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Autore: Brida    30/12/2014    2 recensioni
Dragon age Origins: notte prima della battaglia finale, al Castello di Redcliffe.
Un'ombra rossa si muove per i corridoi, ancora sveglia.
Cerca qualcosa, cerca qualcuno. E solo alla fine della notte otterrà le risposte di cui ha bisogno e potrà affrontare con serenità la battaglia imminente contro l'Arcidemone. ATTENZIONE CONTIENE SPOILER SUL FINALE DI DA:O
[Leliana x Riordan]
Genere: Introspettivo, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Leliana
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'La Custode e i suoi compagni'
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Sapevo che quella fosse l’ora giusta per uscire dalla stanza e dirigermi alla Cappella.
Tutto il giorno era stata riempita da persone diverse ma altrettanto disperate. Ad ogni ora era risuonato al suo interno predicazioni e canzoni sacre il cui eco si era diffuso in tutto il Castello. Maghi e Cavalieri avevano pregato fianco a fianco, mentre gli Elfi dei boschi e i Nani di Orzammar avevano ascoltato rapiti le manifestazioni di fede che molti avevano dato luogo in quelle ore oscure, poco prima di una grande battaglia.
Ma ora era tardi, tardi per tutte queste cose. Per i piani di battaglia dell’Arle Eamon con i suoi soldati, tardi per le discussioni infinite su come muoversi e salvare Denerim, ogni cosa era stata decisa e stabilita e nei cuori degli uomini, degli elfi e dei nani che erano lì riuniti nella rocca di Redcliffe gravava lo sento sentimento cupo.

La fine era vicina, in un modo o nell’altro.

Era tardi e tutti stavano riposando. Passai davanti alle porte delle stanze di Alistair, di Brida e di Morrigan. I due Custodi in cui avevamo riposto gran parte delle nostre speranze e la Strega che li aveva salvati. Ingannatrice e astuta, conoscevo il suo odio per me e non capivo come poteva Brida fidarsi più di lei, che era dopotutto la figlia di Flemeth.
Alcune cose, come l’amicizia e la fiducia sono davvero difficili da definire e comprendere, e forse non avrei mai capito come la mia fede fosse stata di ostacolo nel stabilire un contatto tra me e la giovane Custode, ma sapevo che era questo il vero motivo per cui non eravamo mai state vicine. Forse solo una volta, in quella stessa Redcliffe, quando lei mi aveva regalato il fiore tanto caro a mia madre. Sorrisi nel rievocare un ricordo che pareva appartenere già ad un’era fa.
Chissà forse non tutto era perduto, forse dopo la battaglia le cose tra me e lei sarebbero cambiate.

‘Andrà tutto bene, lo sai. Andraste veglia su di noi, è per questo che sei qui no?’ mi tornarono improvvisamente in mente le parole che Alistair mi aveva ripetuto più volte durante il viaggio.

Sempre col sorriso, sincero e ironico. Era difficile non andare d’accordo con lui e in molte sere avevo trovato conforto e compagnia al suo fianco (suscitando l’ira di Brida). Era un buon amico e ora, come le altre due donne, stava sicuramente riposando.
Era notte fonda e tutto il castello era addormentato, attendendo l’inizio della lunga marcia verso Denerim e l’Arcidemone.
Wynne, Oghren e Sten forse stavano sognando l’immenso drago e tremando di freddo al pensiero di dover fronteggiare lui e le sue armate, ma anche loro erano al sicuro nei loro letti, per il momento.

Sarebbe stato logico credere che stessi cercando un poco di solitudine, che volessi pregare alla penombra delle candele nella decorata Cappella dell’Arle. Ma non era così.
Entrai nella sala a forma di pentagono, dove aleggiava un forte odore di incenso, consapevole di chi avrei trovato inginocchiato davanti alla statua d’oro di Andraste.
E proprio per lui ero venuta fino a lì, prima della fine.

“Riordan” sussurrai dietro di lui.

Lentamente lui si rialzò ed aprì gli occhi sorridendomi “Leliana, da quanto tempo”.

“Sapevo che ti avrei trovato qui, nonostante… il tuo passato”

“Il nostro passato Leliana, il nostro” mi fece segno di sedermi sulla panca ma io rimasi in piedi.

“Siamo cambiati, è vero” sussurrai rivolta all’uomo.

“Ma certo non mi sarei mai aspettata di rivederti comparire in veste di Custode Grigio”.

“Leliana asserente della Chiesa si sorprende di così poco? Sono vere le voci che ho sentito, dunque? Hai trovato la fede?”.

“All’inizio era solo un modo per fuggire dal passato, da una vita che più non mi apparteneva più.

Ma poi Andraste mi ha parlato e ho capito, ho compreso che il mio posto era accanto a Brida, nella sua missione”

“Hai abbandonato tutto volontariamente o sei stata costretta a fuggire da Orlais?” mi domandò Riordan mentre i suoi occhi scuri si accendevano di una strana luce.

