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Autore: Ely 91    29/12/2014    3 recensioni
[Newt/Thomas; Newtmas]
I. The Fight
II. The Snow
III. The Drunk
IV. The Hand
V. The Trip
“Come mi hai chiamato? Isaac?” domandò, come se non fosse stato certo di aver sentito bene.
“Isaac. Come Isaac Newton, no?” chiarì Thomas e a quel punto Newt arrossì vagamente, sorprendendo l’altro.
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Minho, Newt, Thomas
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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I. THE FIGHT

 

                          
Thomas non aveva mai ricevuto un pugno.
Sua madre gli raccontava sempre di quella che volta che il cane di famiglia, un pastore maremmano grande il quadruplo rispetto il Thomas di appena cinque anni, lo aveva buttato a terra semplicemente dandogli un colpetto sul muso con l’intenzione di giocare.
Thomas si era lasciato andare ad un pianto disperato, nonostante fosse caduto col sedere a terra e sull’erba soffice del giardino e Lion, il loro cucciolone, se l’era data a gambe levate, realizzando che doveva tornare a rincorrere gatti e lasciar stare il suo padroncino capace di lanciare urli tramortanti quanto una sirena.
Ma quello di Lion non poteva essere considerato un colpo sul viso, o almeno, si disse, portandosi una mano sul labbro spaccato e sanguinante, non poteva essere considerato un tentativo di “spaccargli la faccia”, letteralmente parlando.
Quello di Josh, invece, lo era a tutti gli effetti.
Josh era il capitano della squadra di Lacrosse, un tipo prepotente dell’ultimo anno, che aveva deciso di tormentare Thomas da quando, tre mesi prima, si era trasferito nel liceo di Raleigh, in North Carolina, dopo aver trascorso tutta la vita in Nebraska.
Thomas era quello che tutti chiamavano “pive”, il nuovo arrivato del penultimo anno, introverso e poco sportivo, che preferiva rintanarsi nella sala informatica per giocare a qualche gioco online e non correre avanti e indietro per il campo di lacrosse dietro uno stupido dischetto o come caspio veniva chiamato dai tipi come Josh.
Quel pomeriggio, però, fra i corridoi semi deserti della scuola, Thomas aveva avuto la sfortuna di incrociarlo dopo il suo allenamento pomeridiano.
Sembrava parecchio di malumore e la vista di Thomas gli aveva acceso nello sguardo una scintilla di puro scherno mista a qualcos’altro di indefinito che in un primo momento Thomas non aveva saputo identificare; poi aveva compreso cosa avesse visto in lui. Il mezzo per scaricare la sua frustrazione.
Gli aveva dato una spinta, il ragazzo aveva cercato di ignorarlo in un primo momento, poi, dopo la seconda spinta, gli aveva intimato di lasciarlo perdere e, in seguito alla terza che lo aveva fatto indietreggiare di qualche passo data la forza dell’altro, lo aveva poco gentilmente invitato a tornare a fare il coglione in campo.
Dopo quelle parole, il ghigno sul volto di Josh si era allargato a dismisura e a quella visione, era seguito un colpo secco e un lungo secondo di buio.
Ed ora era ancora lì, frustrato e fremente di rabbia per l’ennesima prepotenza subita.
“E così io sarei un coglione?” gli domandò Josh, divertito.
Sapeva che non era ancora soddisfatto, che lo avrebbe colpito di nuovo.
Al diavolo, si disse Thomas, Josh era più forte di lui e l’avrebbe picchiato comunque, quindi avrebbe incassato i colpi con tutta la dignità possibile, senza fuggire o mostrare un briciolo di paura.
“Oh si che lo sei. Cos’è? Ora sei diventato anche sordo?” lo provocò, cercando di mostrarsi sicuro e spavaldo quanto possibile.
Un lampo di ira attraversò lo sguardo dell’altro, ma a quello seguì il ghigno che poco prima aveva preannunciato il colpo.
Difatti lo osservò alzare il pugno e prendere qualche secondo, come per caricare il colpo.
Istintivamente, Thomas chiuse gli occhi, preparandosi mentalmente al dolore che lo avrebbe investito di lì a poco, ma, con sua grande sorpresa, non accadde nulla di tutto ciò.
Avvertì come uno spostamento d’aria, poi un’esclamazione di stupore di Josh.
“Toccalo ancora una volta e giuro che ti spacco la faccia”
Thomas sgranò gli occhi di colpo, riconoscendo immediatamente a chi appartenesse quella voce.
Newt gli dava le spalle e con una mano stringeva il pugno di Josh diretto a lui.
Doveva averlo bloccato qualche istante prima che riuscisse a colpirlo e, a quanto pare, non aveva alcun timore del bullo; al contrario di Josh, che invece, sbiancò leggermente e lasciò scivolare via la mano, evidentemente colto di sorpresa.
“Cosa ti importa di questo pive, eh? E’ solo uno sfigato” provò a dire, ma aveva perso tutta l’arroganza che era solito distinguerlo.
“E tu se lo tocchi ancora ti ritroverai con qualche dente in meno.
Dillo anche  ai tuoi amichetti.
Tommy per voi è off limits”
Newt scandì alla perfezione le sue parole, il tono basso, minaccioso. Per un attimo persino Thomas si sentì rabbrividire come Josh. Ma dopo quella sensazione, sopraggiunse un vago rossore sulle guance.
La possessività con cui Newt aveva appena parlato di lui, il modo in cui lo aveva difeso, tutto, gli fece improvvisamente andare il viso in fiamme, facendogli dimenticare persino il dolore per il colpo subito.
Osservò Josh voltarsi e andarsene senza dire una parola e, a quel punto, anche Thomas poté guardare in volto il suo amico.
Amico forse era un parolone, poiché lui e Newt seguivano dei corsi insieme e non si erano mai visti al di fuori della scuola, ma tra una lezione e l’altra, avevano iniziato a scambiarsi qualche parola, dapprima sui nuovi videogiochi, poi sui film ispirati ai supereroi della Marvel e infine si erano ritrovati, alle volte, a pranzare insieme e Thomas, in poco tempo, era divenuto solo ed esclusivamente per quel biondo dagli occhi nocciola e dall’aria vagamente misteriosa, Tommy.

