è anche mia parente, mia cugina, ed ora io dovevo parlarle.
Arrivammo dopo poco meno di una mezz’ora. Scesi dalla carrozza e velocemente mi feci ricevere da lei nella sala da thè. Dovetti aspettare un po’, ma poi lei arrivò: era vestita splendidamente di ogni tonalità di rosa e viola. I lunghi capelli biondi raccolti in un elegante chignon.
-Lord Samuel.. Che piacere avervi qui..-. Si sedette sul divanetto davanti a me.-Prego, accomodatevi..-. Chinai la testa per ringraziarla e mi sedetti.
-Desiderate una tazza di thè?-. Chiese lei.
-In realtà.. Sono qui per parlarle di una cosa..-.
-Mh? Certo.. Ditemi pure.-
Presi la lettere accartocciata e cercai di renderla più leggibile, poi gliela passai. Lei la lesse attentamente.
-Oh.. Beh, è tanto che non vi vedete-. Commentò lei.
-E stavo meglio così-. Le dissi.
-Lasciatelo venire, non dovrete fare molta attenzione a lui, state tranquillo Lord Samuel..-.
-E’ solo che.. Non vorrei facesse una delle sue-.
Lei si alzò. -State tranquillo.. Oh, a proposito, avete già conosciuto mia nipote?- Sorrideva, contenta chissà per quale motivo.
-Oh, è qui in città? No.. Non ancora, ma sarò ben lieto di conoscerla-. Le sorrisi e mi alzai.
-Comunque riguardo lui state tranquillo.. Al massimo vi darò una mano io-.
Feci riverenza. –Non saprei come ringraziarla..-.
-Ahahah.. Tu pensa a conoscere mia nipote!-. Era divertita. Io le sorrisi e poi la salutai. Uscì dalla villa e feci per salire sulla carrozza, quando la vidi: una carrozza era ferma accanto alla mia e da quella stava scendendo una ragazzina: capelli lunghi e ribellamente tenuti sciolti, erano come una folta criniera di riccioli castani, l’abito era sublime (anche se non raggiungeva la delicatezza di quello di Lady Butterfly), la sua pelle era candida e morbida.
Una volta scesa, sono sicuro di aver sentito il dolce odore della ciliegia.
Il vento si alzò e le fece svolazzare quei morbidi capelli, permettendomi di vedere i suoi occhi: ambra. Un colore davvero raro.
-Mio signore?-. Il cocchiere mi guardava un po’ preoccupato poiché stavo immobile a fissarla, ma lui mi aiutò a tornare con i piedi per terra.
Ella mi passò vicina, non rendendosi nemmeno conto di me.
Io salì sulla carrozza, tornando a casa.

Durante il viaggio non smisi di pensare a lei. A lei e ad uno strano desiderio.
Ricordai le parole ditemi da un blasfemo: “Ti conosco, e tu non sei di certo ciò che dai a vedere. E presto lo scoprirai!”
Smossi la testa. No, mi stavo facendo condizionare troppo dalle parole di mio fratello.

  
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