“Lo sai benissimo come funziona. Marjolaine mi ha tradita” non riuscii a nascondere quanto ancora la cosa mi facesse soffrire, nonostante mi fossi confrontata con lei a Denerim, nonostante avessi deciso di dimenticarla per sempre.

Senza essere vista da nessuno dei miei compagni l’avevo trovata, in una baracca nella piazza del Mercato. Ero andata lì per ucciderla ma poi avevo capito che l’unico modo per liberarsi del suo pensiero e del dolore che mi aveva causato era lasciarla vivere, lasciarla scappare e dimenticarla. Se fosse morta non avrei mai più potuto scordare il suo volto e il sangue che scorreva dal suo corpo, sarebbe stato un ricordo e un pensiero che mi avrebbe accompagnato per sempre. E non potevo permetterle di diventare un ingombro tale nella mia vita.

“Sono stata fatta prigioniera, sono stata torturata… Ma sono riuscita a fuggire e ho iniziato una nuova vita. E ora sono felice di essermi lasciata tutto alle spalle, ho ritrovato me stessa” conclusi un piccolo riassunto delle mie vicende da dopo la mia fuga da Orlais.

“E tu, Riordan? Come sei diventato Custode Grigio?”.

“Avvenne poco dopo la missione che ci vide rivali, ex bardo” riconobbi nel suo viso un sorrisetto malizioso che apparteneva al nostro passato condiviso.

“Per una gemma preziosa, giusto? Quanta fatica per qualcosa che poi non era così importante” commentai ricordando come entrambi ci fossimo infiltrati in un palazzo per recuperare un piccolo tesoro. Entrambi bardi e ingannatori ma lavorammo su fronti opposti.

“Ricorderai del mio successo e di come, infine, riuscii a fregarti” rievocò.

“Ero ancora giovane e mancavo d’esperienza” cercai di difendermi.

“In ogni caso ti risparmiai l’essere braccata dalle guardie ed essere arrestata. Questo mi capitò e fu grazie al Custode Grigio che si trovava a Palazzo che riuscii ad evitare la tortura… Invocò il diritto di Coscrizione e fu così che inizio il mio viaggio con i Custodi Grigi d’Orlais, molto tempo fa”.

“Ed eccomi di ritorno nel Ferelden, il mio paese natio, come anche il tuo Leliana, per poter sconfiggere il nemico peggiore del mio Ordine” sospirò con una certa tristezza nella voce.

“Chi l’avrebbe mai detto?” cercò di recuperare il suo usuale spirito rivolgendomi un falso sorriso.

“Se avessi avuto successo nel recuperare la gemma mi troverei io al tuo posto” cominciai guardandolo dritto negli occhi.

“Sarei io il coraggioso Custode Grigio inviato da Orlais per salvare il mondo. E tu cosa mi diresti se fossi al mio posto, sapendo che comunque vadano le cose questa sarebbe la mia ultima notte?” gli chiesi a brucia pelo.

Dello sgomento per un attimo comparve sul suo volto.
Poi della stizza.

“Non dovresti parlare di cose che non conosci” mi rimproverò.

“Ma è così, non è vero? Tu morirai… lo so” la voce quasi come un filo, gli occhi puntati su di lui.

“Hai sentito quello che ho detto ad Alistair e Brida, non è vero?”

“Per proteggerli dovevo sapere a che cosa sarebbero andati incontro. Ma non c’è nulla davvero che io possa fare e non riesco a capire come tu possa accettare una cosa simile. Hai deciso che sarai tu ad uccidere l’Arcidemone, per salvarli. Perché?”

“Sei venuta qua apposta per chiedermi questo?” appoggiò una mano ad una panca e mi guardò con aria di sfida.

“Dimmi… se anche ti rispondessi cosa cambierebbe?”.

“Se nulla può far differenza allora perché sei venuto qui a pregare?” il nostro era un intricato duello di frasi e parole dove solo uno poteva uscirne vincitore. Un tempo era questo gioco quello che ci dava il pane e ci rendeva vivi. La retorica e l’astuzia erano le armi di cui ci avvalevamo per riuscire nei nostri intenti.

Entrambi ci guardammo per dei lunghi secondi, uno dei due doveva arrendersi.
“E va bene” sospirò dimesso.

“Vorrei dirti che sono un eroe e che mi sono offerto solo per salvare la vita a due giovani innocenti e al loro sfortunato amore. Ma non è così. Io… sto solo già morendo. Questa è la maledizione di noi Custodi, qualcosa che Alistair e Brida avranno anche loro… fra molti anni. “ abbassò un attimo lo sguardo e poi tornò su di me.

Quindi per lui non vi era davvero più speranza.

“Mi dispiace” pronunciai “Sei ancora ferito e il male che dici si sta chiaramente nutrendo di te.” mi avvicinai di un passo verso di lui e allungai una mano per carezzargli una guancia.

“Quello che stai facendo per Alistair e Brida è più che eroico.” Sorridemmo entrambi.

“Coraggioso e sfrontato. E’ per questo che fallii anni fa, a differenza tua. Non sarò mai in grado di gettarmi contro il male come stai facendo tu adesso, al tuo posto scapperei e attenderei la mia morte in un letto”.