“Mai mi sarei aspettato di doverti medicare per una rissa. Queste sono cose da Minho”
Le parole di Newt risuonarono vagamente ironiche e Tommy accennò un debole sorriso, mentre Newt passava il fazzoletto inumidito sul sangue rinsecchito agli angoli della sua bocca.
Aveva insistito per aiutarlo quanto possibile e con una certa ostinazione lo aveva guidato nei bagni del primo piano, nonostante Thomas si sentisse a disagio, come un bambino che scioccamente si era cacciato nei guai.
Chinò leggermente il viso, realizzando quanto fosse improvvisamente vicino il suo amico; poteva sentire il suo respiro solleticargli la pelle quando si avvicinava col fazzoletto alle labbra e il suo profumo che ricordava l’odore degli aghi di pino dopo un lungo temporale, inebriargli i sensi.
Si diede mentalmente dello sciocco, cercando di riprendere il controllo di sé.
Che caspio aveva? Perché stava notando tutti quei particolari? Perché non riusciva a concentrarsi su qualunque cosa che non fosse Newt?
Quasi avesse potuto avvertire il suo disagio, Newt riprese a parlare, il tono rilassato, come suo solito.
“Adesso puoi stare tranquillo.
Josh e i suoi non ti daranno più fastidio”
“Ti ringrazio” asserì Thomas “Non dovevi darti tanto disturbo”
“Disturbo?” Newt quasi rise incredulo, sentendolo parlare a quella maniera. “Lo rifarei altre mille volte. Mi dispiace solo non essere arrivato in tempo per evitarti il primo pugno. Però ho potuto ascoltare la tua provocazione.
Sei stato davvero coraggioso, Tommy”
Thomas lo guardò quasi incredulo, mentre quell’aggettivo gli si imprimeva a fuoco nella pelle, inorgogliendolo e, soprattutto, aumentando il rossore sulle sue guance.
Non avrebbe mai pensato che Newt potesse esprimersi con quei termini riferendosi a lui.
Poi, quasi gli avesse letto di nuovo nel pensiero, Newt gli sorrise.
E Thomas realizzò che non aveva mai visto un sorriso così bello in vita sua.
Per un sorriso come quello, valeva la pena prendersi tutti i pugni del mondo.

 
NEXT: THE SNOW

 



Ed eccomi qui, di nuovo alle prese con i nostri Newmas. Io li amo, c'è poco da aggiungere <3
Questa sarà una breve raccolta con spezzoni della loro vita, in cui descriverò anche l'evoluzione del loro rapporto, di capitolo in capitolo. Spero che questa prima one-shot, scritta di getto, sia di vostro gradimento!
Un grazie in anticipo a chi leggerà/recensirà <3

Baci,
Ely 91




 
   
 
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