Lui mise una mano sopra al mio palmo, facendomi tremare leggermente.
“Sarebbe un po’ egoistico da parte mia, non credi? Una cosa ho imparato stando tra i Custodi: non hanno importanza il proprio passato e le proprie origini, se si è disposti a combattere per una causa, si può diventare delle persone migliori, senza rimpianti e senza paure. Questo io sono ora e per questo domani quando raggiungeremo Denerim proverò a sconfiggere l’Arcidemone” raccolse dolcemente la mia mano tra le sue e passò con delicatezza un pollice sopra alle mie dita.

“Tu però mi devi promettere una cosa” di nuovo si rivolse a me mentre le nostre mani erano intrecciate.

“Se io dovessi fallire, Alistair e Brida dovranno uccidere il drago al posto mio. Uno di loro dovrà sacrificarsi. Non lasciare che l’amore oscuri il loro giudizio”

“Non mancheranno al loro dovere, piuttosto lo uccideranno insieme ma faranno quello che devono fare” i due Custodi che avevo seguito in questo lungo viaggio sapevano quanto importante fosse il loro ruolo in questa vicenda e non avrebbero mai permesso all’Arcidemone di sopravvivere e di spargere morte e sangue nel mondo.

“Speriamo tutto vada secondo i piani allora. Una vita sacrificata è meglio di due” concluse lui e quasi mi stava lasciando quando io strinsi la presa della sua mano.

“Ricordi al nostro primo incontro cosa accadde tra noi?”.

Lui si voltò sorridendomi “Non potrei mai dimenticarlo”.

“Fui una sciocca. Credevo che in quel modo ti avrei fermato, ti avrei potuto fregare”.

“Legarmi al letto o qualcosa di simile? In effetti fu sciocco da parte tua pensare che mi sarei fatto ingannare così facilmente” e di nuovo piegò le labbra in quel sorriso malizioso che spesso gli avevo visto in volto.

Sorrisi “In realtà fu un’altra la ragione per cui andai a letto con te, Riordan” gli dissi con aria seria.

“Due Fereldiani, burattini del caleidoscopico mondo delle corti di Orlais. Ora due persone nuove che combattono con tutte le loro forze per un obbiettivo nobile. Siamo uguali e questo l’ho capito dal primo sguardo che ho lanciato su di te” gli rivelai mentre le mie mani risalivano lungo le sue braccia e il mio corpo si avvicinava a lui.

Avvicinai la mia bocca ad un centimetro dalla sua quando lui mi bloccò.
“Non dovresti farlo” il suo respiro sulla mia pelle.

“Non dovresti darmi questo. Solo per pietà”.

“Non è pietà, Custode. E’ qualcosa che ci è mancato, qualcosa che hanno Brida e Alistair e per cui tu domani morirai…” non riuscii a terminare la frase che lui mi baciò.

Sapevamo entrambi di cosa stessimo parlando. Sapevamo entrambi di cosa avessimo bisogno.
E ci eravamo aspettati in quella terribile notte alla ricerca di un poco di conforto, di un poco di affetto.

Perché eravamo sempre stati soli, sia ad Orlais che nel Ferelden, soli alla ricerca di un luogo, di un qualcosa che ci rendesse vivi e reali. L’avevamo trovato ma una tristezza profonda continuava ad albergare nel nostro cuore.
Avevamo indossato per troppi anni la stessa maschera, lo stesso sorriso stanco accompagnato da parole taglienti, che anche adesso era difficile essere davvero se stessi, era difficile essere davvero felici.

Ma quella notte ci provammo, noi due che avevamo condiviso una vita tanto simile e che pure ci conoscevamo appena.
Nei nostri corpi intrecciati, nei sospiri e nelle lacrime trovammo ciò che non avevamo mai avuto in vita e che non avremmo mai più potuto provare.

L’amore.

Prima della fine, seppi cosa era l’amore e dissi addio al Custode che stava morendo.
Prima della fine, mi strinsi a lui e mi perdonai per ciò che avevo compiuto ad Orlais, per ciò che ero stata prima del Flagello.
Perché ora eravamo delle persone nuove.

E io avrei vissuto per lui, per far capire al mondo che si poteva cambiare.

‘Andraste veglia su di me e proteggimi. Io sono la tua serva fedele e nella tua luce muoverò i tuoi passi’ pensai al mattino successivo.

Pregai silenziosamente e lasciai la stanza mentre ancora lui dormiva.
Un sorriso si dipinse sul mio volto.
L’Arcidemone ci attendeva e noi non l’avremmo fatto aspettare.
Noi l’avremmo combattuto, con tutte le nostre forze. 







:) Leliana e Riordan, un pairing raramente calcolato che però a me è sempre piaciuto particolarmente immaginare. Mi sono presa il permesso di romanzare un po' del passato del Custode per presentare questo toccante dialogo tra un uomo che sta per morire e una donna che lo conosce meglio di quanto conosca se stessa. 

Spero abbiate apprezzato. :) 

Buon anno e buone feste!

 
  
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